Data: 1906
Codice identificativo monumento: 3803
Nel gettarsi le fondamenta della sede sociale della Cooperativa generale della classe muraria nel terreno fra via Capo d'Africa e via Marco Aurelio, alla profondità di m. 10 dal piano stradale, si rinvennero i due lati di un edificio rettangolare, costruito a cortina, le pareti del quale presentavano traccie di intonaco messo a rosso. Aderente al lato nord-est si scoprì un basamento in muratura, rivestito di lastre di marmo greco, dello spessore di m. 0,25 ed altre m. 0,43.
Nel vano suddetto, tra vari frammenti marmorei di panneggi e di nudi di incerta assegnazione, furono trovati la testa, la mano destra impugnante un resto di rhabdos e parti del torso, delle spalle e delle anche di una statua, della quale si spera trovare le altre parti nel prosieguo de' lavori. Dall'esame degli avanzi si può argomentare che la statua fu, in tempo ancora imprecisabile, abbattuta e violentemente spezzata, e che soffri allora l'azione del fuoco che ha calcinato quasi per intero il volto, specialmente nel lato destro e nella fronte.
La testa, spaccata longitudinalmente, presenta i lineamenti placidi di un giovane dalle guancie infiorate da leggera peluria e dall'orecchio del tipo atletico, con i capelli cinti all'occipite da tenia riccioluti e finemente trattati, scendenti quasi ai due terzi del collo, che formano una specie di zazzera, quale si riscontra nella testa di una statua di bronzo rappresentante M. Agrippa, scoperta l'anno scorso a Susa.
L'una e l'altra tempia presentano un incasso per fermare i capi di una oregárn, che era tenuta obbligata da una serie di pernetti di ferro impiombati ad intervalli di m. 0,03. L'intero frammento misura fino alla base del collo m. 0,38, e la circonferenza del cranio è di m. 0,80.
Dai pochi e maltrattati avanzi, che presentano nondimeno una modellatura vigorosa e di buona scuola, si può quasi con certezza stabilire che essi appartengono ad una statua rappresentante Herakles nudo, poggiante sulla clava che impugna all'estremità con la destra, nell'atteggiamento identico a quello dell'Ercole di casa Colonna ed a quello dell'antico museo Della Valle, riprodotto nella tav. 74b dell'album di P. Jacques; atteggiamento che trova esatto riscontro nell'Ercole della dispersa collezione Giustiniani.
Potrebbe fornir soggetto di studio ai topografi il riconnettere il presente ritrovamento con quello avvenuto il 1786 nel demolirsi un vecchio muro in un orto dietro all'ospedale del monte Celio, di un'iscrizione (C. I. L. VI, 331), ricordante la dedica di un'aedes e di una statua ad Ercole vincitore, celebrata da L. Mummius, sciogliendo il voto fatto nella campagna di Acaia, donde ritornò trionfante dopo la distruzione di Corinto nel 609 di Roma Tra gli avanzi che giacevano confusi nel luogo della scoperta, si sono potuti identificare i resti di una statua panneggiata; un frammento di una figura femminile sedente su di un masso, panneggiata dai lombi in giù; un torso di figurina maschile di buon lavoro, di m. 0,32 di altezza; il piede di un puttino che forse era rappresentato corico sul lato sinistro.
Risultarono inoltre dallo scarico: due frammenti di colonna, dei quali uno scanalato; un frammento di braccio e di avambraccio di statua in cipollino; una statuetta di grossolano lavoro rappresentante una donna seduta, mancante della parte superiore del busto; un frammento di antefissa in terracotta con fregi di ovolature e palmette, ed un altro con satiro acefalo; quattro volgari lucernette anepigrafi e sette anfore in terracotta.
A. Valle.
In occasione del IX Congresso nazionale Socialista, viene inaugurata la Casa del Popolo a Via Capo d'Africa: "Qui si riunirà questa domenica 7 ottobre, e l'8 e il 9, il Congresso Socialista Italiano, dove i compagni se ne diranno di cotto e di crude. Lo stabile, del costo di 150.000 lire, venne regalato alla classe dei muratori organizzati da un socialista milionario, il giovane dottor Guido Celesia di Genova. Uomo estremamente modesto, vive da tre anni a Roma, dove studia pittura; fu lui l'ideatore e il sorvegliatore paziente della parte architettonica che riveste la facciata. Il pittore Sartorio decorò la fascia superiore della docca d'opera del salone principale con una simpatica allegoria. Questa casa diventerà sede di molte organizzazioni opernie in Roma, onde il nome di Casa del Popolo."
Progetto degli architetti Raffaello Pietrostefani e Giacomo Radiconcini.