Data: 271 / 1586
Codice identificativo monumento: 383
A seguito del pericolo per un'ennesima invasione di Alemanni e Goti, l'imperatore Aureliano commissiona la costruzione di una nuova cinta difensiva della città. Il progetto, improntato alla massima velocità di realizzazione e semplicità strutturale, ingloba moltissime strutture preesistenti, tra cui i Bastioni del Pincio, la piramide Cestia, l'Anfiteatro Castrenze, il muro del Castro Pretorio e ampi tratti dell'Acquedotto Claudio e Marcio, dove sono trasformati gli archi monumentali in porte difensive.
Su ordine dell'imperatore Onorio, il magister militum generale Stilicone avvia una grande fase di restauri e rinforzo delle Mura difensive di Roma. L'altezza delle mura fu quasi raddoppiata (dai 6-8 metri circa precedenti ad almeno 10,50-15) creando un doppio camminamento, uno inferiore (quello precedente, che diventa così coperto, con feritoie per gli arcieri) e uno superiore, scoperto e circondato da merlature. le torri sono rinforzate con un secondo piano. Molte porte sono ristrutturate, altre create ex novo come Porta Pinciana. Anche il mausoleo di Adriano, sulla riva destra del Tevere, viene incorporato nelle mura con la nuova funsione di Bastione.
Cola di Rienzo sconfigge i baroni in uno scontro presso Porta San Lorenzo. Molti nobili, tra cui Stefano Colonna il Giovane ed il figlio Giovanni, perdono la vita durante la battaglia.
Le milizie dei Colonna creano una breccia tra Porta San Lorenzo e Porta Maggiore ed entrano in città. Mentre il pontefice è costretto a rifugiarsi in Castel Sant'Angelo, Paolo Orsini difende il Vaticano riuscendo a sconfiggere le truppe avverarie e catturando i loro capi, Niccolò e Giovanni Colonna, Antonio Savelli, Giacomo Orsini, Corradino di Antiochia, Riccardo Sanguigni e Galeotto Normanni.
Il cardinale Camerlengo dispone che tutte le porte e i ponti della città siano riuniti sotto il controllo della dogana di Roma.
Papa Pio IX decreta il passaggio delle Mura Aureliane al Comune di Roma.
La controporta onoriana di porta San Lorenzo viene demolita insieme agli edifici ad essa addossati per fare spazio alla nuova viabilità e fornire all'architetto papale Vespignani i travertini per erigere la coloonna (non realizzata) del Concilio Vaticano.
Alle 5 del mattino inizia l'attacco alla città da parte delle truppe piemontesi. Il cannoneggiamento delle mura inizia a Porta San Giovanni, seguito dai Tre Archi di Porta San Lorenzo e da Porta Maggiore. Dopo cinque ore di cannoneggiamento su un altura (tra le vigne dei Lancellotti e Capizucchi) a via Nomentana, le truppe piemontesi agli ordini del Generale Cadorna riescono ad aprire una breccia nelle mura tra Porta Pia e Porta Salaria, entrando nella città. Nello scontro cadono 49 soldati Italiani e 19 Pontifici. Gli Zuavi prigionieri sono concentrati a Piazza Colonna.
Durante delle demolizioni nelle Mura aureliane, presso la porta San Lorenzo (per aprire il varco di prolugamento alla tramvia Roma Tivoli), si scopre un muro di fondo di un giardino della prima età imperiale. Articolato in nicchie tappezzate con pomici, conchiglie e un rozzo mosaico, conservanti parte dell'originale decorazione scultorea. (Satiro in lotta contro i giganti, Gruppo di pantera e cinghiale, Statuetta di Musa, ora esposti alla centrale Montemartini).
Dopo l'apertura dell'esercizio della tramvia a vapore tra Roma e Tivoli, l'Impresa Tramways inaugurata anche una linea tramviaria a cavalli di 2200 metri di lunghezza, come servizio urbano tra la stazione Termini ed il Cimitero del Verano. Dalla Dogana, posta nella via di porta Tiburtina a fianco della stazione Termini (poi via Marsala angolo via Solferino), attraversava le mura aureliane in corrispondenza dell'antica porta Tiburtina (fornice a destra) e si immette sulla via Tiburtina, seguendola fino ad un capolinea tronco posto nella piazza antistante l'ingresso al Verano.
Avviati presso Porta Tiburtina i lavori rivolti a facilitare la viabilità verso il quartiere di San Lorenzo e il territorio di Tivoli, comprendenti la riapertura del Varco accanto alla Porta, la demolizione di edifici addossati alle Mura, lo sfondamento della Barriera Tiburtina in Piazzale di Porta San Lorenzo/Piazzale Tiburtino.
Eseguendosi il disterro per quel tratto del grande viale di circonvallamento, che è compreso fra la vecchia porta S. Lorenzo ed il ponte ferroviario di S. Bibiana, sono state scoperte le arenazioni della Marcia-Tepula-Giulia, per la lunghezza di circa duecento metri.
I primi quattro piloni, scoperti tra la vecchia e la nuova porta s. Lorenzo, appartengono al primo stabilimento dell'acquedotto, e sono costruiti a grandi massi di tufa. Misurano m. 2,25X1,80. Alcuni hanno il dado di coronamento in pietra sperone, altri in travertino. Gli archi, di m. 5,80 di diametro, sono formati da un solo anello di cunei di pietra sperono : i triangoli mistilinei di rinfianco, sono murati con tufo granulare giallo.
Nel tratto successivo, fra la nuova porta S. Lorenzo ed il viadotto di S. Bibiana, l'opera primitiva dell'acquedotto è interamente fasciata, e ricoperta da fodere e da sottarchi di cortina. Questa cortina è così perfetta, che non teme il confronto con quella degli archi neroniani.
I tegoloni degli archivolti sono cuneati, e misurano mm. 41 nella testata eccentrica, mm. 20 nella testata opposta. Il cemento non eccede la grossezza di un millimetro e due decimi.
Rodolfo Lanciani.
Alla distanza di poco più di due metri dall'angolo sinistro dell'antica porta s. Lorenzo, nel rinnovare il selciato stradale, sono stati rimessi allo scoperto alcuni grandi parallelepipedi di tufo, disposti in varî ordini, che spettano all'antico acquedotto della Marcia, Tepula e Giulia.
Giuseppe Gatti.
Regio decreto 443 che stabilisce il passaggio della gestione delle Mura Aureliane dal demanio dello Stato al Comune di Roma.
Restauro e isolamento della Porta Tiburtina, sotto la direzione scientifica dell'archeologo Lucio Mariani. Viene rimosso gran parte dell'interro antico e demoliti gli ultimi edifici del dazio ancora addossati all'acquedotto, scoprendo un sepolcro repubblicano e il basamento dell'Arco di Augusto. Nelle demolizioni viene risparmiato il pilastro orientale della contro porta onoriana, sul quale si inseriscono delle fasce in ferro per consolidarlo.
Al centro, sulla conduttura dell'Aqua Tepula, si trova l'iscrizione risalente al restauro di Caracalla nel 212:
«IMP(erator) CAES(ar) M(arcus) AVRELIVS ANTONINVS PIVS FELIX AVG(ustus) PARTH(icus) MAXIM(us) BRIT(annicus) MAXIMVS PONTIFEX MAXIMVS AQVAM MARCIAM VARIIS KASIBVS IMPEDITAM PVRGATO FONTE EXCISIS ET PERFORATIS MONTIBVS RESTITVTA FORMA ADQVISITO ETIAM FONTE NOVO ANTONINIANO IN SACRAM VRBEM SVAM PERDVCENDAM CVRAVIT»
«Imperator Cesare Marco Aurelio Antonino Pio Felice Augusto, Parthicus Maximus, Britannicus Maximus, portò nella sua sacra città l'Aqua Marcia ostacolato da molti impedimenti, dopo aver ripulito la sorgente, tagliato e perforato montagne, restaurando il percorso e fornendo la nuova fonte Antoniniana»
Sul canale inferiore, quello dell'Aqua Marcia, c'è l'iscrizione celebrante il restauro voluto da Tito nel 79:
«IMP(erator) TITVS CAESAR DIVI F(ilius) VESPASIANVS AVG(ustus) PONTIF(ex) MAX(imus) TRIBVNICIAE POTESTAT(is) IX IMP(erator) XV CENS(or) CO(n)S(ul) VII DESIG(natus) P(ater) P(atriae) RIVOM AQVAE MARCIAE VETVSTATE DILAPSVM REFECIT ET AQVAM QVAE IN VSV ESSE DESIERAT REDVXIT»
«Imperator Tito Cesare Vespasiano Augusto, figlio del divino, pontefice massimo, tribuno della plebe per la nona volta, imperator, per la quindicesima volta, censore, console per la settima volta e designato per l'ottava, padre della patria, riparò le condutture dell'Aqua Marcia distrutte dal tempo, ripristinando l'acquedotto non più in uso»
Un'iscrizione quasi integra è visibile anche su un lato della vicina Porta Maggiore:
«S. P. Q. R. IMPP. CAESS. DD. NN. INVICTISSIMIS PRINCIPIBVS ARCADIO ET HONORIO VICTORIBVS AC TRIVMPHATORIBVS SEMPER AVGG. OB INSTAVRATOS VRBI AETERNAE MVROS PORTAS AC TVRRES EGESTIS IMMENSIS RVDERIBVS EX SVGGESTIONE V[iri] C[larissimi] ET INLUSTRIS MILITIS ET MAGISTRI VTRIVSQ[ue] MILITIAE FL[avii] STILICONIS AD PERPETVITATEM NOMINIS EORVM SIMVLACRA CONSTITVIT CVRANTE FL[avio] MACROBIO LONGINIANO V[iro] C[larissimo] PRAEF[ecto] VRBIS D[evoto] N[umini] M[aiestati]Q[ue] EORVM»
«Il Senato e il Popolo di Roma appose per gli Imperatori Cesari Nostri Signori e principi invittissimi Arcadio e Onorio, vittoriosi e trionfanti, sempre augusti, per celebrare la restaurazione delle mura, porte e torri della Città Eterna, dopo la rimozioni di grandi quantità di detriti. Dietro suggerimento del distinto e illustre soldato e comandante di entrambe le forze armate, Flavio Stilicone, le loro statue vennero erette a perpetuo ricordo del loro nome. Flavio Macrobio Longiniano, distinto prefetto dell'Urbe, devoto alle loro maestà e ai divini numi curò il lavoro»
1918
Pianta del piano superiore della Porta Tiburtina
Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma
1885
Ettore Roesler Franz
Porta Tiburtina
1874
John Henry Parker
Mura Aureliane con Porta Chiusa e Porta Tiburtina
The Archeology of Rome
1874
John Henry Parker
Sectio Portae Tiburtinae
The Archeology of Rome
1870
Porta Tiburtina
1851
Luigi Cavalieri
Porta San Lorenzo
Principali monumenti di Roma e sue vicinanze
1848
Luigi Canina
Veduta delle porte Tiburtina
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1835
Giovanni Battista Cipriani
Porta San Lorenzo
Itinerario figurato degli edificij più rimarchevoli di Roma
1833
Agostino Tofanelli
Porta San Lorenzo
Memorie di antichità e curiosità di Roma e dintorni
1832
Luigi Ricciardelli
Porta Tiburtina
Vedute delle porte e mura di Roma
1829
Luigi Rossini
Porta Maggiore Asinaria Latina Tiburtina Viminale Pinciana
Le Porte antiche e moderne del recinto di Roma
1818
Luigi Rossini
Porta Tiburtina o Porta San Lorenzo
Raccolta di Cinquanta Principali Vedute di Antichità
1818
Villa Sacripante
Catasto Urbano
1818
Villa del Drago
Catasto Urbano
1817
Giovanni Battista Cipriani
Porta Esquilina San Lorenzo
Degli Edifici Antichi e Moderni di Roma
1806
Angelo Uggeri
Pianta di porta San Lorenzo
Giornata pittorica di Tivoli
1761
Giovan Battista Piranesi
Rovine del castello dell'Acqua Giulia
Le rovine del Castello dell'Acqua Giulia
1756
Giovan Battista Piranesi
Porta Tiburtina
Le Antichità Romane - Tomo I
1747
Giuseppe Vasi
Porta S. Lorenzo o Esquilina
Delle Magnificenze di Roma antica e moderna - Libro I
1708
Bonaventura van Overbeek
Porte de S.Laurent
Les restes de L'Ancienne Rome