Data: 882 / 1584
Codice identificativo monumento: 384
Papa Simmaco inaugura il sinodo dei vescovi riunito a San Pietro in vaticano, per decide sulle nuove norme per la successione papale: La nomina del successore deve competere di norma al vescovo in carica, in caso di morte improvvisa, all'ordo ecclesiasticus (Gli atti di questo sinodo si sono conservati ed anno aiutato a ricostruire la lista delle chiese presenti all'epoca a Roma): Aemilianae (Santi Quattro Coronati), Anastasiae (Sant'Anastasia al Palatino), SS. Apostolorum (Santi Apostoli), Byzantis o Vizantis (sconosciuta), Caeciliae (Santa Cecilia in Trastevere), Clementis (San Clemente), Crescentianae (San Sisto Vecchio), Crysogoni (San Crisogono), Cyriaci (di incerta identificazione), Damasi (San Lorenzo in Damaso), Equitii (San Martino ai Monti), Eusebi (Sant'Eusebio), Fasciolae (Santi Nereo e Achilleo), Gaii (Santa Susanna), Iulii (Santa Maria in Trastevere, identico al Callixti), Lucinae (San Lorenzo in Lucina), Marcelli (San Marcello al Corso), Marci (San Marco), Matthaei (San Matteo a via Merulana), Nicomedis (San Nicomede in Via Nomentana), Pammachii (Santi Giovanni e Paolo), Praxedis (Santa Prassede), Priscae (Santa Prisca), Pudentis (Santa Pudenziana), Romani (sconosciuto), S Sabinae (Santa Sabina), Tigridae (incerto, forse Santa Balbina all'Aventino), Vestinae (San Vitale, Valeria Gervasio e Protasio ), S Laurenti (San Lorenzo in Panisperna).
Pasquale I sposta il corpo del papa Celestino I dalle Catacombe di Priscilla a Santa Prassede.
I Frangipane irrompono in Santa Prassede mentre Gelasio II sta celebrando la messa. Cencio Frangipane lo rinchiude in catene dentro una sua torre sul Palatino. Il Papa, grazie all'aiuto del popolo, riesce a fuggire a cavallo e nella notte scappa via dalla Città.
Orazio Morandi, abate di Santa Prassede, reo di aver studiato i segreti della tradizione ermetica, muore in carcere avvelenato prima che il processo sia concluso.
Monsignore Ciriaco Lancetta, uditore della Rota, ottiene la risistemazione della reliquia della Colonna della Flagellazione a Santa Prassede, spostandola dalla cappella di San Zenone, ad un nuovo ambiente laterale.
Nuovo soffitto a Cassettoni nella Basilica di Santa Prassede, realizzato col legno delle foreste dell'’abbazia di Vallombrosa.
Espropriazione del Monastero di Santa Prassede dei Monaci Vallombrosiani per ospitarvi uffici militari, esclusi i locali a ridosso della chiesa, riservati al culto e quelli ad uso di uffici e residenza di rappresentanza dell’abatedell’Ordine.
Restauri nella prima Cappella a destra nella Basilica di Santa Prassede, che viene dedicata alla Madonna del Rosario. Rinnovata la decorazione della volta con stucchi e dorature, pala d'altare con la Madonna del Rosario adorata da San Domenico e Santa Caterina e nuova cancellata in ferro battuto.
Convenzione tra Stato e Comune che stabilisce che dal 1° Gennaio 1902 il Comune entrerà in possesso dell'ex monastero, con annesso giardino adibito a caserma.
Parte del convento di Santa Prassede (il settore a Nord Ovest dell'abside), viene adattato per ospitare il complesso scolastico femminile Reginaldo Giuliani. L'intervento dà luogo a una radicale trasformazione che consiste nella parziale demolizione e ricostruzione, mantenendo il filo della muratura preesistente, del braccio del convento prospiciente via dell'Olmata e che si manifesta nei due prospetti esterni totalmente rinnovati per i quali l'Ufficio Tecnico adotta ampie finestre centinate ad arco ribassato. Nota degli ambienti da assegnare alla scuola: Otto aule per classe capaci di quaranta alunne; aula per merceologia; aula di disegno; “un'aula grande per lavori donneschi”; una stanza per gli esercizi al banco modello; aula per lingue straniere; direzione e uffici amministrativi, sala per i professori, per i custodi, una “stanza per mettere un letto e un po' di farmacia”.
Un ulteriore settore del convento di Santa Prassede (il lato a sinistra della navata) viene adattato ad ospitare il complesso scolastico maschile Amerigo Vespucci. Il nuovo edificio si configura attraverso un'addizione di aule disposte lungo l’asse N/S aperte sull’orto con i servizi disposti nelle testate compreso il corpo scala che perde le caratteristiche di elemento monumentale.
Consegna dei nuovi ambienti nel complesso scolastico femminile Reginaldo Giuliani, realizzati grazie alla sopraelevazione sul fronte di via dell'Olmata. I nuovi locali si compongono di 5 aule, il corridoio e una terrazza.
Restauri nella chiesa di Santa Prassede. Viene rimosso l'intonaco della facciata, lasciando a vista il paramento murario costituito da mattoni e viene chiusa la finestra barocca che era stata aperta al centro. Non vengono riaperte le porte laterali, dato che sulla parete di controfacciata rimangono presenti elementi architettonici e pittorici.
Nuovi lavori di restauro alla Basilica di Santa Prassede. Sono cancellate le decorazioni di fondo nelle pareti della navata, e il finto mosaico negli archi trasversali.
La chiesa prende il nome da Santa Prassede, sorella di San Pudenziana e figlia del senatore romano Pudente. Secondo le passioni dei santi, erano discepole di San Paolo e sarebbero state uccise perché dedite a dare sepoltura ai martiri delle persecuzioni di Antonino Pio, nei pozzi situati nel vasto terreno di proprietà del padre.
Un Titulus Praxedis è testimoniato da un epitaffio del 491, ma né le indagini storiografiche né gli scavi archeologici hanno finora permesso di determinare l'esatta posizione del Titulus, ricostruito nella forma attuale da papa Adriano I.
L'iconografia del catino absidale è suddivisa in due parti: Nella parte superiore al centro, Cristo è rappresentato in piedi tra nuvole stilizzate con il braccio destro alzato e con la mano sinistra che stringe il rotolo. Sopra, la mano del Padre emergendo da una nuvola e gli impone la corona della gloria. A sinistra sono raffigurati Pasquale I (nell'atto di presentare a Cristo il modellino della chiesa), San Paolo e Santa Prassede; a destra San Pietro, Santa Pudenziana, e un diacono (identificato con San Zenone o con San Ciriaco). I sette personaggi sono racchiusi in uno spazio delimitato da due palme: su quella di sinistra è rappresentata la fenice.
Sulla parte inferiore del catino absidale, è rappresentato al centro l'Agnello pasquale, posto sopra una piccola altura da cui sgorgano i quattro fiumi del Paradiso. Ai lati dodici agnelli, rappresentanti gli apostoli, escono a sinistra da Betlemme e a destra da Gerusalemme.
Sotto la conca absidale è posta l'iscrizione in esametri: EMICAT AULA PIAE VARIIS DECORATA METALLIS PRAXEDIS DOMINO SUPER AETHRA PLACENTIS HONOR, PONTIFICIS SUMMI STUDIO PASCHALIS ALUMNI SEDIS APOSTOLICAE PARUM QUI CORPORA CONDENS, PLURIMA SANCTORUM SUBTER HAEC MOENIA PONIT FRETUS UT HIS LIMEN MEREATUR ADIRE POLORUM (Sfavilla decorata con vari metalli (preziosi) l'aula della santa Prassede che piacque al signore nel cielo, per lo zelo del sommo pontefice Pasquale, innalzato al seggio Apostolico, che ha raccolto ovunque i corpi di numerosi santi e li ha posti sotto queste mura fiducioso che il suo servizio gli abbia meritato di venire alla soglia del cielo).
L'iconografia dell'arco absidale fa riferimento al libro dell'Apocalisse, capitoli Apocalisse 4-5. All'interno di un medaglione blu centrale, è rappresentato ancora l'Agnello seduto sul trono gemmato, sotto il quale si trova il Libro dei sette sigilli. Ai lati del trono, sette candelabri (che rappresentano la totalità delle Chiese), quattro angeli raffigurati in piedi sopra delle piccole nubi, i simboli dei quattro evangelisti (Leone-Marco, Uomo-Matteo, Giovanni-Aquila, Luca-Toro) e i ventiquattro vegliardi divisi in due gruppi di dodici e disposti su tre file. L'intradosso dell'arco è decorato con un motivo floreale.
L'iconografia dell'arco trionfale fa riferimento al capitolo 21 del libro dell'Apocalisse. Al centro un recinto gemmato con torri idealizza la Gerusalemme celeste. Al suo interno, in alto Cristo con la mano sinistra tiene il rotolo, mentre con la destra benedice. Ai suoi lati ha due angeli; sotto sono rappresentati Maria, San Giovanni Battista, S. Prassede e una schiera di santi. Alle due estremità, sono ritratti Mosè ed Elia. Le porte della città sono aperte e sono custodite da due angeli.
Fuori delle mura si accalcano i centoquarantaquattromila salvati che vogliono essere ammessi alla città celeste. Il gruppo di destra è preceduto dagli apostoli Pietro e Paolo. Si riconoscono vescovi (con casula e pallio), martiri (con la corona), donne riccamente vestite, ufficiali (con la clamide). Nell'ordine inferiore sono raffigurati altri eletti, che agitano rami di palma. Purtroppo questa sezione del mosaico è stata in parte distrutta da Carlo Borromeo per realizzare i poggioli con i reliquiari (sec. XVI).
Sulla cantoria alla sinistra dell'altar si trova l'organo a canne Tamburini opus 246, costruito nel 1942 riutilizzando parte del precedente organo, un Tronci del 1884.
Il Sacello di San Zenone costituisce un raro esempio altomedioevale di oratorio annesso a una basilica e coperto a volta. In origine al sacello doveva corrispondere (sul lato opposto della chiesa) una cappella analoga dedicata a San Giovanni, ma di essa si è persa ogni traccia.
Tutti gli elementi architettonici che costituiscono l'ingresso e articolano l'interno sono di
riutilizzo. La decorazione musiva esterna è composta di due serie concentriche di clipei: nella prima troviamo al centro la Madonna con il Bambino fra San Valentino e San Zenone e a seguire quattro sante per lato. Nella seconda serie sono rappresentati Cristo con i dodici apostoli. Negli angoli in alto sempre entro clipei sono raffigurati Mosè ed Elia; nei riquadri in basso, eseguiti nel sec. XIX, sono ritratti due papi (forse Pasquale I e il suo successore Eugenio II). All'interno sono collocate negli angoli quattro colonne con capitelli dorati che non hanno una funzione portante ma costituiscono un'ideale piedistallo per gli angeli rappresentati nella volta che sostengono un clipeo con il Cristo.
Nella parete di controfacciata è rappresentata l'Etimasia, con il trono di Cristo vuoto e ai
lati San Pietro e San Paolo. Sulla parete di destra, in alto, sono raffigurate Santa Agnese, Santa
Pudenziana e Santa Prassede; nell'intradosso dell'arco, Cristo seguito da un angelo che discende agli inferi per liberare Adamo ed Eva; dietro è visibile la Morte incatenata. La decorazione della nicchia sottostante sono divisa in due parti: nel registro superiore è rappresentato l'Agnello sul monte con i cervi che si dissetano ai quattro fiumi, mentre in quello inferiore sono raffigurate a mezzo busto la Vergine, Santa Prassede, Santa Pudenziana e Teodora (madre di Pasquale I) con il nimbo quadrato, segno dei viventi. Compare la scritta Episcopa Theodora, riferita alla madre di Pasquale I. C'è un ampio dibattito sul significato: I sostenitori dell'ordinazione delle donne sottolineano che da un punto di vista linguistico episcopa è il femminile latino del greco episkopos, il termine biblico tradizionale per vescovo. Altra teoria sostiene la femminilizzazione dei termini clericali, tradizionalmente associati alle mogli del clero. Poichè la chiesa antica aveva vescovi sposati, il titolo di episcopa indica la moglie di un vescovo, o come in questo caso della madre
Sulla parete dell'altare, nella parte alta è presente una Deesis, rappresentata dalle figure della Vergine e di San Giovanni Battista come intercessori per l'umanità ai piedi del Cristo Giudice qui simboleggiato dalla luce che entra dalla finestra. L'intradosso dell'arco è decorato con spire vegetali che includono fiori e animali. Nel fondo della nicchia è narrato l'episodio della Trasfigurazione: sono presenti Gesù con Mosè ed Elia nella mandorla e gli apostoli Pietro, Giovanni e Giacomo. Sopra la mensa d'altare una coppia di colonnine in alabastro strigilate con capitelli ionici e architrave inquadrano un'edicola lignea del XVII sec. che definisce, a sua volta, un'absidiola decorata a mosaico e datata alla seconda metà del sec. XIII. In essa sono rappresentati la Vergine con il Bambino, Santa
Prassede e Santa Pudenziana. Sulla parete di sinistra sono infine raffigurati i Santi Giovanni Andrea e Giacomo. Sul fondo del sottostante passaggio in una lunetta, è raffigurato Cristo è raffigurato Cristo benedicente tra San Valentino e San Zenone.
Secondo la tradizione, nel centro del pavimento neo cosmatesco, il disco di porfido principale ricopre il pozzo in cui Santa Prassede raccolse i resti ed il sangue dei martiri. Invece nella controfacciata, è presente una lastra di marmo nero, dove dormiva o con la quale fu chiusa la sua tomba.
Si racconta che le due gradinate di rosso antico del presbiterio, colpirono gli emissari di Napoleone durante l'occupazione Francese, che progettarono di rimuoverle e trasportarle a Parigi per usarle nel trono imperiale. Per fortuna, il progetto andò in fumo.
1856
anonimo
Monumento sepolcrale di Alano Cetivo
Raccolta di monumenti sacri e sepolcrali scolpiti in Roma
1846
Luigi Canina
Oratorio di S. Zenone
Tempj cristiani
1840
Paul Marie Letarouilly
Pianta di Santa Prassede
Edifices Modernes de Rome
1840
Paul Marie Letarouilly
Vista interna di Santa Prassede
Edifices Modernes de Rome
1840
Paul Marie Letarouilly
Vista della Cappella olgiati a Santa Prassede
Edifices Modernes de Rome
1840
Paul Marie Letarouilly
Tomba Cettivori a Santa Prassede
Edifices Modernes de Rome
1838
Luigi Rossini
Basilica di Santa Prassede
Scenografia delle più belle chiese e basiliche di Roma
1835
Giovanni Battista Cipriani
Santa Prassede
Itinerario figurato degli edificij più rimarchevoli di Roma
1814
Angelo Uggeri
Santa Prassede
Edifizj della Decadenza
1798
Charles Percier e Pierre Fontaine
Plan de Sainte Praxede
Palais, maisons et autres édifices modernés, dessinés à Rome
1756
Giuseppe Vasi
Chiesa di S. Prassede e monastero dei monaci di Valleombrosa
Delle Magnificenze di Roma antica e moderna - Libro VII
1697
Lievin Cruyl
Prospectus basilicae S. Mariae Maioris
Theasurus antiquitatum romanarum
1588
Girolamo Francino
S. Prassede all'esquilino
Le cose maravigliose della citta di Roma