Codice identificativo monumento: 4014
19/7/1943: Bombardamenti alleati con obiettivo lo Scalo San Lorenzo, la Stazione Tiburtina e la Stazione Prenestina. Sono colpiti anche i quartiere popolari di San Lorenzo, Marranella, Pigneto e Torpignattara. Oltre all'ingente numero di vittime civili, sono gravemente danneggiati la Basilica e il Quadriportico del verano; il sepolcro romano dei Pomponia; l'Istituto farmaceutico Serono al Pigneto; lo stabilimento Snia Viscosa a Via Prenestina (insieme al vicino Mausoleo del Torrione Prenestino). Distrutte anche le vetrate dell'Ara Pacis, precedentemente rimosse dalla teca e immagazzinate (per sicurezza) in un edificio del quartiere San Lorenzo. Gli svollati realizzano alloggio di fortuna sfruttando gli archi degli Acquedotti da Porta Maggiore fino al Mandrione.
1973: Con la costruzione della rampa della Tangenziale Est su via Prenestina, viene parzialmente demolito il tamburo del Torrione Prenestino.
1980: Demolizione delle casupole costruite a ridosso del Mausoleo del Torrione Prenestino.
29/12/2010: Dopo due anni di lavori di restauro, sono riaperti al pubblico il Mausoleo del Torrione prenestino e l'annesso parco, che è stato ampliata a 8000 metri quadrati, rendendolo più fruibile grazie ad un collegamento pedonale diretto con la via Prenestina.
Il mausoleo è una tomba a tumulo risalente all'ultimo quarto del I secolo a.C.. L'ampio tamburo circolare in calcestruzzo (originariamente interamente lastricato di marmo) racchiude al centro una cella sepolcrale in travertino.
In origine esisteva un corridoio coperto con soffitto a volta che collegava la cella all'ingresso esterno della tomba, verso la via prenestina. L'intero spazio compreso nelle mura esterne, era ricoperto con un terrapieno, che formava oltre il tamburo una sorta di cono. La camera sepolcrale, è composta da due ambienti in opera quadrata (a blocchi di tufo), coperti con volta a botte e con tre nicchie rettangolari lungo le pareti.
Con un diametro di 41 metri, risulta essere il più grande mausoleo a Roma, dopo quelli di Augusto e di Adriano. Nonostante tutto, non è ancora noto chi sia stato il committente.
Intorno al xv secolo, risulta proprietà della famiglia Rufini, che lo adibisce a cantina e vi costruisce accanto una torre a due piani (oggi scomparsa).
Alla fine del XVI venne acquistato dai Padri Domenicani Irlandesi che vi addossarono un casale ed un pozzo (ancora esistente e rifatto nel 1800).
I bombardamenti della II guerra mondiale, causarono il crollo di una parte del corridoio e lo smottamento di numerosi blocchi della cella.