Codice identificativo monumento: 4025
L'archeologo Lorenzo Fortunati, con l'appoggio del cardinale Camillo Di Pietro, avvia una campagna di scavo nella zona lungo la via Prenestina, tra le tenute di Tor Sapienza, Acqua Bollicante e la Pedica di Tor de Schiavi (complesso ora noto come Villa dei Gordiani). L'indagine si conclude il 19 giugno.
Seconda campagna di scavo dell'archeologo Lorenzo Fortunati nella zona della Villa dei Gordiani. L'esplorazione si conclude il 21 luglio 1862.
Il sig. principe del Drago fa scavare alcuni sepolcri della via labicana e parte degli avanzi della villa dei Gordiani. I sepolcri si ritrovano sul margine sinistro della via, a m. 8350 fuori di Porta Maggiore.
Essi in generale sono elegantissimi, e della più perfetta opera reticolata. Le nicchiette, a una o due olle, sono alternate con graziose edicole, ornate di pilastrini, di mensole, di timpani, e contenenti fino a tre olle.
Sotto ciascuna nicchia e sotto ciascuna edicola vi è il cartello marmoreo, sovente anepigrafo , talvolta con iscrizione, racchiuso entro cornice di stucco.
Il sepolcreto presenta molte singolarità. In primo luogo la venustà dell’opera reticolata, senza mescolanza di mattoni, accenna agli ultimi tempi della repubblica, o ai primi dell’ impero : e ciò non concorda con la paleografia delle iscrizioni; le quali, tolte alcune che spettano al secondo secolo, in massima parte appartengono al terzo secolo dell’era volgare. In secondo luogo è notevole, la coesistenza in uno istesso ipogeo, di nicchiette per cinerari e di loculi per sarcofagi. In terzo luogo l'intonaco, che ricopre l’ossatura dei muri in alcuni ipogei, le traccie di dipinti murali, lo stile degli scorniciamenti di stucco, accusano un’ epoca assai tarda, certo posteriore di due secoli alla costruzione delle ottime pareti. Si direbbe quasi, che i sepoleri debbono essere restati disoccupati per lunghissimo spazio.
Fra gli avanzi della villa sono stati trovati, fusti di colonne di eipollino e di granito.
Rodolfo Lanciani,
Negli scavi fatti eseguire dal principe del Drago presso la Torre de’ Schiavi, sono stati scoperti e frugati altri quattro sepolcri.
Recavano tutti tracce di ricerche più antiche. La loro decorazione interna è ben conservata, specialmente quella delle edicolette (a due o tre cinerarii), ornate di pilastrini o di stucco, o di mattoncini intagliati: Ciaschedun colombaio ha la targhetta rispettiva di marmo, ma priva di iscrizione. È probabile che i titoletti fossere scritti a pennello, e che l'umidità e il tempo abbiano cancellato ogni apparenza di lettere.
Le seguenti epigrafi sono state ritrovate fuori di posto: Lastra scorniciata di 0,55 X0,35: LIB ET RAMILIAR PHILETI AVGESEIER MARCIAE CINNAMIDIS; Lastra c. s. 0,45X0,30. D M CANDIDIAE ATHENAIDI FL LOGAS MATER FILIAE PIISSIMAE FECIT; Due pezzi di vaso cinerario; Coperchio di olla.
Rodolfo Lanciani.
Nelle Notizie del 1883 (p. 82, 132), si disse di alcune scoperte avvenute nei possedimenti del sig. principe del Drago, a poca distanza da Tor de’ Schiavi sulla via Prenestina, dove furono esplorate varie tombe con loculi per cinerari, e con nicchie per sarcofagi, di una delle quali fu data una rappresentanza.
Delle iscrizioni che in questo sepolcreto si lessero, varie vennero riprodotte sugli apografi del comm. Lanciani, cioè 20 in un primo rapporto (ib. p. 82), e 4 in una seconda relazione sopra lo scavo medesimo (ib. p. 132).
A queste 24 epigrafi devono essere ora aggiunti nuovi titoli, che provengono dal sepolcreto stesso e che si trascrivono dai calchi.