Codice identificativo monumento: 4026
Durante gli scavi in un cantiere per la costruzione di fognature all'angolo tra via dello Scalo San Lorenzo e via dei Sardi, viene trovato a 5 metri di profondità un sepolcro del I secolo d.C. La struttura viene ricostruita presso Largo Talamo.
Bombardamenti alleati con obiettivo lo Scalo San Lorenzo, la Stazione Tiburtina e la Stazione Prenestina. Sono colpiti anche i quartiere popolari di San Lorenzo, Marranella, Pigneto e Torpignattara. Oltre all'ingente numero di vittime civili, sono gravemente danneggiati la Basilica e il Quadriportico del verano; il sepolcro romano dei Pomponia; l'Istituto farmaceutico Serono al Pigneto; lo stabilimento Snia Viscosa a Via Prenestina (insieme al vicino Mausoleo del Torrione Prenestino). Distrutte anche le vetrate dell'Ara Pacis, precedentemente rimosse dalla teca e immagazzinate (per sicurezza) in un edificio del quartiere San Lorenzo. Gli svollati realizzano alloggio di fortuna sfruttando gli archi degli Acquedotti da Porta Maggiore fino al Mandrione.
In origine i grandi blocchi di travertino del rivestimento racchiudevano una camera circolare di muratura in opera reticolata. Sopra il basamento quadrato, con lato di 5,90 metri e altezza di 2,70, si elevava il tamburo a cupola (del quale si sono conservati solo un frammento di cornice e parte di una lastra scolpita a girali vegetali). Lungo la fronte stradale sono incise due iscrizioni con le dimensioni del monumento: a destra IN AGR(O) P(EDES) XX, a sinistra IN FR(ONS) P(EDES) XXXII, da leggere come: profondità 20 piedi, fronte 32 piedi. Sotto le tabelle corre una panchina decorata con fasce terminanti in zampe di leone.
La parete interna era divisa in quarti dai pilastri alternati con 4 rientranze nelle quali si trovava un sedile continuo. I pilastri erano rivestiti d'intonaco bianco con profili rossi, mentre le rientranze avevano il fondo rosso scompartito da nastri formanti grandi rombi. La fascia superiore era composta da una serie di motivi floreali sporgenti da un nastro a quadratini con un punto al centro. Al centro delle rientranze si trovavano nicchie contenenti due olle funerarie e uno scheletro.
L'interro e la demolizione del tamburo furono causati da un netto cambiamento del livello stradale avvenuto nel III secolo d.C. Tra gli oggetti recuperati nello scavo spicca un'ara con un'iscrizione dedicatoria della famiglia Pomponia.