Codice identificativo monumento: 4041
Presso il km. IX della Trionfale, a lato della ferrovia Roma-Viterbo, durante i lavori di sterro per la costruzione di un gruppo di villini rustici della Cooperativa Parva Domus, si rinvengono due importanti ipogei sepolcrali, tra cui una era la tomba ipogea della famiglia di Octavius Felix.
L'ipogeo fu costruito intorno all'inizio del III sec. d.C.. La stanza sepolcrale era preceduta da un vestibolo affrescato con motivi geometrici, a cui era collegato un lungo dromos (corridoio) d’accesso scavato nel tufo, di cui si conserva ancora il pavimento in mattoncini ad opus spicatum. All'interno sono state rinvenute le sepolture (i nomi erano incisi sui rispettivi sarcofagi) di Octavia Paolina (morta prematuramente all'età di 6 anni), suo padre Octavius Felix, ed altre due congiunte.
L'affresco dell'arcosolio (conservato oggi al Museo Nazionale Romano) è ispirato al mondo infantile. Rappresenta uno scorcio dei Campi Elisi popolato da bimbi intenti a giocare e a cogliere rose, al cospetto di Ermes. Il motivo delle rose ricorre anche sulla parte alta delle pareti, a cui si contrappongono in basso, la zoccolatura dipinta a finto marmo ed il mosaico pavimentale, di colore bianco e circoscritto da una doppia banda nera.
Octavius Felix venne sepolto al centro della stanza ipogea, in un semplice sarcofago strigliato con tabella che riporta il suo nome e quello del liberto che pietosamente si occupò dell’inumazione. Altre due spoglie femminili furono accolte nelle nicchie laterali, entro raffinati sarcofagi decorati con scene marine, allusione al viaggio verso l'aldilà.
L'unico sarcofago ancora conservato nell’ipogeo è quello di Octavius Felix. Quello di Paolina è in una collezione privata a Milano. I due con scene marine sono al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo ed in un corridoio presso il Ministero della Pubblica Istruzione.