Informazioni storicheCodice identificativo monumento: 4048
CronologiaIl diacono Lorenzo viene martirizzato. Secondo le fonti agiografiche, muore bruciato su graticola messa sul fuoco, sul colle Viminale, dove ora sorge la chiesa di san Lorenzo in Panisperna. Il corpo viene poi seppellito presso le catacombe di proprietà della matrona Ciriaca sulla Tiburtina.
Antonio Bosio riscopre ed esplora una catacomba presso la Basilica di San Lorenzo fuori le mura.
Proseguendosi l'ampliamento del cimitero di campo Verano, nel tagliarsi la vigna che è a sinistra dello ingresso, fu dato scoprire varii cunicoli della sottoposta catacomba di s. Ciriaca; con avanzi di loculi innumerevoli, uno dei quali se ne presentò che aveva da un lato della tavola marmorea ond’era chiuso un'epigrafe cristiana, dall’altro il frammento di un latercolo militare, che si riferisce alla XII. e XIV. coorte urbana.
Il ch. prof. Henzen ha notato, che la XI. e la X. dovevano leggersi sul cominciamento del marmo, e che la XIII. erasi omessa a bella posta, per non trovarsi di guarnigione in Roma ma in Lione, come deducesi dalle sue iscrizioni, frequenti in quella città, ma rarissime in questa nostra capitale. Inoltre il dotto professore ha osservato, che la tavola essendo rotta anche inferiormente, non riporta se non i nomi dei soldati di poche centurie, e questi registrati secondo i consolati di Laterano e Rufino (a. 197), e Saturnino e Gallo (a. 198); e che ai nomi dei militi ascrivonsi come di consueto quelli del padre, della tribù, e della patria, la quale è quasi sempre città italica o almeno città godente del dritto di cittadinanza, il che concorda con la notizia serbata da Tacito (Ann. IV. 5), che le milizie urbane cioè, come le pretorie, si reclutassero Etruria ferme Umbriaque, aut vetere Latio et colonis antiquitus Romamis.
Giuseppe Fiorelli.
Nella già vigna Caracciolo al Campo Verano, sopra l'antico cimitero di s. Ciriaca, s'imbatterono i lavoratori in alcuni sepolcri pagani, quattro dei quali con i seguenti titoli: 1. Busto di fanciullo (in caratteri greci) L V AILIN MELITINI TEKNO GLYKYTATO V FILIKLA MITIR KAI MY RON PATIR ATYCHESTA TOI EPOICAN EZHCEN MHCIN AEKATPICIN HMEPAIC ENNEA MH ENOCHLISIS TO TAFo MI TOIAUTA PATHIS PERI TEKNON : NE SIS MOLESTVSNE PATIARVS HOC ET OLLAS INCLVSAS CAVE; 2. D M VETTIO PROCVLO FILIO KARISSIMO QVI VIXIT ANNIS IIII MENSIB. IIII M VETTIVS ORPHEVS ET VETTIA METHE PARENTES PIENTISSIMI FECERVNT ET SIBI POSTERISQVE SVIS ITEM LIBERTIS LIBERTABVSQVE SVIS; 3. L TITVRIVS VIB F ARN SABINVS CORNELIA C (rovesciata) L CHILA; 4. ANNIA T L DOMESTICA, all’infuori dei quali vi si rinvenne anche parte di un sarcofago cristiano, con bassorilievi figuranti fatti dal vecchio e nuovo Testamento, ed altre epigrafi appartenute alla sottoposta catacomba.
Giuseppe Fiorelli.
Nel terreno soprastante alla catacomba di s. Ciriaca nel campo Verano, unitamente a molti titoli sepolcrali cristiani uno ne apparve di travertino che porta scritto: A ORCIVS A L ANTIOCVS... A ORCIVS A L SOSIPATER ORCIA A LLAIS... A ORCHI A L PHARNACIS
Giuseppe Fiorelli.
Al campo Verano, e precisamente nella espropriata vigna Caracciolo, oltre molti titoli cristiani appartenuti alla catacomba, fu rinvenuta in un piccolo loculo una lucerna ed un anelletto d’oro, e nel dinanzi l’iscrizione: D M SEPTEMBER Er CONCORDIA: PARENTES TIBVRTINO FILIO DVLOIS SIMO BENE MERENTI FE CERVN QVI VIXIT ANNIS V MESES VILD VI
Nella parte a picco del monte, a cui sovrasta la ricordata vigna, ove fu ritrovato alcuni anni or sono il piccolo Ercole del Museo Capitolino, si scoperse altra lastra marmorea, larga met. 0.92, in cui si legge: D M GENNEIE ALEC TE FILIE INFELI CISSIME Q V X ANTI MESSXA SD EST ALECTVS PATER F C T
Dai lavori medesimi venne fuori, insieme a frammenti laterizii, un mattone col bollo: EX PR FVNANIZK FAVSTIN/ E VITRASI POLLIO SAL AX
Giuseppe Fiorelli.
Negli scavi della roccia della già vigna Caracciolo presso il Campo Verano, ove continuano a discoprirsi i loculi delle catacombe di s. Ciriaca, si scavò una piccola iscrizione pagana in lastra di marmo, lunga met. 0,30, alta met. 0,29: D M IVLMARINAE CONIVGI BM MAVR ANTIOCHVS MARITVS FECIT
Si riunirono pure molti frammenti di iscrizioni cristiane in marmo bianco, appartenenti alle catacombe ricordate, due mensole marmoree, una colonna di marmo bigio, ed una testina di Genietto in bassorilievo.
Giuseppe Fiorelli.
Le epigrafi e frammenti di epigrafi scoperti nei mesi di febbraio e marzo, nel sepolcreto posto sui margini della via Tiburtina presso il predio dei Verani e nella roccia del cimitero di Ciriaca, sono i seguenti: 1. LOCV... CRIS... NIS; 2. QVI BIXIT ANNVS XII; 3. SIMPLIC DVLCISS... DVKAL...; 4. D M VALERI CONIVGI M ARRVNTIANI VET BENEMERENTI POSVIT AVRELIA GRATA CONIVX; 5. D M CEIONIO CONSTANTIO BENE MEREN TI ET ANIME INNOCENTI IERENIA BBOCVLA sic COLLATIO SVO QVI BIXT ANN XXX MENS. TRES DIES SEX DEVONO NATVS REGIONE APVLX DECVRIO BENSINVS; 6. Q PLOTIO LEONTIO QVI VIXIT ANNIS QVINQVE QVI OVITVS EST DIE VIIII KAL SEPT; 7. D M FONTEIAE GALATIAE TRYPHOSA SOROR; 8. AERCVLIV S QVI EXIBET ANN VIIII. Nella cassa coperta con la lastra recante l'iscrizione n. 7, si raccolsero due monete di bronzo, ed un orecchino d’oro.
Nell'area destinata ai sepolcri particolari, a breve distanza dal monumento Luigioni, tornò a luce per cura della Commissione archeologica municipale un antico sepolcro di pianta quadrata. In un lato è ricavata la scala per la quale si accede, mentre negli altri tre sono disposti due ordini di arche entro vani arcuati: ed il primo ordine viene a formare un podio, cui si ascende da una scaletta che apresi sul ripiano stesso della scala principale. Le pareti sono dipinte in bianco con filetti rossi, e solo nel fondo delle lunette esistono pitture ritraenti colombe, cervi e gruppi di frutta. Il sepolcro era coperto con volta a crociera, come scorgesi dalle traccie che ne sono restate.
Giuseppe Fiorelli.
Al campo Verano furono rimessi in luce quarantasette minuti frammenti di iscrizioni cristiane, spettanti alle cripte di Ciriaca od all'antica basilica di s. Lorenzo: inoltre diciassette monete di bronzo, tre corniole ed un piombo, nel cui dritto è rappresentata una figura ignuda ed un'asta, mentre nel rovescio si trovano le lettere: S P F V
Giuseppe Fiorelli.
Al Campo Verano, il pavimento dell'antica via consolare è stato scoperto sulla collina, entro la quale si diramano le cripte di Ciriaca, a partire dal sepolcro Antonelli fino alla vigna Caracciolo.
Un lato della strada è limitato da una linea di cubi di travertino, posti ad intervalli regolari.
Nel lato opposto si ritrovarono gli avanzi di parecchi sepolcri pagani, fra i quali un piccolo colombaio di met. 2,33 x 2,10, con un solo ordine di loculi per tre lati, ed una scaletta di otto gradini nel quarto lato, che è rivolto ad oriente.
Sotto la scala evvi un loculo maggiore, bisomo. Il sepolero era stato antecedentemente frugato, onde non restituì che questa sola iscrizione: DEVTRO FRATR DVLCISSIMO HELVINIVS ET TARRO NIVS FRATRES.
In quest’istessa zona di sepolcri si trovarono: Un torso di statua virile acefala, alto met. 0,80; due iscrizioni cemeteriali cristiane integre; un tegolone bipedale, sul quale è graffita la scacchiera da un lato, il filo dall'altro; sei lucerne; due balsamarî vitrei; dodici monete; alcuni mattoni col bollo: OP DOL EX PR M AVRELI ANTO NINI AVG N PORT LIC (Marte); DE FIG CAES NAT FLAVIO CORINTHO ed una scheggia di cippo in peperino con le lettere ...IATVLIA PE...
Rodolfo Lanciani.
Sul piazzale dinanzi alla basilica estramurana di S. Lorenzo, facendosi un cavo per la costruzione della fogna, è stato raccolto fra la terra un manico osseo (lungh. 0,35, diam. 0,10) vuoto all’interno, e traversato da un foro alla metà in circa della lunghezza. Termina in forma di mano serrata, e verso il mezzo ha due piccole ali, rilevate sui due lati opposti.
Giunto lo sterro alla profondità di otto metri, si è trovato un tegolone, lungo m. 0,58, largo m. 0,16, che ha incisa l'iscrizione:
QVRICIACE IN PACE (e due Cristogrammi Chi Rho)
Spetta senza dubbio ad un loculo del sotterraneo cimitero di Ciriaca, una galleria del quale si estende forse fino all’indicato piazzale esterno della basilica.
Frequente s'incontra nelle iscrizioni sepolcrali di quel cimitero la croce monogrammatica, propria della fine in circa del secolo IV e degli inizi del V, siccome ha insegnato il ch. comm. De Rossi nella dissertazione De christianis titulis Carthaginiensibus (1858) p. 33.
Nei lavori per il fognone della via Tiburtina, in prossimità della basilica di s. Lorenzo, e nel sito medesimo ove si rinvenne il mattone scritto cimiteriale (/otizie 1887, p. 405), si è trovato un grande lastrone di marmo, che conserva questo avanzo d'iscrizione sepolcrale cristiana:
...DEFVNCTVS CATELLV ... | ... EXIT AENNVS ... | ... MINVS XXXVII ... | ... CONPAR...
Fondandosi un nuovo monumento nell’area dell'antica vigna Caracciolo al Campo Verano, furono messi allo scoperto alcuni loculi del sotterraneo cimitero di Ciriaca; dai quali furono tolte le lapidi seguenti copiate dal prof. Gatti:
IMMERETI DEMETRO; QVI BIXITI HNVS QVI V | MESSES DVO IIV; QVISITVS | ACEM
Quest'ultima iscrizione fu incisa nel rovescio di una lastra marmorea, che aveva servito come tavola lusoria.
Proviene parimente dal Campo Verano una piccola stele di marmo, assai corrosa e consunta, ove leggesi:
D M | ...IA CASTA | ...o IOVINO | filio SVO BENE | mereNTI FECit | qui vix.ANN.. | ...XV...
Dai movimenti di terra nel pubblico cimitero del campo Verano proviene una lastrina di marmo, lunga m. 0,18, alta m. 0,11, che senza dubbio appartenne ad un loculo del sotterraneo cimitero cristiano di Ciriaca. Entro una tabella ansata vi è incisa rozzamente una colomba, innanzi alla quale è un ramo d'olivo. Sopra la colomba è il monogramma di Cristo e al disotto è scritto in minute lettere un cognome.
Sterrandosi alcune gallerie nell'antico cimitero cristiano di Ciriaca nell'Agro Verano, e propriamente nella parte sottoposta al fianco meridionale della collina, si è incontrata una cella sepolcrale pagana, il cui ingresso era sul margine sinistro del elivus Bassilli, sulla stessa linea in cui trovavasi il monumento di Statilia Euhodia quivi scoperto nel 1890 (cf. Bull. arch. comun. 1890, p. 335).
La stanza è larga m. 3,50X 3,95: la porta conserva gli stipiti, l'architrave e la soglia in travertino ed è larga m. 0,85, alta m. 1,50. Nel mezzo della parete di fondo è incavata una grande nicchia, sul cui intonaco vedesi dipinta una bella figura di Bacco coronato di edera, col tirso nella sinistra ed un cornucopia nella destra. Da ambo i lati di questa nicchia centrale v'è un altro loculo minore a forma di colombario, e sull'intonaco si vedono dipinti dei fiori. Cotesti loculi non hanno olle, ma erano destinati a deporvi urne cinerarie.
Nella parete destra si aprono due simili loculi, e vi sono avanzi di pitture, che mostrano uccelli, alberi e fiori. Altri due loculi si trovano nella parete sinistra. Uno di essi conserva, murata nel modo consueto, un'olla fittile cineraria, sotto la quale era posta un'iscrizione in marmo di cui resta soltanto l'impronta nell'intonaco.
L'altro loculo ha tuttora al suo posto la lapide sepolcrale, fissata con due grappe di ferro in alto ed in basso, e vi si legge: D MM AEMILIO EL PIDE PHORO PAPIRIA SE CVRA COIVGI BENE MERENT CVM QVO VI XIT ANN VII M IMI QUIVIXIT ANN XXXX FECIT
Nella parete, ove è la porta, a destra di questa è incavata una nicchia eguale alle altre sopra indicate, con fiori dipinti sull’'intonaco: a sinistra sono tre loculi, uno sotto l’altro, tramezzati da grandi tegoloni. Uno dei tegoloni è rotto, e porta impresso il bollo dell'anno 123 (cfr. C.I.L. XV, 1215, 1226): EX P IVLIae alb(anae) of.... APR et paet. cos
Sull’altro tegolone si legge il bollo circolare seguente, egualmente dell'anno 123, di cui fino ad ora non si era trovato altro esempio: DIBVS MART EX FIG MYRINIANIS PATINO ET APRONAN COS
Non essendo probabile il supplemento (i)dibus Mari(iî)s, poichè tale formola è del tutto aliena dalle leggende dei sigilli impressi sulle opere figuline, parrebbe che dovesse supplirsi (0.) d., cioè opus doliare, seguìto da un nome gentilizio e dal cognome Mart(ialis). Il ch. dott. Dressel, che ha esaminato questo muovo bollo, ha espresso dubitativamente la congettura che possa intendersi (ae)dibus Mari(ts).
Sotto le nicchie sepolcrali ed a livello del pavimento sono incavati grandi loculi, uno dei quali conserva ancora un'arca fittile: e queste arche furono poi coperte di muratura, formando un piccolo podio, sul quale probabilmente saranno state deposte altre urnette ossuarie.
Lo stile dei dipinti ed i bolli figulini sopra descritti fanno assegnare questo monumento sepolcrale all’età di Adriano.
Nello sterro furono trovate parecchie lucerne monolicni di terracotta; una delle quali ha il bollo TEM, un'altra SAECVL, una terza C IVN..... Fu pure recuperato un centupondio in marmo, di forma ovale.
Giuseppe Gatti.
Eseguendosi uno sterro nell'agro verano che è posto sull'antico cimitero di Ciriaca, allo scopo di costruire una tomba presso la cappella sepolcrale dei PP. Domenicani a sinistra di chi entra nel campo suddetto, si sono rinvenute dentro un muro, adoperate in costruzione, le seguenti epigrati.
1) IL EVRIALVS V H CONPA RAVIIIOCVM SIVI SE VIVOAD MESA BEATI MARTVRISLAVRENII DES CINDENTIBYIN CRIPTA PAR IEDEXTRA DEFOSSORE ...V... OCIIPSIVS NESECVNDOCONSS DIE IIIKAL MAIASFISIIIICO
Questa iscrizione ci dice che un tale Flavius Eurialus si comprò il sepolero mentre era ancor vivo ad mensam beati martyris Laurentii cioè presso l'altare eretto sulla tomba del martire s. Lorenzo appunto lì nell'agro verano; e vi si aggiunge la indicazione precisa del posto ove era il sepolcro acquistato, che cioè esso stava nella cripta del martire suddetto e a destra di chi vi discendeva. Siffatto sepolero poi in luogo sì nobile Eurialo lo comprò da un fossore, il cui nome fu più tardi abraso dal marmo; e tale acquisto avvenne il 29 Aprile dell'anno 405 dell'era volgare, nel secondo consolato di Stilicone.
Finalmente è anche degno di osservazione sul nostro marmo il fatto che il nome del fossore da cui Eurialo comprò il sepolcro venne da antica mano cancellato; il che indica certamente che il fossore suddetto per qualche grave colpa venne espulso dalla compagnia ed a lui venne inflitta la nota pena della memoriae damnatio.
2) Locus FAVSTINIANI ET SORICES quem emERVNT RECESIT NATALE SAncti LaurentiI IN PACE. Il supplemento del natale sanctiî Laurentiù mi è suggerito dal confronto di altre iscrizioni nelle quali trovasi indicato il natale domni Asterti, il natalis Marcelli ete.
3) LOCVS LAVRENTII... ONIFATIVSANA... ...I SIBI BISomum. In questa abbiamo il ricordo di un cristiano per nome Lorenzo il quale volle esser sepolto presso la tomba del martire omonimo, uso che è attestato anche da altre iscrizioni; ed il sepolcro da lui acquistato era un bisomum cioè un posto per due cadaveri.
4) LOCVS LAVRETI. Anche qui abbiamo lo stesso caso di omonimia.
5) SVB. In questo meschino frammento si può con probabilità riconoscere il titolo di un
subdiaconus, che non è frequente nelle antiche iscrizioni cristiane.
6) Lastra sottile di marmo che a chiudere un loculo nel sotterraneo cimitero di Ciriaca.
O. Marucchi.
Stampe antiche