Data: / 1718
Codice identificativo monumento: 411
Secondo la tradizione, vengono martirizzati Giovanni e Paolo, maggiordomi e primiceri di Costanza, figlia dell'imperatore Costantino.
Papa Simmaco inaugura il sinodo dei vescovi riunito a San Pietro in vaticano, per decide sulle nuove norme per la successione papale: La nomina del successore deve competere di norma al vescovo in carica, in caso di morte improvvisa, all'ordo ecclesiasticus (Gli atti di questo sinodo si sono conservati ed anno aiutato a ricostruire la lista delle chiese presenti all'epoca a Roma): Aemilianae (Santi Quattro Coronati), Anastasiae (Sant'Anastasia al Palatino), SS. Apostolorum (Santi Apostoli), Byzantis o Vizantis (sconosciuta), Caeciliae (Santa Cecilia in Trastevere), Clementis (San Clemente), Crescentianae (San Sisto Vecchio), Crysogoni (San Crisogono), Cyriaci (di incerta identificazione), Damasi (San Lorenzo in Damaso), Equitii (San Martino ai Monti), Eusebi (Sant'Eusebio), Fasciolae (Santi Nereo e Achilleo), Gaii (Santa Susanna), Iulii (Santa Maria in Trastevere, identico al Callixti), Lucinae (San Lorenzo in Lucina), Marcelli (San Marcello al Corso), Marci (San Marco), Matthaei (San Matteo a via Merulana), Nicomedis (San Nicomede in Via Nomentana), Pammachii (Santi Giovanni e Paolo), Praxedis (Santa Prassede), Priscae (Santa Prisca), Pudentis (Santa Pudenziana), Romani (sconosciuto), S Sabinae (Santa Sabina), Tigridae (incerto, forse Santa Balbina all'Aventino), Vestinae (San Vitale, Valeria Gervasio e Protasio ), S Laurenti (San Lorenzo in Panisperna).
Rapporto del prof. Giuseppe Gatti. Essendo state intraprese dal p. Germano, Passionista, alcune escavazioni sotto la chiesa dei ss. Giovanni e Paolo, al monte Celio, si è riconosciuto che la chiesa medesima fu fabbricata sugli avanzi di un'antica abitazione romana.
Due stanze sono state sterrate, le quali corrispondono sotto i gradini dell’altare maggiore, ed hanno le pareti e la volta decorate in parte di affreschi, d'arte molto scadente e non anteriore agli ultimi decennii del secolo quarto di Cr. La decorazione si compone di semplici riquadrature, con ornati architettonici e fogliami, frammisti a pesci ed uccelli.
Proseguiti gli scavi sotto la nave maggiore della chiesa, è stato scoperto il tablinum della casa; ed a fianco di esso una delle fauces, la quale è stata quasi intieramente sgombrata dalle terre. Il tablinum misura circa m. 7,00X4,50, ed ha le pareti dipinte con semplici ornati fantastici, analoghi a quelli superiormente accennati. Incontro all'ampia apertura arcuata, che dalla fauce dà accesso al tablino, sì è trovata una porta che mette ad un'altra stanza, di proporzioni assai minori, ed anch'essa adorna di affreschi.
Qui però, vicino al nascimento della volta, vedesi in un angolo la figura di una donna orante, del più schietto tipo che s'incontra nelle pitture dei sotterranei cimiteri cristiani. Sopra un’altra parete è dipinta la scena di Mosè, che si scalza prima di salire il monte, in modo parimenti del tutto analogo agli affreschi delle catacombe romane. Lo stesso personaggio, forse in atto di percuoter la rupe, è rappresentato in altra parte della parete; ma il dipinto è mutilo, per essere stato tagliato l'intonaco; ed il soggetto rimane incerto.
Finalmente continuando lo sterro della fauce, la quale è parallela all'asse della chiesa, l'ambulacro si è rinvenuto interrotto da un muro, costruito in età posteriore a quello dell’edificio. Su questo muro, e presso di esso, si veggono dipinte scene storiche; le quali, a giudizio del comm. de Rossi, si riferiscono ad atti e passioni di martiri cristiani.
Ed è assai verosimile, che siano da riconoscervi fatti allusivi al martirio dei ss. Giovanni e Paolo; dei quali è narrato da antichi documenti ecclesiastici, che furono uccisi e nascostamente sepolti, per ordine dell’ imperatore Giuliano, nella propria loro abitazione, sulla quale poi fu edificata la chiesa.
In fatti nel muro anzidetto apresi una piccola finestra, che facilmente si ravvisa per la fenestella confessionis, cioè lo spiraglio attraverso il quale potevasi vedere dai fedeli il sepolcro dei martiri. Ai lati di questa apertura sono dipinte le immagini degli apostoli Pietro e Paolo; e al di sotto un personaggio orante, ai piedi del quale sono prostrati, in atteggiamento supplichevole, un uomo e una donna.
Il comm. de Rossi, crede che questa scena rappresenti uno dei due martiri titolari Giovanni e Paolo, venerato da Pammachio e dalla sua moglie Faustina, i quali curarono la trasformazione della casa in basilica cristiana. L’altro martire probabilmente fu effigiato nel lato opposto del predetto muro, che non è stato ancora sterrato.
Nelle pareti laterali sono dipinti gruppi di figure, che sembrano di soggetto reale ed istorico, fra le quali notabilissima è una scena di martirio; vedendosi due uomini ed una donna inginocchiati, con le mani legate sul dorso, che stanno per ricevere il colpo mortale dai littori. Il prelodato comm. de Rossi opina di ravvisarvi i martiri Crispo, Crispiniano e Benedetta, che la tradizione storica dice essere stati uccisi nella persecuzione di Giuliano, poco dopo i ss. Giovanni e Paolo, e sepolti presso la loro tomba.
Lo stile di coteste pitture è del secolo quarto cadente, o del quinto.
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