Codice identificativo monumento: 490
Nei manoscritti di Benedetto canonico di san Pietro sono citata per la prima volta dei De ludo carnelevarii presso i Prati di Testaccio.
Un contratto di en?teusi cita la celebrazione del carnevale come "ludus Testaccie al Mons Palio".
Pubblicazione degli Statuti del Comune di popolo. Nel terzo libro sono descritte le procedure organizzative della solenne celebrazione dei ludi di Testaccio, con l'affdamento della gestione delle spese ai consoli delle universitates dei bovattieri e dei mercanti, il controllo dei Conservatori, e il tributo pecuniario per il finanziamento dei giochi imposto alla comunità ebraica. Tra l'esibizioni ludiche sono elencate le giostre agli anelli (da tenersi due in Agonee due a Testaccio) una volta per i cives, una volta per gli scutiferi. Si sottolinea che nel gioco domenicale si svolgano tre palii equestri e la caccia ai porci e ai tori, lanciati con sei carrette dal pendiodi Monte Testaccio.
Presso il Monte Testaccio, si svolge una rappresentazione del martirio di Pietro e Paolo fattadai giocatori del rione Monti a Testaccio.
Nelle sue cronache, Paolo di Lello Petrone si rammarcia che nell'edizione dei Ludi carnevaleschi di testaccio, si è corso un solo palio (in luogo di tre) e sono lanciate dal monte solo quattro carrozze ( invece delle tradizionali sei).
Papa Paolo II Barbo sposta i Ludi del Carnevale da testaccio alla via Lata, presso il suo nuovo palazzo. Il Papa riforma gli statuti confermando l'esborso richiesto alla comunità ebraica per l'organizzazione dei giochi, quantifìcato in 1130 fiorini, aggiungono come nuovo obbligo, di correre il palio «die Lune ante Dominicam Carnis privii», essendo i giorni di Carnevale destinati anche ad altri spettacoli buffi dello stesso tipo: le corse dei fanciulli cristiani, dei vecchi, delle asine, dei bufali. Sono inoltre organizzati banchetti pubblici offerti al popolo e ai magistrati.
Papa Paolo II procede ad una revisione degli Statuti di Roma. Tra le novità, si deplora l'immoralità dei funzionari pontifici che si facessero corrompere accettando doni. La festa di Testaccio risulta confermata nelle sue procedure e consuetudini, con un incremento degli oneri imposti alla comunità ebraica e nell'intensificazione del calendario dovuta ai nuovi palii.
Durante il carnevale, non sono celebrate le tradizionali feste di Agone e di Testaccio, «ma in varie piazze, degli Orsini a monte Giordano, Sciarra e altrove, si uccidono buoi eanche uomini».
Papa Paolo III ripristina per il carnevale i giochi di Agonee Testaccio. Il corteo di Agone è curato dal magister stratarum Latino Giovenale Manetti come rievocazione del trionfo di Paolo Emilio.
Ultima festa di carnevale ai Prati di Testaccio.
Nei prati del Testaccio cominciano le esercitazioni dei bombardieri di Castel Sant'Angelo. Piazzando la batteria nei pressi della Piramide Cestia, Viene utilizzato il lato est del monte testaccio come poligono di tiro.
Pietro Ottini e Domenico Coppitelli acquistano 200 canne di terreno adiacente al colle per aprirvi "grottini" destinati ad osterie.
Papa Benedetto XIV emana un editto in difesa del Monte dei Cocci di testaccio che vietava lo scavo e l’asportazione di terra e cocci, dannoso al buon mantenimento delle grotte per il vino e alla conservazione "di una antichità così celebre".
Editto dei conservatori di Roma in difesa del Monte dei Cocci di testaccio. Una targa posta presso l'ingresso all'altura, proisce il pascolo sull'altura.
L'archeologo Heinrich Dressel avvia le prime rilevazioni archeologiche sul monte testaccio, con una catalogazione dei cocci e classificazione delle anfore sulla base dei bolli e dei tituli picti rinvenuti.
Heinrich Drèssel, archeologo, numismatico ed epigrafista, avvia una campagnia di scavi e studio delle anfore del Monte Testaccio. Lavorando sulle numerose piccole iscrizioni sui cocci presenti, scopre che la maggior parte delle ànfore estratte dal Monte Testaccio provenivano dalla provincia Bètica in Hispania ed erano state utilizzate per il trasporto di olio d'oliva. In base ai numerosi dati ottenuti nel corso delle indagini e scavi, preparò il volume XV del Corpus Inscriptionum Latinarum, raccogliendo in esso il materiale anforico di Roma, in particolare quello rinvenuto nel Castro Pretorio e nel Testaccio, e dove elabora una tavola tipologica (usata ancor'oggi) con il fine unico di esemplificare questo materiale romano, non essendo la sua intenzione quella di stabilire una tipologia generale. La stessa funzione aveva la tavola tipologica elaborata da Mau per le anfore rinvenute a Pompei.
Demolizione dell'officina del Gas al Circo Massimo, sostituita dal nuovo impianto a via Ostiense. I materiali di sterro sono riportati presso la zona del Monte Testaccio.
Il parroco di Santa maria Liberatrice, don Luigi Olivares, sostituisce la croce lignea del monte testaccio, distrutta da un incendio, con una nuova in ferro.
La direzione del Genio Militare informa il Sindaco che il Corpo d’Armata di Roma ha deciso di sistemare due postazioni di difesa antiaerea, una sul colle di villa Glori in prossimità del Monumento commemorativo, l’altra in sommità del colle Testaccio.
Alla presenza del Governatore e di Corrado Ricci, iniziano gli scavi della testata sud est del Circo Massimo. Il materiale di risulta viene scaricato al Monte testaccio.
Il professore Emilio Rodrìguez-Almeida dell'università Complutense di Madrid avvia una campagna di scavi e studi sulla sommità del Monte Testaccio.
Avviato uno scavo preventivo in occasione della costruzione del nuovo mercato rionale di Testaccio. Viene indagato un quadrilatero di circa un ettaro, partito dalla quota stradale di 15,00 metri s.l.m., si è approfondito fino a raggiungere la quota di 9,00 metri, che restituisce una stratigrafia ininterrotta dall’età primo imperiale alla età contemporanea.
Collina artificiale, costituita da strati ordinatamente disposti di cocci provenienti da più di 53 milioni di anfore olearie.
I vasi di terracotta, scaricati dal vicino porto fluviale sul Tevere, una volta svuotati dal contenuto e venduto sul mercato capitolino, venivano lì gettati.
L'accumulo attuale è di circa 36 metri sul piano e 54 a livello del mare, largo oltre 100 metri, per una superficie totale di circa 22000 metri quadrati che formano una sorta di triangolo scaleno con perimetro di circa 1490 metri.
Durante gli scavi effettuati sulla superfice del monte, è stato evidenziato che la maggior parte delle anfore proveniva dalle coste africane della Bizacena e dalla Betica psagnola (attuale Andalusia) con corpo sferico (Dressel 20) e marchio di fabbrica su una delle anse o manici, datando il reperto più antico all'anno 144 e il più recente al 251.
1908
Dante Paolocci
Ottobrata Romanesca
L'Illustrazione Italiana 1908
1899
anonimo
Tabella Dressel Amphorarum formae
Corpus Inscriptionum Latinarum
1833
Agostino Tofanelli
Testaccio: il Festival di ottobre
Memorie di antichità e curiosità di Roma e dintorni
1817
Giovanni Battista Cipriani
Monte Doliolo o Testaccio
Degli Edifici Antichi e Moderni di Roma
1708
Bonaventura van Overbeek
Monts Testace
Les restes de L'Ancienne Rome
1613
Giacomo Lauro
Piramis avt sepvlchrvm c. Cestii
Antiquae Urbis Splendor
1607
Giovanni Maggi
Monimenta festatii prope portam Sancti Pauli
Aedificiorum et ruinarum romae ex antiquis
1571
Ambrogio Brambilla
Giro delle Sette Chiese
Speculum Romanae Magnificentiae
1558
anonimo
Festa di Testaccio
Speculum Romanae Magnificentiae
1550
Philip Galle
Mons Testaceus
Ruinarum varii prospectus, ruriumque aliquot delineationes