Data: 1908
Codice identificativo monumento: 5113
Il Re Umberto, apprezzando il nuovo modello di manicomio a padiglioni, emana un Regio Decreto per l'avvio della costruzione di un moderno manicomio provinciale di Roma a Sant'Onofrio in Campagna presso Monte Mario.
Il manicomio di Roma passa alle dipendenze dell'amministrazione provinciale. "Sorta la necessità di costruire un nuovo manicomio, viene acquistata ad eccellentissime condizioni, l'area dei Cessati Spiriti, fuori Porta San Giovanni. Per l'eccessivo costo delle fondazioni, tutto fu rinviato, ed in fine il Consiglio provinciale, dopo vivaci dispute, accettò Ja proposta dell'attuale presidente della Deputazione, conte Alberto Cencelli, e furono acquistati 150 ettari di terreno (un milione e mezzo di metri quadrati) nella località a Sant'Onofrio in Campagna, di fronte alla stazione ferroviaria omonima, sulla Roma Viterbo."
Il Consiglio provinciale approvase il bellissimo progetto degli ingegneri Negri e Chiesa per il nuovo Manicomio provinciale di Roman ai quali fa dato il premio di L. 25 mila, più la direzione dei lavori. L'incarico di preparare i tipi definitivi di esecuzione fu dato allo stesso ing. Negri, assistito dall'ingegnere capo della provincia Saverio Guidi, che delegò l'ingegnere provinciale Alfredo Bencivenga, il prof. Augusto Giannelli, medico primario del manicomio, e il sig. Enrico Ferraresi, economo del manicomio stesso.
Posa della prima pietra del nuovo grandioso Manicomio Provinciale:
"Nel pomeriggio, a Sant'Onofrio sulla via Trionfale, il re Vittorio Emanuele III, accompagnato dal ministro Tittoni, dalle antorità provinciali e comunali, ha posta la prima pietra del nuovo grandioso Manicomio Provinciale, che dovrà essere eseguito su progetti degl'ingegneri Edgardo Negri ed Engenio Chiesa, La cerimonia, nella quale parlò il sen. Cencelli, presidente della Deputazione Provinciale, non ebbe nulla di straordinario, e si svolse rapidamente. Il collocamento di codesta prima pietra inizia una riforma per Roma assolutamente necessaria e da gran tempo attesa ed invocata."
Entra in funzione il Manicomio Provinciale di Santa Maria della Pietà a Monte Mario, sotto la direzione di Augusto Giannelli.
Re Vittorio Emanuele III inaugura ufficialmente il Manicomio della Provincia di Roma.
Nel con la realizzazione dell'ultimo padiglione all'Ospedale psichiatrico del Santa Maria della Pietà, la capienza raggiunge i 2602 posti letto e 3681 ricoverati l'anno.
L'Ospedale Santa Maria della pietà diventa anche la sede dell'Ufficio statistico nazionale per le malattie mentali.
L'Ospedale Santa Maria della pietà diventa anche la sede dell'Istituto Neurologico Provinciale per l'assistenza e cura del parkinsonismo encefalitico.
Chiude definitivamente il Manicomio di Roma a Monte Mario.
La Direzione ospitava gli uffici di direzione, la farmacia con annesso laboratorio farmaceutico, la biblioteca, il laboratorio analisi. Tra gli altri edifici ci sono la chiesa, la cucina, la lavanderia, l'alloggio per le suore, la camera mortuaria, due portinerie che smistano i visitatori ai padiglioni a destra e a sinistra, l'officina, la centrale elettrica.
I padiglioni sono dislocati nel grande parco, ognuno dedicato alle varie categorie di alienati: Osservazione, Infermeria, Tranquilli, Sudici, Semiagitati, Agitati, Prosciolti, Sorvegliati.
Tutte le strutture sono progettate con l'intento di poter essere ingrandite a seconda del bisogno e presentano generalmente una analoga planimetria (un medesimo impianto): al primo piano la zona notte, con un'ampia camerata a due file di letti, un pian terreno che accoglieva la sorveglianza interna, una stanza dove far soggiornare i pazienti durante l'intera giornata, i refettori, i soggiorni e qualche dormitorio. Sempre al piano terreno sono sistemate le camere da bagno e le docce.
Alla sinistra sorgono i padiglioni di degenza femminili e a destra, in posizione simmetrica, quelli maschili. In posizione centrale sono i Servizi generali: guardaroba, forno, pastificio e macello, e l’edificio per la produzione dell'energia elettrica; ed infine l’edificio necroscopico, situato in prossimità dell’ingresso secondario. In posizione periferica erano collocati gli Ospedaletti per i contagiosi e tubercolosi.
Il complesso manicomiale era circondato da una Colonia agricola, composta di 23 edifici tra cui una vaccheria ed una porcilaia, dove lavoreranno i “malatini”, i pazienti tranquilli che accedono all’ergoterapia.