Informazioni storiche

Informazioni storiche artistiche sul monumento

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Codice identificativo monumento: 536

Cronologia

1891

Il complesso di San Cosimato a trastevere, passa alla Congregazione di Carità di Roma, che vi istituisce l'Ospizio Umberto I.

8/1892

Costruendosi una fogna nel giardino interno annesso all'ospizio di S. Cosimato, a.m. 5,60 sotto il piano attuale si è rinvenuto il pavimento di un’ antica camera, che aveva circa m. 5,00 per ogni lato. Il pavimento era a musaico, formato di grossi pezzi quadrilunghi, bianchi e neri, fra i quali erano inseriti maggiori pezzi quadrati di diversi marmi colorati. Sopra il detto pavimento ne era stato poi costruito un altro in piccoli mattoncini (lunghi m. 0,08, larghi. m. 0,045, alti m. 0,02), ad opera spicata.

Fra le terre sono stati raccolti i seguenti oggetti: — Lucerna rotonda, di terra rossa, infranta nel piatto e recante il bollo di fabbrica: GABINIA. Altra lucerna di terra rossa, di forma romboidale, rotta in tutti gli angoli. Altra lucerna rotonda, di terra gialla, che nel piatto ha il rilievo di un pastore che suona la siringa, di una capra ed un montone: nel fondo il bollo: AEL MAXI. Vasetto di vetro, mancante del collo, alto m. 0,05. Piede di piccolo vaso vitreo. Due piccoli vasi fittili. Frammento di borchia, di osso. Pezzo informe di metallo corinzio. Sei monete di bronzo.

D. Marchetti.

Fonte: 1892. Notizie degli scavi di antichità.

9/1892

Nei lavori intrapresi dalla Congregazione di Carità per l'ampliamento dell'Ospizio a S. Cosimato, si è rinvenuto, alla profondità di m. 1,55 sotto il pavimento dell'antico coro del monastero, il piano della chiesa primitiva.

Una parte ne rimane decorata di musaico a tesselli bianchi e neri, di fattura grossolana, con riquadrature e fasce di marmo bianco edi pietre. colorate (granito, porfido, serpentino).

Il musaico è diviso in parecchi quadri, di diverso disegno: in uno è figurata una transenna, in un altro è disegnato un pesce, in un terzo, due aquile ad ali aperte e poste di fronte, in altri si hanno serie di piccoli quadrati e triangoli.

Una grande lastra di marmo con intreccio di nodi, a bassorilievo, egualmente appartenente all'antica chiesa, è stata ritrovata negli sterri in prossimità del chiostro medievale; ed un altro frammento di simile lastrone è stato riconosciuto inserito, per rinforzo, in un pilastro d'angolo del chiostro medesimo.

Nel corso dei lavori sono stati recuperati i seguenti oggetti: a) Torso di statua muliebre, panneggiata, con residuo della stola e delle bende di cui aveva cinto il capo; b) Tre frammenti della fronte di un sarcofago marmoreo, che misurano m. 1,15 di lunghezza e m. 0,42 di altezza. A sin. vi è rappresentato un genio alato con la face rovesciata; quindi un uomo barbato ed alato, forse il Tempo, che sta seduto e sorregge un giovane dormiente. Un genietto, tirando il manto che gli avvolge la metà inferiore della persona, ne scopre la parte superiore fino al ventre. Segue in alto una figurina, dinanzi alla quale è scolpito, in grandi proporzioni, il Canero dello zodiaco. Appresso, un genietto trascina per mano una donna, vestita di lungo chitone, che scende da un carro, e dal cui capo un altro genietto solleva il manto. Il carro è tirato da cavalli, uno solo dei quali rimane sul marmo, che in questo punto è infranto; c) Due frammenti di una lastra marmorea, di m. 0,42 X 0,21, sui quali si legge l’epigrafe sepolcrale cristiana; d) Due frammenti di lastra marmorea oblunga, alta m. 0,22, che servì di chiusura ad un loculo di cimitero cristiano, sotterraneo. Misurano, presi insieme, m. 1,30 di lunghezza e) lastrina di loculo, parimente cimiteriale, lunga m. 0,48, alta m. 0,23: MARCELLINVS; f) Lucerna rotonda, di terra gialla, monolicne. Vi è figurato, in alto, il prospetto di una città, con porte, templi e diversi edificî; in basso a dr. un pescatore entro una barca, che ritira l'amo dall'acqua, ed a sin. un altro pescatore, quei tutto nudo, immerso nell'acqua, in atto di sollevare una rete. g) Parecchie altre lucerne fittili, di forma comune; tra le quali meritano di essere ricordate: una che ha in rilievo un busto virile barbato, volto a sin.; altra con monogramma &; altra con conchiglia e col bollo di fabbrica illegibile; altra oblunga, semplice, ben conservata, col bollo male impresso CALLAC (?). Tutte le pei in parte rotte, non hanno ornati nè marca di fabbrica; h) Frammento di piatto aretino, che due volte porta impresso il bollo rettangolare ATEI, in lettere nitide e grandi; î) Tegola di m. 0,47 per lato, col bollo C. Z. Z. XV 315; ed altro fina che riproduce il bollo 7024. n. 7624.

Demolendosi poi, negli scorsi mesi, un vecchio altare ch' era presso l abside del coro, si trovò, inserita nel muro di esso, un’ urna coperta da tegoloni, nella’ quale erano chiusi vari recipienti che contenevano sacre reliquie, sopratutto ossa, ceneri, terra ‘e pezzi di tela e stoffe diverse. Questi recipienti erano: due vasi di vetro, con coperchio, del secolo XVI, in uno dei quali era pure una croce reliquiaria in bronzo, di stile bizantino, con immagini sacre, incise nelle due facce; una cassetta circolare, di avorio, ornata a traforo, con avanzi del manico e dei ferramenti di chiusura, rotta in pezzi e consunta; tre cassettine di legno, di varia forma e dimensione.

Fonte: 1892. Notizie degli scavi di antichità.

Committenti e finanziatori

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