Data: 1924
Codice identificativo monumento: 5399
Un numero ristretto di signori, inglesi e romani, capeggiati da lord Chestertfield e il principe Don Livio Odescalchi, organizzano le prime cacce alla volpe a Roma. Le battute si svolgono con personale, cavalli e cani fatti appositamente venire dall'Inghilterra:
"Lord Chester field, venuto a Roma a passare l'inverno, aveva portato seco i suoi valli ed alcune dozzine ca si era dato ad inseguire le volpi nella vasta campagna che sta intorno alla città, e ad unirsi a lui aveva invitato alcuni pochi am fra i quali il principe Livio Odescalchi. Dopo questa prima stagione, che si potè chiamare privata, lord Chesterfield rimpatriando lasciò in dono la muta al principe Odescalchi. Questi istituì l'anno seguente con vari amici la Società per la caccia alla volpe e ne fu eletto Presidente (Master of the hounds)."
Caduta mortale da cavallo di Sir John Bertie Mathew, durante una battuta di Caccia alla Volpe. Il governatore di Roma e direttore generale di polizia, che era monsignor Giuseppe Zacchia, pubblica una severa Notificazione contro tali rischiosi esercizi, e specialmente contro lo sfeep chase, comminando ai contravventori, fra altro, la perdita dei loro cavalli. L'ordinanza però, cadde ben presto in oblìo, le caccie a cavallo continuarono, il fiore della aristocrazia, romana e straniera, continuò ad acco; rervi sempre più; e sorse, nel maturare dei tempi, un Circolo della Caccia, che è il più aristocratico di Roma.
Viene costituita la Società Romana per la Caccia alla Volpe. Livio III Odescalchi è primo presidente. Il canile viene installato nei giardini di Villa Giulia a via Flaminia.
A Ciampino si svolge la prima caccia al daino organizzata dal cavaliere Scheibler arrivato a Roma con 25 cavalli, 24 coppie di cani e capitanando con un irresistibile entusiasmo gli sportmen lombardi: Emilio Silvestri, Poggi, Durini, Carlo Leonino, Simonetta ed un’amazzone, la signora Leonino.
Gabrile Dannunzio partecipa ad una battuta organizzata dalla Società Romana della Caccia alla volpe, nella tenuta del Pineto. Il poeta annota nei suoi taccuini: "Ecco la pineta. È su un terrapieno erboso, circondato d'una siepe secca. Gli alberi sono tutti eguali, allineati, come eletti per un rito, inviolabili. Segnano le ombre azzurrognole sul prato soleggiato. A sinistra, la prateria smaltata di margherite, il gran soffio della libertà nel deserto. I cani si lanciano sulla pista, squittendo, condotti dagli huntsmen. La campagna è accidentata, con avvallamenti e alture, interrotta da macchie basse. Il sole illumina tutto: un sole calmo e caldo. Nel lontano l'orizzonte è occupato dalla grande cupola, dalla pineta regolare come un portico bruno, da Monte Mario con i suoi cipressi, dalle cime nevose remote. Tutto è limpido. Un sentimento di gioia e di possanza quieta domina su la campagna divina. A tratti la cupola emerge dal portico dei pini. Roma giace in fondo biancastra, mite e ridente."
Caccia alla Volpe data in onore di S. A, R. la duchessa d'Aosta:
"Quella fu la caccia più notevole della stagione sportiva, svoltasi sin qui. La riunione a Porta Nomentana, fuori di Porta Pia. Pel tempo troppo asciutto, sfavorevole alla caccia, eran state fino a quel giorno sospese le riunioni, ma appena emanato l'avviso della Società della Caccia alla volpe, spitò un vento da mettersi di cattivo umore.
Le signore non se ne spaventarono. E al meet fissato pel mezzogiorno, mentre soffia il vento noioso di tramontana e la giornata è rigida e i monti vicini appaiono coperti di neve, intervengono molte intrepide dame: lady Hamilton, le principesse di Santafiora e Potenziani; la contessa Suardi, Pasolini, Gloria, Zaicowski. Amazzoni: S.A.R. la Duchessa d'Aosta, la marchesa di Roccagiovine, donna Giovannella Caetani, donna Lina Corsini, donna Francesca Prinetti d'Adda e contessa Scheibler. Fra le signorine, notate: donna Bice Potenziani, le marchesine Spinola, le contessine Faa di Bruno.
Master: il marchese di Roccagiovine, Hunteman, il signor Moriconi. Seguono la caccia sessantacinque cavalieri, compreso S. A. R, il Conte di Torino, e gli ufficiali del corso di Tor di Quinto al completo."
Presso l'VIII miglio dell'Appia antica, in località Selceta, viene inaugurato il nuovo Casino della Caccia alla Volpe, una costruzione rurale nata per ospitare un canile per allevamento e addestramento da utilizzare duramte le battute di caccia nella campagna romana.
Annuale riunione ippica di Corse della Società della Caccia alla Volpe nei prati di Torre Appia.
Il Casino della caccia sull'Appia antica passa di proprietà dal Demanio al Parco Archeologico dell'Appia Antica.