Data: 1916 / 1926
Codice identificativo monumento: 5457
I finanzieri liguri Cerruti e Becchi, costituiscono la Società Anonima Edilizia Moderna, con sede in piazza Pietra. Viene acquistato un terreno di 31.000 metri quadrati nella nuova zona di espanzione del Quartiere Savoia, con l'intento di costruirvi nuovi edifici e abitazione di prestigio. Architetto di riferimento del progetto è Gino Coppedè.
L'architetto Gino Coppedè depositano la prima formale richiesta di concessione edilizia per il progetto del nuovo quartiere Doria. Per conto dell'Impresa Società Anonima Cooperativa Edilizia Moderna, ha progettato una serie di 17 villini e 26 palazzine, con epicentro la futura Piazza Mincio.
A conlusione dei lavori ai Palazzi di Piazza Mincio, viene attivata la fontana al centro della piazza.
Nella rappresentazione di Piazza Mincio, come la crocera di una basilica laica (votata ai precetti dell'architettura), Palazzo delle Colonne si trova in contrapposizione con il Palazzetto del Ragno, i due estremi del transetto. Entrambi sono costituiti da un corpo centrale, da cui si dipanano prospetti laterali gemelli. Nelle decorazioni però leggiamo una visione solare e maschile nel primo, lunare e femminile nel secondo.
L'edificio è costituito da quattro piani, un piano terreno e un mezzanino. La facciata centrale mostra una targa dove un messaggio in latino ci avvisa:
INGREDERE HAS AEDES
QUISI ES AMICUS ERIS
HOSPITEM SOSPITO
entra in questa casa (o tempio)
chiunque tu sia sei un amico
io proteggo l'ospite
Due grandi colonne sovrastano la loggia al primo piano. Non hanno funzione portante come quelle gemelle presenti nella facciata del tempio di Re Salomone, Jakin e Boaz. Simbolo ricorrente nella massoneria e nell'architettura dei templi delle logge.
Si entra nel palazzo attraverso il grande arco ribassato che ricorda il portale di una cattedrale gotica. Il pavimento, è un ulteriore riferimento ai riti della massoneria. Decorato con una scacchi bianca e nera, rappresenta il contrasto tra luce e ombre, spirito e materia, la lotta dell'uomo contro i propri istinti per il raggiungimento della sapienza.
Le pareti dell'atrio sono completamente decorate, sempre utilizzando con un gioco cromatico di chiari e scuri. Salendo le scale d'ingresso, notiamo ricorrente sulla volta il simbolo del triangolo iscritto nel sole fiammeggiante, segno utilizzato in passato anche dal maestro Borromini. Al centro un agnello, circondato da 6 acquile.
Come si vede nella facciata del palazzo degli Ambasciatori, l'agnello rappresenta il neofita che svolge il suo percorso iniziatico tra gli edifici del quartiere Dora. Anche qui l'iconografia cristiana viene stravolta, ponendo al centro della composizione l'uomo, il microcosmo. Intono a lui delle acquile (animale dalla vista acuta) lo osservano. Sono 6, numero del macrocosmo, rappresentazione dell'artefice divino, del demiurgo
Più in basso, sull'arco del portone, troviamo un ultimo messaggio in latino, più enigmatica del precedente:
OPESSALVE
La mancanza di spazi di divisione fra le lettere, offre una duplice interpretazione:
OSPES SALVE
salve ospite
O SPES SALVE
oh speranza, addio
Le pareti laterali sono ricoperte da numerosi cavallucci marini (già visti sul lampadario del Palazzo degli Ambasciatori). Sulla parete d'ingresso troviamo delle salamandre, altro simbolo solare. Secondo le leggende medievali, cera apace di sopportare e domare il calore del fuoco.