Codice identificativo monumento: 5567
Lorenzo Fortunati, un insegnante con la passione per l'archeologia, ottiene licena di scavo al III miglio della via Latina dal Ministero del Commercio, Belle Arti, Industria e Agricoltura.
Papa Pio IX visita gli scavi al III miglio della via latina, dopo la scoperta della basilica paleocristiana di Santo Stefano.
Acquisizione dell'area corrispondente all'attuale Parco della via latina da parte dello Stato Italiano. Primi restauri, tra i quali la struttura in alzato della Tomba dei Valeri.
Crollano tre lati del sepolcro Baccelli, nel parco delle tombe della via Latina.
Vengono realizzati degli speroni di rinforzo alla facciata del sepolcro Baccelli, nel parco delle tombe della via Latina.
In posizione leggermente arretrata e rialzata rispetto al tracciato stradale, si staglia la facciata di un sepolcro noto con il nome del dal ministro della Pubblica Istruzione Baccelli, per la targa fatta apporre nel 1899 dopo la visita della regina Margherita.
L’edificio, per molti secoli rimase integro e nel XVI secolo fu trasformata in chiesa. Nel 1959 subì un dannoso crollo a seguito del quale rimase superstite solo la facciata. L’aspetto originario, ricostruibile dai disegni di Pirro Ligorio, seguiva il consueto schema delle tombe laterizie di età medio imperiale, quindi non doveva essere dissimile da quello della tomba Barberini.
La trabeazione del timpano è andata perduta ma dai pochi lacerti visibili si apprezza l’eleganza modulata nella successione delle cornici sagomate nel laterizio rosso e giallo. Al centro in basso l’ingresso sormontato dalla targa del ministro Baccelli, a sua volta affiancata da due aperture simmetriche inquadrate da cornici in cotto.
Il sepolcro era a due piani con un vano ipogeo comunicante con la camera superiore mediante un sistema di rampe interne.
L’ambiente inferiore consta di due vani, attualmente non accessibili, e al di sotto del pavimento trovavano posto delle sepolture disposte su due file e tre strati di deposizione. La camera superiore presentava pareti articolate in nicchie e arcosoli impreziositi da trabeazioni e frontoni.
Nell’unico ambiente scavato, caratterizzato da pavimento in cocciopesto, furono trovate molte sepolture a fossa costruite in laterizio e coperte per metà da volte a tutto sesto; nel loro interno non si recuperarono né reperti osteologici né elementi di corredo, indizio che evidenzia una precedente trafugazione.