Codice identificativo monumento: 557
Per fornire acqua alla Domus Aurea, viene realizzata una diramazione ad arcate da porta Maggiore, chiamato Acquedotto Celimontano.
Fallito il tentativo di prendere la città al primo assalto, le truppe di Vitige realizzano un accampamento in una zona dove le arcate degli Acquedotti Claudio e Marcio si inersecano ripetutamente. Per fiaccare gli assediati fa tagliare tutti gli antichi acquedotti che approvvigionavano d'acqua la città. I grandi impianti termali cessano definitivamente la loro funzione. Belisario, dal canto suo, fa murare gli sbocchi affinché non potessero essere utilizzati come passaggi per introdursi in città.
Papa Adriano I, secondo un piano di interventi finalizzato a garantire il funzionamento delle diaconie e dei principali edifici di culto, avvia il restauro dei principali acquedotti: La "forma Claudia" che alimenta il complesso lateranense, attraversa il Celio fino alla diaconia di Santa Maria in Domnica, per poi raggiungevano il Palatino; L'acquedotto Giovio, diramazione dell'Acqua Marcia, che scorre fino alla diaconia di Santa Maria in Cosmedin; la "forma Sabbatina", che aziona i mulini del Gianicolo e alimentava la fontana nell'atrio della basilica di San Pietro e i bagni adiacenti (ricostrundo un centinaio di arcate a parecchi chilometri di distanza dalla città e restaurando le condutture in piombo); l'acquedotto dell'Acqua Vergine, che partiva da Porta Salaria e proseguiva fino al Pantheon, alimetando le diaconie di Sant'Eustachio e di Santa Maria in Aquiro.
Nel punto ove il viale Emmanuele Filiberto attraversa gli archi celimontani, è stato riconosciuto un pilone dell'aquedotto stesso, costruito con grandissimi blocchi di marmo messi l'uno sull'altro, senza grappa e senza cemento. I blocchi appartengono a qualche insigne mausoleo d' ordine corinzio, con mezze colonne scanalate, formanti risalto sulla linea del bugnato. Il fregio ò condotto a fiorami e volute.
Rodolfo Lanciani
Sull'angolo della via s. Giovanni in Laterano, sterrandosi per la costruzione di una fogna, è stato scoperto, alla profondità di m. 1,50 sotto il piano stradale, un tratto del muro di fondazione spettante all'acquedotto della Claudia. Esso ha lo spessore di m. 2,75; e lungo il lato che guarda oriente, alla profondità di m. 3,30, è riapparso il selciato dell'antica strada che seguiva l'andamento dell'acquedotto medesimo.
Giuseppe Gatti.
1874
John Henry Parker
Sepulcrum Claudii Vitalis in Villa Wolkonsky
The Archeology of Rome
1874
John Henry Parker
Sepulcrum Claudii Vitalis in Villa Wolkonsky
The Archeology of Rome
1840
Paul Marie Letarouilly
Veduta del Laterano
Edifices Modernes de Rome
1840
Paul Marie Letarouilly
Pianta del Laterano
Edifices Modernes de Rome
1834
Achille Pinelli
Scala Santa
1823
Luigi Rossini
Acquedotto Claudio
Raccolta delle più interessanti vedute di Roma antica
1765
Domenico Montaigù
Veduta della piazza della Basilica Lateranense
Vedute delle quattro principali basiliche e monumenti di Roma nel XVIII secolo
1761
Jean Barbault
Partie des Acqueducs de Neron
Les plus beaux monuments de Rome ancienne
1756
Giovan Battista Piranesi
Archi neroniani sul Celio
Le Antichità Romane - Tomo I
1756
Giovan Battista Piranesi
Tavola degli acquedotti di Roma
Le Antichità Romane - Tomo I
1747
Giovan Battista Piranesi
Veduta della Piazza del Laterano
Vedute di Roma
1747
Giovan Battista Piranesi
Obelisco egizio del Laterano
Vedute di Roma
1747
Giovan Battista Piranesi
Avanzi degl'Aquedotti Neroniani
Vedute di Roma
1708
Bonaventura van Overbeek
Porte de S. Jean
Les restes de L'Ancienne Rome
1693
Pianta del patriarcato lateranense
De sacris aedificiis a Costantino Magno
1666
Lievin Cruyl
Veduta di piazza San Giovanni in Laterano
Prospectus Locurum Urbis Romae Insignium
1666
Lievin Cruyl
Prospectus Basilicae S. Iovannis Lateranensi
Prospectus Locurum Urbis Romae Insignium
1656
Ichnographia antiqui aedificii Lateranensis
1630
Pianta della chiesa e palazzo lateranense