Codice identificativo monumento: 5574
Nelle Notizie di aprile, p. 233, fu dato un breve cenno degli scavi intrapresi in Ostia per cura dello Stato, e fu detto che nella zona compresa fra la piazza del Teatro ed il cosidetto tempio di Matidia, si erano riconosciuti due edificii, il primo di carattere termale, il secondo destinato probabilmente a quartiere o stazione dei vigili. Interrotte le escavazioni pel sopraggiungere della estate, il problema concernente la origine, la natura, la destinazione dell'uno e dell'altro gruppo di fabbriche non è stato risoluto definitivamente: lo sarà fra breve con l'imminente campagna di scavo.
Frattanto devesi dar conto dei trovamenti avvenuti nella primavera scorsa, i quali non sono privi d'importanza, e per la topografia, e per i monumenti di quell'antica città.
L'edificio ad uso di bagni, del quale sono state rimesse all'aperto poche stanze, può dirsi relativamente intatto, conservando non solo le decorazioni architettoniche, ma anche le fisurate. La grossezza dei muri e delle volte, l'ampiezza e la nobiltà delle sale, lo dimostrano di carattere pubblico: le prossime scavazioni diranno se dobbiamo o no riconoscere in esso le ben note terme di Antonino iPio. Ecco la pianta dimostrativa della parte sinora sterrata.
Il frigidario B, lungo m. 14,09 largo m. 10,00, è terminato alle due estremità da piscine nobilmente decorate. La piscina orientale A era ed è divisa dal frigidario, per mezzo di un arco serliano a due pilastri e due colonne. I pilastri sono di cortina incrostata di marmo: le colonne di granito dell'Elba con basi attiche, e ricchi e bellissimi capitelli di marmo greco. Si discende in fondo alla vasca per mezzo di quattro gradini, anch'essi rivestiti di marmo. Le pareti sono decorate da nicchie, alternatamente rotonde e rettangole; a pie’ delle nicchie, oltre a numerosi frammenti architettonici, furono rinvenute le seguenti sculture figurate:
a) busto marm. grande al vero, di arte squisita e di conservazione perfetta. Rappresenta un personaggio barbato, con qualche rassomiglianza a Lucio Vero. Ha la spalla destra nuda, e la sinistra è coperta da clamide, assicurata per mezzo di fermaglio rotondo; b) busto virile intatto, con l’attaccatura delle braccia: porta barba e capelli corti, e guarda verso sinistra con vivacità di movenza e di espressione. Le pupille sono incise; c) busto di personaggio barbato, del tempo degli Antonini, con clamide gettata attraverso le spalle; d) testa-ritratto di donna, con acconciatura simile a quella di Plotina; e) testa-ritratto di donna, con capigliatura ricciuta e stefane (forse insegna sacerdotale) riccamente ornata; f) statuetta acefala della Fortuna con i consueti attributi; g) statua muliebre acefala, alta m. 1,65. E vestita di tunica e di manto, che tutta l'’avvolge nella persona, nascondendo le braccia e le mani; h) grande e bellissima statua atletica, mancante della testa, di una mano e della estremità della gamba sinistra; f) mezza statuetta in terra cotta, rappresentante una ninfa di fontana, col seno carico di frutti e di fiori. Oggetto raro e notabile.
La grande sala centrale D, della superficie di metri quadrati 188, aveva le mura non incrostate ma dipinte, ed era coperta a volta, come provano i blocchi caduti in disordine sul pavimento. Questo è tutto di mosaico chiaroscuro, con tardi restauri di marmi policromi. Le figure si succedono nell'ordine seguente, girando da destra a sinistra: Tritone con pedo (?) nella sin., Gazella, leone, ariete marini, Delfino, Toro, drago, tigre, cervo marini, Delfino cavalcato da un piccolo genio, Quadriga di cavalli marini, Figura incerta natante, Altro delfino con genietto.
Nei disterri di questa sala e della precedente, sono stati ritrovati vari monumenti scritti: a) base marmorea di statua, alta m. 1,10X0,67X0,55. L'iscrizione danneggiata nelle ultime linee; b) dieci frammenti di lastra marmorea, grossa m. 0,05, adoperati qua e là nei restauri ai pavimenti musivi; c) fondo di coppa vitrea, con leggenda di buon augurio a lettere d’oro, di forma eccellente; d) base marmorea, alta 40 centimetri, rovesciata in fondo alla piscina occidentale C.
Sulla linea E F, la grandiosa fabbrica termale confina con una ampia strada parallela al cardine, lungo la quale si aprono porte di case private, adorne di pilastri, con le membrature intagliate in mattone. Sotto il selciato corre un tubo di piombo con la leggenda: NASENNIVS MVS gevs fec.
Il secondo edificio, incominciato a pena a sterrarsi nella passata stagione, presenta l'apparenza di una vastissima domus rettangola, isolata e fiancheggiata da strade nei quattro lati. Esso occupa lo spazio compreso fra le terme descritte di sopra ed il Teatro. Il lato occidentale è lungo oltre 50 metri: il lato nord è stato scoperto per soli 28 metri: gli altri due sono stati appena tracciati in superficie del terreno.
La domus, costruita sulla fine del primo o sul principio del secondo secolo dell'impero, aveva tutto il giro del piano terreno occupato -da taberne. Ora tutti questi vani di porte, larghi m. 2,60, appariscono chiusi e murati con ottima muratura laterizia dei tempi Severiani. In alcune di queste pareti di chiusura sono state praticate feritoie, all'altezza di 3 metri dal piano stradale. Questa singolare condizione di cose, unita alla memoria che serbo di identico ritrovamento fatto in Porto dal principe Torlonia molti anni or sono, mi indusse a sospettare che l'edificio, in origine appartenente a privati, fosse espropriato o tolto in affitto dalla prefettura urbana, per alloggiarvi il distaccamento dei vigili, di servizio in Ostia ed in Porto.
Questa congettura è stata prima avvalorata, poi confermata, dalla scoperta di due documenti epigrafici. Il primo è inciso su d'un piedistallo marmoreo di statua, appoggiato alla parete di una stanza del lato nord. Il piedistallo, alto m. 1,55 X 0,58 X 0,56, conserva nel piano superiore i perni impiombati che tenevano ferma la statua imperiale. La pregevolissima iscrizione dedicatoria dice:
M OPELLIO | ANTONINO | DIADVMENIANO | NOBILISSIMO CAES | PRINCIPI IVVENTVTIS | IMP CAES M OPELLI SEVERI | MACRINI PII FELICIS AVG | TRIB POTEST COS DESIGN | II PP PROCOS FILIO | VAERIO TITANIANO | PRAEF VIG E M V | CVRANTE | FLAVIO LVPO SVB PRAEF
In altro vano dell’ edificio è stato raccolto un frammento di grossa latra marorea nel quale sono menzionati una coorte, due centurioni ed un tribuno dei vigili, non può considerarsi come fortuita, dopo quella del piedistallo di Macrino. Nè fortuita è la presenza di ambedue entro un edificio spazioso, disposto in modo da servire alla residenza di molti individui, ed appositamente chiuso e murato da tutti i lati. Un distaccamento adunque dei vigili urbani doveva alloggiare in questo luogo, come ne alloggiava un altro presso l'odierno Episcopio di Porto (cf. Lanciani, An. d. Ist. 1868, p. 185 sg.). Il proseguimento degli scavi ora appena iniziati, sarà certamente ferace di nuovi ed importantissimi ritrovamenti.
I muri finora scoperti sono quasi tutti privi d'intonaco: soltanto in una parete, ove questo è conservato, si è letto il graffito SAEC
Sotto il selciato della strada, che limita a ponente il lato della stazio vigelum, corre una condottura di piombo, con la leggenda ripetuta sei volte: IMP CAES ANTONI AVG SVB CVRA RATIONA | E PRIVATI AVG LIB PROCVR EX OFIC HERMETIS SERVI
Per i varii movimenti di terra, eseguiti dentro ed attorno gli edifici sopradescritti, sono stati ricuperati varî oggetti di uso domestico in terracotta, in metallo, in vetro, in osso: parecchie monete di mediocre conservazione: ed i seguenti frammenti epigrafici in lastre di marmo. I copiosissimi bolli di mattone portano date consolari, riferibili agli anni 123, 125, 126, 127, 129, 130 e 134.
Rodolfo Lanciani.
La stagione di scavi ha avuto principio col giorno 3 gennaio, ed ha per iscopo il compimento dei lavori intrapresi nella primavera scorsa, ossia il congiungimento degli scavi 1881-1886 con quelli del 1888, e la scoperta completa della stazione de’ Vigili.
Il primo scopo è già stato raggiunto e conseguito nel modo che segue. Esaminando la pianta annessa alla mia relazione edita nelle Mozzzze del 1881, tav. I si si vede, che la grande piazza del Teatro era limitata verso oriente da un muraglione continuo, ornato di portico a colonne laterizie, sotto il quale furono allogati gli uffici delle principali corporazioni ostiensi d'arti e mestieri (sacomarii, pellioni, navicularii, lignarii etc.). Ho seguitato quel muraglione per la lunghezza ulteriore di m. 51,32 (complessiva di m. 81,32), fino alla prima soluzione di continuità, ed ho così scoperto una strada spaziosa e diritta, la quale congiungeva, evidentemente, il quartiere del teatro con quello della porta Romana. La topografia generale della regione è indicata nel seguente bozzetto dimostrativo.
Il tratto di strada, che ora riunisce la caserma dei Vigili alla piazza, è largo m. 7,40 e lungo m. 27,87, sino al canto della prossima via. Le fabbriche che lo fiancheggiano hanno il carattere di edifici pubblici; ma non è possibile di esplorarle in questa stagione. |
La stazione dei Vigili sembra costituire un rettangolo, lungo m. 69,45, largo m. 39,36, della superficie di m. q. 2733,55, isolato da ogni parte da strade la cui larghezza varia da m. 7,40 a m. 3,80. Il lato settentrionale, parallelo al Tevere, è scoperto per la lunghezza di m. 22,77: il lato di occidente, parallelo alla piazza ed all'asse del teatro, per la lunghezza totale di m. 39,36: il lato di mezzogiorno, perpendicolare al teatro, per la lunghezza di m. 18,17. Il carattere delle tre fronti è caratteristico, e dichiara assai bene la natura e la destinazione dell’edificio. Si tratta certamente di una domus signorile, con botteghe, ed ingressi sulle quattro strade, tolta in affitto 0 comperata dal fisco, e trasformata in caserma. La trasformazione ha avuto effetto mediante la chiusura di tutti i vani di porte o botteghe, eon muro a cortina traforato da feritoie. I muri di chiusura hanno impronte figuline dei tempi di Severo e Caracalla: mentre il resto della fabbrica sembra appartenere ai tempi di Adriano.
Moderando la naturale impazienza che ne spingerebbe a penetrare ad ogni costo nel recinto della stazio, ed a investigare i misteri della vita di caserma di quel distaccamento di poliziotti, è stata presa la determinazione di scoprire innanzi tutto l'ingresso principale, che suppongo decorato con eleganza di intagli in mattone, conforme recava la moda architettonica ostiense del secolo terzo incipiente. La ricerca di questo ingresso porta di conseguenza lo isolamento della caserma dai quattro lati.
I soli monumenti scritti raccolti in questi primi giorni nel disterro delle strade, sono: Una lastrina di palombino di m. 0,10 X 0,11, con iscrizione che si direbbe volgare contraffazione moderna, tanto male è incisa o meglio graffita, con lettere che nulla hanno di comune col tipo classico.
D M MARCO AVRELIO PAR THENOPEO NONCOTFATA SET PALAME D E S
Nella linea seconda, quella S incisa per errore del quadratario, è stata trasformata in « edera distinguente ». Sembra voglia indicare più o meno palesemente, come il defunto fosse perito di morte violenta, per mano di Palamede. Tale è il senso più probabile della formula: non cot (quod) fata (voluerunt) set (quod voluit) Palamedes.
Rodolfo Lanciani.
Scavi presso gli avanzi delle terme di Ostia antica. Esplorazione della Via dei Vigili:
La via dei vigili, che si stacca da quella del teatro, passando sotto il portico, ha nel suo inizio, indicato dai soliti paracarri innestati nel muro, la larghezza di una delle taberne; poscia si allarga, ma non subito, per arrivare alla larghezza normale. Sporge infatti sulla strada un ambiente, che ha su quella due piccole finestre a mo' di feritoie; l'ingresso sempre sulla strada, ma verso ovest sul muro perpendicolare alla strada stessa, e un'altra apertura, chiusa poi regolarmente, che dava nella prima taberna (v. sopra pag. 89). Di fronte all'ingresso, egualmente sull'area stradale, è una scala. Tra questa e quell'ambiente (in cui riconosceremo la stanza di guardia pel portiere) è l'ingresso ad un corridoio che conduce direttamente alla grande sala delle Terme col musaico rappresentante Posidone tirato da quattro cavalli marini tra altri animali marini e Tritoni (v. Notizie, 1888, p. 739).
Prosegue lo sterro di questa via, che sarà fatto per ora fino all' incrocio dell'altra, che passa tra la caserma dei vigili e le Terme. In questo sterro si raccolse: 1. Due frammenti di una lastra marmorea: a) (m. 0,104 X 0,20): cAES; b) (m. 0,15 X 0,20): ...S D... imp ERA tor?; 2. Frammento di lastra marmorea (m. 0,24 X 0,19): ...ATTI... | ...VITA... | ...CARI…; 3. Id. (m. 0,12 X 0,10 X 0,04): ...SI... | ...VG...; 4. Id. (m. 0,15 X 0,21): ...ET CE... | ...POSTERI...; 5. Id. (m. 0,13 X 0,12 X 0,03) in cui rimane solo la parola: VIXIT; 6. Id. (m. 0,13 X 0,11) in cui si conservano solo le lettere: VMI; 7. Id. (m. 0,16 X 0,055) col frammento epigrafico: ...TERI... | ...MILIA...; 8. Id. (m. 0,045 X 0,23) con lettere per l'incastro del bronzo, incavate in grossezza: HTWKAITW; 9. Id. (m. 0,30 X 0,29 X 0.028) con rozzissimo busto di giovane bullato, appena sgrossato a colpi di scalpello, portante la leggenda: BVRDO
Inoltre: una base di colonna (m. 0,25; diam. m. 0,60); un frammento di colonna marmorea (m. 0,81 X 0,57); un frammento di trapezoforo ornato di anfora (m. 0,19 X 0,15); frammenti di decorazione in marmo; un peso di bronzo di gr. 160; monete.
Da un arco caduto sulla strada fu estratto un mattone col bollo C.I.L., XV, 1116 a. Innanzi all'ingresso delle Terme e nel corridoio su citato si raccolsero i seguenti marmi: a) un bel ritratto di giovanetta (alt. m. 0,18) con capelli artisticamente accomodati e con diadema; b) una testa di Medusa in bassorilievo, circondata da foglie (alt. m. 0,115); c) l'angolo sinistro di un grande sarcofago con figura virile nuda, coronata (di spighe ?), volta verso d., con la testa rivolta a sin., in atto di sollevare con la d. una lepre per le orecchie, mentre con la sin. regge un cestino; sul braccio sin. è appoggiato il manto fermato con nastro alla spalla d. (m. 0,36 X 0,19 X 0,23); d) frammento di sarcofago con ramo di melo (m. 0,20 X 0,23); e) simile con parte del clipeo e foglia d'edera (m. 0,18 X 0,22); f) angolo sinistro di un'urna cineraria con un uccello e foglia di quercia (m. 0,047 X 0,10 X 0,093); g) due frammenti di lastra marmorea con una serie di circoli (m. 0,59 X 0,24). Si recuperarono altresì le seguenti iscrizioni: 1. In lastra marmorea (m. 0,195 X 0,20): D M NONIA SYMFERVSA FECIT SIBI ET LIB LIB POST EORVM; 2. Id. (m. 0,135 X 0,25 X 0,03): D P RA... | ...EROT... | ...COLY... | ...PING...; 3. Due frammenti di una lastra marmorea con brutte lettere: a) (m. 0,25 X 0,19), b) (m. 0,15 x 0,085).
Finalmente: mattoni con i bolli C.I.L., XV, 361 e 762 a; un frammento di bassorilievo fittile su cui si vede un leone alzato sulle gambe posteriori e foglie d'edera; una lucerna cristiana di terracotta ed un braccialetto di bronzo.
Dante Vaglieri.
Nuove scoperte presso le Terme di Ostia antica.
Nella via dei vigili (v. sopra pag. 96) fu sterrata la stanzina che si trova a sin. dell'ingresso delle « Terme » (guardiolo del portiere?), ed è addossata alla prima taberna sotto il portico. Misura m. 5,76 X 3,63. La porta d'ingresso è larga m. 1,19. Essa aveva la vòlta a botte, stabilitura bianca ordinaria, e pavimento fatto di lastre informi di marmo e mattoni. Accanto alla parete meridionale passa una piccola fogna, nella quale si scarica un fognolo proveniente dalle « Terme ». Addossata alla parete orientale fu rinvenuta una vaschetta in muratura in cattivo stato di conservazione.
Levati alcuni mattoni del pavimento fu constatato come sotto di questo ne esisteva un altro in mosaico bianco e nero. Tolto allora il pavimento superiore e tolta la vaschetta venne in luce il mosaico figurato, purtroppo in parte distrutto, che formava un rettangolo (m. 3,72 X 1,60) con una fascia nera di m. 0,28, altra bianca di m. 0,052, altra nera di m. 0,065 e in mezzo fondo bianco con figure nere. La rappresentanza è nilotica. Verso l'ingresso, cioè verso ovest, non rimane se non a d. la parte posteriore di un quadrupede (ippopotamo ?). Nel centro si vede una barca lunga, snella (m. 1,63) con poppa a testa di animale: ma nulla rimane della rappresentanza centrale: sotto di essa, sorgono dalla fascia meridionale delle pianticelle acquatiche, talune con tiore di loto. Nel lato orientale, e visibile da questo, si ha un coccodrillo (m. 0,69) che insegue un pigmeo itifallico che fugge, tenendo nella destra un oggetto a due punte: tra le due figure una pianta. Il lato settentrionale è completamente distrutto.
A destra dell'ingresso delle « Terme », si hanno due ambienti, la cui porta si apre sull'area innanzi all'ingresso citato, di fronte all’ambiente testè descritto; nel primo (largo m. 0,92) è una scala stretta che ha alla destra, dentro il vano stesso, un piano inclinato con superficie a cocciopesto; nel secondo (sottoscala?) è una latrina (m. 1,42 X 2,90) con porta larga m. 1,26. Il pavimento con inclinazione verso . il fondo, è a mosaico bianco; l’intonaco delle pareti a cocciopesto. Innanzi alla parete di fondo si ha un buco (m. 0,40 X 1,28), davanti al quale è un lastrone di travertino e ai lati due spallette, alte m. 0,50. _ Nell’angolo che la via dei vigili fa con l’altra che, costeggiando la caserma, raggiunge la via della Fontana, è venuta in luce un'altra fontana in corrispondenza con quella esistente all’altro angolo dell'edificio. Essa, che misura nell'interno m. 1,17 per 1,29 e all’esterno m. 3,30 X 1,90, conserva la vòlta, il cui cervello è all'altezza di m. 1,43; conserva anche il tubo di carico e quello di scarico.
Nel lato orientale apresi un foro che attraversa un blocco di travertino; ma esso fu poi chiuso nell'interno con l'intonaco. Nel lato nord, che dà sulla via, esiste un'apertura larga m. 0,85, con parapetto in travertino, per attingere l’acqua. Altre vasche esistono accanto a questa, verso est, ma sono tagliate all'altezza della strada. Al di sopra della fontana sale dalla strada, addossato alla casa, dirigendosi verso l’angolo di questa, un piano inclinato, con sei mensolette in travertino, sulle quali erano impostati degli archetti, e di cui le ultime due reggevano un ripiano. Ha l'apparenza di una scala, ma tale non è, sporgendo appena per m. 0,47 ed avendo la superficie liscia.
Dagli sterri di questa via si ebbero parecchi frammenti epigrafici per lo più in lastre marmoree; il solo n. 6 è in travertino. 1. Id. (m. 0,18 X 0,19 X 0,10): ...ELIO... | ...AVG...; 2. Id. (m. 0,10 X 0.075 X 0,034): ...DIC... | ... O PON... | ... S...; 3. Id. (m. 0,19 X 0,14 X 0,03): D... | AEMILIA... | SIMAE F... | DION... | ILIA RF... | ITIAE...; 4. Id. (m. 0,12 X 0,138), opistografa: a) ... ESSE... | ...ISPIN... | ...NIVS... | ...O...; 5. Id. (m. 0,108 X 0,125 X 0,017): ...VD...; 6. Lastra adoperata poi come soglia (m. 0,19 X 0,16 X 0,042): ...RONIA PI...; 7. Id. (m. 0,135 X 0,13X 0,02): D... | ...PRI MI... | ...PECI... | ...MA K... | ...O NE S...; 8. Id. (m. 0,178 X 0,168 X 0,07): ...M | ...TRICLINI | ...XTERIORE | ...ORVM; 9. Id. (m. 0,155 X 0,205 X 0,038): L F M; 10. Id. (m. 0,11 X 0,145 X 0,025): ...EBVST in PACe....
Abbondarono i mattoni con i bolli C.I.L., XV, 12 103 (3 es.), 104 (3 es.), 105, 107 (2 es.), 122 b (2 es.), (3 es.), 41, 70, 79 (2 es.), 125 (2 es.), 129 (2 es.), 277, 326, 328, 350, 361 (4 es.), 377, 607, 637, 693 (3 es.), 891, 958 a (3 es.), 992 c, 1014, 1027 (2 es.), 1033 (2 es.), 1035, 1037, 1086, 1094 h (2 es.), 1096, 1106, 1116 a (5 es.), 1210, 1304, 1356, 1432, 1434 (3 es.), 1435 (2 es.), 1449 a, 2197 e quello dell'officina Tempesina riprodotto sopra a pag. 95 ed i seguenti: a) EFPAP L; b) PAETIN ET APRONIAN COS C P G T T; 3) EX PT S S.EX FI F FIONES APRO E CATVLI COS a. 130; d) EX PR PAETIN; e) LAGOI con lettere incavate; f) TAB EVRIP ET APROM (cf. C. I. L., XV, 106 b); g) ERO III E AMBIBVL COS a. 126; h) ASIACO II E AQVil. COS DE FIG sic a. 125 (cf. C. I. L., XV, 396); i) SEMPETRON RESEPT N
Si scoprirono poi i seguenti pezzi marmorei: 1. metà inferiore di statua femminile su plinto, rinvenuta sopra la soglia del vano n. 6, capovolta, adoperata come materiale per la chiusura. Ha tunica e manto; si vede il piede sinistro con sandalo. All’altezza della coscia sinistra avanzo di sostegno (alt. m. 0,73); 2. Erma di Bacco, rinvenuta nel vano n. 4 (alt. m.,19); 3. Frammenti di architrave, rinvenuti in opera per la chiusura tarda del vano n. 7 (m. 1,17 X 0,33 X 0,38); 4. Angolo sin. di sarcofago con puttino e nastro (m. 0,205 X 0,20); 5. Frammento con tronco d'albero (m. 0,17 X 0,245 X 0,24); 6. Frammento di decorazione con coda di delfino ed onde (m. 0,145 X 0,215); 7. Colonnina a spirale con capitello dorico e base ed avanzo dell'epistilio e del timpano (alt. circa m. 0,34); 8. Avanzi di braccia e gambe di statue.
Finalmente meritano di essere ricordati i pezzi seguenti: a) Tessera di piombo (diam. m. 0,019): P entro corona; b) Figura femminile vestita, di fronte, con la testa volta a sin.. con cornucopia nel braccio sin. e reggendo con la d. protesa forse il timone. b) Lucerne, tra cui C.I.L., XV, 6229 a 123; pesce; croce; cane corrente; oca e marca illeggibile; c) Frammento fittile architettonico (m. 0,20 X 0,175). Due figure virili nude volte a sin., con nebride; d) Id. (appartenente forse al precedente) con palmette sopra fascia (m. 0,125 X 0,125); e) Anse di anfore con i bolli: a) ??N; b) LFCCVK (sic); f) Collo di anfora con le lettere in rosso: Pc; g) Frammenti di tazza di vetro, con costolature molto rilevate. Il fondo è piano ed era ornato di figure in oro che scomparirono quasi subito a contatto dell'aria: vi si vedeva un putto alato in moto verso un cesto; h) Borchie, rampini, aghi, anelli, una strigile di bronzo ecc; i) Scalpello, coltelli, arpioni, chiave di ferro.
A destra di questa via sono apparsi i ruderi di una casa che sembra ricca, conservando begli avanzi di mosaico e di intonaco dipinto: non sarà però sterrata per ora. Ha l'ingresso nel vano n. 4, caratterizzato dai due soliti pilastri in mattoni. Nel sottoscala si raccolse: 1. Un frammento dell'angolo sin. di un sarcofago con testa coperta di berretto frigio e diadema da cul scendono fascie e avanzo di un festone (m. 0,20 X 0,09 X 0,06); 2. Lastra marmorea (m. 0,60 X 0,28 X 0,04): ...D | NTVLEI... | ...NAE AV... | ...EVS C...;
Si è iniziato lo sterro delle « Terme » entrando per un antico ingresso sulla « via dei vigili », distinto per i due consueti pilastri in laterizî. Per esso si entra in un corridoio, che dà nella grande sala col mosaico rappresentante Nettuno in quadriga in mezzo a Tritoni e ad animali marini. In questo e nei vani a sinistra tornò in luce: 1. Statua virile, marmorea, acefala con tunica e toga piegata sul braccio sinistro e sostenuta con la destra. I piedi sono calzati (alt. m. 0,87; fig. 6). 2. Lastra marmorea (m. 0,23) con parte di busto a rilievo molto basso e con l'iscrizione sotto: ...CILIAE E...; 3. Id. (m. 0,18 X 0,21 X 0,03): D... | ...ERCOR... | ...IRTVAS...; 4. Id. (m. 0,14 X 0,10) con parte di gamba nuda e di manto che scende dietro a questa in bassorilievo. 5. Mattone col bollo C.I.L., XV, 263.
Dante Vaglieri.
Nuovi edifici rimessi a luce presso le Terme e la Caserma dei Vigili, e sculture marmoree quivi rinvenute.
L'acqua che si incontra non molto al di sotto del piano attuale, impedisce che si spingano le esplorazioni fino alla maggiore profondità. Se, come si spera, si potrà ottenere, mercè lavori di bonifica e di drenaggio, che sia prosciugato il sottosuolo della città antica e siano riattivate le antiche chiaviche, è lecito sperare in molte e importanti scoperte relative alla colonia preimperiale, a cui debbono essere attribuiti taluni oggetti e frammenti che sono tornati alla luce dal suolo ostiense. Un saggio fatto ora sotto la via del Teatro, innanzi a quella che viene dalla via dei Sepolcri, ha fatto riconoscere, a ben m. 2,15 sotto il piano stradale, un pavimento in cocciopisto, appartenente a costruzioni più antiche. È ricoperto di sabbia lasciata dal fiume.
La via dei Vigili corre nel suo primo tratto, come si è detto, tra le Terme a sinistra e un grande, ricco edificio a destra, il quale per ora non sarà esplorato. L'ingresso di questo, che sta quasi di fronte a quello delle Terme, è, come al solito fiancheggiato da due pilastrini in mattoni. È largo m. 3,82, ed ha la soglia in travertino. Per metà è costituito da una scala, i cui primi tre gradini sono in travertino, e per l'altra metà da un corridoio. In questo corridoio si rinvennero due frammenti di un gruppo in terracotta di buon lavoro a stecca. L'uno è la testa con la spalla sinistra di una figura.
Nella stessa via fu completato: lo: sterro: dei vani a sinistra. Il vano n. 3 fu già scavato nel 1888. Esso comunica colla via mercè una porticina; ed il ha il pavimento a m. 0,45 al di sopra del piano stradale.
Il vano n. 4 (m. 6,30X2,95) ha il pavimento ad opera spicata, che riposa su un piano di anfore collocate orizzontalmente. Nel lato destro è una porta, che mette in un sottoscala con pianerottolo a vòlta reale, e con avanzi di intonaco sulle pareti, a cocciopisto nella parte inferiore, bianco nella superiore. Il pavimento di questo sottoscala è ugualmente ad opera spicata.
Il quinto vano è una scala con sedici gradini a mattoni. Nella parete sinistra è il tubo per lo scarico delle acque.
Il sesto vano (m. 6,30 X 2,95), che sta sotto la seconda branca della scala, ha il solito pavimento in opera spicata; una finestra, più tardi chiusa, nella parete di fondo, e nella parete destra due incavi per il tubo di scarico. Un muretto, alto m. 0,15, divide la camera nel senso della lunghezza.
Il settimo vano (m. 6,30 X 4,44) ha la soglia in travertino coi canaletti, il pavimento ad opera spicata, la porta sulla parete di fondo (m. 1,17), poi chiusa, e, a m. 3,95 dal pavimento, la solita cornice e sopra di essa avanzi delle pareti del piano superiore.
L'ottavo vano (m. 6,30 X 4,75) ha soglia in travertino coi canaletti, e in alto la cornice.
Negli scarichi di questa via si raccolse:
Marmo. Frammento di sarcofago con la parte superiore di una figura muliebre velata, volta verso sin. (m. 0,245 X 0,09). Quattro frammenti di un oscz//um, nel cui bordo sono rappresentate foglie e grappoli di uva, bacche di edera, foglie di acanto e nel mezzo rimane la sola testa di una figura con elmo (m. 0,51X 0,15). Frammento di un bassorilievo con la rappresentanza di una corsa nel circo: vi rimane parte dei due cavalli e di un auriga caduto sotto di essi (m. 0,18X 0,115). Frammento di tosta di leone (m. 0,085). Si ebbero inoltre le seguenti iscrizioni: 1. Lastra marmorea (m. 0,124 X 0,112X 0,04): ...C FO... | ...FORT… | ..Bo; 2. Id. (m. 0,12X 0,185): D M | ...IO KALED... | ...IDO….
Terracotta. Frammento di orologio solare (?) (m. 0,21 X 0,185). Tubo per filtro (m. 0,26; diam. m. 0,09). Una lucerna, con rilievo, rappresentante Venere che si pettina guardandosi nello specchio, e sotto la lettera I. Mattoni coni bolli C.I.L. ARS 12, 71, 79, 103 (2 es.), 105, 109, 125, 129, 187, 361, 662, 9284, 958 a, 1094, 1435 a (2 es.), 1436, 1636, 2559 ed i seguenti: a) EX P t s s exF BR F FI ONES APRo et CATVLI COS; b) EX PRAD MAT AVG F...IC CLAVD FORTV CLAVD FORTV... (testa di Mercurio); c) cf. C.I.L. XV, 2159): EX FIG SEM PETR... | mer. MAMER E SEP…; d) MACRINA | CILL GE | MA.
Piombo. Fistola acquaria, non a posto (diam. m. 0,05); in più punti si legge:
SAP C V. cioè S..... A...... P.... c(larissimi) v(iri), e dal lato opposto vedesi in rilievo una specie di barca fiancheggiata da P e da altri segni I.
Dante Vaglieri.
Nuovi edifici rimessi a luce presso le Terme e la Caserma dei Vigili.
È stata completamente sterrata la via che congiunge quella della Fontana con quella dei Vigili e passa tra il quartiere di questi e le Terme. Da due finestre a feritoia della caserma si è visto, come esse corrispondano ad ambienti coperti da volta, vuoti, con pareti rivestite di intonaco bianco. Ma in essi non si potrà penetrare, se non quando si procederà nello sterro della caserma stessa.
Dal lato delle Terme si osserva nell'angolo verso via dei Vigili un piano inclinato eguale a quello notato in questa stessa via (v. pag. 127), e che scende precisamente all'angolo. Pare che esso finisca in una piccola fogna. Addossati alle Terme sono riapparsi alcuni ambienti.
Il primo di essi, che comincia sull'angolo di via dei Vigili, è lungo m. 17,10. Ha le pareti con intonaco di cocciopisto a cordoncino inferiormente, pavimento a tegoloni, poi ricoperto con altro a cocciopisto; una porta nella parete est, poi chiusa, una nella parete nord, e un'altra nella parete ovest. Più tardi questo vano, che fu forse in origine una vasca, fu diviso in tre mediante muri molto rozzi. Nella parete est si notano incavi verticali per incastro (di tavole?). Vi furono tracciati dei graffiti nei quali pel modo con cui sono riapparsi si legge qualche rara sillaba. In uno si ha: ANDAOM III CA APT BAL IIII NON MAI. Nella prima linea è evidente la data iii ca(lendas) Apr(iles), nella seconda l'altra iiii non(as) Mai(as).
Il secondo (m. 3,05 X 7,90) ha il muro meridionale in opera reticolata, le pareti rivestite di intonaco a cocciopesto con cordoncino, una porta (m. 2,28) nella parete occcidentale, e pavimento a tegoloni, sul quale dovette esservene un altro a coc-
ciopisto.
Il terzo (m. 2,55 X 4,75) ha le pareti ricoperte di intonaco bianco con traccie di una fascia rossa. Nel centro della parete est è una colonnina in mattoni rivestita dell' intonaco medesimo. La porta doveva stare nella parete ovest, che è caduta.
Il quarto (m. 5,60 X 2,53),, con traccie di intonaco a cocciopisto, fu costruito innanzi a due porte, che furono poi chiuse, una delle quali con cornice a mattoni. Parte di questa stanza è occupata da una scala stretta, addossata al muro delle Terme e posata a metà su un pilastro, costruito innanzi ad una di quelle porte.
Dopo la scala è un altro ingresso delle Terme, per cui si accedeva al peristilio, del quale si parlerà più sotto. Questo ingresso ha i soliti pilastrini in mattoni; se non che le basi qui sono in travertino. Esso però fu più tardi ristretto con un pilastro in muratura, e fu anche rialzata la soglia. Dopo la porta si ha un ambiente simile a quello di via dei Vigili (guardiolo del portiere?), non ancora esplorato.
Fra le terre di scarico che riempivano questi ambienti si raccolse un embrice col bollo: AEX FAERNI CI VI HILLI
Si ebbero inoltre delle lucerne: C.I.L. XV, 6296o; 6332 e; e: QMARCI, ed altre lucerne con un quadrupede in corsa; altra con un quadrupede su cui sta una figura, col monogramma cristiano ed una palma sotto. Si raccolse parimenti una istula di piombo; due pignattine di terracotta; un frammento di specchio di bronzoe le consuete chiavi, aghi di bronzo ed aghi e stili di osso.
Dante Vaglieri.
Nuovi edifici rimessi a luce presso le Terme.
L'ingresso delle Terme dalla via dei Vigili, mette in un corridoio con volta a botte, e pavimento a mosaico bianco-nero a grandi fasce. A destra una porta mette in una stanza già esplorata (/Vofizie 1888, pag. 738), e a sinistra due porte in un’altra, che sta alle spalle delle taberne nn. 2 e 8 sotto il portico (v. pag. 89).
Questo vano (n. 1), che misurava m. 9,17 X 6,32, con pavimento a calce con pochi pezzi di cocciopesto, ha cinque porte: nella parete occidentale, oltre le due suddette, una che dà nel grande salone dal mosaico ; nella parete orientale una che dà nel vano 2 sotto il portico; e nella parete meridionale una, più tardi ristretta, che immette nel vano seguente (v. sotto). Nell'angolo nord-est di questa stanza si rinvenne una costruzione quadrata, che posa su scarico, con muretti rozzi, alti m. 0,72, vuota nell'interno, ricoperta da un pavimento a cocciopisto. Fra la seconda e la terza porta della parete ovest, quasi nel mezzo della stanza, vennero in luce avanzi di muri rozzi, che posano su scarico, ricoperti di intonaco bianco ordinario.
Il vano seguente (n. 2) fu già descritto (v. p. 89, n. 4). Il bello e grandioso mosaico, bianco e nero, è quasi completamente perduto nella parte orientale, e verso ovest, cioè accanto alla porta che dà nel grande salone. Nel centro si vede sopra un cavallo marino, che va verso ovest cioè verso il grande salone, Anfitrite, rivolta verso est, la quale regge con le mani un velo che le passa dietro la schiena. La precede un putto alato (Imene) con fiaccola accesa, che volge la testa verso di lei. Queste figure centrali erano circondate da Tritoni festanti. Uno di essi, verso nord, suona il tamburello; di quello verso ovest si vede la sola coda; di quello verso sud, che sollevava un cantaro, rimane la coda ed un braccio; quello verso est è del tutto perduto. Questo mosaico si connette evidentemente con quello del grande salone, nel cui centro sta Poseidon tirato da quattro cavalli marini.
Il corridoio che segue, e che comincia dal portico (v. sopra pag. 90, n. 5), mette in una stanza quadrata (n.3) la quale misura m. 4,71 X 4,21; ha tre porte, una nella parete sud, una in quella ovest, che dà nel grande salone, ed una in quella di Anfitrite. Questa occupa anche lo spazio dietro la scala (v. pag. 90, n. 6).
Dal grande salone si entra in un altro corridoio, che è continuazione di quello su indicato che viene dall'ingresso di via dei Vigili, e che immette in un grande peristilio che ora si sta sterrando. In questo vano n. 3 si raccolse un mattone col bollo C.I.L. XV, 1115, parte di plinto marmoreo con piede sinistro di statua (m. 0,39 X 0,50 X 0,10) ed una base cilindrica (m. 0,33).
Il primo ambiente a sin. (n. 4), alle spalle dei vani 7 ed 8 sotto il portico (pag. 90), misura m. 5,80 X 8,15; ha una porta a nord (che dà nell'ambiente su indicato), una ad est che mette nel vano 7, e due altre porte, più tardi chiuse, a sud. Sulla parete ovest rimane una porzione della cornice aggettata, sottostante al soffitto. Il pavimento era ad opera spicata e in un tratto sprofondato nell'angolo nord-ovest fa vedere la fogna sottostante.
L'ambiente che segue (n. 5), il quale misura m. 5,82 X 4,74, ha il pavimento ad opera spicata, e due porte; una ad est, che dà nel vano n. 9 sotto il portico, l'altra ad ovest, che dà nel peristilio.
Il vano seguente (n. 6), che misura m. 5,18 X 4,39, sta dietro quello del portico fiancheggiato da due pilastri (v. pag. 90), e rappresenta un altro ingresso all'edificio. Oltre alla porta, che conduceva al portico, ne ha una sul peristilio, e una a sud, fiancheggiata da due archetti di scarico, poi chiusa. Appoggiato alla parete nord è un muro, forse principio di una scala. Il pavimento è ad opera spicata.
Il settimo vano (m. 5,80X4,47) ha una porta ad est, poi chiusa, che metteva nell'ambiente n. 11 sotto il portico; una ad ovest, sul peristilio, ed una a nord. Il pavimonto è ad opera spicata. Presso la porta che dà nel peristilio si vede una costruzione rettangolare (scala?), coperta ai lati da lastre irregolari di marmo, con intonaco a scivolo in basso.
L'ottavo (m. 5,90 X 3,97) ha una porta ad est, poi chiusa, che dava nel vano n. 12 del portico, una a nord ed una a sud, e una infine nel peristilio. Addossata alla parete nord, all'angolo nord-est, è una scala con cinque gradini a mattoni (m. 0,79X 0,27 X 0,27) con un ripiano largo m. 1,25, dove cominciava la solita scala in legno. Nel mezzo della stanza, presso la parete est, furono rinvenute due lastre, una di africano e l'altra di giallo antico, che probabilmente servirono siccome copertura della fogua s.ttostante.
Il nono (m. 5,80 X 4,35) ha un pavimento ad opera spicata, una porta ad est, che dà nel vano n. 183 sotto i portici, una sul peristilio; una a nord e una a sud.
Il vano decimo (m. 5,85 X 5), ugualmente con pavimento ad opera spicata, ha una porta (m. 1,45) a sud, che mette nel largo in fondo alla via della Fontana a sinistra (v. pag. 92) ed una (m. 0,90) ad ovest, poi chiusa, che dava nel primo ambiente sul lato meridionale del peristilio. Nell'istessa parete si ha un'apertura (m. 0,85) che dà sul peristilio, alta però quanto la parete stessa. Si conservano nella parete sud avanzi della cornice aggettata. Le pareti sono rivestite di intonaco a cocciopisto.
Dagli scarichi che riempivano il peristilio si sono raccolti i seguenti frammenti di sculture marmoree. a) Testa virile ideale barbata con tenia, pupille e sopracciglie incise, e largo uso di trapano nella barba e nei capelli (m. 0,38), nello stile del II-III secolo (fig. 4). 5) Frammento di bassorilievo, forse clipeo di sarcofago (m. 0,19). Vi si vede la parte superiore di una figura femminile vestita di chitone e manto, che le avvolge la parte inferiore. Sostiene sulle due mani unite un piccolo bambino, di profilo a d., che, sollevandosi col braccetto all'omero sin. della madre e quasi arrampicandovisi, copre con la testina la mammella sinistra di lei; c) Parte superiore di statua muliebre, acefala, ignuda (m.-0,14); d) Testa barbata (Sileno?), in cattivo stato di conservazione (m. 0,115); e) Ermetta di giallo antico, rappresentante un ragazzo (m. 0,105); f) Frammento di gamba lavorata a raspa (m. 0,80); g) Id. di statua panneggiata (m. 0,16 X 0,21 X 0,13); h) Id. di figurina virile seduta (m. 0,058); î) Id. di plinto con piede destro di una statua e tronco d'albero (m. 0,42 X 0,25 X 0,09); l) Id. di altorilievo, con la rappresentanza di un uomo con manto di stoffa sottile, che tiene il braccio d. appoggiato al petto e regge con la sin. il manto (m. 0,45); m) Id. di sarcofago baccellato con clipeo (m. 0,50), entro cui si vedono due busti che sorgono da una foglia di acanto, uno, a sin,, di donna, l’altro, a d., di uomo barbato con capelli corti, togato (fis. 7). Tra le due figure una foglia; ai lati del clipeo fiori di loto e rose. Il lavoro è interessante per la ingenua ricerca di verità. Dietro la lastra è scritto sotto una foglia di edera: GEMELINVS; n) Id. di sarcofago con parte superiore di testa (con corona?) su cui posa una mano (m. 0,10 o) Id. con parte di figura vestita, apparentemente distesa e altra più piccola di bambino in moto verso sinistra (m. 0,10 X 0,25); p) Id. con parte di due teste di cavalli ed un'ala (m. 0,11 X 0,16); si pensa ad avanzi di una biga o quadriga preceduta da un amorino, come p. es. nei sarcofagi di Endimione o del ratto di Proserpina; q) Id. del fianco di un sarcofago con soggetto non FRS pare di riconoscervi le zampe posteriori di un quadrupede (m. 0,33 X 0,15 X 0,17); r) Angolo sinistro di sarcofago col torso di figura virile nuda e parte di festone, e sull'altro lato egualmente parte di festone (m. 0,14X 0,15 X 0,04); s) Frammento di coperchio di urna cineraria con un’aquiletta su un lato e una corona lemniscata sull'altro (m. 0,81 X 0,33 X 0,06); î) Urna cineraria rotonda con targa ansata non iscritta (m. 0,37 x 0,35); u) Parte di zoccolo (?) triangolare (m. 0,21X 0,12). Su un lato sì vedono due galli affrontati ai lati di un sacco legato; su un altro sotto un tavolino una hydria, e sopra due uccelli che beccano e a d. un sacco legato
Si raccolsero inoltre delle lastre marmoree con le seguenti iscrizioni: 1. (m. 0,36 X 0,345): LAELIO AVRELIO Com | MODO IMP CAES TAE lii | HADRIANI ANTONINI AVg | PII PP FILIO | M MARIVS. M F PAL PRIMIT ivus | DECVR DEC AED II SAC Volk | FAC CORPORI TRAIECT RV | S P D D DED XIII K OC t | IMP CAES ANTONINO II ii et | M AVRELIO CAES II COS | cioè: Antonini Aug(usti)] Pii p(atris) p(atriae) filio. M. Marius M. f. Pal(atina) Primit[ivus], decurfionum) dec(reto) aed(ilis) II sac(ris) V[olk(ani] fac(iundis), corpori Traiect(us) Ru... s(ua) p(ecunia) d(onum) d(edit). Ded(icatum) XIII k. Oc[t.] imp(eratore) Caes(are) Antonino II[II et] M. Aurelio Caes (are) co(n)s(ulibus) (a. 145 d. C.).
2. Id. (m. 0,135 X 0,30 X 0,05): ...HOC SEPVLC... | .. MACILIVS IS... | ... CESSIT DON... | ... SEPTIMIA... | ... TONICES... | ... MICE CA... | ... EOBEL... | ... BEAINSE... | ... ARTE ET... | ... IO FORT... | ... NO FILIO... 3. Id. (m. 2 X 0,58 X 0,075) con leggenda sotto un ramo: MARTINIANVS 4. Id. (m. 0,275 X 0,25 X 0,03): ...P NO... | ...P NONI…; 5. Id. (m. 0,39 × 0,47) con parte inferiore di busto muliebre e pilastro scanalato e sotto l'iscrizione: ...ICVLAE AVIAE...; 6. Id. (m. 0,22 X 0,105 X 0,4): D M | STATILIAES... | CN TVR PILIV...; 7. Id. (m. 0,53 X 0,195 X 0,045): STI... | STLACCIOVE... | IVGICONPAR... (sic); 8. Id. (m. 0,14 × 0,22 X 0,095) con belle letterere alte m. 0,08: ...RIO…; 9. Frammenti di un puteale marmoreo (circonf. m. 2,35 ?) con una zona liscia e sotto una di fiori e foglie. Sull'orlo si legge: GVNTAS FECERVNT DE SVA PECVNI Guntha come nome di un leo del culto Mitriaco si ha in C.I.L. VI, 737: Deo sancto Mi(thrae) sacrat his (sic) d(onum) p(osuerunt) Placidus Marcellinus leo antistites et Guntha leo.
Terracotta. Mattoni con i bolli C.I.L. XV, 12 (2 es.), 45, 69, 71, 79 (3 es.), 103 (3 es.), 105 (2 es.), 109 (8 es.), 115, 125 (2 es.), 129 (2 es.), 228, 277, 315, 318, 319, 495 (o 496), 552 (2 es.), 606, 693 (2 es.), 760, 846, 925 (2 es.), 939, 958 a (3 es.), 1006, 1027, 1033 (2 es.), 1066, 1068, 1095, 1097, 1097 e, 1115 (3 es.), 1115c, 1210 (3 es.), 1244 c, 1434, 1435 (3 es.). 1436 (2 es.), 1449 e, 1510 c. 1596 a, 2200 (2 es.); inoltre: a) (2. es) EX PTS S EX F BR F FI ONES APRO ET CATVLI COS cioè: Ex praedis) T. S(tatili) S(everi) ex figulina) Br(utiana) F.. Fi... Ones(imus) Apro et Catulli(no) cos.; b) (cfr. C.I.L. XV, 76-78): ARRIA FADST VL VFIONS; c) (cfr. C. I. L. XV, 622): OPVSDOLCEXVARELCAESETFAVS d) EX PR AB CAED PAETET APRON; e) a lettere incavate: LAPROB; f) (3 es.) L C S C C P S P (pigna tra due palmette); f) CSS...; g) Q CAST C...; h) (cfr. C. I L. XV, 2212): AETIN ET APRON C P G T t; i) DOL AV...RI CAE....T; k) ...ARCIS | PAE...APRO; l) ...IN | ..:R; un collo di anfora con la marca C.I.L. XV, 1713; una antefissa con corsa di quadrighe (m. 0,39 X 0,32) guidata da un auriga circense con le cinghie di cuoio e sotto i cavalli una fiyura caduta a terra e un'anfora (fig. 10); frammento di testa in rilievo, della quale rimane un'orecchia e parte di elmo (m. 0,105); lucerne (C. /. L. XV, 6850c; con marca illegibile e due lottatori; uomo in atto di colpire con la lancia; grappolo d'uva e foglie d'edera ecc.).
Bronzo. Piccolo delfino su rettangolo per cui era incastrato in qualche oggetto (m. 0055); aghi; anse ecc.
Ferro. Cuspide di lancia (m. 0,30). Stilo da scrivere. Altri arnesi vari.
Piombo. Peso di forma piramidale (m. 0,053). Vaso o coperchio a forma di campana (m. 0,065; diam. m. 0,073).
Il sesto vano a sinistra del peristilio, per chi viene dal portico, formava il tablino dell'edificio. Qui si rinvenne: 1. Bella statua marmorea (fig. 11) alta m. 1,86 su plinto ovale. Rappresenta una bella donna giovane, vestita di tunica e coperta del manto, che le copre il capo, con sandali ai piedi. Regge con la sinistra due papaveri e due spiche. Manca parte dell'avambraccio destro con la mano; il che era stato riportato in antico. I tratti del viso fanno riconoscere il ritratto di persona della famiglia (Sabina moglie di Adriano?) e non una figura ideale. I papaveri e le spighe dimostrano che la statua era ritratto di una imperatrice raffigurato sotto le sembianze di Cerere; 2. Statuetta marmorea (m. 0,96). Rappresenta un giovane con lunghi capelli, che scendono sulle spalle, annodati con nastro sull'occipite, vestito di tunica e manto, e con i piedi calzati. In un seno del manto, che regge con la destra, tiene delle frutta. Con la sinistra regge il cornucopia. La testa e la parte superiore del cornucopia sono riportati. A_d. vi ha un pilastrino quadrato. È del tipo del Genius o del Bonus Eventus. Si rinvennero pure molti frammenti, ammucchiati, di stucco bianco, che rappresentano cornici, foglie e grappoli e che appartengono forse alla decorazione del soffitto o del piano superiore.
Dante Vaglieri.
Nuove scoperte presso le Terme e la caserma dei Vigili di Ostia antica.
Sono stati sterrati gli ambienti nel lato meridionale del peristilio delle Terme, tra questo e la via della Fontana. Il primo di essi (m. 6,10 X 3,82), cominciando ad est, con una porta nella parete orientale dà in quello spazio aperto che trovasi in fondo alla via della Fontana a sinistra (v. pag. 92). La soglia di travertino è molto consumata per continuo passaggio. Una porta che dava sulla via della Fontana venne più tardi chiusa; egualmente fu chiusa una porta nella parete ovest. Sul peristilio si apre una porta larga circa m. 2. In alto verso l'esterno è una finestra. La volta, che comincia a circa tre metri dal pavimento, è a botte e conserva traccie d'intonaco bianco. Le pareti nella parte inferiore hanno intonaco a cocciopisto. Il pavimento è ad opera spicata.
Il secondo ambiente è una scala (m. 1,25) che dà sulla via della Fontana. Ha i primi cinque gradini in travertino, e gli altri in mattoni. Il sottoscala ha due porte, una nella parete orientale, chiusa più tardi, ed una nella occidentale. La volta e le pareti sono coperte d'intonaco a cocciopisto.
La terza camera (m. 6,22 X 4,50) ha, oltre la porta che dà nel peristilio, una porta nella parete meridionale, poi richiusa, una nella orientale, che dà nel sottoscala; una terza nella settentrionale, egualmente chiusa più tardi. Nella parete occidentale fu fatta un'apertura regolare, poscia rimurata. In alto, nel centro della parete meridionale è una finestra a feritoia. La volta è a botte, e le pareti erano ricoperte d'intonaco bianco. Sulla parete orientale e su quella occidentale a m. 1,90 dal pavimento, nella parte meridionale della stanza, per metà di questa, fu fatta una cornice aggettata, incastrata nel muro, che doveva sostenere il pavimento di un ammezzato.
La camera seguente (m. 6,22 X 4,50) è in tutto eguale a questa. Manca soltanto la finestra a feritoia. Vi si notano le traccie di triplice intonaco. Nell'angolo nord-est sorge un pilastro in mattoni.
Il quinto vano (m. 6,14 X 3,12) è un ingresso alle Terme dalla parte di via della Fontana, con grande soglia in travertino tanto nella porta che dà su questa, quanto in quella che mette nel peristilio. Vi si vedono due pavimenti sovrapposti.
L'ambiente che segue (m. 6,16 X 9,15) è, rispetto all'edificio, il tablino. La porta che dà nel peristilio è larga quasi quanto la stanza stessa. Innanzi alla parete meridionale si ha una base (m. 0,85 X 1,47 X 1,02), ampliata con due aggiunte laterali (m. 0,72) (1). Il pavimento era a grandi lastre di marmo bianco.
Il settimo ambiente (m. 6,28 X 2,90) con pavimento a mosaico e volta a botte, con finestra e feritoia in alto in via della Fontana, ha la solita porta sul peristilio, una nella parete sud, su via della Fontana, più tardi ridotta, e una nella parete ovest, che dà nel sottoscala seguente. Segue la scala (m. 1,50) che dà sulla via della Fontana con i primi cinque gradini in travertino e gli altri in mattoni.
Le stanze n. 8, 9, 10, intercomunicanti tra loro, sono eguali alla seconda e alla terza, con la stessa cornice aggettata, pavimento ad opera spicata, con volta a botte, ed intonaco bianco sopra quello a cocciopisto nelle pareti. La stanza n. 8 ha una finestra a feritoia in alto e un'apertura, fatta dopo, che dà sulla scala. Nella camera n. 10 sporge in mezzo verso il fondo un baggiolo di m. 1,20 X 1,25.
L'ultimo ambiente, che sta sull'angolo, a ridosso della Fontana, è una grande latrina (m. 5,70 X 6,30) con pilastri in ciascun angolo. Tra questi pilastri corre una piccola fogna con inclinazione verso il centro, ed in comunicazione colla fogna che corre sotto in direzione della larghezza.
Le pareti della piccola fogna sono ad intonaco a cocciopisto ed il pavimento a tegoloni bipedali. Nel lato est è un baggiolo; in quelli sud e nord due altri baggioli per il sostegno delle tavole, che correvano lungo le pareti, nelle quali le tavole stesse erano incastrate. Lungo le tre pareti innanzi al sedile corre un canaletto di marmo, che scaricava nelle fogne. I pilastri che stanno agli angoli verso la via della Fontana riposano su blocchi di travertino. Verso la stessa via della Fontana si apriva una finestra che venne poi murata. Nel mezzo della stanza una vaschetta quadrata con intonaco a cocciopisto. Le pareti sono ricoperte d'intonaco a cocciopisto con traccie di colore in basso, e d'intonaco bianco in alto, egualmente con traccie di colore: vi si vedono riquadri e vasi e in basso piante; molti sono i graffiti. Il pavimento è fatto con pezzi di tegoloni informi; sopra di esso ve ne fu forse un altro.
In questa latrina, nell'angolo nord-ovest, alla profondità di m. 0,42 dal pavimento, s'incontrò una tomba fatta con lastre di marmo informi, appartenenti a decorazioni. Una di queste recava un'iscrizione sepolcrale quasi illeggibile per l'attrito (m. 0,24 X 0,04). Vi riappariscono soltanto le traccie delle seguenti lettere: D M | PII... IVO | ...I | ...N. Conteneva lo scheletro con la testa rivolta a nord.
Lungo il lato settentrionale del peristilio delle Terme è un corridoio che rimane ad un livello più basso, sul quale sboccano ambienti sotterranei. In questa parte lo scavo rimane per ora sospeso, per ripigliarlo più tardi dalla parte della via dei Vigili, donde ne sarà più facile l'accesso.
Dagli scarichi del peristilio è tornato in luce quanto segue:
Marmo. Parte superiore di una maschera silenica (m. 0,115 X 0,255). Frammento di braccio di statua, riportato (m. 0,20). Testa muliebre con capelli divisi nel mezzo e annodati dietro la nuca, forse parte di sarcofago (m. 0,038). Frammento di coperchio di sarcofago (m. 0,20 X 0,155 X 0,10) su cui rimane la figura di un Sileno recumbente sopra pelle felina, con manto che gli copre le ginocchia regge con la sin. una tazza e con la destra solleva, a quanto sembra, un
lembo del manto o di una tenda. Sotto rimangono le lettere: AE; Un frammento di coperchio di sarcofago (m. 0,14 X 0,08) con l'iscrizione: S | OSIMIANO PA | ...OITN...; Lastra di marmo iscritta (m. 0,34 X 0,34 X 0,04), contenente un frammento epigrafico forse di una dedicazione a Mitra col prezioso ricordo di una data consolare: ...M S... | SVRA Iii | seneCIONE Ii (a. 107 d. C.); Altra lastra marmorea (m. 0,185 X 0,09 X 0,085) ove rimane: foglia in circolo SIBI BA
Palombino. Matrice esagonale per nove tessere quadrate di piombo, su cui erano tre punti (mm. 8 X 8), con canaletto centrale e due fori per fermare l’altra metà (m. 0,145).
Terracotta. Lucerne (C. I. Z. XV, 6296 e altre). Frammento di ansa coperta di vernice a smalto verdognolo con due semicerchi ai lati di una figura seduta poco riconoscibile (m. 0,045). Coperchio simile con due zone di bugne e peduncolo (m. 0,076). Mattoni con i bolli C.Z Z. XV, 12, 71, 79, 108, 104 (3 es.), 105, 109 (3 es.), 125, 129, 159, 315, 606, 648, 693, 704 a, 939, 958 a, 992 a, 994, 1015 a, 1033 (2 es.), 1052, 1076, 1094 (2 es.), 1116 a, 1298, 1368, 1435, 1449 a, 1615 a e
VERO III ET AMB Cos | EX FVND BRV TS MSH adr che completa il bollo: C.I.L. XV, 39; si ebbe inoltre un esemplare del mattone dell'officina di Cattius Sabinus (v. sopra pag. 53).
Bronzo. Un ditale. Frammenti di serrature.
Dante Vaglieri.
Nuove scoperte presso le Terme e la caserma dei Vigili di Ostia antica.
In una delle taberne delle Terme sulla via dei Vigili aprivasi in fondo una porta rozzamente murata. Tolto il muro, si riconobbe dietro di essa un vano, lungo quanto le taberne 4, 5, 6, trasformato in epoca posteriore in vasca; fu allora rialzato il pavimento e chiusa quella porta. È rivestito d'intonaco a cocciopisto. La volta, a botte, sulla quale rimanevano traccie del pavimento ad opera spicata del piano superiore, era caduta quando la vasca era già piena di terra, che mostrava varî strati d'incendi.
Sotto il pavimento della vasca verso sud, fu scoperta un piccola fogna; e dentro ad essa uno scheletro umano. Per questo vano si spera di poter penetrare più agevolmente in questa parte delle Terme, che è forse la più interessante. Negli scarichi si rinvennero mattoni con i bolli C.I.L. XV, 103, 129, 1368. In una delle finestre a feritoia della caserma dei Vigili, che dànno sulla via di comunicazione tra la via della Fontana e quella dei Vigili, si vede in opera un mattone col bollo C.I.L. XV, 1115 a.
Dante Vaglieri.
Lo sterro fu pure spinto nell'interno delle Terme all'angolo nord-ovest, dove si incontrarono vasche, fatte in epoca più tarda, e corridoi sotterranei, la cui esplorazione sarà compiuta alla ripresa dei lavori. Qui si raccolse, oltre ad un mattone col bollo C.I.L. XV, 693, due frammenti marmorei di sarcofagi baccellati. Il primo, che misura m. 0,39 X 0,44, conserva la maggior parte della rappresentanza che ne ornava il centro. Vi si vede la parte inferiore delle tre Grazie nude nel consueto aggruppamento; in terra, a sin., è un vaso baccellato per unguenti o per acqua, di forma molto allungata. Il secondo che misura m. 0,40 X 0,48, conserva il seguente frammento della iscrizione che era incisa entro targa ansata: ...IO | ...IMO | ...VS | ...IANVS | ...NET | ...ONO | ...ENTI Questo frammento si trovò adoperato come parete di una tomba molto recente ricavata in uno di questi vani.
Dante Vaglieri.
Nuove esplorazioni lungo la via principale.
Com'è noto, la caserma dei vigili non fu esplorata se non nella metà posteriore. Si è iniziato lo scavo delia parte anteriore. La facciata, lunga m. 41,40, è ora tutta scoperta nella parte più alta. Nel centro s'apre la porta larga m. 3,62, arcuata con cordone sull'arco e fiancheggiata dai due pilastri in mattoni, consueti negli edifizì ostiensi; essa dà accesso ad un corridoio largo m. 4,22. A ciascun lato della porta si vedono tre finestre a feritoia e oltre a queste, all'angolo della caserma, sotto un grande arco di scarico, una finestra di m. 1,62X1,18.
Qui si raccolse: Marmo. Frammento di trapezoforo. Altro di urna cineraria. Terracotta. Mattoni con i bolli C.I.L., XV, 239, 401, 693, 958 a, 1075, 1084«, 1344. Dalle Terme piovengono: una lucerna C. I. L.,XY, 6544 a; ed i mattoni con i bolli C. I. Z., XV, 140, lllóe, 1368, 1531, 1615, e a) C P G T TE PA ET AP COS b) OSCIANI APR.
I quattro tempietti, che sorgono dinanzi al Mitreo, stanno sopra una piattaforma, di cui sì vedono i tufi aggettati, a circa mezzo metro sotto il piano attuale. Essi hanno listello, gola, un altro listello ed una fascia orizzontale, modanature, che, rivestite di stucco, dovevano essere evidentemente viste dal di sotto. Fu aperto quindi un cavo innanzi il Mitreo.
Sotto uno scarico misto, a m. 1,40 sotto la cornice su indicata, alla base di una parete ad opera reticolata con tufi molto piccoli e piuttosto informi, venne in luce la grandiosa base del monumento, che si estende lungo tutto il lato, e che si è rinvenuta anche sul lato orientale. Innanzi al lato sud vennero in luce due gradini di tufo della scala che saliva al monumento.
Parallelo al lato settentrionale ed orientale (lungo la casa di L. Apuleio), corre, a m. 0,54 di distanza, un muro, senza aperture, in opera laterìzia, che ha la fondazione alla medesima altezza. Sembra un muro di recinzione o di rispetto.
Negli scarichi che riempivano questi spazi si raccolse: Marmo. Quattro frammenti di lastra scorniciata con l'iscrizione: PAREN... | LVCILVS GamaLA | FILIVS F. Purtroppo null'altro si è rinvenuto di questa iscrizione, la quale forse potrebbe darci luce su qualche opera dei Lucilii Gamalae e sulla loro parentela. Frammento di lastra iscritta (m. 0,145 X 0,32 X 0,025): D COSSVTI. Frammento di simulacro di cane seduto sulle gambe posteriori (m. 0,215). Terracotta. Lucerne: fondo con la marca di fabbrica, graffila a crudo (C.I.L., XV, 6592 è): O P P I ; una a vernice nera argentea con testa del Sole sum ezza luna tra due stelle; una con un dromedario; una a vernice rossa con una conchiglia, tutte di epoca piuttosto antica; una di epoca più tarda, con due palme; ed un frammento di una a vernice marrone. Un'ansa di anfora con l'iscrizione: CSPOYCE Un frammento di anfora con la marca: INAFV. Un frammento di tegolone baccellato con tracce di color bianco. Frammento di decorazione con palmetta ed ovoli (m. 0,09X0,15); frammento di acroterio con volute e traccia di color bianco (m. 0,18X0,16); frammento di antefissa, di impasto molto grossolano, con due caproni cozzanti, e una palmetta (ra. 0,125 X 0,153). Un fondo di olletta, ad impasto fine, con graffiti verticali. È ben conosciuto quel muro di blocchi di tufo, che chiude ad oriente l'edifizio segnato con la lettera F nella pianta recentemente pubblicata dal Carcopino.
Di quei blocchi si vedevano sei file, coperte di stabilitura a cocciopisto. Fatto in saggio all'intercapedine, a ni. 0,48 dal piano presente, si è incontrato un pavimento a cocciopisto, a m. 0,60 sotto a questo un altro in opera spicata, e finalmente, a m. 0,75 più sotto, la fondazione del muro, che appare ora nella sua grandiosità. Innanzi ad esso corre una cunetta larga m. 0,38.
Si è iniziato uno scavo nella taberna prossima ad occidente (Carcopino, tav. citata f9), sotto la quale il muro di blocchi di tufo sembra piegare ad ovest. A m. 0,30 dal piano attuale si è incontrato le tasselle sciolte di un mosaico bianco-nero, e dopo m. 1,20 di scarico, il cervello di una fogna troncato dalle fondazioni della taberna.
D. Vaglieri.
1914
Pianta delle Terme di Nettuno a Ostia antica
Ostia, cenni storici e guida
1909
Pianta degli sterri 1908-09 ad Ostia antica
Notizie degli scavi di antichità
1903
Scavi di ostia antica
Ostia, cenni storici e guida
1897
Pianta degli Sterri presso la caserma dei Vigili di ostia antica
1888
Scavo di un Edificio ad uso di bagni ad Ostia antica
Notizie degli scavi di antichità
1865
Paolo Cacchiatelli
Terme ostiensi
Le Scienze e le Arti sotto il pontificato di Pio IX
1865
Paolo Cacchiatelli
Palestra nelle Terme ostiensi
Le Scienze e le Arti sotto il pontificato di Pio IX