Codice identificativo monumento: 5633
Nuove esplorazioni nell'area delle tombe.
Nel 1865 Pietro Ercole Visconti rimetteva in luce nel suburbano Ostiense verso Laurento due tombe contigue, quasi simili tra loro, di bellissima e caratteristica costruzione, adorne di graziosi stucchi e di pitture. Conservano ancora il nome di Tombe dei Claudii, col quale nome furono chiamate per il fatto che in una di esse furono sepolti liberti e schiavi dell' imperatore Claudio (cfr. Dessau, C.I.L., XIV, pag. 86; v. la riproduzione nell'opera Le scienze e le arti sotto il pontificato di Pio IX). L'altra tomba, come ci indica la sua iscrizione, fu fatta da un D. Folius Mela per sè ed altri; e furono in essa sepolti dei Livii, dei Settimii, una Salina- toria e un Clodio (C.I.L., XIV, 358).
Sia perchè il Visconti non isolò completamente i monumenti, sia perchè questi furono abbandonati, essi molto deperirono e si erano resi inaccessibili. Approfittando di un momento in cui erano sospesi gli altri lavori, ne curai la ripulitura interna e ne iniziai l'isolamento.
Nella tomba di Folio Mela, a destra di chi entra si vede un corridoio, che non era stato mai esplorato. Vi si scopri una scala molto stretta, che conduceva al piano superiore. La parte più alta di essa posa su due cippi di travertino, che servono di sostegno alla scala. Uno di essi, che misura, nel tratto visibile, m. 0,74 X 0,40 X 0,14, reca l'iscrizione: D FOLIVS C (rovesciata) L MELA IN FRONTPXXV IN AGRP XX e l'altro, che misura, sempre nella parte visibile, m. 0,80X0,36: D FOLIVS MEla IN FRONTP XXV IN AGR P XX.
I due cippi appartengono all' istesso monumento, che misurava piedi venticinque per venti. Questo Decimo Folio Mela, liberto di una donna, qui nominato, sembrerebbe diverso da quello sopra indicato (C.I.L. XIV, 358); il quale si dice liberto di Dionisio ed insieme figlio di un Decimo Critonio Dionisio tanto più che anche il monumento di questo è diverso, misurando esso piedi trenta per ventidue e mezzo, secondo la stessa iscrizione.
Se ne dovrà inferire che qui esistesse già un sepolcro di un Decimo Folio Melii, che fu distrutto e poi rifatto da un omonimo di costui, appartenente all' istessa familia. Allora i cippi terminali dell'altro furono messi in opera nel nuovo. Senonchè mi sembrerebbe anche possibile che si tratti dello stesso liberto, indicato con due diversi patroni; e, infatti, se come è probabile, il patrono Dionisio è suo padre Critonio, potremmo supporre che il nostro Mela sia stato liberto di lui, ed insieme di una Folia, dalla quale avrà preso il gentilizio. B le misure in tale caso potrebbero spettare alla sua parte di monumento.
Qui si rinvenne pure un altro cippo di travertino (m. 0,45 X 0,30 X 0,09) con l'iscrizione: d. CRITONlVS C L QYINTIO CRITONIAC L ZOSIMA IN FR P XVI INAGR PXX. Questo cippo apparteneva ad un altro monumento, o ad una altra parte di questo? Anche questi Critonii appaiono congiunti con i Folii; Folio Mela infatti è figlio di D. Critonio Dionisio, di cui appare pure liberto, e di Critonia Chila e fratello di Critonia Auge.
Nella terra che stava nei due monumenti e intorno ad essi si raccolse; Marmo. Frammento di lastra marmorea (m. 0,18 X 0,17 X 0,03) col resto epigrafico: CLA EVTYC. Due piedi uniti, col principio delle gambe, che servivano come sostegno di un oggetto (m. 0,103). Terracotta. Testina con capelli lunghi, coperti di manto e con bocca aperta (m. 0,036). Mattoni con i bolli C.I.L. XV, 59, 618, 861 e FIGILINEIS CIVNEICE. Frammenti di vasi aretini con le marche, C.I.L., XV, 5297 a (2° es.), 5388 e in pianta di piedi P DEIoREI, altro frammento fittile ornato, col graffito MINOS. Inoltre un fondo (medaglione?), su cui è rappresentata una Nereide, trasportata da un toro marino e sotto un tirso; un altro con testa di Medusa in vaso piriforme a vernice rossa (m. 0,103); due frammenti di un vaso a forma di gallo (in. 0,084 e m. 0,100); altri diversi. In un'ansa di aafora leggesi la doppia marca: VI CA VR. Lucerne: C.I.L., XV, 6461, 20; 6593, 76; una a vernice tirata a stecca con la inarca: ATI ME (cfr. C.I.L., XV, 6320); una a vernice nera con la marca: LMSA graffita a crudo; una con la rappresentanza di Giove trasportato dall'aquila ; una con anello e testa di satiro ; una con simplegma erotico e la marca C.I.L., XV, 6494a; una a vernice rossiccia con xm uccello su un ramo di alloro; una a vernice rossa e tracce di vernice nera con due delfini nell'acqua, affrontati e sotto due lettere graffite a crudo una sull'altra: P A , infine una a vernice rossa col becco e una rosa nel centro e altre diverse. Bronzo. Un asse di gr. 30,5. Anelli e altri piccoli oggetti.
Si è continuato, per quanto l'acqua lo ha permesso, lo studio della porta repubblicana e del terreno in prossimità di questa, ma non è ancora tempo di riferirne, prima che i lavori non siano più progrediti. Nella sabbia e breccia a pochi centimetri dalla fondazione repubblicana e innanzi alla sottofondazione dell'aggiunta imperiale è tornato in luce un vaso di terracotta ad ingubbiatura a stecca (m. 0,15 X 0,187).
Sotto i selci della strada più recente che passa per la porta si rinvenne un frammento di sarcofago marmoreo (m. 0,35 X 0,23 X 0,09), su cui si vede la metà superiore di una figura femminile nuda, col capo coronato di spighe, rivolta a sin. e coi capelli che cadono sul dinanzi delle spalle; a destra avanzo del clipeo.
D. Vaglieri.