Data: 105 / 112
Codice identificativo monumento: 564
Inaugurazione del Foro e dei Mercati di Traiano.
L'urna d’oro con le ceneri dell'imperatore Traiano, viene posto alla base della monumentale Colonna Traiana.
Nel corso dei lavori di ricostruzione del palazzo Zambeccari, sono trovate cinque gigantesche teste di animali provenienti dal foro di Traiano: un ariete, un cammello e un cavallo, un toro e un bue. Sono utilizzate dal cardinale Bonelli per ornare il suo palazzo, integrandole con una testa di elefante e di rinoceronte.
Decreto Imperiale che delibera l'abbellimento della Piazza Trajana. Pietro Bianchi viene incaricato di sviluppare un progetto per gli sterri, le demolizioni e la sistemazione finale dell'area.
La Commissione degli abbellimenti della città di Roma, approva il progetto di Pietro Bianchi per la sistemazione della piazza Trajana. Il piano, prevede la demolizione del Monastero dello Spirito Santo e del Convento di Santa Eufemia, che insistevano sulle rovine del Foro, e la realizzazione di un emiciclo in un piazzale ribassato che al lato opposto vede una fontana moderna senza nessun recupero dei ruderi traianei.
Avvio dei lavori di sterro a Piazza della Colonna Traiana.
Si concludono gli scavi promossi da Pio VI alla Basilica Ulpia. Durante i lavori di isolamento, sono demolite le fabbriche a Nord della strada di San Lorenzo ai Monti, tra le quali la chiesa e il conservatorio di Sant'Eufemia, e la Chiesa con annesso Monastero delle Canonichesse Lateranensi. Una targa commemorativa viene posta sul muro sud del nuovo perimetro degli scavi.
Corrado Ricci, Direttore generale delle Belle Arti, lancia una sua ben meditata proposta: quella di isolare gli avanzi di tutti i Fori imperiali: "assai saviamente, non propugna quello che pur sarebbe l'ideale degli studiosi e di tutti coloro che venerano i grandi vestigi delle nostre grandissime memorie; e cioè l'abbattimento totale delle case che coprono l'area dei Fori. Enormi e pressochè insuperabili difficoltà d'ordine finanziario e di economia cittadina avrebbero senza dubbio sepolto fino dal nascere questo progetto, qualunque fosse l'autorità di chi lo enunciava.
Egli propugna invece un minimo di demolizioni, là dove le demolizioni per varie cause sono più facilmente attuabili; e con un paziente e sagace lavoro d'indagini, propone poi alcuni isolamenti di monumenti cospicui che sono, per così dire, non già totalmente sepolti, ma piuttosto mascherati, e che possono essere rimessi in luce senz'alcun danno anzi, talora, con manifesto vantaggio della viabilità, e con uno sforzo finanziario relativamente modesto.
Io non posso, per l'indole e i limiti di questo articolo, seguire il Ricci nella minuta esposizione ch'egli fa dei lavori da compie! basti dire, per dare a parole un'idea del geniale disegno, che lo scavo in un vicoletto cieco, dietro via Alessandrina, e l’abbattimento di due luride bottegucce di un maniscalco e di un oste, varrebbero a scoprire le tre esedre, ora invisibili, del Foro Traiano; e che la demolizione di due luride casucce di non grande importanza verso l'arco detto Arco dei Pantani, rimetterebbe in luce quel maraviglioso Tempio di Marte Ultore, delle cui imponenti mura e delle grandi favisse le nostre incisi ora un'adeguata idea.
Propone anche il Ricci una leggera, e in tutto facile ed opportuna variante al percorso dell'ultimo tratto della Via Cavour secondo il piano regolatore: la nuova via seguirebbe così l'asse maggiore del Foro di Cesare, penetrando fra i poderosi resti della cinta di queto Foro in contatto col gruppo degli edifici della Curia Giulia e l'area del tempio di Venere Genitrice: la via Cavour passerebbe poi a oriente del monumento a Vittorio Emanuele e precisamente sul percorso dell'antica « Via Flaminia, lasciando scorgere a destra, liberi e imponenti, tutti i ruderi della magnifica Basilica Ulpia.
Il costo totale dei lavori proposti dal Ricci supera di poco i tre milioni, che, probabilmente, si dovrebbero spendere in otto o dieci anni. Io non dubito dunque che ad un disegno così geniale e così facilmente attuabile, come i topografi di Roma antica e gli archeologi, primo il Lanciani, riconobbero arriderà prospera sorte."
Per liberare le rovine dei Mercati di Traiano, a Palazzo Ceva viene demolito il piano ammezzato e piano nobile nella parte sovrappostante l'emiciclo.
Il regio Commissario al Municipio di Roma annuncio l'avvio ai lavori di liberazione dei Fori Imperiali:
"lo però credo che poche volte sia stata incentivo a compiere cosa meritoria quanto la redenzione degli avanzi del Fòro d'Augusto, annunziata il 21 aprile di quest'anno, a coronazione d’antiche aspirazioni, antiche sicuramente di più che quattro secoli, perchè fu proprio durante il Rinascimento che Raffaello ne lanciò il voto, voto che forse ne raccoglieva altri già vecchi.
E veramente è da riconoscere il merito di quanto ora avviene, al senatore Filippo Cremonesi, regio Commissario al Municipio di Roma, spirito vigile nell’attuare quanto può giovar alla sua insigne città, e al comm. Alberto Mancini, segretario generale del Municipio stesso, uomo di fermi propositi, il quale, entrato nella via d’una impresa che gli sembri degna, vi persevera calmo quanto risoluto.
Il piano di lavoro, da essi accolto, è quello che io avanzai sino dal 1911, dopo che mi era stato concesso, come direttore generale delle antichità e belle arti, d'isolare le terme.
Non v'ha certo chi non vegga che idealmente la più grandiosa delle imprese sarebbe quella di liberare interamente l'area dei Fori tra il colle capitolino e il colle opposto; ma, realtà, tale progetto è ora e lo sarà per molto tempo, non per senpre, irrealizabile per i troppi edifici dovendosi abbattere e troppa folla di abitanti da spostare.
Sostenere ad oltranza tale progetto e volerlo inattuato era la stessa cosa. E fu per questo ch'io m'indussi a farne uno che, riducendo a poco le demolizioni, desse però un uguale risultato per quanto riguardava lo scoprimento delle maggiori parti monumentali. Basta infatti che si demoliscano le dieci o dodici case a levante di via Alessandrina, perchè tutte le testate orientali dei Fòri di Nerva, d'Augusto e di Traiano tornino all’ammirata vista di tutti.
Per ora, intanto, si scopriranno i grandiosissimi avanzi del Fòro d'Augusto, grazie alla raggiunta permuta del monastero dell'Annunziata dei Pantani con altri stabili di proprietà comunale.
E poichè la parte dei Fòri, che presto si scoprirà, è quella di mezzo, così v'è ragione a sperare che tosto parrà nece ia anche la liberazione dei Fòri laterali.
Ce ne danno, del resto, affidamento le parole con le quali si chiude la stessa pubblicazione ufficiale ora apparsa: L'Ammi-nistrazione Comunale fart tutto it possibile anche in avvenire perch e siano esauditi i voti, tante volte formulati, per la completa resurrezionc dei Fed Imperiali. ll Govern() Nationale, che dalla Romana grandezza ha tratto sa-piente misura di giustizia e di forza, vorra indubbiamente, con it stto pieno consenso, rendere pig agevole it raggiungimento della nobilissima meta, che segnera, in una suprema visione di bellezza, la rinascita di quells Roma che fu, nei secoli, luce di grandezza e di civiltà. "
Corrado Ricci
Scavi per la liberazione dell'esedra dei Mercati di Traiano.
Il Demanio dello stato cede al Governatorato, per avviare la di liberazione dei Mercati traianei, l'edificio dell'ex Caserma di Santa Caterina a Magnanapoli, il terreno circostante alla torre delle Milizie e parte dell'ex convento prospiciente la Salita del Grillo.
Per procedere con gli scavi a sud dell'esedra dei Mercati di Traiano, viene demolito l'edificio dell'Ospizio delle Vedove.
L'on. Mussolini, guidato da Corrado Ricci e accompagnato da Giunta, Starace e personalità, visita gli scavi ai Mercati di Traiano e la Casa dei Cavalieri di Rodi.
Nel corso della demolizione di un caseggiato al civico 101 di via Alessandrina, un manovale fece cadere a terra una lastra di ferro coperta da una doppia fila di mattoni: dall'apertura fuoriuscì una cascata di monete d'oro e di gioielli. Era il tesoro privato di un antiquario romano, Francesco Martinetti, che aveva vissuto in quell’appartamento dal 1865 fino al giorno della sua morte nel 1895. 2529 monete d’oro antiche, medioevali, moderne e ottocentesche, 81 tra oggetti di oreficeria e gemme, molte delle quali, in seguito riconosciute provenire da una delle collezioni di glittica più preziose del XVII secolo, la Collezione Boncompagni Ludovisi, di cui si era persa ogni traccia.
Terminano i lavori di isolamento dei Fori imperiali. Varie strutture sono state sacrificate nelle demolizioni di Via Alessandrina e Via bonella: la chiesa di Sant'Urbano ai Pantani; il Convento di Santa Caterina; la chiesa di San lorenzo ai Monti, dove l'iconostasi e gli arredi interni, sono donati parte al Pontificium Collegium Russicum e parte all’abbazia di San Nilo a Grottaferrata. La fontanella rionale appoggiata al muraglione che chiudeva lo scavo su Via Alessandrina viene smontata e portata nei depositi comunali.
Il Re Vittorio Emanuele III inaugura la IV Mostra del Sindacato Fascista di Belle Arti del Lazio ai Mercati di Traiano.
Adunata di 1500 rumeni. Dopo aver acclamato il Duce Mussolini affacciato al Balcone di Palazzo Venezia, ricevono in dono dal Governatore Piero Colonna, un frammento del Foro di Traiano.
Sacrificando un settore dei Giardini dei Fori Imperiali, si avviano gli scavi nell'area centrale del Foro di Traiano e nel settore Est del Foro di Cesare.
Sacrificando un settore dei Giardini dei Fori Imperiali, si avviano gli scavi nell'area est del Foro di Traiano.
Riapertura al pubblico del belvedere di Via Alessandrina. Partecipano alla cerimonia il sindaco Ignazio Marino e il Sovrintendente di Roma Capitale Claudio Parisi. Il Belvedere sui fori era chiuso da 14 anni per permettere degli scavi archeolgici.
Viene firmata una convenzione dal sindaco Marino e dal ministro della Cultura e del Turismo azero Abulfas Qarayev, che prevede il finanziamento (con una donazione di un milione di euro) di scavi che interesseranno una porzione dell'area dove oggi corre via Alessandrina. Sparirà quindi il tratto settentrionale della storica via Alessandrina, unica testimonianza superstite del quartiere che si venne a creare dal XVI secolo nell'area dei Fori.
Riparte la campagnia di scavi presso i resti di via Alessandrina. Gli scavi, iniziati già nel 2016, si era subito bloccati per la presenza di cavi elettrici.
Firmato un protocollo d'intesa tra il ministro per i Beni Culturali Albero Bonisoli e la sindaca Virginia Raggi, per riunificare nelle visite al pubblico, l'area statale e comunale dei Fori (attraverso un percorso nei tunnel sotto la via dei Fori Imperiali).
Si concludono i lavori di smantellamento del primo tratto di via Alessandrina, che hanno permesso di ricongiungere le due parti del foro di Traiano. I ritrovamento effettuati durante gli scavi (un volto di Dioniso, un ritratto colossale di Augusto e un busto appartenente alle circa 70 statue di guerrieri daci che decoravano l'attico del foro) sono stati collocati nel vicino Museo dei Fori Imperiali nei mercati di Traiano.
Nella bella cornice dei Mercati di Traiano, alla presenza del ministro alla Cultura, Gennaro Sangiuliano, del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e del Sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce, viene presentato il progetto vincitore del bando internazionale della nuova passeggiata archeologica, collegherà l'intera area centrale della città - dai Fori, al Colosseo, al Celio, al Palatino, alle Terme di Caracalla, al Circo Massimo, fino al Campidoglio. L’obiettivo del concorso, per il quale sono pervenute 23 proposte progettuali, è la realizzazione di un grande anello pedonale che riprende l’idea della passeggiata di fine Ottocento del ministro Baccelli. Una passeggiata unica al mondo che congiungerà via dei Fori Imperiali con gli altri percorsi intorno al Colle Palatino, intercettando l'itinerario ciclo-pedonale di via di San Gregorio, di via dei Cerchi, di via di S. Teodoro e delle salite e discese del Colle Capitolino, e che sarà caratterizzata da un incremento dei servizi dell’area, tra cui spazi pedonali, aree verdi, balconate, percorsi sopraelevati e percorrenze ciclo-pedonali. Il costo stimato per la realizzazione delle opere è di euro 18 milioni e 800 mila euro.
Il foro venne eretto per ordine dell'imperatore Traiano con il bottino ricavato dalla conquista della Dacia, conclusasi nel 106. I Fasti Ostiensi ci informano che il Foro venne inaugurato nel 112, e la Colonna di Traiano nel 113. Per realizzare questo complesso monumentale fu necessario compiere un ampio lavoro di sbancamento, eliminando le pendici dei colli Quirinale e Campidoglio, che si univano chiudendo la valle dei Fori Imperiali verso il Campo Marzio.
È possibile che i lavori di sbancamento fossero stati già iniziati sotto Domiziano, mentre il progetto del Foro viene solitamente attribuito all'architetto Apollodoro da Damasco, che aveva accompagnato l'imperatore nella campagne daciche. Contemporaneamente al Foro, anche per contenere il taglio delle pendici del Quirinale, vennero innalzati i Mercati di Traiano, e fu inoltre rimaneggiato il Foro di Cesare, dove si eresse la Basilica Argentaria e venne ricostruito il tempio di Venere Genitrice.
Il Foro era costituito da una vasta piazza con portici sui due lati, chiusa sul fondo dalla Basilica Ulpia e ornata da una colossale statua equestre di Traiano. La piazza era pavimentata con lastre rettangolari di marmo bianco. I portici laterali, rialzati con gradini rispetto alla quota della piazza, avevano un ordine corinzio con fusti scanalati in marmo pavonazzetto, sormontato da un attico con sculture di Daci, probabilmente sia in marmo bianco, sia in pavonazzetto, alternati a clipei (scudi) con ritratti imperiali: il motivo riprende abbastanza da vicino il modello dell'attico dei portici del Foro di Augusto.
Anche all'interno i portici erano riccamente rivestiti di marmi colorati: la pavimentazione era costituita da un disegno di quadrati in cui si iscrivevano alternativamente quadrati più piccoli o cerchi, in marmo giallo antico, e ancora in pavonazzetto, e anche il muro di fondo era rivestito di marmi e ritmato da un ordine di lesene che rispecchiavano le colonne della facciata. Al centro dei portici, dietro un diaframma di profondi pilastri che segue l'allineamento del muro di fondo, si apriva un'ampia esedra coperta, anch'essa pavimentata con un simile disegno di marmi colorati e con un ordine di lesene applicato sul muro di fondo; al centro di questo si apriva una nicchia, inquadrata da colonne in granito del Foro.
La Basilica Ulpia (il nome deriva dal gentilizio dell'imperatore) si affacciava sulla piazza con il lato lungo, rialzato per mezzo di gradini. La facciata era aperta da tre avancorpi con fusti in marmo pavonazzetto e giallo antico, sormontati nuovamente da un attico con sculture di Daci in marmo bianco, che questa volta si alternavano a pannelli decorati in rilievo da cataste di armi e che sorreggevano un coronamento sporgente con iscrizioni in onore delle legioni dell'esercito.
Alle spalle della Basilica si trova la Colonna di Traiano, che si innalza in uno stretto cortile chiuso anteriormente dal muro di fondo della Basilica e fiancheggiato da portici con fusti scanalati in marmo pavonazzetto. Dietro i portici si aprono due ampie aule con nicchie sulle pareti in laterizio che ne hanno suggerito un'interpretazione come Biblioteche. Le nicchie erano accessibili per mezzo di gradini, interrotti da piedistalli che sostenevano le colonne dei due ordini sovrapposti che decoravano la parete, leggermente distaccati da questa. Gli ambienti erano pavimentati con grandi lastre in granito grigio, riquadrate da fasce in marno giallo antico.
Il complesso dei mercati, che in origine si estendeva anche oltre i limiti dell’attuale area archeologica, in zone oggi occupate da palazzi moderni, era destinato principalmente a sede delle attività amministrative collegate ai Fori Imperiali. Il complesso sorse contemporaneamente al Foro di Traiano, agli inizi del II secolo, per occupare e sostenere il taglio delle pendici del colle Quirinale, ed è separato dal Foro per mezzo di una strada basolata. Si articola su ben sei livelli.
Le date dei bolli laterizi sembrano indicare che la costruzione risalga in massima parte al regno di Traiano. Forse è da attribuire al suo architetto Apollodoro di Damasco, sebbene sia possibile che il progetto fosse già stato concepito sotto Domiziano, alla cui epoca potrebbe essere attribuito almeno l'inizio dei lavori di sbancamento. Gli edifici sono separati tra loro da un percorso antico che in età tarda prese il nome di via Biberatica.
La parte inferiore, a partire dal livello del Foro, comprende gli edifici del Grande emiciclo, articolato su tre piani e con due "Aule di testata" alle estremità, e del "Piccolo emiciclo", con ambienti di nuovo su tre piani. Due scale alle estremità del Grande Emiciclo consentono di raggiungere i piani superiori e la via Biberatica.
A monte della strada, si eleva il Corpo centrale, con tabernae al livello della via e altri tre piani di ambienti, alcuni particolarmente curati ed elaborati.
In direzione nord la via piega, fiancheggiata a monte dal complesso della Grande aula: l'ampio spazio centrale, su cui si affacciano una serie di ambienti su due livelli, costituisce l'attuale ingresso del monumento da via Quattro Novembre.
Da qui si accede con passaggi moderni sia alla via Biberatica che agli ambienti del Corpo centrale. Verso sud la via si ricollega con l'attuale via della Salita del Grillo, che ripercorre un percorso antico, costeggiando ambienti scarsamente conservati e il piano superiore di un ulteriore isolato. Dalla via Biberatica una scalinata permette di accedere alla via della Torre e al Giardino delle Milizie, alle spalle del Corpo centrale, con altre strutture di età romana su cui venne edificata la Torre delle Milizie, del XIII secolo.
I "Mercati di Traiano" costituiscono un articolato complesso architettonico che, utilizzando la duttile tecnica costruttiva del laterizio (cementizio rivestito da un paramento in mattoni), sfrutta tutti gli spazi disponibili. ricavati dal taglio delle pendici della collina, inserendo ambienti di varia forma ai differenti livelli del monumento. Tale articolazione permette di passare dalla disposizione curvilinea dell’esedra alle spalle dei portici del Foro di Traiano, a quella rettilinea del tessuto urbano circostante.
In tutto il complesso gli ambienti erano prevalentemente coperti da volte in muratura, dalle forme più semplici delle volte a botte, alle semicupole che coprono gli ambienti di maggiori dimensioni, al complesso sistema di copertura della "Grande aula", con sei volte a crociera.
La tecnica laterizia è notevolmente curata anche in senso decorativo, in particolare sulla facciata del "Grande emiciclo" un ordine di lesene inquadra le finestre del secondo piano, sormontate da frontoncini alternativamente triangolari, oppure arcuati e affiancati da due mezzi timpani triangolari. Questo partito decorativo, rimasto sempre in vista e disegnato da numerosi artisti rinascimentali, è realizzato con mattoni appositamente sagomati, che si ritrovano anche nelle cornici marcapiano in altre parti del complesso particolarmente curate.
Le pavimentazioni utilizzano ampiamente, soprattutto nelle parti scoperte, l'opus spicatum (mattoni di taglio disposti a spina di pesce), a cui spesso veniva sovrapposto un secondo strato pavimentale in mosaico monocromo nero di piccole tessere di selce: la sovrapposizione di due strati contribuiva ad assicurare l’impermeabilizzazione degli ambienti sottostanti.
La presenza di numerosi ambienti in forma di "tabernae", in particolare lungo i percorsi esterni, non è necessariamente indice di una funzione commerciale del complesso: anche le vie basolate che ne costituiscono i percorsi esterni sono infatti accessibili prevalentemente mediante scale che superano i dislivelli, e pertanto non erano percorribili dai carri necessari per il trasporto delle merci.
Il monumento doveva piuttosto costituire una sorta di "centro polifunzionale", dove si svolgevano attività pubbliche soprattutto di tipo amministrativo. La distribuzione degli ambienti, i loro collegamenti e l’articolazione dei percorsi interni dovevano dipendere dalle diverse funzioni delle stanze, come uffici o archivi, in stretto collegamento con il complesso forense. Negli ambienti del "Corpo centrale" doveva aver sede il procurator Fori Divi Traiani, citato in un'iscrizione recentemente rinvenuta, e preposto probabilmente all'amministrazione e alla gestione del complesso monumentale.
Il Foro di Traiano continuò a vivere a lungo. A metà del IV secolo Costanzo II in visita a Roma ammirò grandemente la statua equestre di Traiano e gli edifici che la circondavano. Solo intorno alla metà del IX secolo le lastre della pavimentazione della piazza furono sistematicamente sottratte per essere riutilizzate, probabilmente per farne calce di ottima qualità, e tuttavia fu ripristinata una pavimentazione in battuto, come segno che la piazza era ancora frequentata come spazio pubblico. Infine i problemi di impantamento di tutta l'area portarono ad un rialzamento del terreno e sulle mura delle strutture abitative che si erano insediate direttamente sul piano del Foro venne costruito nel XVI secolo il cosiddetto quartiere Alessandrino, la cui struttura restò immutata sino alle demolizioni mussoliniane per l'apertura di via dei Fori Imperiali.
1931
Marcello Piacentini
Sistemazione di Magnanapoli sul Foro Traiano
Piano Regolatore del 1931
1931
Marcello Piacentini
Vista della sistemazione di Piazza Venezia
Piano Regolatore del 1931
1931
Marcello Piacentini
Pianta della sistemazione di Piazza Venezia
Piano Regolatore del 1931
1924
anonimo
Redenzione degli avanzi del Fòro d’Augusto
1912
anonimo
Progetto di isolamento e liberazione dei Fori imperiali
L'Illustrazione Italiana 1912
1851
Luigi Cavalieri
Bagni di Paolo Emilio
Principali monumenti di Roma e sue vicinanze
1850
Luigi Rossini
Ritrovamenti nel Foro Traiano
I principali Fori di Roma Antica
1850
Luigi Rossini
Fregi del Foro di Traiano
I principali Fori di Roma Antica
1850
Luigi Rossini
Fregi trovati nel Foro di Traiano
I principali Fori di Roma Antica
1850
Luigi Rossini
Trabeazione del Foro di Traiano
I principali Fori di Roma Antica
1850
Luigi Rossini
Fregi trovati nel Foro di Traiano
I principali Fori di Roma Antica
1848
Luigi Canina
Elevazione del Foro Trajano
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1848
Luigi Canina
Piante ed elevazione del foro Trajano
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1848
Luigi Canina
Particolari del foro Trajano
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1848
Luigi Canina
Sezione della basilica Ulpia
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1848
Luigi Canina
Decorazione esterna della Basilica Ulpia
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1848
Luigi Canina
Decorazione della Basilica Ulpia
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1848
Luigi Canina
Particolari del Foro Trajano
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1848
Luigi Canina
Esposizione del Foro Trajano
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1848
Luigi Canina
Veduta del Foro Trajano
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1848
Luigi Canina
Esposizione della parte semicircolare del foro Trajano
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1848
Luigi Canina
Esposizione degli edifizi intorno la colonna coclide
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1843
anonimo
Bagni detti di Paolo Emilio
Gli edifici antichi di Roma
1843
Luigi Canina
Foro Trajana
Supplemento all'opera Sugli edifizi antichi di Roma
1842
Luigi Canina
Bagni di Paolo Emilio
Supplemento all'opera Sugli edifizi antichi di Roma
1835
Giovanni Battista Cipriani
Bagni di Paolo Emilio
Itinerario figurato degli edificij più rimarchevoli di Roma
1830
Agostino Penna
Avanzi dei bagni di Paolo Emilio
Vedute pittoriche de monumenti antichi e moderni di Roma
1824
anonimo
Pianta del Foro di Traiano
1824
anonimo
Pianta dei bagni di Paolo Emilio
1823
Luigi Rossini
Veduta del secondo ordine dei bagni di paolo emilio
Raccolta delle più interessanti vedute di Roma antica
1821
George Ledwell Taylor
Forvm of TraJan
Architectural Antiquities of Rome
1820
anonimo
Avanzi del secondo ordine del Foro di Traiano
Vedute antiche e moderne le più interessanti della città di Roma
1818
Pietro Parboni
Soatruzioni del Quirinale dette Bagni di Paolo Emilio
Raccolta de monumenti più celebri di Roma antica
1817
Giovanni Battista Cipriani
Bagni di paolo Emilio
Degli Edifici Antichi e Moderni di Roma
1813
anonimo
Progetto di abbellimento della Piazza Trajana
Album Gabrielli
1810
Giovanni Battista Cipriani
Foro Traiano
1803
Giovanni Battista Cipriani
Pianta dei bagni di Paolo Emilio
Monumenti di Fabbriche antiche - tomo III
1803
Giovanni Battista Cipriani
Spaccato dei bagni di Paolo Emilio
Monumenti di Fabbriche antiche - tomo III
1803
Giovanni Battista Cipriani
Studi dei bagni di Paolo Emilio
Monumenti di Fabbriche antiche - tomo III
1763
Giovanni Brun
Bagni detti di Paolo Emilio
Accurata e succinta descrizione topografica delle antichità di Roma
1756
Giovan Battista Piranesi
Foro di Traiano
Le Antichità Romane - Tomo I
1708
Bonaventura van Overbeek
Les Bains de Paul
Les restes de L'Ancienne Rome
1615
Aloisio Giovannoli
Mercati di Traiano
Vedute degli antichi vestigj di Roma
1615
Aloisio Giovannoli
Thermae pauli Aemilij
Vedute degli antichi vestigj di Roma
1613
Giacomo Lauro
Columna Traiana
Antiquae Urbis Splendor
1610
Pietro Martire Felini
Balnea Pauli Aemilii
Trattato nuovo delle cose maravigliose dell'alma città di Roma
1569
Giovanni Battista Cavalieri
Thermae Lateritiae Pauli Eemilij
Vrbis Romae Aedificiorvm
1551
Hieronymus Cock
Mercati di Traiano
Praecipua aliquot Romanae antiquitatis ruinarum