Codice identificativo monumento: 5643
Nel primo tratto della via a Mare, nel fare gli scavi per piantagione di alberi, sulla sinistra, furono rinvenute due fosse sepolcrali con ossa umane, e più oltre, dove la strada comincia a correre quasi diritta, altre tre tombe, in fondo ad una delle quali si trovò parte di pavimento spinato. Sulla destra furono poi rinvenuti alcuni pezzi di mosaico, evidentemente appartenenti allo stesso pavi- mento che trovasi sulla volta visibile dalla strada.
Poco oltre venne scoperta una macina. Sempre sulla destra, in corrispondenza della tomba dei Claudii », insieme con frammenti di grosse tegole ed ossa fu trovata una lastra marmorea (m. 0,26 X 0,28 X 0,03) con la seguente iscrizione: D M Q TANNVSSIVS SVCCESSVS QVI. VIXIT ANNOS.III. MENSES VI. Nell'ampia prateria, a sinistra, presso la strada, giace il frammento di cippo (m. 0,73 X 0,92 X 0,62) con l'iscrizione pubblicata nel C.I.L. XV, 1312.
Dante Vaglieri.
Essendosi fatte delle buche per piantare degli alberi lungo la via che dalla Ostia moderna va al mare, in alcune di esse si notarono muri o materiali laterizi. In una riapparve un pavimento a mosaico bianco con fascia nera, chiuso nel lato verso la strada da pochi resti di un muro laterizio e forse appartenente ad una tomba. In altra buca si recuperò una pietra da molino; in un'altra alcuni poligoni di una strada che andava quasi parallela all'odierna.
Una buca, a m. 34,20 dall'angolo sud-est della tomba dei Claudii, mostrava delle tombe a fossa, con pareti laterizie. Scoperchiata una di queste tombe si constatò che era lunga m. 1,90, larga m. 0,38 alla testa, e m. 0,30 ai piedi e alta m. 0,19. Il cadavere, rivolto verso sud-est, posava su uno strato di calce bianca, alto in media m. 0,14. Uno dei tegoloni che ricopriva la tomba recava il bollo C. I. L. XV, 616. Il fondo della tomba era alto m. 0,12.
Sotto a questa ne era un'altra col cadavere egualmente disposto verso sud-est sopra uno strato di calce. La tomba però era più grande di quella che le stava al di sopra. La parete dal lato della testa mancava, ed al suo posto eravi un'anfora in due pezzi con ossa umane combuste. Questa, appoggiata verticalmente alla tomba, aveva il tappo in gesso senza iscrizione; sul collo eravi la marca: Q POMPEI TRIONIS
Allargato lo scavo, venne in luce un colombario, che non fu però completamente esplorato. Una parete fu messa allo scoperto per quasi sei metri; essa conserva solo due file di nicchie, le superiori essendo state distrutte. Le nicchie misurano m. 0,28
X 0,42 X 0,25. Sotto ciascuna fila è un cordone con affresco rosso; un altro cordone è in fondo a contatto del pavimento. In ciascuna nicchia erano due urne (alt. in media m. 0,26; diam. alla bocca m. 0,17). Alcune erano chiuse con rozzi coperchi, altre con frammenti di anfore. In alcune furono rinvenute delle ossa, in altre ossa miste ad arena, in altre solo arena, ed in una soltanto calce. In una erano avanzi di un vaso di vetro e di un balsamario; in un'altra una lucerna con marca poco leggibile (C.I.L. XV, 6733?). Le urne erano state evidentemente rovistate già in antico. Il pavimento, formato da uno strato battuto di arena e calce, ha pendenze diverse.
Verso nord-ovest la stanza del colombario fu tagliata con un muro, largo m. 0,30, di piccoli pezzi di tufo rettangolari, rivestito d'intonaco con affresco rosso. Verso sud-est, a m. 2,60 da questo muro, fu tagliata con un altro muro, largo m. 0,25, di arte molto scadente, il quale chiudeva un piccolo spazio quadrato (m. 0,48 × 0,40). Questo piccolo spazio conteneva ventisei piccole urne cinerarie, le quali conservavano i resti di ossa combuste. Nella terra sopra al pavimento furono raccolti alcuni frammenti di lastre marmoree in una delle quali di m. 0,22 X 0,085 leggesi: RENTIO
A m. 1,92 dalla staccionata nell'interno del terreno di proprietà del principe Aldobrandini fu rinvenuta l'altra parete del colombario, che forma angolo con la precedente; corre verso nord-ovest, ed è parallela alla strada antica che le passa innanzi. Le pitture sono diverse. Nell'altra parete la linea superiore delle nicchie è a fondo bianco con fasce rosse, l'inferiore a fondo rosso, e sul cervello dell'archetto si vede un uccello di colore giallo posato su un ramo. La seconda parete invece è divisa in due zone, la superiore a fondo bianco con linee rosse orizzontali, che racchiudono palmette, e in fasce verticali ognuna a più colori ed a disegni geometrici. La zona inferiore è rossa con piccoli riquadri. La parte nord-ovest del colombario, fu separata più tardi dal resto, mercè un muro con intonaco e affresco rosso e senza nicchie.
Nell'angolo formato dalle due pareti, a m. 0.87 sotto il piano di campagna, si scoprì una tomba, appoggiata alle stesse pareti ed al muro die divide in due il colombario, e costituita nel quarto lato da un muro laterizio. Ha il fondo e la copertura formate da tegoloni. Lo scheletro giaceva verso nord-ovest.
Quasi nel mezzo del colombario, a m. 1,12 dal piano di campagna, fu scoperta un'altra tomba formata da tegoloni messi alla cappuccina, e coperti da rozzo muro. Il cadavere era rivolto verso nord-ovest.
La tomba a sud-est era chiusa da un frammento di tegola fittile con la consueta rappresentanza della Nike in atto di domare il toro. Aperto il pavimento in un punto, dove la sua forma a schiena d'asino faceva ritenere che coprisse altre costruzioni, riapparvero tre gradini in muratura (m. 0,20 X 0,30) rivestiti d'intonaco, con affresco rosso, appoggiati da un lato alla parete del colombario e dall'altio ad un muretto, largo m. 0.30, esso pure rivestito d' intonaco con affresco rosso. Questi tre gradini scendono in una vasca rettangolare, che si trova
sotto l'angolo nord-ovest del colombario ed è coperta da una volticella, la quale sta a m. 0,24 sopra il piano del pavimento. Essa è di cocciopesto, e di forma rettangolare (m. 1,90 X 0,56 a capo e 0,54 a piedi X 0,50).
Nel fondo della vasca furono rinvenuti due scheletri, uno con la testa a nord-ovest, l'altro con la testa a sud-est; ma sembra evidente che questa destinazione di quella vasca a sepolcro sia avvenuta in età più recente. In uno dei mattoni che coprivano la vasca ricorre il bollo C.I.L. XV, 1367, e in un frammento trovato nell' interno il bollo ib. 732. Sul muro a destra della scala sono posate le fondazioni delle piccole tombe sopra indicate. Sotto una di queste si è rinvenuta una lastra di marmo con l'iscrizione: DIS MANIBVS HOSIDIAE IONICE FECIT Q HOSIDIVS AMPLIATVS LIBERTAE ET CONIVGI SVAE CARISSIMAE
Si procedette quindi all' esplorazione di due gruppi di piccole tombe a fossa, costruite dentro il colombario, formate nella parte inferiore ad opera reticolata, nella superiore in opera laterizia mista. Ogni gruppo è composto da quattro tombe, una sull'altra, ciascuna di m. 0,46 × 1,99 X 0,46. Esse erano state già rovistate. Nella tomba superiore di uno di questi gruppi si raccolse una lastra fittile di antepagmento, con rappresentanza bacchica e la marca: VALES
Sotto un festone da cui pendono delle maschere e strumenti musicali del culto dionisiaco (tamburello, zampogna e nacchere) si vede Dioniso col tirso, col cantaro nella sin., col braccio destro sul capo, in atto di reggere con la d. il manto, seduto sul carro tirato da due pantere, preceduto da un Satiro e seguito da un Sileno. La terracotta è coronata in alto da palmette e festoni. Altre due terrecotte conosciute colla stessa marca hanno rappresentanza bacchica (C.I.L. XV, 2553, 1).
Sotto un'altra delle buche aperte sulla strada si scoprì una tomba. Procedutosi all' esplorazione di essa, se ne rinvennero sei, una sull'altra (m. 1,90 X 0,46 X 0,40), tutte chiuse nei lati lunghi, da muri laterizi paralleli, ed in uno dei lati corti da un muro più antico di opera reticolata appartenente ad altra costruzione. Dall'altro dei lati corti poi era chiusa da un muro di opera incerta, costruito man mano che si introducevano i cadaveri, i quali furono tutti deposti con la testa a nord-ovest. Le tombe sono coperte da tegole ed embrici, posati su piccole sporgenze.
Certamente dovevano esservi altre tombe parallele; poichè vi si sono trovate ossa umane miste a calcinacci che senza dubbio provengono da altre tombe crollate o distrutte. Fra i calcinacci fu raccolta l' iscrizione su targa marmorea (m. 0,75 X 0,42), riadoperata in epoca cristiana come descrive la leggenda: Agape (h)ic dorm it in pace. D M D M BABERIAE AVGENI FILIAE KA... S BABERIVS SCVPINVS ET EC... ISIAS FILIAE Q VIXIT A VIIII M... D XXVIIII LOC DON SEVIVI ET SIBI FECER...
Qui si raccolse parte di una testa di Medusa in marmo (m. 0.22 × 0,16), appar- tenente ad un angolo di sarcofago. Nei campi si rinvenne: un collo d'anfora col bollo C. I. L. XV, 3394 b; un frammento di sarcofago con avanzo di figura panneggiata (m. 0,17 X 0,093), e un frammento di capitello (m. 0.24 X 0,175). Presso la cappelletta, di fronte al Camposanto, trovasi un cippo cinerario (m. 0,88 X 0,57 X 0,41) con prefericolo e patera, e l'iscrizione: ...S ...IBVS ...gANIAE ...APHROSIDIAE
Dante Vaglieri.
Un grande monumento sepolcrale a grandi blocchi parallelepipedi di travertino, con più di quattro metri di lunghezza e più di tre di larghezza, sorge poco discosto della tomba dei Claudii. Sui blocchi della fronte leggesi a grandi lettere: EX TEST ARBITRATV. T T MANLI Cf. C.I.L. XIV, 1112
Dante Vaglieri.
Nuove esplorazioni nell'area delle tombe.
Nel 1865 Pietro Ercole Visconti rimetteva in luce nel suburbano Ostiense verso Laurento due tombe contigue, quasi simili tra loro, di bellissima e caratteristica costruzione, adorne di graziosi stucchi e di pitture. Conservano ancora il nome di Tombe dei Claudii, col quale nome furono chiamate per il fatto che in una di esse furono sepolti liberti e schiavi dell' imperatore Claudio (cfr. Dessau, C.I.L., XIV, pag. 86; v. la riproduzione nell'opera Le scienze e le arti sotto il pontificato di Pio IX). L'altra tomba, come ci indica la sua iscrizione, fu fatta da un D. Folius Mela per sè ed altri; e furono in essa sepolti dei Livii, dei Settimii, una Salina- toria e un Clodio (C.I.L., XIV, 358).
Sia perchè il Visconti non isolò completamente i monumenti, sia perchè questi furono abbandonati, essi molto deperirono e si erano resi inaccessibili. Approfittando di un momento in cui erano sospesi gli altri lavori, ne curai la ripulitura interna e ne iniziai l'isolamento.
Nella tomba di Folio Mela, a destra di chi entra si vede un corridoio, che non era stato mai esplorato. Vi si scopri una scala molto stretta, che conduceva al piano superiore. La parte più alta di essa posa su due cippi di travertino, che servono di sostegno alla scala. Uno di essi, che misura, nel tratto visibile, m. 0,74 X 0,40 X 0,14, reca l'iscrizione: D FOLIVS C (rovesciata) L MELA IN FRONTPXXV IN AGRP XX e l'altro, che misura, sempre nella parte visibile, m. 0,80X0,36: D FOLIVS MEla IN FRONTP XXV IN AGR P XX.
I due cippi appartengono all' istesso monumento, che misurava piedi venticinque per venti. Questo Decimo Folio Mela, liberto di una donna, qui nominato, sembrerebbe diverso da quello sopra indicato (C.I.L. XIV, 358); il quale si dice liberto di Dionisio ed insieme figlio di un Decimo Critonio Dionisio tanto più che anche il monumento di questo è diverso, misurando esso piedi trenta per ventidue e mezzo, secondo la stessa iscrizione.
Se ne dovrà inferire che qui esistesse già un sepolcro di un Decimo Folio Melii, che fu distrutto e poi rifatto da un omonimo di costui, appartenente all' istessa familia. Allora i cippi terminali dell'altro furono messi in opera nel nuovo. Senonchè mi sembrerebbe anche possibile che si tratti dello stesso liberto, indicato con due diversi patroni; e, infatti, se come è probabile, il patrono Dionisio è suo padre Critonio, potremmo supporre che il nostro Mela sia stato liberto di lui, ed insieme di una Folia, dalla quale avrà preso il gentilizio. B le misure in tale caso potrebbero spettare alla sua parte di monumento.
Qui si rinvenne pure un altro cippo di travertino (m. 0,45 X 0,30 X 0,09) con l'iscrizione: d. CRITONlVS C L QYINTIO CRITONIAC L ZOSIMA IN FR P XVI INAGR PXX. Questo cippo apparteneva ad un altro monumento, o ad una altra parte di questo? Anche questi Critonii appaiono congiunti con i Folii; Folio Mela infatti è figlio di D. Critonio Dionisio, di cui appare pure liberto, e di Critonia Chila e fratello di Critonia Auge.
Nella terra che stava nei due monumenti e intorno ad essi si raccolse; Marmo. Frammento di lastra marmorea (m. 0,18 X 0,17 X 0,03) col resto epigrafico: CLA EVTYC. Due piedi uniti, col principio delle gambe, che servivano come sostegno di un oggetto (m. 0,103). Terracotta. Testina con capelli lunghi, coperti di manto e con bocca aperta (m. 0,036). Mattoni con i bolli C.I.L. XV, 59, 618, 861 e FIGILINEIS CIVNEICE. Frammenti di vasi aretini con le marche, C.I.L., XV, 5297 a (2° es.), 5388 e in pianta di piedi P DEIoREI, altro frammento fittile ornato, col graffito MINOS. Inoltre un fondo (medaglione?), su cui è rappresentata una Nereide, trasportata da un toro marino e sotto un tirso; un altro con testa di Medusa in vaso piriforme a vernice rossa (m. 0,103); due frammenti di un vaso a forma di gallo (in. 0,084 e m. 0,100); altri diversi. In un'ansa di aafora leggesi la doppia marca: VI CA VR. Lucerne: C.I.L., XV, 6461, 20; 6593, 76; una a vernice tirata a stecca con la inarca: ATI ME (cfr. C.I.L., XV, 6320); una a vernice nera con la marca: LMSA graffita a crudo; una con la rappresentanza di Giove trasportato dall'aquila ; una con anello e testa di satiro ; una con simplegma erotico e la marca C.I.L., XV, 6494a; una a vernice rossiccia con xm uccello su un ramo di alloro; una a vernice rossa e tracce di vernice nera con due delfini nell'acqua, affrontati e sotto due lettere graffite a crudo una sull'altra: P A , infine una a vernice rossa col becco e una rosa nel centro e altre diverse. Bronzo. Un asse di gr. 30,5. Anelli e altri piccoli oggetti.
Si è continuato, per quanto l'acqua lo ha permesso, lo studio della porta repubblicana e del terreno in prossimità di questa, ma non è ancora tempo di riferirne, prima che i lavori non siano più progrediti. Nella sabbia e breccia a pochi centimetri dalla fondazione repubblicana e innanzi alla sottofondazione dell'aggiunta imperiale è tornato in luce un vaso di terracotta ad ingubbiatura a stecca (m. 0,15 X 0,187).
Sotto i selci della strada più recente che passa per la porta si rinvenne un frammento di sarcofago marmoreo (m. 0,35 X 0,23 X 0,09), su cui si vede la metà superiore di una figura femminile nuda, col capo coronato di spighe, rivolta a sin. e coi capelli che cadono sul dinanzi delle spalle; a destra avanzo del clipeo.
D. Vaglieri.