Informazioni storicheCodice identificativo monumento: 582
CronologiaUn incendio devasta il Campo Marzio. Danni al Portico di Ottavia, al Teatro di Pompeo ed alle Terme di Agrippa. Il Pantheon, il Tempio di Minerva Calcidica, il Diribitorium e la Basilica di Nettuno sono distrutti. A causa dei detriti, nell'area sacra viene realizzata una nuova pavimentazione in travertino, che accorcia le scalinate d'ingresso ai templi.
Ampliandosi il palazzo dell'Accademia ecclesiastica verso S. Eustachio, di prospetto al forno della Palombella, l'Imperiali distrusse alcune gran muraglie composte in parte di grossissimi mattoni e in particolare, di travertini. In alcuni luoghi vi erano mura doppie e di struttura diversa, forse della ristaurazione di Adriano.
La Commissione per gli abbellimenti di Roma, conferisce a Giuseppe Valadier l'ncarico di realizzare un piano regolarizzazione della piazza del Pantheon, con una serie di demolizioni per l'allargamento e la liberazione del monumento dagli edifici addossati. Il piano non viene comunque approvato.
Si discaccia dalle sale delle terme in via della Palombella n. 12 e 13 un tale Antonio Vischetti, che le aveva convertite in istallo di vacche.
Sottofondandosi la casa Bambi in via di s. Chiara n. 33, alla profondità di met. 5, è stato ritrovato il piano di una delle sale delle terme di Agrippa, rivestito di calcestruzzo.
Rodolfo Lanciani.
Su iniziativa del Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli e con la direzione dei lavori del Lanciani, parte un ampio ciclo di lavori di risanamento del Pantheon. Viene completo l'isolamento dei fianchi (via della Minerva e Via della Palombella), scavi che portano alla luce la Basilica di Nettuno ed il portico degli Argonauti. Viene eliminata la cancellata e ripristinata la scritta in lettere di bronzo sul frontale del tempio. Ecco la relazione di Rodolfo Lanciani presentata sui lavori intrapresi per l'isolamento del Pantheon:
Ad onta di tutto ciò, fino al corrente anno 1881, due terzi incirca della curva del Pantheon rimanevano deturpati dalle fabbriche di via della Minerva e di via della Palombella, abbenchè i desideri comuni per lo isolamento dell'edificio si fossero manifestati più vivi ed impazienti di ritardo, dopo che il voto unanime della nazione aveva voluto deposta nel Pantheon la salma di Re Vittorio Emmanuele.
« S. E. il Ministro dell'istruzione pubblica, commendatore Guido Baccelli, appena assunto al potere, deliberò di compiere l'opera da tanto tempo desiderata. La demolizione del forno della Palombella fu incominciata il giorno 20 luglio: nel breve spazio di quattro mesi, oltre a 50 metri lineari della curva del Pantheon furono restituiti alla luce, insieme a sei stanzoni delle terme, ed alla quarta parte delle pareti perimetrali del calidario. Le provvide e liberali disposizioni prese da S. E. il Ministro, ne assicurano di vedere intieramente isolata e messa in evidenza la mole di Agrippa, prima che volga l'anno dal principio dei lavori.
I quali lavori hanno avuto la sorte ben rara di trovare plauso presso tutti, nel volgo come fra gli scienziati, il popolo vede con soddisfazione compiersi un' opera di tanto ornamento alla città; opera che per le difi5coltà tecniche, e per l'ingente spesa che richiede, avrebbe dato a pensare a governi e nazioni meno giovani della nostra, e di gran lunga più ricche: sopratutto a quelle che hanno l'abitudine di veder la festuca nell'occhio altrui.
La sala rettangolare, scoperta in via della Palombella per ordine del Ministro della pubblica istruzione Guido Baccelli, per circa due quinti dell’area totale, è lunga met. 45, larga m.19. La lunghezza intera apparisce nello scavo: la larghezza può misurarsi per mezzo degli avanzi della parete meridionale, esistenti e visibili nelle cantine del palazzo dell'accademia ecclesiastica, nelle quali si ravvisa ancora la base di una delle grandi colonne nel suo proprio luogo.
La sala è diversamente architettata in ciascuno dei lati maggiori. Nel lato maggiore nord, che è quello più vicino alla curva del Pantheon, interamente scoperto negli ultimi scavi, gli spazi fra la prima e la seconda, fra la terza e quarta colonna sono ornati con tre nicchie per ciascuno : quella di mezzo è circolare, le altre rettangole.
Nello spazio fra la seconda e terza colonna, ossia nel centro della parete, si apre un nicchione semicircolare, di met. 9,00 di diametro, e sotto di esso si ravvisa lo zoccolo o piedistallo di un gruppo colossale, di met. 3,55X4,35 X 1,25 con plinto, scolpito in pavonazzetto, di met. 1,56 X 1,50 X 0,60. Dimostrerò fra poco, come questo nicchione non sembri essere contemporaneo alla prima costruzione delle terme, ma piuttosto una aggiunta dei tempi adrianei.
Il lato maggiore meridionale, nascosto dalla fabbrica dell'accademia ecclesiastica, ma non così completamente che non possa essere studiato in ogni sua parte, differisce dal lato settentrionale nella sola parte di mezzo (fra la seconda e la terza colonna). In luogo del nicchione, ha un vano di porta che conduce al tepidario, dove stavano le colonne dell’Alberti: di più ha due nicchie rettangole, per simulacri di marmo o di bronzo, le quali appariscono nelle piante del Palladio e del Piranesi, ma sono state dimenticate dal Canina.
Il pavimento dell’aula è commesso di marmi, fra i quali primeggiano il pavonazzetto e l’africano. Di africano è il fascione, che ricorre lungo il piede delle pareti, composto di lastre, lunghe met. 2,16, larghe met. 1,08. A questo fascione fa seguito un altro di lastre di pavonazzetto, lunghe met. 2,10, larghe met. 0,89. Le pareti erano medesimamente incrostate di tavole marmoree, come può dedursi dai buchi delle grappe di metallo che le sorreggevano, e da qualche frammento ancora in opera dello zoccolo di africano. La volta, della quale molti e grandi frammenti sono stati scoperti e distrutti ('), era divisa in tre crociere, sostenute dagli sporti delle colonne, ed aveva i lunettoni per la luce, non so se sotto ogni crociera, ovvero soltanto nei lati minori. Anche in questo ordinamento della volta, a me sembra scoprire indizio di alterazioni posteriori ad Agrippa. Per procedere con ordine in questo studio architettonico, converrebbe determinare prima di ogni altra cosa, a quale uso fosse quest'aula destinata nella sua prima origine.
Scrivendo la prima relazione, quando appena la ventesima parte dell’area della sala era scoperta, e quando non erano apparsi molti particolari caratteristici, venuti in luce negli ultimi mesi, io aveva creduto riconoscere in essa il calidario delle terme, tanto più che, esclusa dal perimetro delle fabbriche primitive agrippiane la rotonda dell'arco della Ciambella, non appariva dove potesse collocarsi il calidario nella pianta del Palladio.
L'epoca della costruzione dei sei tramezzi, e dei dodici voltoni, può determimarsi per mezzo dei bolli di mattone, tratti in gran parte dalle ossatufe, dalle fodere, dagli archi.... Questa serie di bolli appartiene dunque alla decade 117-127, e permette di determinare la data dei lavori di Adriano. I bolli che seguono, stanno ancora in opera nei pavimenti, e nelle fodere delle volte, appartengono ai tempi severiano-antoniniani.
Contemporanea alla costruzione della volta, sembra essere quella del niechione o abside, che s'apre nel mezzo della parete nord.
Committenti e finanziatori
Stampe antiche1883
Dante Paolocci
Trabeazione delle Terme di Agrippa
L'Illustrazione Italiana 1883
1882
Dante Paolocci
Isolamento del Pantheon dalla parte della Palombella
L'Illustrazione Italiana 1882
1882
Pianta degli scavi a via della Palombella
1882
Pianta archeologica dell'area del Pantheon
1821
George Ledwell Taylor
Ground plan of Panteon
Architectural Antiquities of Rome
1813
Regolarizzazione della piazza del Pantheon
Album Gabrielli
1790
Francesco Piranesi
Panteon e fabriche antiche adiacenti
Seconda parte de' tempj antichi che contiene il celebre Panteon
1790
Francesco Piranesi
Parte laterale del Panteon
Seconda parte de' tempj antichi che contiene il celebre Panteon
1790
Francesco Piranesi
Sezione e interno del Panteon
Seconda parte de' tempj antichi che contiene il celebre Panteon
1790
Francesco Piranesi
Parte di dietro del Panteon
Seconda parte de' tempj antichi che contiene il celebre Panteon
1790
Francesco Piranesi
Ichnografia dello stato presente del Panteon
Seconda parte de' tempj antichi che contiene il celebre Panteon
1780
Francesco Piranesi
Prospetti Terme di Agrippa
Raccolta de' tempj antichi
1705
Pieter Schenk
Veduta del Pantheon
Roma aeterna
1615
Aloisio Giovannoli
Templu Bona fortuna
Vedute degli antichi vestigj di Roma