Codice identificativo monumento: 5912
Bolla di Innocenzo III dove viene menzionato che il fondo della Cervelletta, apparteniene al monastero di San Tommaso in Formis.
Onorio III conferma la decisione di Innocenzo III di affidare all'ordine Trinitario il convento di San Tommaso al Celio. La tenuta del Casale Sancti Loci (ubi dicitur Marana cum turre in dicta Marana) viene ceduta ai Cluniacensi del Convento di San Lorenzo fuori le mura.
Il duca Salviati incarica l'agronomo Giovanni Battista Cerletti di formulare un piano di bonifica per la sua tenuta La Cervelletta. Il progetto di trasformazione prevede il graduale passaggio dal tipo tradizionale di gestione imperniato sul pascolo (rotto da limitate estensioni di coltura granaria) ad un'azienda più incentrata sull'allevamento bovino a stalla con produzione di foraggi. La Cervelletta viene affittata ai lodigiani Monti, Bonfichi e Secondi con un contratto completamente diverso da quello allora in uso nell'Agro (cioè con fitto più basso, durata maggiore della locazione, contributo dei proprietario alle migliorie).
Eesercitazioni tattiche a Casal de’ Pazzi: "Al ponte Nomentano e ai prati di Casal de’ Pazzi, nella mattina del 27, la folla era a stento trattenuta dai carabinieri. Si trattava d'uno spettacolo che non si ripete di frequente.
Ecco, il partito bianco va ad occupare le alture di Coazzo, tenendosi a cavaliere di via Nomentana; il partito nero si colloca sulle alture che circondano Casal de’ Pazzi, occupando la via di Cecchina ed estendendosi su una fronte di circa due chilometri.
Il primo è formato della brigata Casale, di quattro batterie, e d’uno squadrone di cavalleria, al comando del generale Gobbo; il secondo è composto d’una brigata di fanteria, di due battaglioni di bersaglieri, d'una compagnia del genio, tre batterie e tre squadroni di cavalleria, al comando del generale Aymonino. La riserva consta della legione degli allievi carabinieri: questa sì colloca davanti alla palazzina di Casal de’ Pazzi. Una bandiera gialla sventola sul ponte di Cecchina: indica che il ponte è minato.
Alle ore 9.30 arriva il re di Serbia accompagnato da Re Umberto. Alessandro I cavalca un magnifico cavallo bianco e indossa una tunica nera con alamari d’oro, calzoni neri con fascie rosse, berretto d’astrakan bianco. Umberto cavalca il suo bajo prediletto; è în bassa tenuta da il tema comunicato dallo Stato Maggiore, si svolge con grande effetto coreograflco. Gustatissimo è lo scontro fra le due cavallerie. I giudici dichiarano che, per l'impeto della cavalleria nera, quella bianca, non ostante sia appoggiata dal fuoco dell'artiglieria e della fucileria, sarebbe messa ormai fuori di combattimento.
Brillantissimo l'assalto finale alla bajonetta, specie dei bersaglieri, veloci come fulmini, e degli allievi carabinieri. I soldati gridano unanimi: Savoja! La folla entusiasta grida essa pure, è invasa dallo stesso ardor bellicoso, e corre all’impazzata colle truppe.
La sfilata riesce uno spettacolo superbo per l'imponenza e l'ordine perfetto. I bersaglieri, che sfilano al passo di corsa, strappano l'ammirazione del re serbo e di tutti. La folla prorompe ancora in applausi sventolando i fazzoletti."
Caccia alla Volpe data in onore di S. A, R. la duchessa d'Aosta:
"Quella fu la caccia più notevole della stagione sportiva, svoltasi sin qui. La riunione a Porta Nomentana, fuori di Porta Pia. Pel tempo troppo asciutto, sfavorevole alla caccia, eran state fino a quel giorno sospese le riunioni, ma appena emanato l'avviso della Società della Caccia alla volpe, spitò un vento da mettersi di cattivo umore.
Le signore non se ne spaventarono. E al meet fissato pel mezzogiorno, mentre soffia il vento noioso di tramontana e la giornata è rigida e i monti vicini appaiono coperti di neve, intervengono molte intrepide dame: lady Hamilton, le principesse di Santafiora e Potenziani; la contessa Suardi, Pasolini, Gloria, Zaicowski. Amazzoni: S.A.R. la Duchessa d'Aosta, la marchesa di Roccagiovine, donna Giovannella Caetani, donna Lina Corsini, donna Francesca Prinetti d'Adda e contessa Scheibler. Fra le signorine, notate: donna Bice Potenziani, le marchesine Spinola, le contessine Faa di Bruno.
Master: il marchese di Roccagiovine, Hunteman, il signor Moriconi. Seguono la caccia sessantacinque cavalieri, compreso S. A. R, il Conte di Torino, e gli ufficiali del corso di Tor di Quinto al completo."
Il casale della Cervelletta diventa una stazione sperimentale dove il medico immunologo Angelo Celli e sua moglie Anna Fraentzel, sperimentano e verificano il loro metodo antimalarico integrato (che associava igiene malarica, bonifica idraulica e agricoltura intensiva). La palude viene trasformata con canalizzazioni in prati irrigabili.
Presso il Casale della Cervelletta viene realizzato il borgo agricolo.
La famiglia Salviati cede la proprietà della tenuta della Cervelletta a due finanziarie edilizie, la Tirrena e la Magis.
Con la legge regionale 29/1997 Norme in materia di aree naturali protette regionali vengono istituite nuove parchi e riserve: Veio; Monte Soratte; Nomentum; Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco; Valle dei Casali; Insugherata; Valle dell'Aniene; Marcigliana; Laurentino Acqua Acetosa; Decima Malafede; Tenuta dei Massimi; Monte Mario; Tenuta di Acquafredda.
Con la Legge Regionale del Lazio n.29, La tenuta della Cervelletta entra a far parte della Riserva Naturale della Valle dell’Aniene.
Il Comune di Roma, tramite permuta con la Tirrena, acquisisce la tenuta della Cervelletta. Il casale viene affidato all'Associazione Insieme per l'Aniene ONLUS.
Il parco si estende per 650 ha lungo il corso urbano del fiume Aniene dal GRA fino alla confluenza con il fiume Tevere.