Data: 1924
Codice identificativo monumento: 5927
Bolla papale di Sergio II, dove si destina al Monastero benedettino di S. Silvestro in Capite tutti i territori fuori dalla Porta Flaminia fino a Ponte Mollo, conferendo ai monaci i diritti di pedaggio ad essi connessi e dà notizia di un cenobio da loro realizzato sul Monte S. Valentino.
Antonio Bosio acquista dall'orefice Quintilio Bartolozzi da Monte, una villa sulla Flaminia, presso il Monte di San Valentino, per destinarla a museo di antichità cristiane.
I Conti di Poli acquistano la Vigna sul Monte Cacciarello.
Menzione del Casale sul Saxum Mollaricum: “per quella strada si va all’Acqua Acetosa […] la vicina Torre sul Fiume si chiama di S. Giuliano; una specie, o residuo di Castello, che domina sopra l'Acqua Acetosa e appartiene a i Signori Boncompagni”. Lo sperone roccioso si elevava in adiacenza al versante settentrionale del colle principale e, con il suo profilo caratteristico, dominava la campagna di quell’ansa del fiume che, scrive Eschinardi, “si stima anticamente fosse un porto sul Tevere”.
La famiglia Vecchiarelli acquista la Vigna sul Monte Cacciarello.
Giuseppe e Luca Sardi, acquistano la Vigna sul Monte Cacciarello.
Giuseppe Rossi Vaccari, banchiere di origine bolognese, acquista dal dottor Natale del Pino la vigna sul Monte Cacciarello.
Vincenzo Glori acquista la Vigna sul Monte Cacciarello.
Un drappello di settantasei volontari guidati Enrico Cairoli, si muove per portare aiuti alla giunta rivoluzionaria romana. A Vigna Glori si consuma uno scontro con i Gendarmi Pontifici. I volontari vengono sopraffatti. Enrico cadde colpito a morte, il fratello Giovanni viene ferito gravemente, ma riusce a raggiungere la casa del vignaiolo, dove, insieme con altri compagni, può ricevere le prime cure. Gli assalitori sono costretti a retrocedere, spaventati dall'audacia dei volontari e convinti che fossero solo l'avanguardia di un corpo di spedizione più nutrito. Quando tornano, il giorno dopo, in forze, trovarono solo i feriti e quei pochi che erano rimasti con loro.
Il Circolo Maurizio Quadrio, in concomitanza con l'anniversario della battaglia di Vigna Glori, organizza una celebrazione sul Monte Cacciarello, luogo degli scontri.
Per la realizzazione di “una grande passeggiata che dalla via Flaminia volgendo a destra per le praterie di Acquacetosa deve stendersi fino alla via Salaria”, viene pubblicato dal Comune un elenco degli stabili da occuparsi pei lavori della Passeggiata. Tra i tanti terreni, vi si identifica “un fondo rustico di proprietà di Teresa Glori (figlia di Vincenzo Glori) e della Ditta Fratelli Albertini” (coproprietari con i Glori e gestori delle Cave di San Giuliano) per il quale è prevista un'indennità di 116.760 lire. Nel fondo sono rilevati quattro distinti fabbricati (tra cui i due principali che insistono nel perimetro dell'attuale Parco): Il casino padronale, considerato nelle perizie “abitazione civile”, di cinque piani, con al piano terreno “legnara e stalla” e alcuni “locali annessi di magazzino per le olive e granaro”; una “casa colonica” su due piani, “con due tinelli, stalla per cavalli e buoi, gallinaro” al piano terra e cinque camere al piano superiore; due piccoli fabbricati che si trovavano “nell’appezzamento presso le sorgenti di Acquacetosa”, nella parte pianeggiante della proprietà, provvisti di stalla con fienile soprastante e, al piano superiore, alcune piccoli vani di abitazione per lavoratori e braccianti stagionali. La proprietà Glori, rifiuta l'indennità e ingaggia una battaglia legale che si protrae per un decennio, con ricorsi e sentenze in diversi gradi di giudizio per arrivare a stabilire un importo che non apparirà congruo a nessuna delle parti. I problemi riguardano la determinazione della effettiva redditività delle “attività estrattive di pietra da taglio dalle concrezioni calcaree”, non riuscendo a definire né la misura della produzione in corso (si parla perfino di “buon travertino”, mentre il sottosuolo risulta costituito principalmente da “strati di pietra e arena”, da cui si può ricavare invece materiali di poco pregio come pietrisco calcareo e sabbia) né della vastità dei giacimenti esistenti (da cui dipende l'aspettativa di durata della miniera). Le numerose perizie (d'ufficio e di parte) concorderanno solo nel fissare la superficie totale del possedimento a 271.451,47 metri quadri, suddividendoli secondo l'orografia variabile tra la parte collinare (definita montuosa, pari a 209.949,86 mq) e quella piana (che misura 61.501,47 mq) e corrisponde alla zona compresa tra la pendice orientale del colle, via di Acquacetosa e la via del Tiro delle Barche, lungo il Tevere. Questi due tracciati, insieme al vicolo della Rondinella (nel tratto dell’attuale via Venezuela), segnano i limiti del fondo che a sud-ovest del colle confina anche con le proprietà Aldobrandini.
Teresa Glori, si affidava al parere di due eminenti ingegneri, Pio Piacentini e Augusto Innocenti, per realizzare una perizia sul valore dei suoi terreni sul Monte Cacciarello, oggetti di una richiesta di esproprio da parte del Comune. La perizia considera il terreno come “fabbricativo” e stabilisce un prezzo complessivo di 1.350.750 Lire, somma che ascende a 1.800.750 se vi viene incluso il sottosuolo, sfruttato dalla cava della ditta Albertini.
Un Decreto prefettizio sancisce l'esproprio autorizzando l'occupazione della proprietà Glori al Monte Cacciarello, da parte del Comune: sono elencate tutte le particelle catastali che la identificano nella Mappa 153 del Suburbio di Roma e fissa a 309.386,06 lire il corrispettivo da erogare. La cifra, “elevata con criteri arbitrari” (come scriveranno in seguito i periti nominati dal Tribunale, gli ingegneri Iannetti, Guidi e Stefanucci-Ala), non soddisfa nessuno e viene fatto ricorso sia dal Comune che dalla proprietà.
Dopo una lunga vertenza giudiziaria tra il Comune e la proprietaria Teresa Glori, si conclude l'esproprio dei terreni di Vigna presso il Monte Cacciarello. In vista della realizzazione del monumento commemorativo dedicato ai patrioti caduti nel 1867, viene tracciato un percorso che, seguendo la mezzacosta della collina, raggiungeva uno spiazzo dove è il mandorlo sotto il quale morì Enrico Cairoli. Il resto dell'altura non viene comunque ancora sistemata a giardino ma affittata ad uso agricolo. Il casale viene concesso in uso alla marchesa Bianca Laureati, che vi istituisce una colonia agricola per bambini poveri e denutriti.
Il Consiglio comunale, per la necessità di provvedere i massi occorrenti per la “scogliera di imbasamento dell'argine ripuario presso l'Albero Bello”, accetta una concessione a trattativa privata, per il taglio parziale della rupe detta i Sassi di San Giuliano.
Il Ministero della pubblica istruzione, si opponende invano, al taglio parziale della rupe detta i Sassi di San Giuliano. La rupe è “contornata da elci secolari ha grandissima importanza storica, archeologica e geologica ed ha formato la delizia dei paesisti dal Rinascimento in poi” inoltre essa “conserva antichi sepolcri del tipo dei così detti colombari, di singolare importanza, già ricchissimi per la suppellettile che contenevano, ed ancora notevoli per la tecnica e le pitture decorative […] essi fiancheggiavano antiche strade oggi ancora riconoscibili; ed in quel luogo si nota […] l’antico taglio per la strada di alaggio della sponda sinistra del fiume, esempio rimasto unico ormai per la scomparsa di altri campioni”. .
Il generale Menotti Garibaldi, presidente della Società dei Reduci delle Patrie Battaglie, invia una proposta al Sindaco di Roma Emanuele Ruspoli, per realizzare un monumento in memoria dei garibaldini caduti durante gli scontri del 1867 a Vigna Glori, da collocarsi “a dodici metri verso levante dal mandorlo ove esalò lo spirito” Enrico Cairoli".
Il sindaco di Roma Emanuele Ruspoli, risponde al generale Menotti Garibaldi, presidente della Società dei Reduci delle Patrie Battaglie, approvando la sua proposta di realizzazione un monumento ai Caduti garibaldini presso di Vigna Glori. Il ministero dell'istruzione contribuisce all’opera donando un'antica colonna di marmo rosso di Pietrasanta recuperata dal Tevere nel 1871 e il Comune di Roma concorre con un grande blocco di travertino, preso dall'Orto botanico, che viene suddiviso in 140 parti per rivestire l’imbasamento realizzato con muro di laterizi provenienti dagli avanzi di antiche e demolite costruzioni rurali di pertinenza della tenuta.
Inaugurazione del memoriale ai Fratelli Cairoli a Vigna Glori. La cerimonia si svolge alle ore 17, sul piazzale dove era stato costruito un semplice palco in cui prendevano posto il sindaco Emanuele Ruspoli, Menotti Garibaldi (presidente della Società dei Reduci), Ernesto Nathan, gli onorevoli Socci e Mazza, il generale Türr. Presenti anche rappresentanze di varie Associazioni e la banda di Vallerano. In totale si presentano un migliaio di persone, anche se all'ultimo minuto non hanno voluto partecipare quattro Società repubblicane, tra cui il Circolo Giuditta Tavani e il Circolo Mazzini, che avevano ritenuto la cerimonia troppo ufficiale.
"La colonna di Villa Glori, che sorge su una scogliera, è inaugurata da un corteggio di garibaldini, che presso lo storico mandorlo (ormai disseccato) lancia grida d’entusiasmo, acclamando a Menotti Garibaldi, che per la commozione non può nemmeno rîngraziarli. I Sovrani partono da Roma, Le feste sono finite."
Nei resti di roccia sabbiosa dello sperone del a mons Cacciarelli, il geologo e paleontologo dell’università di Roma, Alessandro Portis, scopre i resti dello scheletro di un grosso cigno maschio.
La Società Parioli avvia la realizzare una cisterna ipogea sul Monte Cacciarello a Vigna Glori, per permettere l'innaffiamento della pista e del prato dell'Ippodromo sottostante. Nel contratto, firmato con il Comune, si obbliga di costruire un serbatoio sotto il piano di campagna […] col suo centro in asse del grande viale che dalla via Flaminia conduce al campo delle corse e di collocare una vasca circolare sagomata al centro del piano lastricato superiore, come sfondo prospettico della strada. La costruzione della fontana viene in seguito sospesa perché “il numeroso pubblico che assiste gratuitamente alle corse dal colle di Villa Glori ha causato gravi danni al serbatoio in modo da convincere Società Parioli” che la realizzazione dell'opera non si confà alla fruizione libera e incontrollata del luogo.
Capitolato particolare d'appalto dell'Ufficio Tecnico Comunale, relativo alle realizzazione di sentieri stradali da eseguirsi nel parco di Villa Glori. L'impianto progettato, mantiene i percorsi preesistenti, e riguarda un sentiero rettilineo che dall'ingresso su via della Rondinella conduce al piazzale del casale, e un vicolo serpeggiante che si snoda lungo il versante occidentale della rupe.
Durante L'annuale celebrazione dei caduti garibaldini a Vigna Glori, dopo un discorso del presidente della Società dei Reduci, viene scoperta una seconda targa commemorativa sul monumento.
La direzione del Genio Militare informa il Sindaco che il Corpo d’Armata di Roma ha deciso di sistemare due postazioni di difesa antiaerea, una sul colle di villa Glori in prossimità del Monumento commemorativo, l’altra in sommità del colle Testaccio.
A Villa Glori viene celebrata la Festa degli Alberi di Roma, per iniziativa dell'associazione Pro Montibus e a cura del Comune. Alla vigilia della Festa di Roma, lo stesso Baccelli, ora ministro dell’Agricoltura (ed ideatore della manifestazione quando era ministro della Pubblica Istruzione), dà indicazione alla Direzione generale delle foreste di “concedere altre piantine di pino per la celebrazione”, precisando che “questo ministero è in grado di fornire parecchie migliaia di piantine della suddetta specie però di limitato sviluppo e dell’età di due o tre anni adatte al rimboschimento per il quale scopo si producono.” Nell’elenco degli invitati all'inaugurazione si contano un migliaio di presenze: 500 allievi e insegnanti delle scuole “comunali e facoltative”, i dirigenti dei principali uffici pubblici, ben 68 addetti stampa e molti ospiti autorevoli, tra cui Arduino Colasanti, Corrado Ricci, i generali Armando Diaz e Gaetano Giardino.
Il Sottosegretario di Stato per la Pubblica Istruzione Dario Lupi, invia a tutti i Regi Provveditori agli Studi, una circolare che invitava le scolaresche d'Italia all'attuazione di Viali e Parchi della Rimembranza. Segue la pubblicazione sul “Bollettino Ufficiale” del Ministero della Pubblica Istruzione, di una circolare per le “Norme per i Viali e Parchi della Rimembranza”. In questa circolare erano specificate tutte le caratteristiche che avrebbero dovuto avere i Parchi, compresa la più importante, quella di piantare un albero per ciascun caduto in battaglia della città. Viene anche indicato il criterio di come scegliere le piante e come metterle a dimora.
Il Comune delibera di trasformare Villa Glori nel Parco della Rimembranza di Roma. Il progetto viene affidato a Raffaele de Vico, architetto del Servizio Giardini, che opera in soli otto mesi, articolando il parco in un giardino mediterraneo con zone distinte attraverso un uso diverso del verde e realizza un nuovo sistema di assi viari che privilegia un piazzale centrale, posto in posizione panoramica, sopra la cisterna dell'Ippodromo. A copertura del serbatoio, viene realizzata una pavimentazione in legno, sulla quale viene allestita un'ara, anch'essa lignea. Viene conservato l'uliveto che occupava il versante sud-ovest. Nel primo e il secondo tratto dell'antico rettifilo in salita (rinominato via dei Settanta e via del Mandorlo) sono piantati 70 cipressi in filari, in memoria dei 70 caduti garibaldini del 1867. Negli spazi delineati dalla trama dei viali, sono posti dei pini della memoria, fiancheggiati da filari di Quercus Ilex. L'area antistante il casale è sistemata con un bosco spontaneo di Fraxinus ornus, Carpinus betulus, Aesculum Hippocastanum, Quercus robur e Celtus australis. La regia del pellegrinaggio commemorativo è invece assegnata al viale trasversale est-ovest, che si snoda attraverso le pinete. Il percorso parte dal roccolo (architettura vegetale usata per l'uccellagione, qui inserito con valenza simbolica), quindi raggiunge il piazzale della colonna (fulcro dell'intera composizione, dove vengono piantate le 12 querce dedicate alle medaglie d'oro), e dopo aver scavallato il viale del Mandorlo raggiunge l'altare dei caduti (preceduto da due esedre inserite per offrire due punti di sosta prossimi alla meta finale).
L'avvocato Giovanni Aldega de Valdes è nominato alla direzione organizzativa della cerimonia inaugurale del nuovo Parco della Rimembranza a Villa Glori, “fissata dal R. Provveditore agli Studi per il giorno 21 corrente”. Nella lettera d’incarico, il sindaco Filippo Cremonesi offre la collaborazione del suo ufficio di Gabinetto per “la migliore riuscita della cerimonia”, pregando di “prendere d’urgenza diretti e precisi accordi con il predetto Provveditore” al quale demanda l'onere di diramare “tutti indistintamente gli inviti.”
Alla presenza di S. M. il Re Vittorio Emanuele III e degli alunni di tutte le scuole di Roma, viene inaugurato il parco delle rimembranze ai Parioli. Le spese complessive per i lavori sono state di ben 170000 lire, e sono stati piantati circa 5500 alberi (pini, lecci, querce, lauri, aceri, cedri, ippocastani ed ulivi, tutti puntigliosamente allineati a filari), 1100 arbusti e 300 metri di siepe.
Il Parco della Rimembranza, a soli tre giorni dalla inaugurazione, è chiuso fino a nuovo ordine per disposizione del Regio Commissario:
"La grande massa degli interessati alla gloriosa memoria non è rimasta troppo persuasa della metafisica ufficiale per cui la memoria di un caduto dovrebbe penetrare nel midollo di una pianta e questo mediante la semplice apposizione di una targhetta sopra una cosa moritura qual è un albero ed ivi rimanere immortale per far udire la sua voce irreale nel sommesso stormire della fronde Raccontano anzi che molte piante sono già seccate Sta in fatto che molti parenti dei caduti hanno creduto di venerare più fervidamente e religiosamente la memoria del proprio caro portandosi a casa la targhetta per custodirla nel larario domestico insieme agli altri pii ricordi dell eroe altri si sono abbandonati ad una translazione di targhette dalla pianta ufficialmente destinata ad un altra di proprio gusto."
Con Legge n. 559 i Viali ed i Parchi della Rimembranza (dedicati non più solo ai Caduti nella Grande Guerra, ma anche ai fascisti caduti nella cosiddetta “rivoluzione fascista”) sono dichiarati pubblici monumenti.
Il segretario generale del Governatorato, accogliendo le lamentele apparse in un articolo della Tribuna, chiede agli uffici competenti di intervenire per impedire che il fabbricato in costruzione nell’angolo Nord della testata sinistra del Ponte Risorgimento occulti la visione del “Pettine di Villa Glori”. La “roccia cadente sulla via Flaminia” viene descritta come “uno dei più suggestivi sfondi estetici della città”. Viene proposto di conservare l'area giardino, ma viene invece venduta per area fabbricabile senza vincoli di difesa panoramica. .
Messa al Campo della Rimembranza in memoria dei caduti a Roma.
A Villa Glori viene inaugurato un Sanatorio antitubercolare intitolato a Ettore Marchiafava. Una colonia estiva "per i bambini poveri più fragili a causa della denutrizione, o affetti da disturbi della respirazione e predisposti all'infezione polmonare, perché trovassero la migliore assistenza igienica, medica, educativa, beneficiando dell'aria libera e del sole e ricevendo le cure preventive, le terapie necessarie, il vitto sano insieme all’istruzione di base. . La struttura consiste in alcuni padiglioni prefabbricati in legno Docker già utilizzati per strutture scolastiche e sanitarie istituite a Roma.
Messa al Campo della Rimembranza in memoria dei caduti a Roma.
Al Parco della Rimembranza di Villa Glori, si svolge una celebrazione ai caduti in guerra. Viene celebrata una funzione religiosa presso il Belvedere. Partecipa il governatore Francesco Boncompagni Ludovisi.
Al Parco della Rimembranza di Villa Glori, si svolge una celebrazione ai caduti in guerra. Alla funzione religiosa, celebrata dal vescovo Bartolomasi presso il Belvedere. Partecipano il governatore Francesco Boncompagni Ludovisi, il vicegovernatore Raffaele Montuori e il Prefetto Paolo D'Ancora.
Al Parco della Rimembranza di Villa Glori, si svolge una celebrazione ai caduti in guerra. Alla funzione religiosa, celebrata presso il Belvedere. Partecipa il governatore Francesco Boncompagni Ludovisi.
Al Parco della Rimembranza di Villa Glori, si svolge una celebrazione ai caduti in guerra. Alla funzione religiosa, celebrata presso il Belvedere, partecipa il governatore Francesco Boncompagni Ludovisi.
Al Parco della Rimembranza di Villa Glori, si svolge una celebrazione ai caduti in guerra. Alla funzione religiosa, celebrata presso il Belvedere. Partecipa il governatore Francesco Boncompagni Ludovisi.
Al Parco delle Rimembranza di Villa Glori, si svolge una celebrazione ai caduti in guerra.
Il Gabinetto del Ministro dell'Interno, rilevando “che la manutenzione del Parco della Rimembranza a Villa Glori, non è curata come il decoro del luogo richiederebbe”, prescrive al Governatore di 1) modificare il sistema di attacco agli alberi delle targhe portanti il nome dei Caduti; 2) cilindrare nuovamente le strade del Parco; 3) predisporre una maggiore pulizia dei prati; 4) fare una nuova e più organica recinzione del luogo; 5) riparare la piattaforma in marmo, sita nel punto più elevato del Parco.
Il servizio Giardini comunica al Governatorato che nel Parco della Rimembranza a Villa Glori, “è stato provveduto per la pulizia dei prati ed è allo studio un nuovo sistema di attacco delle targhe”. Si ragiona inoltre sulla possibile “cilindratura e bitumatura di alcuni viali principali, che richiedono una sistemazione definitiva per evitare che si formi polvere in estate e fango in inverno e impedire il progressivo deterioramento”. La spesa preventivata è di 500.000 lire, poi ridotta a 200.000, ma “il lavoro non viene eseguito perché non previsto nel bilancio”.
Il servizio Giardini comunica al Governatorato che nel Parco della Rimembranza a Villa Glori, sono stati eseguiti “il riordinamento dei prati, la potatura degli alberi, la sostituzione degli elci morti, lavoro che richiede molta mano d’opera perché a pochi centimetri di profondità abbiamo trovato l’acqua stagnante, per cui si è dovuto fare delle buche profonde 3 metri, e sostituire la terra fortemente argillosa con altra terra”.
Al Parco della Rimembranza di Villa Glori, si svolge una celebrazione ai caduti in guerra.
Il Segretariato generale invita il Servizio Giardini ad assicurare una migliore manutenzione dei viali del Parco della Rimembranza a Villa Glori, decide di rinviare la cilindratura e bitumatura di alcuni viali principali, a epoca più favorevole al finanziamento della rilevante spesa, preventivata di 500.000 lire. Viene inoltre deliberata la costruzione di una fontana sulla scarpata presso l'ingresso.
La ripartizione Giardini comunica che “il Centurione Comandante della Batteria Antiaerea al Parco della Rimembranza a Villa Glori, chiede vengano rimossi 150 alberi intorno all'altare” e che venga tagliata “quasi raso terra, la striscia di bosco di elci e altre essenze che emerge al di sopra del livello della batteria, ad ovest dell’Ippodromo.” L’Amministrazione comunale risponde prontamente che “non ritiene di poter autorizzare il richiesto abbattimento degli alberi se non dietro presentazione di ordine scritto da parte della competente Autorità”.
Il Comando della Zona militare di Roma lamenta come “specie nelle belle giornate, il pubblico affluisca numeroso spingendosi sin sul piazzale dell’Ara, dove sono sistemati i pezzi, e nella conca esistente tra i pezzi stessi e il cascinale adibito ad accantonamento delle CC. NN (Camicie Nere)”. Viene quindi richiesto al Governatorato, la realizzazione di “una recinzione per l'isolamento della Batteria”, specificando che questa “chiuderebbe al pubblico poco meno di un terzo della superficie totale del Parco”.
Esposto indirizzato da un cittadino (G.B. Ambrosini) al Governatore Bottai, dove viene denuncia le diffuse condizioni di degrado del Parco della Rimembranza a Villa Glori: “Visitando il Parco della Rimembranza non saprei dire se provai più sdegno o pietà per il modo in cui esso è tenuto. Alberi deteriorati, sofferenti, divelti, targhe mancanti e guaste, viali abbandonati, terreno incolto, sporcizia in quantità […] Mancano altresì le targhe indicanti l'orientamento locale dei viali conducenti all’entrata e all'uscita, come sono al Pincio, al Colle Oppio ecc. Nessun guardiano che sappia indicare l’ora di uscita o di chiusura […] cosicché non è difficile al visitatore restare chiuso dentro a sua insaputa nel vasto campo […] Che dire del rudero colà innalzato a glorificare i primi tentativi della presa di Roma fatti nel 1867 dagli eroici fratelli Cairoli? Esso non è altro che un ammasso di tufi formanti una specie di guglia, con una microscopica lapide corrosa e sbiadita dal tempo, posta dalla benemerita società dei Reduci Garibaldini dove governo dell’epoca, amministratori della Provincia, sono assenti ingiustificati come vergognose dell’Impresa avvenuta e del rudero innalzato. La miserevole infelicissima lapide grida vendetta al cospetto del visitatore italiano per le pessime condizioni antiestetiche in cui è ridotta. Non Basta: poco lungi in un recinto murale esiste tuttora l'albero dove volsi che si appoggiasse il povero grande glorioso Enrico, prima di morire, il quale recinto è addirittura vergognoso. […] al grande gerarca Bottai, Governatore di Roma perché voglia degnarsi di vedere […] con fascistica osservanza”.
A seguito di un esposto sul degrado del Parco della Rimembranza a Villa Glori, il servizio Giardini comunica alla Segreteria generale del Governatorato che “Non si è ritenuto mettere indicazioni, per la estrema semplicità della rete stradale. L'ora di chiusura è segnalata dai militi che percorrono i viali del parco” […] “le poche piante morte, principalmente a causa della qualità del terreno di Villa Glori, saranno sostituite all’epoca opportuna, come viene fatto annualmente. Nel caso di morte delle piante, la targa che ricorda il Caduto cui la pianta è dedicata, si affida a un tutore, fino a quando la stagione non consente la nuova piantagione. Si lasciano sulle targhe gli scritti affettuosi, come tuo padre ecc. e si rinnovano le targhe man mano che vengono rotte dai vandali, malgrado la vigilanza. Naturalmente, fra la rottura e la sostituzione passa qualche giorno perché la fabbrica è a Faenza”.
Al Parco delle Rimembranza di Villa Glori, si svolge una celebrazione ai caduti in guerra.
Al Parco della Rimembranze di Villa Glori, si svolge una celebrazione ai caduti in guerra. L'ordinario militare, monsignor Bartolomasi, celebra una funzione religiosa a cui partecipa il governatore Piero Colonna, con le rappresentanze delle Madri e delle vedove di guerra.
Il governo polacco dona a Mussolini, un busto in memoria del maresciallo Pilsudski e urne, contenenti la terra prelevata dalle tombe dei colonnelli italiani Nullo e Bechi, caduti in Polonia nel 1863 per l'indipendenza di quella Nazion. Il monumento, progettato dall'Architetto Adolfo Peinier e dallo scultore Enrico Kuma, viene montato presso un ingresso di Villa Glori. Il marmista Umberto Bruni viene incaricato dal Governatore di provvedere a tutte le opere in pietra (travertino e marmo di Trani) per la sistemazione del busto e della retrostante esedra.
Il governatore Piero Colonna inaugura il busto in memoria del maresciallo Pilsudski, presso il recinto di villa Glori.
Al Parco della Rimembranza di Villa Glori, nel ventennale della vittoria della Prima Guerra Mondiale, viene inaugurato il nuovo podio in travertino presso il sacrario ai caduti sul Belvedere, progettato dall'architetto comunale Dante Vignati.
Il Comune di Roma avvia lavori presso il Parco di Villa Glori per installarvi un campeggio in vista del giubileo. Restauri del casale storico e dei tre padiglioni lignei dell'ex Sanatorio antitubercolare. L'area delle antiche stalle viene ampliata per ospitare le cucine. Viene realizzato un ampio edificio limitrofo in cemento armato.
Per fronteggiare l'eccezionale affluenza dei forestieri per l'Anno Santo, il T.C.I. allestisce un campeggio sotto i pini e i lecci del Parco di Villa Glori.
Le nuove strutture della colonia elioterapica di Villa Glori vengono consegnate alla Ripartizione VIII (Ufficio d'Igiene), da cui dipendeva la gestione del Sanatorio.
Il Commissariato generale onoranze Caduti in guerra del Ministero della Difesa comunica al Comune la decisione di costruire a Roma il Sacrario per i caduti italiani nella recente guerra, attraverso un bando di concorso per la progettazione. “Urge definire la località di ubicazione del Sacrario” che deve avere “i requisiti di facile accessibilità, visibilità a distanza, basso costo del terreno e relativo isolamento”. Nei giorni seguenti il Comune offre il Parco della Rimembranza e riceve dal Ministro “alto apprezzamento” per la scelta. Gli uffici municipali individuano tre aree che, coprono complessivamente 513 mq e hanno “una estensione superficiale assolutamente insufficiente per la costruzione del Monumento-Ossario che dovrà contenere 30.000 salme.” Il Commissariato popone quindi al Comune “l'utilizzazione di gran parte del piazzale di Villa Glori per le costruzioni murarie e di considerare annessa al Sacrario, la zona retrostante” che, segnata in una planimetria, corrisponde a tutta la superficie sommitale del colle, compreso il piazzale dell'Ara. Oltre ad assicurare che “si userebbe assoluto rispetto dell'alberature, che di per sé costituisce un ornamento al Sacrario”, il ministero garantisce che si potranno includere nel bando di concorso “quelle limitazioni che codesto Comune riterrà necessario”. Rileva che la nuova opera “darebbe maggior interesse alla zona sia dal punto di vista storico che sentimentale ed artistico” aggiunge che il Sacrario avrebbe una “perfetta rispondenza all'importanza storica di quella zona – ora parco della Rimembranza – che fu immortalata dal sacrificio dei Fratelli Bandiera ”. Aggiunge che il Comune sarebbe tenuto a “prendere in consegna il Monumento e a curarne la manutenzione. Perciò non si tratterebbe di un'alienazione di area patrimoniale del Comune ma […] potrebbe regolarsi con una semplice convenzione”. Il progetto non viene comunque portato a termine.
Per ospitare i numerosi turisti in arrivo per le Olimpiadi, si decide di trasferire il Camping di Villa Glori presso il Monte Antenne. L'area della Pineta attorno al Forte, viene quindi ceduto dal demanio al Comune di Roma.
Presso l'ingresso secondario di Villa glori, viene inaugurato un memoriale ai caduti per la patria, offerto dal Quartiere Parioli.
In occasione del 40° anniversario della Vittoria, il Sacrario di villa Glori viene riconsacrato a a tutti i caduti romani per la Patria. A ricordo, viene posta una stele alla sinistra del podio. I lavori, che comprendono il posizionamento di una croce bronzea e un altare in calcestruzzo armato con rivestimenti lapidee policromi, sono svolti dalla Società Costruzioni Edili Artistiche.
Lungo i viali di Villa Glori, si svolge una corsa di automobili a pedale, dette cassette di sapone.
Il casale e gli edifici annessi di Villa Glori, vengono concessi alla Caritas Diocesana per l'istituzione di una casa famiglia dedicata ai malati di AIDS.
Su ideazione della critica d’arte Daniela Fonti, il Comune di Roma promuove un’iniziativa di esposizione permanente a Villa Glori, intitolata Varcare la soglia, che vuole suggerire la possibilità di sperimentare l’integrazione tra arte e natura, tra luogo della sofferenza e luogo della ricreazione e del riposo. Sono così collocate opere di Dompè (Meditazione), Mattiacci (Ordine), Mochetti (Arco-laser), Caruso (Portale mediterraneo), Castagna (Monadi), Kounellis (Installazione), Nunzio (Linea), Staccioli (Installazione), che si inseriscono tra i pini e gli spazi aperti della villa, fino a condurre il visitatore a varcare la soglia ed entrare nel “recinto” della struttura di assistenza. Il nucleo originario verrà ampliato nel 2000 con la realizzazione di due nuovi interventi, la Porta del Sole di Giuseppe Uncini e l’Uomo-erba di Paolo Canevari.
Con la Legge n.78 si riconosce e valorizza il patrimonio Storico dei beni, mobili e immobili, legati al periodo della Prima Guerra Mondiale. Con suddetta legge non vengono solamente riconsiderati alcuni aspetti di tutela, ma vengono anche introdotte norme finalizzate in modo specifico alla conservazione e manutenzione. Tutti i monumenti (non solo le cose realizzate per l'attività bellica come le fortificazioni, ma anche quelle per la sua memoria, ricordo o documentazione, come i Viali ed i Parchi della Rimembranza), sono dichiarati Beni Culturali e quindi sottoposti a regime speciale (articolo 51 del testo unico in materia di beni culturali).
L'Ufficio Giardini di Roma Capitale effettua numerosi abbattimenti di pini dentro il Parco della Rimebranza, giudicandoli pericolosi: 70 alberi sono eliminati alla fine di aprile, altri 30 a metà Giugno.
Dopo la messa in sicurezza di Villa Glori da parte dell'Ufficio Giardini di Roma Capitale (che ha comportato l'abbattimento di numerose alberature) sono piantati 79 pini, 8 cipressi, 4 castagni, 17 querce, una robinia.
Dopo i numerosi abbattimenti nel Parco della Rimembranza a Villa Glori, l'Ufficio Giardini di Roma Capitale avvia l'impianto di nuove alberature nelle zone coinvolte: 79 giovani pini, 8 cipressi, 4 castagni, 17 querce e una Robinia.