Data: 1876 / 1895
Codice identificativo monumento: 630
In forza della legge 3 febbraio 1871, con regio decreto sono espropriati per causa di utilità pubblica e per servizio del governo i seguenti immobili di corporazioni religiose posti nella città di Roma: La rimanente parte del convento di Santa Maria sopra Minerva, e le case anuessevi di proprietà del convento e dell'ospizio generaliziro dei PP. Domenicani; La rimanente parte del convento del Gesù dei PP. Gesuíti; La rimaneute parte del convento dei Minori Osservanti in San Francesco a Ripa; Il convento dei PP. Barnabiti in S. Biagio e Carlo a Catinari; Il Convento di Santa Maria in Traspontina dei PP. Carmelitani; La rimanente parte del Monastero di Santa Marta (Monache Agustiniane); Il Monastero di Santa Cecilia e case annessevi (Monache Benedettine); Il Monastero di Sant'Orsola e case annessevi (monache Agostiniane dette le Orsoline).
Art. 2. Non sono compresi in queste espropriazioni i locali per il servizio del culto e gli altri indicati nell' art. 8, n. 2, della legge 19 giugno 1873, n. 1402, che con decreto del mimstero di grazia e giustizia e dei culti, d'accordo col ministero a favore del quale viene fatta l'espropriazione, saranno conservati negli immobiIi espropriati. Sarà pure. provveduto al concentramento dei religiosi e religiose nei modi consentiti dalle succitate leggi e decreti.
Il Conservatorio e l'Accademia di Santa Cecilia si installano nella nuova nell'ex convento delle Orsoline di Via Vittoria.
La Regina Margherita inaugura la Sala della Regia Accademia di Santa Cecilia, alla quale aveva contribuito personalmente con un finanziamento di L.10.000. Con i suoi 795 metri quadri e 14 metri d’altezza era la sala concerti più grande di Roma.
Ettore Pinelli dirige il primo concerto nella Sala della Regia Accademia di Santa cecilia, inaugurando una collaborazione col suo presidente, il conte Enrico di San Martino, che intendeva radicare a Roma una stagione di concerti sinfonici (cui la Società orchestrale romana cedette il testimone, chiudendo la propria attività nel 1898).
In via dei Greci, facendosi uno sterro nel cortile del casamento ove risiede la R. Accademia di s. Cecilia, alla profondità di m. 3,50 si è rinvenuto un frammento di grande architrave in marmo, lungo m. 2,12, largo m. 0,58, alto m. 0,46. Su due lati vi sono intagliate modinature, consistenti in una gola dritta con spicchi d'aglio decorati alternatamente con fiori e rosette, in una fascetta a tortiglione, e in un tondino ornato di fusarole. Nel lato di sotto è scolpito un grande lacunare, la cui gola dritta è ornata con foglie semplici: nel fondo è intagliato un rosone avente da ambo i lati quattro ordini di foglie dentellate. Si sono pure raccolti due piccoli pezzi di cornici marmoree semplici, ed un frammento di colonnina baccellata, alto m. 0,29.
Giuseppe Gatti.
Inaugurazione del nuovo auditorio di Roma dopo i restauri del teatro Correa, con un concerto sinfonico diretto dal maestro Martucci. La neocostituita Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia, sposta i concerti dalla sede di Via Vittoria alla nuova struttura.
Il Liceo Musicale dell'Accedemia di Santa Cecilia diviene ente morale autonomo (L.9.2.11 n.127).
Il Liceo Musicale dell'Accedemia di Santa Cecilia viene statalizzato (L.22.8.19 n.227), separandosi così definitivamente dall’Accademia.
Presentazione al Duce Mussolini e al Governatore Gian Giacomo Borghese, del progetto definitivo per la grandiosa sistemazione dell'area della Farnesina e delle falde del Gianicolo, in conformità del Piano regolatore generale dell'Urbe:
"...in occasione di un'adunanza della Classe delle Arti all'Accademia d'Italia, alla presenza del Governatore di Roma, di un gran numero di Accademici e di una rapresentanza della stampa, il Presidente Luigi Federzoni ha posto in rilievo le ragioni dell'iniziativa ed i caratteri salienti della sistemazione della zona in parola, plaudendo în modo particolare all'opera di Marcello Piacentini, il quale è riuscito a dare (come ha detto il Presidente) la prova più alta e convincente del suo eccezionale talento nel campo dell'urbanistica.
Ed ha anche ricordato e lodato, il lungo e intelligente lavoro compiuto dalla Commissione presieduta da Ugo Ojetti e composta degli Accademici Giovannoni, Marangoni e Pession. È giusto accennare che al progetto Piacentini hanno collaborato l'ing. Fuselli del Governatorato di Roma e gli ingegneri Jacopini e Massari dell'ufficio tecnico dell'Accademia d'Italia.
Dopo il breve discorso del Presidente dell'Accademia, Marcello Piacentini ha fatto un'ampia lucida e colorita illustrazione del progetto di sistemazione della zona, con l'ausilio di fotografie, di piante topografiche e di un grande plastico.
Da piazza della Chiesa Nuova si dipartirà un grande rettifilo che, attraverso il ponte Mazzini, salirà fino alla terrazza belvedere aperta in cima al colle Gianicolense, in mezzo a un succedersi di scenari architettonici che avranno una cornice e un fondale di verde, mentre l'accesso al Gianicolo assumerà un'aspetto imponente che ricorderà quanto Valadier fece in Piazza del Papolo e sul Pincio. Roma si arriechirà così di una nuova magnifica prospettiva.
Subito dopo il ponte Mazzini si snoderà sul declivio del colle, un ampio viale inquadrato da nuovi edifici. La caratteristica via della Lungara sarà mantenuta nella sua attuale direttrice, ma rialzata nel piano stradale. Ancora più in alto, dipartendosi dal grande viale di accesso, si biforcheranno due rampe, una delle quali sì inserirà nella nuova strada dal Gianicolo a San Paolo e alla zona dell'E. 42, e l'altra discenderà verso le poetiche pendici di Sant'Onofrio.
La nuova sistemazione impone la demolizione di case di poco conto e dell'edificio del carcere giudiziario di Regina Coeli, mette in valore gli edifici monumentali della Farnesina e di Palazzo Corsini, la cui facciata verso il colle ha un aspetto elegante e severo ad un tempo, e dà un nuovo accesso alla R. Accademia d'Italia da un viale di alberi dell'Orto Botanico.
Il progetto di massima comprende edifici per il Conservatorio di Santa Cecilia, per l'Istituto dell'Arte Drammatica, per la Sala dei grandi concerti sinfonici, per un Teatro all'aperto e forse per la Biblioteca Nazionale. Comprenderà anche un edificio per la Biblioteca di Archeologia e Storia dell'Arte, l'istituto fondato, da Corrado Ricci già a Palazzo Venezia e da poco trasferito in questa zona.
Attorno alla più importante istituzione della cultura quale è la R. Accademia d'Italia, dovrebbero sorgere quando il progetto sarà diventato realtà, enti culturali e artistici tali da formare di questo settore dell'Urbe la zona accademica per eccellenza.
In luogo adatto, quale sfondo al complesso architettonico, verrà collocata la fontana del Mosè, che per ragioni urbanistiche verrà spostata da Piazza S. Bernardo dove attualmente si trova e che nella nuova sede, verrà sistemata con opportuni, ampliamenti alle parti laterali in modo da renderla più proporzionata alla vastità dell'ambiente.
Ma la parte architettonica ed edilizia del progetto in discorso è subordinata all'importanza e alla vastità della zona arborea che deliberatimente si vuol lasciare protagonista di tutto il nuovo ordinamento, facendo assurgere la zona alla magnificenza delle ville tuscolane e tiburtine.
Parte essenziale del progetto è quindi l'utilizzazione, come parco pubblico, dell'Orto Botanico [...] di Villa Corsini, fatto risorgere a nuova Vita dal Pirotta nel 1885, ed ora affidato alle vigili cure dell'illustre prof. Enrico Carano, che l'insegnamento della botanica impartisce con l'ausilio anche del «giardino didattico» annesso alla Città Unversitaria, con la sistemazione ideata dal Piacentini potrà essere valorizzato e aperto al pubblico, mentre attualmento è si può dire, sconosciuto alla cittadinanza romana.
Il visitatore della zona, quando questa sarà opportunamente sistemata resa accessibile non soltanto a pochi privilegiati, sostando all'ombra delle palme e al murmure delle fontane e di cadute d'acqua, salendo la scalea cosiddetta garibaldina centro di uno degli episodi della gloriosa resistenza del '49, inoltrandosi poi lungo il viale che porta all’aerea terrazza da cui il monumento di Garibaldi e il monumento’ di Anita dominano il panorama dell'Urbe, respirerà il clima eroico di fasti memorabili, in cui Italia, nel brivido di un'ora sacra, ritrovava a Roma il suo cuore pulsante.
GIOVANNI BIADENE
Lo Stato Italiano stipula una convenzione con il collezionista Evan Gorga, che cede al ministero della Pubblica Istruzione le sue collezioni. L'amministrazione statale si impegna: a istituire dieci borse di studio (di 300.000 lire ciascuna) da conferire per concorso a studenti di canto; a ordinare ed esporre convenientemente il materiale delle collezioni; a corrispondere a Gorga un vitalizio e a pagare i debiti da lui contratti. Tramonta l'utopistica idea di Gorgia nel realizzare un grande teatro lirico e anche le borse di studio saranno poi indirizzate a generici studi musicali. Inoltre le collezioni continueranno per lungo tempo a giacere abbandonate in diversi magazzini, i seminterrati della Farnesina al foro Italico, l'Accademia di Santa Cecilia, la Galleria Corsini, villa d'Este a Tivoli, palazzo Barberini.