Informazioni storicheCodice identificativo monumento: 6384
CronologiaNelle Notizie dello scorso decembre annunziai, che costruendosi il sifone, il quale conduce ad Albano le acque potabili delle sor: genti di Nemi, e distendendosi i tubi sul selciato della via Appia, in tutta la traversata del cratere aricino, nel punto ove la detta via è attraversata da quella detta di Vallericcia, furono rimessi in luce alcuni massi di marmo,appartenenti alla trabeazione ed al bugnato di un grande e bel monumento dei buoni tempi.
Fu pure ritrovato un pezzo d'iscrizione con poche lettere, che non davano alcun lume sulla origine e sulla natura dell’edificio. Avendo il Ministero dato ordine, che fossero eseguite alcune indagini in quel sito, reputo utile il comunicare la relazione dell’architetto degli scavi prof. cav. R. Lanciani, ove sono descritte le ulteriori scoperte.
I massi di marmo di gran mole, scoperti ed estratti, sono trentasette. Cinque appartengono alla iscrizione, e sì ricompongono come segue: TI LATINIVS TI F HOR PANDVSA III VIR VIAR CVR
Le lettere sono di buona forma ed alte, nella prima linea m. 0,17, nelle altre 0,14. Il lastrone è incorniciato da gola e listello, larghi assieme m. 0,13. Sul raro cognome Pandusa, veggasi il C.I.L. VI, 9635, ed il Nipperdey ad Tacit. Ann. II, 66. Tacito, narrando dei fatti dell’anno 19, nomina il nostro Latinio Pandus(a) come propretore della Mesia.
Io credo che nella iscrizione si debba sottintendere il verbo fecit, ovvero in altri termini, credo che l'iscrizione non sia sepolcrale. Infatti îl luogo della sua scoperta cade nel centro istesso dell’antica Ariccia, lontano dalle necropoli dell'Appia: ed il nome del titolare è espresso non in caso dativo, come di consueto, ma in caso retto.
Nelle epigrafi assai vicine agli ultimi anni della repubblica o ai primi dell'impero, come è questa, non è raro riscontrare l’omissione del fecit. Del resto se l'iscrizione fosse sepolcrale, vi sarebbe descritto l’intiero cursus honorum di Latinio Pandusa, e non si arresterebbe al primo passo della sua carriera. Degli altri trentadue massi scoperti, uno appartiene alla cornice di basamento, modinata di zoccolo, toro, gola diritta, listello e scozia, alta in complesso m. 0,66.
Ventiquattro altri massi appartengono al bugnato: e dal confronto di questi si deduce, che in ciascun ordine, le bugne erano alte m. 0,76 e lunghe alternatamente m. 1,72 e m. 0,37. I canaletti sono larghi due centimetri. Seguono tre massi contenenti l'architrave, alto m. 0,37, ed il fregio alto m. 0,46, lunghi assieme m. 4,73, e quattro massi contenenti la cornice, alta m. 0,41, lunghi assieme m. 3,20.
L'architrave ha la gola intagliata a spicchi d'aglio: la cornice ha intagliato soltanto l’ovolo ed il dentello. Il fregio, a nascimenti e fogliami, è molto elegante, ma un poco corroso dal lungo soggiacere in suolo umido.
Debbo ricordare in ultimo luogo, la scoperta di una colonna di cipollino, lunga m. 4,50, grossa m. 0,55, la quale tuttavolta non credo che possa appartenere al monumento.
Rodolfo Lanciani.
DescrizioneSepolcro del Pretore Tiberio Latinio Pandusa.