Codice identificativo monumento: 6669
Il sig. Luigi Boccanera ha intrapreso la escavazione degli avanzi di una villa romana, nelle adiacenze della via Latina sul territorio di Marino, lungo la strada municipale marinese, presso la stazione del Tramway, detta il Sassone, e più precisamente sul confine delle vigne, vocab. Marco Andreola con la tenuta delle Frattocchie, quarti di Marino, di proprietà della casa Colonna.
Nel primo giorno delle ricerche (17 gennaio), il sig. Boccanera ha fatto dei tasti dentro e d'attorno un edificio, distaccato dalla fabbrica centrale della villa, e che presenta uu tipo basilicale : e siccome l'ha riconosciuto spogliato d'ogni suo adornamento, così ha posto altrove i suoi scavatori. I saggi del Boccanera permisero al prof. Lanciani di rilevare la pianta dell'edificio, che ha tutta l'apparenza di essere stato costruito nella prima metà del secolo quarto dell' e. v.
Negli scavi fatti eseguire dal sig. Boccanera sono state scoperte cinque camere, del fabbricato centrale della villa romana, che si è riconosciuta essere stata di Q. Voconio Pollione.
Le pareti sono costruite in tre diverse maniere: le più antiche di reticolato, senza legamenti di mattoni; le più recenti di piccoli cubi di peperino, con fascio di mattoni; le novissime, di solo peperino squadrato irregolarmente.
I pavimenti più antichi sono di musaico a chiaroscuro, i meno antichi sono di marmo (portasanta, nero, giallo). La disposizione delle camere nulla offre di notevole; una sola è adornata con nicchione, nel mezzo del quale corrisponde un piedistallo di muro, fasciato di marmo.
Quivi s'è ritrovato il terzo inferiore di una statua virile ignuda, appoggiata ad un tronco ; un braccio di altra statua muliebre; una testa maggiore del vero, di tipo atletico; una testa muliebre di tipo imitante l'arcaico.
Nelle altre camere sono stati ritrovati ventisette pezzi di terracotta, appartenenti a quattro fregi diversi, tutti elegantissimi. Il solo bollo di mattone, scoperto fino ad ora, porta la leggenda: SEX ANNI AHRODISI.
Proseguite le indagini, si è visto che il palazzo centrale della villa è costruito di tre differenti maniere. La più antica è la maniera reticolata, ovvero reticolatolaterizia ; ma di questa rimane ben poca cosa. Segue la costruzione a piccoli parallellepipedi di pietra, con o senza legamenti di mattoni. Si ritrova da ultimo la maniera laterizia assai trascurata, con grossi strati di calce.
La pianta dell'edifìcio è irregolare: non vi è parete o porta, che infili con le pareti e con le porte vicine. Gli ambienti sono piccolissimi, ad eccezione di un solo che presenta la forma basilicale. Nel mezzo dell'abside rimane un piedistallo di mattone, sul quale doveva essere collocata una statua atletica bellissima, alquanto maggiore del vero, i frammenti della quale sono stati scoperti in questa e nelle vicine sale.
Il simulacro, di scultura assai notevole, è scolpito in marmo greco: mancano un biaccio, una mano, e porzioiR' di una gamba. La testa e di giovane, nel fiore dell' età e della vigorìa, piccola in proporzione delle spalle robuste. I capelli cortissimi. La figura riposa sulla gamba destra, e si appoggia ad un tronco.
Tutti gli ornamenti marmorei della fablirica sono stati derubati ab antico, e messi a bruciare dentro una fornace di calce, di circa 5 m. di diametro, profonda 4, la quale si ritrova dinnanzi alla porta della sala absidata.
I pavimenti a mosaico si mantengono, come d'ordinario, conservatissimi. Sono ornati di figure geometriche nere, in campo bianco. Abbondano anche i frammenti di fregi e di autefisse in terra colta, ed i frammenti di stucchi figurati. La sola moneta fino ad ora scoperta è di Magnenzio.
È stato quindi rimesso in luce, nel mezzo della fronte meridionale del palazzo della villa, un ambiente rotondo, forse balneare, con pavimento, e con la parte bassa delle pareti rivestite di signino. La sala sporge per due terzi fuori della linea generale del prospetto; ed in origine era costruita in reticolato. Successivamente, e non saprei dire per quale ragione, si costruì un secondo muro circolare, con la fronte esterna a cortina di piccoli cubi di peperino, e con la fronte interna grezza ed irregolare.
Ciascheduno degli interstizi forma una specie di pozzuolo, largo 0,60 lungo 1,65, profondo 3,25, coperto a volticella a tutto sesto. In questi nascondigli sono state scoperte le scolture seguenti:
Statua di circa la metìi del vero, rappresentante un uomo ignudo, barbato e con lunghi capelli, ed orecchia caprine, in positura molto sforzata, che a prima vista ricorda alquanto l'Atlante. La testa è ripiegata sulla spalla dritta, con espressione di dolore; le braccia erano ambedue sollevate, la gamba dritta distesa, la sinistra inginocchiata. Manca di quasi tutta la gamba dritta, del piede sinistro, e di gran parte delle braccia.
Statuetta di Satiro barbato, grande circa un quarto del vero , di arte elegantissima, e di tipo, che tranne le orecchie, nulla presenta della natura seraifera. Tiene un otre sulla spalla sinistra, ed il braccio destro disteso ; la testa coronata di pino è piegata sull'omero sinistro, e guarda all'ingiù. Era probabilmente da quella parte, sulla pianta della statua, una pantera od altro baccliico animale, verso del quale era diretto lo sguardo del Satiro, inteso a provocarlo col pedo, e mostrandogli un grappolo di uva. Può considerarsi come ispirata alla imitazione di un originale di arte alessandrina. Manca di porzione della gamba e di un piede, e di buona parte del braccio dritto.
Statua di uni. Vittoria di circa la metà del vero, di mediocre scultura, acefala e mancante delle braccia. Per l'andamento delle pieghe, svolazzanti nel basso della veste, ricorda altre simili figure di greco scalpello.
Simulacro di aquila di grandezza naturale, con agnello negli artigli. Gruppo notevolissimo, e di perfetta conservazione, mancando la sola testa dell'aquila.
Silvano (o figurina virile ignuda acefala, alta m. 0,55 : la gamba destra è appoggiata ad un tronco, la sinistra ad una rupe.
Testa-ritratto di giovane imberbe, coi capelli folti e crespi. Ha il naso ed il mento martellati.
Testa di geuietto elegantissima.
Cinque candelabri marmorei, due quasi interi, tre frammentati, tutti di rara eleganza.
Vari pezzi di scoltura figurata, braccia, gambe, mani, piedi ecc.
Due frammenti di cratere, con rilievi esprimenti danze orgiastiche.
Lungo la fronte meridionale del palazzo corre un tubo di piombo, a sezione elittica, con robusta saldatura, grosso mill. 7, largo nel diametro maggiore mill. 52 nel minore mill. 38.
Lungo la fronte settentrionale poi sembra, die corresse un portico di colonne di pietra albana, d'ordine dorico, intonacate e dipinte, larghe nel diametro m. 0,40. Tanto i fusti quanto i capitelli, sono stati ritrovati fuori di posto. Il vestibulo ha pareti dipinte a fondo nero, con ornati in cinabro, e pavimento marmoreo intatto.
Tra il prospetto nord del palazzo ed il ciglio della terrazza più alta della villa, sembra esservi stato un enorme atrio (o forse giardino), circondato per tre lati da un portico a colonne doriche di pietra albana, di 0,40 di diametro, intonacate di stucco e dipinte. Il quarto lato, rivolto alla pianura ed a Roma, sembra fosse privo di portico, affinchè la vista potesse liberamente abbracciare l'incantevole panorama.
Nel lato sud del portico, fra il muro di fronte del palazzo e la linea delle colonne, giaceva disteso un colossale simulacro di Marsia, alto dal plinto al fastigio del tronco circa tre metri. È di marmo frigio, maggiore alquanto del vero, del tipo consueto, di egregio lavoro in ogni sua parte, ad eccezione della sommità del torace, in cui presenta qualche particolare esagerato e fatto di maniera. La testa è bellissima ed intatta. Manca di qimlche parte nelle gambe, di un piede, e di porzione del bracio diritto.
Le sale del palazzo da questo lato sono vaste, e felicemente disposte; né vi si riscontra in modo alcuno quell'angustia e quella irregolarità, che regna nel lato opposto.
Nella sala a sinistra (a occidente) delle fauci, lunga m. 10,50, larga m. G,30. è stato ritrovato un busto bellissimo ed integerrimo di giovine dal naso aquilino, dalla folta capigliatura, con un berretto scitico. È stata pure ritrovata la mensola di peperino che lo sosteneva.
Nella camera seguente, che ha il pavimento per metà di mosaico a chiaroscuro, per metà di marmo (restauro), è stato scoperto lo scheletro di un fanciullo, incastrato fino al femore dentro un condotto cilindrico di terracotta, lungo m. 0,493, largo nel diametro interno m. 0,201, con pareti grosse mill. 31. Ho finalmente preso nota di questi sigilli dollari.
Rodolfo Lanciani.
Nell'area della villa di Quinto Voconio Pollione presso Marino, avvennero queste ulteriori scoperte.
Eseguiti alcuni saggi dal 25 febbraio al 5 marzo, per determinare la lunghezza del prospetto settentrionale del palazzo, il muro maestro si è rintracciato per 87,00 metri : uè ancora accenna a finire. Questo muro settentrionale costituisce la parete di fondo di un portico, a colonne di pietra albana, delle quali sono stati ritrovati molti fusti, tutti a fior di terra, e danneggiati dai solchi del vomere.
Si è poi scavato regolarmente l'angolo nord-ovest del palazzo, che guarda la marina," ed il territorio attraversato dall'Appia. Bellissima ne è li disposizione architettonica. Le sale sono distribuite attorno ad un atrio a colonne, coi fusti di peperino, intonacati e dipinti, delle quali rimangono al posto le basi: e sono sei nei lati maggiori, quattro nei minori. Il vano d'ingresso all'atrio è ornato da quattro colonnine scanalate, pure di peperino.
In questa parte della fabbrica sono stati ritrovati i seguenti oggetti: Erma doppia, in marmo greco, intatta. Da un lato testa virile, barbata, sorridente, con orecchie aguzze e quasi asinine, e corna di ariete: dall'altro, testa muliebre con le chiome discendenti sulle spalle; Braccio di Discobulo. È il migliore frammento di scoltura fino ad ora ritrovato; Piede di statua virile, grande due volte il vero, con plinto e porzione del tronco; Oronda di terracotta, col battente ornato di ottimi altorilievi, rappresentanti maschere sceniche, zampegne, tirsi etc; Antefisse, vasellame aretino, vasellame da cucina, lucerne, mattoni bollati, una moneta di Claudio, un utensile di bronzo etc.
Nella decade dal 7 al 16 marzo, fu scavata tutta la superficie dell'atrio della villa, o piuttosto di uno degli atri, conciossiachè per legge di simmetria ve ne debbono essere o due o quattro. Le colonne dell'atrio hanno i fusti di peperino intonacati e dipinti, larghi nel diametro m. 0,46. L'intercolunnio è di m. 2,50, eccetto l'intercolunnio centrale che è largo m. 3,60. La largliezza del portico è di m. 4,40.
Il pavimento del portico stesso era formato con esagoni di marmo; quello dell'atrio con mattoncelli a spiga. Il bacino della fontana è di peperino, e misura m. 1,42 nel diametro. I tubi plumbei che vi conducevano l'acqua. Nel lato occidentale del peristilio sono stati trovati due doli, racconciati con le consuete croci di piombo.
Terminata la escavazione dell'atrio descritto precedentemente, gli esploratori sono penetrati in una vasta e nobilissima sala. Questa ha il pavimento di musaico a chiaro e scuro, pareti di reticolato senza legature di mattoni, intonaco con paesi e vignette a fondo giallo, e zoccolo color amaranto. Le colonne d'ingresso, che dovevano formare arco serliano, sono di peperino con scanalature a stucco di polvere di marmo. Sul pavimento giacevano tre simulacri marmorei.
Il primo è bellissimo e rappresenta l'Apollo Pizio, in grandezza maggiore del vero. La statua di marmo greco, è alta m. 1,98, ed è di ottima conservazione, mancando soltanto di una scaglia del volto, dei due avambracci e di una scaglia sul fianco destro. La figura riposa sulla gamba sinistra, appoggiata al tripode. Il manto, con ricco ed elegantissimo partito di pieghe, scende dalla spalla sinistra attraverso il dorso, e quindi vela la metà inferiore del corpo, e finisce aggruppato sulla cortina 0 vaso sferico del tripode. I piedi hanno sandali con i legamenti, e linguetta spizzata. Il tripode è lavorato, come si dice, a giorno, e tanta è la sottigliezza delle zampe che lo sostengono, e delle spire del serpente che si ravvolge attorno le zampe, che l'artefice è stato costretto di sostenere questo « tour de force » con un tronco, i rami del quale costituiscono altrettanti puntelli di sicurezza. La chioma del nume è quasi femminile ed è annodata dietro la nuca.
La seconda statua, di tipo atletico alquanto maggiore del vero, è sventuratamente acefala. Eaffigura Ercole ignudo, che col braccio sinistro regge la spoglia leonina, lavorata a perfezione in tutti i particolari delle zampe, della testa, della folta irta criniera.
La terza scultura è un torso di statua virile seminuda, maggiore del vero, ed anch'essa molto bella.
Nella settimana dal 23 al 30 marzo avvennero poi i seguenti ritrovamenti: La sala, nella quale furono già, scoperti l'Apollo e l'Ercole, è lunga m. 11,41, larga m. 4,25, e conserva traccie di pavimento a musaico. Comunica verso occidente con l'atrio, mediante un portico di due colonne: verso oriente, e mediante un arco di m. 3,97 di diametro, comunica con una vastissima aula, larga m. 11,41, lunga m. 17,2.5, con traccie di pavimento marmoreo. Quivi è stata ritrovata la metà inferiore della statua, il cui tronco era già apparso nella settimana scorsa fra i simulacri dell'Apollo e dell'Ercole. Non saprei dire che cosa rappresenti questa terza statua, perchè mancante della testa e degli avambracci e d'ogni attributo speciale: è d'uomo nudo, con un pallio gittato attraverso il corpo e sostenuto dal braccio sinistro.
Le scaglio che mancavano per rendere completa la figura dell'Apollo, sono state tutte ritrovate una ad una: non cosi quelle mancanti nell'Ercole.
Rodolfo Lanciani.
Nell'area della villa di Q. Voconio PoUione, durante la settimana dal 30 marzo al 5 aprile non sono avvenuti ritrovamenti di oggetti, ma si è scoperta molta parte del fabbricato destinata per uso termale. Vi è una sala rettangola larga m. 7,70 lunga m. 8,80, col pavimento pensile: una sala rotonda di m. 6 di diametro con quattro nicchie, trasformata dopo l'abbandono della villa in fornace da calce, e parecchie stanzuole capaci di uno o due labri da bagno. Si è pure ritrovato un cortiletto profondo, con ballatoio retto da mensoloni di travertino, sotto il quale ballatoio corrisponde il generatore del calore, o fornace. Due scalette di travertino, permettevano al personale di servizio di scendere in fondo al cortile.
Nella sala rettangola sopraccennata, si rinvengono molti bassorilievi in istucco dorato e dipinto a colori vivacissimi, ma di arte piuttosto scadente. 1 materiali del tetto, che ricopriva questa sala portano, a preferenza di ogni altro, il bollo rettangolare L MESCINI FLA.
Dal giorno 6 al 19 corrente si è proseguito lo sca"vo, in quella parte del palazzo che guarda il mezzogiorno, ed il sito di Castrimenio. Sono state scoperte oltre a venti stanze, non molto grandi, con pavimenti o marmorei o musivi, molto guasti del tempo. Non contenevano alcun oggetto d'arte, e nemmeno mattoni timbrati. Intatti le sole cose raccolte, su d'una superfìcie di duecento metri quadratri, e in due settimane di lavoro, sono: Una medaglia d'Antonino Pio di primo bronzo, e due monete di Claudio; due capitellini ionici di marmo; due capitellini corinzi di pilastro; una statuetta acefala di Diana, di tipo arcaicizzante e di mediocre scoltura; una gamba ed una mano di statua virile grande al vero.
Nella settimana dal 20 al 26 corrente, è stato scoperto tutto l'angolo del palazzo che guarda il sud-ovest. Sembra che quest'angolo fosse costituito da un secondo atrio, col portico sostenuto, non dalle consuete colonne di pietra locale, ma da parastato marmoree, diligentemente intagliate, con capitelli di stile composilo. Dico sembra, perchè tutti questi marmi sono stati ritrovati fuori di sito, anzi messi in disparte in un angolo del supposto atrio. Il rettangolo da esso occupato confina ad ovest e a sud con il giardino, ossia con area non fabbricata: a nord e a est con appartamenti, destinati per uso di dormitorio e di bagno. Le camere hanno la lunghezza costante di m. 5,05, mentre la larghezza è varia, cioè da m. 2,(35 a m. (3,10. 1 pavimenti sono tutti di musaico bianco, con piccoli rombi di giallo.
Gli oggetti ritrovati sono: Sei canali da tetto marmorei, con antefìsse, una delle quali porta il rilievo del bucranio; due il rilievo dell'albo galero; tre poi un ornato con due serpenti urei, divisi da un sottile ed elegante vasetto o candelabro, sormontato da tre occhi di dado; La testa della statua marmorea bellissima, trovata insieme all'Apollo ed all'Ercole dentro il tablino. La statua può ora riconoscersi per un Bacco.
Rodolfo Lanciani.
Nuove scoperte nella Villa di Q. Voronio Pollione.
Dal giorno 24 aprile al 1 maggio il sig. Boccanera non ha scavato regolarmente, ma ha fatto dei saggi in più luoghi, sia per riconoscere i confini precisi del fabbricato, sia per determinare il piano della futura campagna, in quanto che il suo permesso di scavo per la corrente stagione è sul punto di finire.
Il fabbricato occupa un rettangolo, lungo m. 101, largo m. 67, della superficie di m. q. 6767. Dalla parte di tramontana confina con una terrazza, sostruita da muraglioni, e circondata da portici per tre lati. La terrazza è lunga m. 129, larga m. 74, ed ha una superficie di m. q. 9546. Dalla parte di oriente, il fabbricato tocca il ciglio di una valle profonda 20 metri : dalla parte di mezzogiorno e di ponente, pare accertata l'esistenza di altri edifizì riuniti fra loro da portici, e da corridoi.
Le cose più notevoli scoperte in questa settimana sono: frammento di iscrizione in lastra marmorea, lunga m. 0,68, alta m. 0,28; lastrina marmorea; Condotto di piombo; Un bellissimo capitello di pilastro in rosso antico; Un mattone col graffito.
Dal 1 al 24 maggio, giorno in cui furono sospesi gli scavi, non hanno avuto luogo trovamenti notevoli di oggetti d'arte e di antichità. Ricorderò soltanto una bella serie di antefisse fittili, ed una testa marmorea muliebre di buon lavoro. La porzione del fabbricato scavata nelle due ultime settimane, è quella che guarda il levante e la valle detta dei Pantanicci. Contiene un secondo atrio coi portici di pietra albana, simmetrico a quello dalla parte di occidente, e contornato da cubiculi di varia misura, con pavimenti di musaico finissimo monocromo.
Rodolfo Lanciani.
Il sig. Luigi Boccanera ha ripreso gli scavi (della Villa di Q. Voronio Pollione) lungo il lato occidentale del palazzo, in area che si credeva occupata dal giardino. È stato scoperto infatti uno spazio quadrangolare non fabbricato, largo dodici metri, di lunghezza ancora indeterminata : ma al di là di questo viridario, 0 cortile che sia, torna ad apparire la fabbrica, con molte celle di uniforme misura, appoggiate ad una parete longitudinale di maniera reticolata.
Nel viridario sono stati raccolti i seguenti oggetti: Statua marmorea di mediocre artificio, di buona conservazione, grande oltre il vero. Manca della testa e delle mani. Rappresenta l'Apollo Palatino, con lunga e sottile tunica talare, e con la cetera appoggiata sul fianco sinistro; Antefisse di terracotta, con una Vittoria alata sostenente un trofeo , e stante sopra un globo fra due Capricorni; Conversa di terracotta, con rilievi su l'uno dei lati, rappresentanti una maschera gorgonica, fra due Geni alati; Grossa condottura plumbea, nella quale si distinguono alcuni pezzi di restauro. Nelle parti originarie si leggono le impronte: q.uoconi. polliONIS SVLPICIVS TRO LLVS FEC LPICIVS TRO LLVS FEC
Rodolfo Lanciani.
Gli scavi della villa di Q. Voconio Pollioue, con tanta alacrità continuati dal sig. Luigi Boccanera, hanno portato la scoperta di una piccola idria fiittile; di vari pezzi di terracotta adoperati per ornato architettonico, uno dei quali presenta maschere sceniche tirsi ed encarpi.
Hanno poi restituito : un frammento di statua di Diana cacciatrice ; un piede di cavallo; una testa marmorea assai monca, imitante lo stile arcaico; un piccolo torso di putto ed altri avanzi di scolture. In un bollo di tegolone ho letto: L POSTlmi.
Nel fondo di tazza aretina, nel bollo colla nota forma di piede, vedesi: P CLODPROC
Luigi Borsari.
Il sig. Luigi Boccanera ha cominciata la sua terza campagna di scavo nella villa di Q. Voconio Pollione, nella tenuta denominata Sassone, e precisamente nelle vicinanze dell'angolo nord-est del grande giardino-terrazza, che s'apre a tramontana del palazzo, alla quota di m. 171 sul mare.
Questo giardino-terrazza appariva sostruito da un muragliene, rinforzato da speroni, distanti l'uno dall'altro m. 4,50; e le ricerche del Boccanera hanno dimostrato, che quegli sporti di muro non sono speroni, ma attaccature di pareti» perpendicolari al muro maestro di sostegno.
Il detto muro poi è di opera reticolata; e di uguale fattura sono le pareti divisorie, aventi ciascuna due finestre. Tra due di queste pareti stesse era una fontana o ninfeo, composto di grande nicchione, intorno al quale girava una grossa condottura di piombo, e con un bacino, già incrostato di marmi, simile a quello degli impluvi.
Nelle escavazioni di questa aula-ninfeo sono stati trovati: un'erma acefala di marmo greco, e una mezza figura di uguale marmo, con la superficie assai corrosa, che forse rappresenta Arianna abbandonata. Sono stati trovati parimenti alcuni fregi fittili a stampo, col noto gruppo delle pantere dissetantisi ad un cantaro.
Rodolfo Lanciani