Codice identificativo monumento: 6982
Costruendosi il sifone in ghisa, che deve recare ad Albano porzione delle acque delle mole di Nemi, è stato aperto un cavo sul percorso dell'Appia antica, per la lunghezza di oltre a 1500 metri, quanta è la distanza che separa la celebre sostruzione del clivo aricino sotto il Colle-Pardo, dal sepolcro detto di Arunte (sepolcro degli Orazi e Curiazi) nel luogo chiamato la Stella. Il pavimento dell'Appia è stato scoperto in più luoghi, a maggiore o minore profondità; e su di esso sono stati distesi i tubi del sifone.
Nel sito preciso, dove la strada di Vallericcia diverge dall'Appia, a m. 10 di distanza dal rudere rotondo detto il Torrione (dei Chigi), sono stati ritrovati gli avanzi di un nobile e ricco monumento, il quale secondo il parere del predetto sig. prof. Lanciani, inviato dal Ministero sul luogo dello scavo, non pare che abbia carattere sepolcrale, tanto più che il luogo della scoperta sembra corrispondere nell'interno del vétusto fabbricato di Ariccia.
I massi di marmo estratti sono undici: alcuni raggiungono la considerevole lunghezza di m. 2,70. Appartengono per lo più alla trabeazione, ornata di elegantissimo fregio, e con cornice ed architrave intagliati in tutti i loro membri. Un masso conserva i canaletti del bugnato; due appartengono alla grande iscrizione monumentale. Questa che riproduco dall’apografo del cav. Lanciani, era alta m. 1,52 lunga (forse) 3,00, incorniciata con gola e listello. Le lettere della prima linea sono alte m. 0,17: le altre m. 0,14.
Rodolfo Lanciani.
Crolla il Torrione Chigi ad Ariccia.
1856
Luigi Canina
Veduta dell'antico stato dell'Aricia
Gli edifizj antichi dei contorni di Roma
1856
Luigi Canina
Pianta dell'Aricia e sue adiacenze
Gli edifizj antichi dei contorni di Roma
1811
Tempio sulla via Appia presso Ariccia
1794
Carlo Labruzzi
Porta Urbica ad Ariccia
Via Appia illustrata ab urbe Roma ad Capuam