Data: 1605
Codice identificativo monumento: 7043
24/6/109: L'imperatore Traiano inaugura il decimo acquedotto di Roma, per l'approvvigionamento idrico della regione urbana di Trastevere. Viene riutilizzato parzialmente il condotto dell’Aqua Alsietina. Le sorgenti sono collocate sui monti Sabatini, presso il lago di Bracciano. La lunghezza complessiva di circa 57 km e la portata giornaliera di 2.848 quinarie (118.200 m³).
752: Il re longobardo Astolfo, chiede al pontefice Stefano II un tributo di un soldo d'oro per ogni abitante del Ducato romano e il riconoscimento della sua sovranità sull'intero territorio. Per rappresaglia mette fuori uso l'acquedotto Traiano.
784: Papa Adriano I, secondo un piano di interventi finalizzato a garantire il funzionamento delle diaconie e dei principali edifici di culto, avvia il restauro dei principali acquedotti: La "forma Claudia" che alimenta il complesso lateranense, attraversa il Celio fino alla diaconia di Santa Maria in Domnica, per poi raggiungevano il Palatino; L'acquedotto Giovio, diramazione dell'Acqua Marcia, che scorre fino alla diaconia di Santa Maria in Cosmedin; la "forma Sabbatina", che aziona i mulini del Gianicolo e alimentava la fontana nell'atrio della basilica di San Pietro e i bagni adiacenti (ricostrundo un centinaio di arcate a parecchi chilometri di distanza dalla città e restaurando le condutture in piombo); l'acquedotto dell'Acqua Vergine, che partiva da Porta Salaria e proseguiva fino al Pantheon, alimetando le diaconie di Sant'Eustachio e di Santa Maria in Aquiro.
/3/1608: Papa Paolo V avvia la costruzione dell'Acquedotto dell'Acqua Paola. Il progetto, attraverso il ripristino di antiche condotte dell'Acquedotto Traiano, permetterà l'approvvigionamento idrico delle zone del Gianicolo Trastevere.
1612: Entrata in funzione dell'Acquedotto dell'Acqua Paola. Lungo oltre 57 chilometri, l'opera è costata 400 mila scudi, grazie anche alle gabelle su carne e vino.
3/6/1673: Papa Clemente X accorda al duca Flavio Orsini la facoltà di immettere mille once d'acqua dal lago di sua proprietà nell'acquedotto Paolo (appartenente alla Camera Apostolica), in cambio la somma di venticinquemila scudi. Mescolandosi con quella del lago, l'acqua nella condotta perde l'originaria purezza delle fonti, tanto che a Roma si diffonde il detto popolare "valere quanto l’acqua Paola". (Archivio di Stato di Roma).