Data: 1890
Codice identificativo monumento: 7349
Durante degli scavi presso la Tenuta dei Torlonia di Roma Vecchia, presso il IV miglio della via Latina, venne trovato parte del fregio del frontone restaurato da Livia Drusilla, femina princeps, moglie dell’Imperatore Ottaviano Agusto. Il materiale archeologico si trova oggi nell'Antiquarium del Celio.
Viene indetto un concorso per realizzare un edificio museale presso il Giardino Botanico del Cielio. L'edificio avrebbe dovuto ospitare il Museo Urbano e il Museo Latino, articolandosi su un brillante progetto espositivo ideato da Rodolfo Lanciani.
A seguito del mutato clima politico, ed a forti contrasti tra le istituzioni comunali e quelle statali (a proposito della distribuzione proporzionale dei costi e degli spazi espositivi disponibili) sono interrotti i lavori di realizzazione del nuovo Museo archeologico del Celio, preferendo l’ipotesi di collocare la collezione statale presso le Terme di Diocleziano. L'edificio parzialmente costruito sul Celio resta di proprietà comunale e viene utilizzato come Magazzino Archeologico.
Su proposta del Lanciani, viene aperto al pubblico il Magazzino archeologico comunale al Celio.
La Giunta comunale delibera la concessione di un enorme blocco di travertino, per la realizzazione di un monumento ai Caduti sul Monte Cacciarello a Vigna Glori. Il marmo viene scelto dalla Commissione archeologica (prelevandolo dall'Orto Botanico) e consegnato alla Società dei reduci), che lo divide in 140 pezzi per formare una scogliera di base. Per ornare la cima, il ministero dell'Istruzione donana un'antica colonna di marmo rosso di Pietrasanta, alta 7 metri e del diametro di 75 centimetri, recuperata dal Tevere nel 1871.
Inaugurazione della settima sala aggiunta al primitivo nucleo del Magazzino archeologico al Celio.
Inaugurazione del Museo Mussolini al Campidoglio, nuova sede della Galleria Comunale d'Arte Moderna e nuova sezione dei Musei Capitolini (dove sono trasferite le opere di scultura conservate nell'Antiquarium al Celio). Per l'esigenze espositive viene parzialmente ricostruito il Palazzo Caffarelli e sistemati i suoi giardini:
"Nel tratto già occupato dal Palazzo Caffarelli, dove il Comune di Roma ha cancellato, con una quasi totale demolizione, il ricordo degli abitatori teutonici, è stata messa alla luce una parte della platea del tempio di Giove Capitolino e sono stati ordinati due nuovi Musei con dedicazione al Primo Ministro Benito Mussolini. In pari tempo il Governatore di Roma, Filippo Cremonesi, coadiuvato dal Capo dell'Ufficio Belle Arti, Tomaso Bencivenga, ha voluto il restauro del Tabularium con opportuni abbellimenti.
Oggi, con l'ampliamento dei locali destinati ai Musei Capitolini, la suppellettile, talvolta preziosa, già custodita all’Orto Botanico del Celio, è stata sistemata sul colle che riassume la storia civile, religiosa e bellica di Roma.
Nel recentissimo ordinamento scientifico, compiuto dal prof. Settimo Bocconi, d'accordo con l'architetto Ghino Venturi, s'è tenuto conto d'una distribuzione il più possibile cronologica. La statua tutelare di Giove è stata collocata al sommo della platea del Tempio di cui furono dissotterrati i maestosi blocchi di tufo, nel salone centrale del nuovo Museo.
Attorno alla statua di Giove, stanno quelle dell'Azeradi Piazza Sciarra, dell'A sc/epio di Piazza Colonna. Alcune opere dell'età repubblicana sono riunite nella sala seguente: Affena di Castro Pretorio, l'Adoratrice in basalto, l'Aphrodite di Arles, l’Athena attribuita da alcuni archeologi a Timoteo; insieme alle due are ad Ercole e al dio agreste Vermino, al sepolcreto rozzo in peperino dei Tibicini.
La Protomoteca capitolina è anch'essa riorganizzata, e prenderà il necessario sviluppo. Vi figurano, insieme a numerosi «Ritratti » d’uomini grandi, di s simo valore artistico, due busti dovuti ad Antonio Canova: il Pontefice Pio VII e il musicista Domenico Cimarosa.
È stata pure ordinata ed esposta una raccolta interessantissima di acquarelli di Roesler Franz, di prevalente sapore topografico, gustosi talvolta anche per la sveltezza del segno e l'immediatezza della forma.
La scultura è rappresentata da un bronzo i Ercole Rosa, da opere di Duilio CambelGiovanni Prini, Attilio Selva, Arturo Dazzi, Alfredo Biagini, Sirio. Tofanari. Ritrattisti e anim slalternano per le sale. Ci son pure il Nicolini e il Brozzi, il Cataldi e il D'Antino.
La Sezione del bianco e nero è scelta, non numerosa: essa avrà certo un notevole incremento in seguito. E se il Comune di Roma non darà vita ad un Museo delle Arti decorative che considero necessario, in queste nuove raccolte capitoline che arricchiscono Roma d'altre attrattive estetiche, dovranno pure ere collocati i migliori prodotti delle arti applicate.
Nelle quali è la ragione prima, la salvezza dell'arte italiana."
Irnerio
Il Duce Mussolini inaugura l'Antiquarium Comunale dopo i nuovi lavori di ampliamento del vecchio Magazzino archeologico. I frammenti della Forma Urbis sono trasferiti dai Musei Capitolini. Gli spazi espositivi sono organizzati concentrando il discorso museografico sulle arti decorative e quelle che allora venivano considerate come “arti minori”, ivi trasportate dal Palazzo dei Conservatori. Secondo Antonio Muñoz, responsabile del nuovo allestimento: “Il criterio che ha guidato l’ordinamento delle raccolte è stato prevalentemente estetico: le opere d’arte sono riunite secondo la materia in cui sono eseguite: una sala raccoglie i vetri, un’altra i bronzi, una terza gli avorii e gli ossi, due le terrecotte”.
III giorno di visita di Adolf Hitler a Roma. Di ritorno dopo il viaggio a Napoli, arriva in treno alla stazione Termini, ricoperta da una scenografia posticci a causa dei lavori in corso. Dopo una visita alla Mostra Augustea della Romanità, il Duce Mussolini, Hitler e il Re Vittorio Emanuele III partecipamo ad una rivista militare alla presenza in via dei Trionfi. Segue un solenne ricevimento in Campidoglio ha offerto all'Ospite il Governatore di Roma dor Piero Colonna ed una festa folcroristica popolare a piazza di Siena.
In seguito ai lavori di realizzazione della galleria della metropolitana (che avrebbe collegato la Stazione Termini al nuovo quartiere dell'esposizione Universale), cede il terreno sotto l'Antiquario del Celio, creando scollamenti di interi settori dei muri perimetrali e vistose crepe. I le collezioni ed i materiali esposti vengono trasferiti nel vicino Palazzetto dell'Orto Botanico del Celio. I frammenti della Forma Urbis sono trasferiti ad un un deposito di Palazzo Caffarelli.
La statua del Leone di Giuda, spostata durante la guerra nell'Antiquarium del Celio, in seguito ad un negoziato viene restituita all'Etiopia.
Apre al Pubblico il nuovo Museo della Forma Urbis e il Parco Archeologico del Celio. Il progetto è stato realizzato grazie al recupero degli edifici presenti nell'area, la Casina del Salvi e l'ex Palestra, e alla sistemazione del contiguo giardino archeologico, in cui sono stati organizzati per nuclei tematici una grande quantità di materiali epigrafici e architettonici di grandi dimensioni delle collezioni dell'ex Antiquarium Comunale, provenienti dagli scavi di Roma di fine Ottocento. L'allestimento della Forma urbis nell'Ex Palestra ONB, vede la sovrapposizione dei frammenti marmorei della mappa antica su una riproduzione in scala della settecentesca carta di Giovan Battista Nolli.