Informazioni storiche

Informazioni storiche artistiche sul monumento

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Codice identificativo monumento: 7395

Cronologia

3/1889

Nelle Notizie dell’anno 1887 (p. 424, tav. XIII), fu detto della topografia dell'antica Gabii, della cui area fu dato il rilievo. Si accennò ai luoghi nei quali si riconobbero alcuni tumuli dell’antichissima necropoli, ed alcuni avanzi di costruzioni sepolcrali dell'età romana. Ora è avvenuta una scoperta importantissima, che si riferisce al periodo remoto della storia della città.

Dovendosi pei lavori di bonifica dell’agro romano, approfondire il piccolo emissario del lago detto oggi di Castiglione, sul cui ciglio era costruita la vetusta città latina, a m. 4,50 sotto l’attuale superficie del suolo, si incontrò un grosso tronco di rovere, che fu cominciato a rompere con le scuri, per togliere di mezzo l'ingombro nella linea del canale, che si doveva praticare. Ma non si tardò a riconoscere, che quel tronco era vuoto, e che i colpi delle scuri colpivano nel coperchio di un grandioso sarcofago. Fatte sospendere le opere, il solerte ingegnere Giambattista Pavari, direttore dell’ufficio di bonifica, si affrettò a richiamare sul fatto le cure dell'amministrazione governativa che sopraintende agli scavi di antichità, e per ordine del Ministero fu dato incarico al sig. conte A. Cozza di dirigere i lavori necessarî alla prosecuzione delle indagini, ed a salvare il monumento.

La cassa sepolcrale, che è più grande dei sarcofagi simili restituiti dalla necropoli di Falerii, fu trovata a m. 64,60 dal ponticello della nuova prenestina, il quale traversa il piccolo emissario; ed a m. 21,00 a valle dell'antica prenestina, la cui sezione apparisce nel taglio dell’emissario predetto.

Il taglio del canale ha fatto ben riconoscere i vari strati archeologici del suolo. Dal loro studio si rileva, che lo strato della superficie attuale trovasi a m. 1,50 al di sopra dello strato dal periodo sillano; e ciò perchè vari resti di edifici romani della fine della repubblica hanno lo stacco di fondazione al livello sopra indicato.

Più profondo di circa un metro è lo strato archeologico, a cui si riferisce la nuova scoperta. Questo è provato dal vedersi al di sotto degli edifici dell'età sillana qualche cippo sepolcrale, mantenuto al proprio posto.

Forse con questi dati si potrebbe argomentare, del graduale successivo sopraelevamento del suolo nei pressi del lago di Castiglione, sopraelevamento prodotto dai detriti dei colli prossimi, trasportati dal torrente Osa.

Di qui risulta ancora la misura della profondità della tomba nel periodo presillano, ossia delle tombe della necropoli arcaica di Gabii, profondità che scendeva a circa due metri sotto l'antico livello, cioè a m. 4,50 sotto il livello attuale.

La nostra tomba aveva il suo piano incassato nel tufo della roccia, per quanto è la metà dell'altezza del sarcofago. Questo è lungo m. 3,00, largo circa m. 0,85. Dentro vi erano i soli resti dello scheletro, e qualche frammento piccolissimo di avorio calcinato, e qualche indizio di pezzetti di ambra.

Nondimeno la fossa in cui questo sarcofago era contenuto, benchè rettangolare, e della forma medesima della cassa, aveva lateralmente una larghezza maggiore, per circa m. 0,25, e molto maggiore larghezza dalla parte dei piedi del defunto. Quivi, in uno spazio di circa m. 0,80, furono rinvenuti vari buccheri di arte antichissima, lavorati a mano, due vasi calcidesi con ornamenti geometrici a zone, ma assai svaniti, ed una coppa di bronzo.

Alcuni di questi buccheri, somigliano a quelli trovati nell'antichissima necropoli dall’Esquilino, presso la chiesa di s. Martino ai monti nella nuova via dello Statuto, ed a quelli delle tombe a fossa della necropoli falisca. Essendo stati raccolti in frammenti, sarà opportuno il dirne allorchè i pezzi saranno stati ricongiunti. Merita per altro esser notato, che comparisce tra questi fittili una grande anfora di terra biancastra, che non potrebbe attribuirsi al lavoro locale.

Forse anche dalla parte della testa dello scheletro, era praticato un vuoto corrispondente a quello verso i piedi, vuoto che serviva pure pel deposito della suppellettile funebre, e che con la suppellettile dovè essere distrutto nelle più antiche opere per la costruzione del canale emissario.

Tanto i fittili quanto la cassa erano coperti da terra fina, poi da sassi, per l'altezza di m. 0,80. Fu notato che alla terra fina era mescolata una polvere di calcare, forse per darle maggiore consistenza.

Fonte: Notizie degli scavi di antichità

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