Data: 1934 / 1935
Codice identificativo monumento: 7523
La Confederazione Fascista degli Industriali destina un contributo di ben tre milioni di lire alla costruzione, di un istituto per lo studio e la cura della tubercolosi e delle malattie polmonari.
Posa della prima pietra dell'istituto per lo studio e la cura della tubercolosi e delle malattie polmonari. Il complesso è progettato dall'Ufficio Costruzioni Sanatoriali dell'INPS con a capo Galbi Berardi, mentre Giulio Marconigi e Ferdinando Poggi si occupano della parte tecnica.
Il Duce Mussolini inaugura l'Istituto Sanatoriale per la cura delle malattie polmonari, intitolato a suo nome. Per la grandiosità dell'evento la cronaca dell'inaugurazione fu mandata in diretta sulla radio nazionale:
"Alla gestione di questo Istituto scientifico intitolato al nome di Benito Mussolini ha contribuito, in accordo anche con l’Università di Roma, la Confederazione Nazionale Fascista della Industria con una dotazione di tre milioni: un atto che merita di essere segnalato giacché attesta il fattivo interessamento dei datori d'opera per la redenzione sanitaria delle masse lavoratrici particolarmente insidiate dal flagello della tubercolosi. «L'industria italiana tutelando la salute del lavoratore potenzia la Patria». «La sacra difesa della sanità della razza rinsalda i vincoli tra industriali e lavoratori». Queste parole di Mussolini sono incise in un marmo nell'atrio del principale edificio dell'Istituto.
Il complesso imponente degli edifici che costituiscono l'Ospedale Sanatoriale e l'stituto Benito Mussolini, si estende per oltre ventotto ettari, è stato portato a compimento dopo meno di quattro anni di lavoro e la cui spesa effettiva di cinquanta milioni è stata inferiore caso raro a quella preventivata.
Gli edifici progettati dall'apposito Ufficio Costruzioni Sanatoriali dell'Istituto della Previdenza Sociale con l'alta consulenza tecnica dell'ingegnere architetto Ugo Giovannozzi e di quella sanitaria dell'on. prof. Eugenio Morelli, titolare di tisiologia all'Università romana, ubbidirono al concetto fondamentale della costruzione di un istituto scientifico completo che fosse legato alla parte sanatoriale, ma che con essa non fosse confuso.
Altro concetto è stato quello di centralizzare tutti i servizi sia scientifici che amministrativi per modo che ne derivasse minore fatica agli studiosi e massima economia di gestione: anziché centralizzare i malati e decentrare ì servizi sì volle la centralizzazione dei servizi e il decentramento dei malati.
Invece della consueta costruzione di padiglioni staccati a uno o due piani vennero costruiti padiglioni a diversi piani, considerato anche che gli attuali mezzi meccanici consentono di rendere più facile la traslazione in senso verticale che non nel senso orizzontale. Tanto l'Istituto che il Sanatorio sono costruiti in modo da potersi considerare divisi in due metà simmetriche presso a poco eguali fra loro: la metà sinistra è destinata al sesso femminile, la destra al maschile. Vi sono perfino due chiese distinte per i due sessi. Unico invece è il grande salone dei divertimenti.
Tutti gli impianti occorrenti per il perfetto funzionamento di un così complesso organismo vennero previsti con larghezza di vedute, modernità di criteri e razionalità di installazioni. Studiati in tutti i particolari, frutto selezionato di quanto l'industria italiana può produrre, sono gli impianti per i servizi generali; dalla grande cucina centrale dotata di pentole a vapore della capacità di oltre duemila litri alle piccole cucine di smistamento collocate in punti diversi; dalla centrale termica per il riscaldamento e la produzione dell’acqua calda alla centrale idrica che consente di poter disporre di un milione di litri di acqua nelle ventiquattr'ore e alla centrale frigorifera per la conservazione delle vivande.
E poi numerosi ascensori capaci anche di portare una barella coi relativi portantini, montacarichi per lo smistamento della biancheria, montacarichi per la distribuzione dei cibi ai malati, montacarichi di servizio per il trasporto delle derrate. Un impianto modernissimo è stato installato per il delicato ed importante servizio di disinfezione.
Nel centro sanatoriale sono collocati grandi laboratori di ricerche e di esperimenti divisf in quattro distinti rami: chimico, batteriologico, istologico e sierologico. Al di sopra di essi, in ambienti all'uopo creati, si trovano le stalle per le cavie di allevamento e da esperimento con annessa sala da operazioni. Gli altri soggetti da esperimento invece, come cani, scimmie, caproni, rane, ecc., sono stati opportunamente sistemati în un distinto reparto situato sulle terrazze più alte e costruito in modo originale.
Gli edifici all'esterno hanno una linea architettonica di sapore classico, mentre negli ambienti interni predomina lo stile razionale, pienamente rispondente al carattere e alle esigenz dell'Istituto: i due stili, esenti da ogni eccesso, armonizzano così da formare un gradevole. Elementi di carattere artistico e decorativo (altorilievi, pannelli, allegorie, figurazioni colorate diverse) sono distribuiti nelle sale, nei refettori nei parlatoi, nelle due chiese, e contribuiscono a dare all'ambiente un aspetto di vivacità rallegrante. Hanno contribuito alla parte artistica e decorativa gli scultori Minerbi e Santagata e i pittori Roveroni, Busi, Rosso e Del Chiappa.
Al complesso degli edifici progettati dall'Ufficio Costruzioni Sanatoriali dell'Istituto della Previdenza Sociale hanno dato in particolar modo la loro opera l'ing. Lorenzo Giocoli, capo del servizio tecnico, e l'ing. Mario Belcredi, capo dell'Ufficio Costruzioni stesso. Direttori dei lavori gli ingegneri Ferdinando Poggi e Pietro Parboni.
La direzione dell'Istituto Mussolini è affidata all'on. prof. Eugenio Morelli. Il reparto specializzato di pediatria avrà a capo il prof. Spolverini, quello di ortopedia il professor Della Vedova, quello di ostetricia il prof. Pestalozza, quello di chirurgia il prof. Alessandri, quello di laringologia il prof. Bilancioni, quello di radio logia il prof. Busi."
Visita del Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena al Santorio Polmonare Benito Mussolini.
Il comitato esecutivo per la costruzione del nuovo Sanatorio in costruzione al quartiere Gianicolense, delibera l'erogazione di undici milioni di lire per completare gli aggiuntivi lavori in costruzione e un premio di acceleramento di cinquemila lire per ogni giorno di anticipo sul termine di ultimazione alla Ditta incaricata dei lavori.
Apertura di un nuovo reparto del Sanatorio Forlanini, denominato clinica medica-donne.
Ssciopero proclamato dal personale salariato del Sanatorio Forlanini, per alcune rivendicazioni sul trattamento pensionistico.
A seguito dello sciopero dei circa mille dipendenti del Sanatorio Forlanini, la Prefettura richiede l'intervento dell'esercito. Sessanta soldati della sanità, insieme a reparti di Fanteria, Genio e Granatieri entrano dal cancello di via Portuense per sostituire il personale, ma i pazienti, per la preoccupazione di non vedere osservate le regole igieniche, si coalizzano con gli scioperanti. La situazione degenera e il Comandante si rivolse alla Questura centrale, che circondano il sanatorio con decine di camionette della Celere. Le proteste perdurarono fino al primo pomeriggio.
Con la legge Mariotti viene disciplinata l'organizzazione strutturale degli ospedali, la loro distinzione in categorie e la loro funzione nell'ambito della programmazione nazionale e regionale ed il finanziamento della spesa ospedaliera. Gli ospedali appartenenti a enti pubblici sono classificati come Enti Ospedalieri Autonomi.
Avviene la separazione definitiva dell'Ospedale Forlanini dall'INPS, classificato Ospedale Regionale per le malattie dell'apparato respiratorio, sopratutto grazie alla debellazione quasi totale della TBC (che non necessitava più di lungodegenza sanatoriale, grazie all'introduzione e alla diffusione delle terapie antibiotiche). L'Ospedale viene accorpao con lo Spallanzani, definito allora il “Lazzaretto”, e con il San Camillo, dando così origine all'Ente Ospedaliero Monteverde.
Il Pio Istituto di Santo Spirito e Ospedali Riuniti viene sciolta, con lo scioglimento degli Enti ospedalieri (e la successiva istituzione del Servizio sanitario nazionale). I numerosi beni sono assegnati al Comune, con vincolo di destinazione alle USL.
Viene istituito il Consiglio sanitario nazionale con funzioni di consulenza e di proposta nei confronti del Governo per la determinazione delle linee generali della politica sanitaria nazionale e per l'elaborazione e l'attuazione del piano sanitario nazionale. Gli ospedali romani sono con ciò inseriti nelle Unità Sanitarie Locali. Il Forlanini viene associato alla USL Roma 16.
Si conclude l'unione degli Ospedali San Camillo Forlanini Spallanzani nell'Ente Ospedaliero Monteverde. Lo Spallanzani diventa l'Istituto Nazionale di Ricerca Scientifica, dando vita al'Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini con al vertice un direttore generale.
Pietro Garinei muore presso l'Ospedale Carlo Forlanini, dove era ricoverato da qualche giorno a causa di una malattia incurabile.
La Regione Lazio decreta la chiusura dell'Ospedale Forlanini. Le strutture ancora attive sono trasferiti allo Spallanzani.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e il segretario di Stato di Sua Santità, cardinale Pietro Parolin, sottoscrivono nella sede dell’Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, una dichiarazione di intenti riguardo l'Ospedale Forlanini, per farne la nuova sede dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Secondo quanto prevede l'intessa, il Vaticano acquisterà l'area dell'ex ospedale Forlanini, ma sarà poi l'Inail a costruire l'edificio del nuovo nosocomio pediatrico, e la Santa Sede pagherà un affitto alla stessa Inail. L'area avrà un'immunità di tipo extraterritoriale, come già avviene per l'attuale Bambino Gesù al Gianicolo.