Data: 1940
Codice identificativo monumento: 7550
Il capitano del genio Mariano Borgatti istituisce il Museo dell'ingegneria militare italiana, con sede a Castel Sant'Angelo: "Il 13 febbraio, il Re e lo primarie autorità militari in tervennero în Castel Sant'Angelo all'inaugurazione d'un museo dell'ingegneria militare, iniziato dal generalo De la Penne e predisposto dal colonnello dal Genio, Borgntti, che pronunziò-il discorso inaugurale. Il museo (che fu visitato minutamente dal Re) è disposto a gruppi.
Il primo ha ingresso a destra da chi arriva dalla grando rampa e la prima sala è destinata ni busti e ritratti: vi si vedono quelli di Papacino d’Antoni e di Pinto del Bertola, di Robilant, Menabrea, Gaveri e Tournon, è cimeli di Chiodo, di Bordino, di Cerotti, ecc,; di Cavalli, istitutore dei pontieri italiani.
Nelle sale seguenti sono riunite plastiche di fortificazioni italiane dal secolo XVI al nostro; disegni, pianto e plastiche di fortificazioni delle città d'Italia; modelli di attacchi e difese delle piazze, con una grando plastica di batteria d'assedio italiana, un gabinetto delle mine, ove campeggia un ritratto di Pietro Micca, e un bel modello della cittadella di Torino, colla indicazione del rivellino fatto saltare dall'oroe di Andorno.
Una sala è dodicata a modelli di costruzioni futto dal Genio militare in Crimea; un altro gruppo di camere con modelli di costruzioni del. Genio per la R, Marina.
Al primo piano, attorno al girotto è un secondo gruppo di locali riuniti fra di loro dalla Galleria di Pio IV, contenenti modelli di artiglierie; di batterie costrutte a Gaeta, strumenti di telegrafia ottica, forni da campo è una colombaia militare.
Altro gruppo è costituito dalla antica biblioteca papale e locali attigui, ove sono riuniti documenti preziosissimi della storia del Genio, relazioni sullo campagne dell'Indipendenza, disegni di fortificazioni in numero di 1600 circa; resti di fortificazioni.
Un quarto gruppo è costituito da tre ambienti (detti anticamente Cagliostro) ove sono fotografie, apparati telografici ed un telegonometro Marzi in azione. Un quinto gruppo, finalmente, è alla cima del Castello, sotto lane gelo di bronzo; ivi è una bella raccolta di strumenti di telegrafia ottic: odelli di aereostatica; galleggianti lagunari, ponti mil strumenti ed apparecchi invontati o proposti da ufficiali del Genio.
Il nuovo museo è interessante ed è aperto al pubblico secondo l'orario consueto per la visita di Castel Sant'Angelo."
Con regio decreto, il Museo dell'ingegneria militare cambia nome in Museo Storico del Genio Militare. Le collezioni espositive si spostano dall'interno di Castel Sant'Angelo alle adiacenti Casermette di Urbano VIII, per far posto alle nuove mostre programmate per l'Esposizione universale.
Il Ke con i generali Diaz, Badoglio e Albirri partecipano alla riapertura del Museo del Genio Militare a Castel S. Angelo:
"Oggi che il Museo segna la terza tappa nella sua storia e nel suo progresso, esso è racchiuso in tre vasti padiglioni, uno dei quali, di recente costruzione, contiene più speciamente i cimelii della ultima guerra."
In occasione del X anniversario dell'intervento italiano nella guerra, i gloriosi vessilli dei disciolti reggimenti di guerra, vengono portati a Castel Sant'angelo per essere custoditi nel Museo storico. Il Re vittorio Emanuele III e l'on. Mussolini, accolgono alla Stazione Termini i sacri vessilli. Il corteo passa dal Quirinale ed arriva a Castel Sant'Angelo passando da Ponte Elio.
In seguito alla riduzione di quadri dell'esercito, quindici reggimenti di fanteria sono stati disciolti e le rispettive bandiere sono solennemente consegnate, al Museo militare di Castel Sant'Angelo. Presenziano alla cerimonia, il Re, il Capo del Governo Mussolini ed i marescialli Diaz, Giardino e Badoglio.
Il Museo dell'ingegneria militare italiana, viene spostato da Castel Sant'Angelo alla Batteria Tevere presso il lungotevere delle vittorie.
Con regio decreto, il Museo Storico del Genio Militare è trasformato in Istituto Storico e Coltura dell'Arma del Genio.