Codice identificativo monumento: 782
Nei cavi per la fondazione di un casamento, che si costruisce sull'area della demolita chiesetta di S. Maria de Calderai, sono state scoperte antiche costruzioni in prossimità degli avanzi della cripta di Balbo. Un muraglione in parallelepipedi di tufo, largo m. 1,61 scoperto per la lunghezza di m. 3,30, corre parallelo all'asse della via de' Calderai: forma con esso angolo retto un muro laterizio largo m. 2,30, lungo m. 7,00, che volge poi parallelo al muraglione di tufa per una. lunghezza di m. 6,50. Fra le terre è stato raccolto un frammento di grossa lastra di marmo.
D. Marchetti.
Nel casamento di proprietà del sig. Boggio, posto in via dei Calderari n. 23, ove si conservano alcune arcate del criptoportico di L. Cornelio Balbo (cos. a. u. 722), facendosi uno sterro per costruire due cantine, è stato riconosciuto, che quell'edificio nei bassi tempi fu modificato con altre costruzioni; essendo stato chiuso con muratura lo spazio che corre fra pilastro e pilastro, nella linea normale all'asse della strada.
Uno di questi muri è stato intieramente scoperto fra la bottega posta al n. 23 e quella segnata n. 24; e si sono trovate inserite in esso due colonne di cipollino, con basi e capitelli corinzii di marmo bianco.
Le colonne sono alte m. 2,36, ed hanno il diametro di m. 0,28: distano dai pilastri m. 1,10, e fra loro m. 1,50. Nella parete poi opposta a detto muro è stato scoperto sopra le arcuazioni del porticato un avanzo di antico muro, costruito in opera reticolata di tufo, con ricorsi orizzontali in mattoni.
L'antico piano trovasi a m. 4,20 sotto l'odierno livello stradale, ed è lastricato con massi di travertino.
Giuseppe Gatti.
Nel solone d'onore di palazzo Braschi, per iniziativa della direzione del Musei della Civiltà romana, si svolge una conferenza per comunicare dove Guglielmo Gatti illustra la scoperta dell'esatta posizione della Crypta Balbi. Il sito è nell'area di via delle botteghe oscure, escludendo quindi la passata attribuzione ai ruderi presenti a via di Santa Maria dei Calderari.
Probabilmente è rappresentato in un frammento della Forma urbis (Piranesi tav. III frammento 9)
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