Codice identificativo monumento: 7844
Sterri entro la villa già Caetani, propedeutici ai lavori per l'apertura della nuova via Merulana. Scoperti i resti di una grande aula absidata degli Orti di Mecenate. I lavori di sbancamento ne riportato una buona metà al di sopra del piano di calpestio. Ulteriori scavi più a sud mostrano i resti di una ricca domus. Una fistula plumbea porta il nome del proprietario, Cornelio Frontone.
Nelle fondazioni di una casa, sull'angolo della via Merulana con la piazza triangolare, si è trovato un muro costruito con frammenti di statue. Sono state ricomposte con essi, in tutto o in parte, le seguenti scolture. Statua muliebre acefala maggiore del vero, copia della Venere di Prassitele, con il distintivo dell'armilla al braccio sinistro. Vari frammenti di altra Venere, minore del vero. Busto di Otacilia Severa, mancante della parte superiore della fronte. Erma di Bacco barbato, con corona di edera e di globuli, in stile imitante l'arcaico. Statua imperiale, loricata, acefala, maggiore del vero. Terzo superiore di un bellissimo simulacro dell'imperatrice Faustina, col capo velato. Terzo superiore di statua muliebre semicolossale, forse di Musa. Rocchio di rarissima macchia di alabastro fiorito.
Rodolfo Lanciani.
Sull'angolo delle vie Merulana e Leopardi è stata terminata la demolizione di due pilastri, costruiti con frantumi di marmi architettonici e figurati.
Questi ultimi sembrano appartenere a quattro statue, due muliebri, due virili, rotte in pili centinaia di pezzi. Fra i marmi di decorazione si distinguono: un tronco di colonna di africano, con rarissime macchie, largo nel diametro met. 0,35 alto met. 1,95, ed un altro pure di colonna di alabastro fiorito, largo nel diametro met. 0,45.
Nell'area di proprietà della Compagnia fondiaria italiana, posta sull'angolo fra la via Merulana e la via Leopardi, alla profondità di oltre a sei metri, è stato scoperto un apparecchio per il riscaldamento dell'acqua, il quale comprende: una cassetta ed un condotto distributore dell'acqua, ambedue in piombo; un bacino composto di grossa lamina di rame, del peso di oltre duemila libbre, e col locato sopra l'ipocausto.
I pilastrelli dell'ipocausto sono composti di mattoni, improntati tutti col bollo rettilineo: ASTVA NA X FAC
Le pareti dell'ambiente sono poi foderate con lastre di piombo, unite insieme per mezzo di chiavarde ribadite a freddo.
Rodolfo Lanciani