Data: 1900
Codice identificativo monumento: 7941
Continuandosi, nella via della Consulta, i lavori per la fondazione del villino Spalletti, si sono recuperati, fra la terra di scarico: un rocchio di colonna in marmo bianco, lungo m. 1,30, diam. m. 0,45; due pezzi di mattone, coi noti bolli di Gn. Domizio Salutare e di M. Valerio Prisco (C. I. Z. XV, 1093, 1367); una piccola base attica, di marmo, del diam. di m. 0,55; un'anfora fittile, a due manichi, alta m. 1,03; molte lastrine di marmi colorati, appartenenti ad antichi pavimenti di stanze; e diversi vasi in terracotta, di varia forma. Tra questi è notevole un catino, di terra rossastra, con largo bordo, su cui è due volte impresso il sigillo rettangolare: C.PERELI RESTITVi
Giuseppe Gatti.
Gabriella Rasponi, vedova del Conte Venceslao Spalletti Trivelli, Senatore del Regno, nipote di Gioacchino Murat e di Carolina Bonaparte (sorella di Napoleone), acquista il terreno e affida all'architetto Domenico Avenali (che si avvale della collaborazione di valenti artisti ed artigiani tra cui Edoardo Gioja) l'incarico di costruire Villa Spalletti Trivelli.
Grazie alla intelligente sensibilità della Contessa Rasponi, Presidentessa del Consiglio nazionale delle donne italiane, Villa Spalletti Trivelli diventa un cenacolo politico e culturale di prestigio. Ogni giovedì pomeriggio i saloni della villa sono frequentati da personaggi di spicco dell'epoca tra cui Romualdo Bonfaldini, Sidney Sonnino e Rabrindanath Tagore, premio Nobel per la letteratura nel 1913.