Codice identificativo monumento: 8821
L'archeologo Giovanni Battista de Rossi scopre la catacomba della Nunziatella presso la via Ardeatina.
Per i lavori di bonificamento e di coltivazione, eseguiti dal sig. Pietro Pazienti in quella parte della tenuta di s. Alessio (vocabolo Vigna murata), che è posta circa il quinto chilometro della via Ardeatina, fra la chiesa della Nunziatella e la batteria omonima, sono tornati in luce parecchi avanzi di antiche fabbriche in laterizio, e di monumenti sepolcrali.
Sull'altipiano della collina abbondano, con i materiali di fabbrica, frammenti di grandi dolii e di vasi fittili minori; e s'incontrano pure pezzi di pavimenti a musaico bianco e nero. Ciò conferma quanto il comm. de Rossi ha già altra volta accennato, che cioè nell’età imperiale e nei primi secoli cristiani fu quivi un gruppo o pago di coltivatori delle ville e predii rustici di quel luogo.
In vari punti della collina apparvero resti di due antiche strade, a grandi poligoni di selce, sui quali sono assai profondi i solchi prodotti dal lungo attrito delle ruote. Una di queste vie congiungeva la Laurentina all'Ardeatina; e per essa transitavano i pellegrini del medio evo per recarsi dalla chiesa ad aquas Salvias a quella della Nunziatella, che erano state aggiunte alle sette chiese stazionali di Roma (?). L'altra strada, quasi normale alla prima, era probabilmente un tratto dell'Ardeatina medesima.
Dei ruderi di sepolcri, alcuni erano costruiti con grandi lastroni di peperino, altri in opera reticolata di tufo. Furono pure scoperti avanzi di un grandioso monumento marmoreo, di forma curvilinea; e sepolcri quasi a fior di terra, formati da tegoloni con copertura alla cappuccina: Tre di tali tegole hanno il bollo, riferibile ai primi anni del secondo secolo, edito nel C'. 7. Z. XV, 1008: in un altro pezzo di mattone leggesi parte del bollo, della stessa età, C.I.L. XV, 474.
A poca profondità dal suolo sì rinvenne una grande arca marmorea, per due cadaveri, lunga m. 2,18 X 0,63 X 1,00, formata semplicemente da quattro lastroni tenuti fermi con grappe di ferro. Il fondo è ugualmente composto di varie lastre, concatenate con asticelle di ferro: il coperchio era spezzato.
Fu pure recuperata una statua virile in marmo, alta m. 1,30, mancante della testa e delle braccia. La figura è coperta dal solo manto, che in ampie pieghe scende dalle spalle fino ai piedi, lasciando lateralmente scoperto tutto il profilo del corpo.
Un frammento di lastra cimiteriale cristiana, raccolto fra le terre, conserva soltanto le lettere.
Nella parte orientale della tenuta predetta, e propriamente nel quarto, ove è stato stabilito il campo sperimentale della R. Stazione agraria, si è rinvenuto un frammento di piccolo cippo sepolcrale, in marmo, alto m. 0,22 X 0,22, su quale si legge: D M OCTAVIO EPAPHRODITO OCTAVIA SE cuINDA CONIV gi... Il piccolo cippo è fastigiato ed ornato di pulvini.
Giuseppe Gatti.
Il complesso ha un solo livello, con una galleria principale in asse con la scala d'ingresso, e due braccia laterali che partono dall'ingresso e si dirigono in direzioni opposte. In fondo alla galleria principale, è presente il cosiddetto cubicolo del Giudizio, interamente affrescato e risalente alla seconda metà del III secolo: deve il suo nome alla pittura della volta, che rappresenta il giudizio finale.
Nel sopraterra è presente invece una vasta necropoli, risalente all'età repubblicana.