Codice identificativo monumento: 9830
Fallito il tentativo di prendere la città al primo assalto, le truppe di Vitige realizzano un accampamento in una zona dove le arcate degli Acquedotti Claudio e Marcio si inersecano ripetutamente. Per fiaccare gli assediati fa tagliare tutti gli antichi acquedotti che approvvigionavano d'acqua la città. I grandi impianti termali cessano definitivamente la loro funzione. Belisario, dal canto suo, fa murare gli sbocchi affinché non potessero essere utilizzati come passaggi per introdursi in città.
Resti di maggiore importanza vennero a luce nei lavori della via nazionale, sia presso il giardino Aldobrandini, che nelle fondamenta del palazzo Antonelli, di fronte alla chiesa di s. Caterina da Siena.
Quivi comparve il grande emiciclo che prospettava lo stadio delle Terme di Costantino, con una parte delle mura dello stesso stadio con nicchie, nonchè varie stanze, frammenti di colonne, ed un’ampia scala dispogliata de’ suoi marmi, che metteva al piano superiore dell'edifizio medesimo.
Giuseppe Fiorelli.
I lavori di sistemazione della via Nazionale al Quirinale portarono la scoperta di una parte del vasto emiciclo dello stadio o palestra, innanzi alle Terme Costantiniane, della cui esistenza sotto il giardino Aldobrandini non avevano dubitato i topografi.
Delle medesime Terme tornò pure a luce nello scorso mese, presso la via della Consulta, un ambiente largo circa m. 5,80, con residui del suo pavimento marmoreo, nonchè un muro di costruzione laterizia in forma di abside, il quale internandosi sotto il palazzo, in corrispondenza di un muro consimile esistente presso il lato orientale non ancora interamente dissotterrato, costituiva l'altro limite dell'indicata palestra.
All'interno di questo emiciclo è addossato un terrapieno fatto di scaglioni marmorei e selci, e disposto a guisa di gradini. Sembra che tale abside segnasse, il termine occidentale delle menzionate Terme, poichè esternamente ad esso apparvero avanzi considerevoli di una strada lastricata a grandi poligoni, che dirigendosi verso la non discosta palazzina Antonelli, tiene dall'altro lato una serie di solide costruzioni laterizie dell'epoca antoniniana, con piani soprapposti.
Fra le terre si raccolsero taluni bolli di mattoni spettanti alle figuline di Domitia Lucilla, oltre a pochi frammenti insignificanti di epigrafi sepolcrali.
Giuseppe Fiorelli.
I lavori proseguiti pel taglio delle terre, e per la demolizione dei fabbricati nella via Mazzarino e nel giardino Aldobrandini, hanno fatto conoscere da quali officine fossero usciti i mattoni impiegati in quella fila di botteghe del tempo degli Antonini, corrispondenti alle X Tabernae dei Regionari, poste sul limite del grande emiciclo o exedra dello Stadio presso le Terme Costantiniane.
Si lessero in alcuni di essi i bolli della officina Domitiana, in altri quello dei predi di Caio Giulio Apollinare, ed in altri il consolato di Serviano e Varo rispondente all’ anno 134 dell'e. v.
Poco lungi dallo stesso luogo, e propriamente nella via Mazzarino sotto il palazzo Rospigliosi, con poche reliquie delle mura delle stesse Terme, si scoprirono frammenti di sculture, parte di una tazza marmorea, la cui ansa esibisce strumenti di sacrificio con disco e prefericolo, altra parte di vaso in porfido, ed un pezzo del piede di un thymiaterion marmoreo, ove in bassorilievo è scolpita in buono stile una ierodula danzante.
Vi si rinvenne inoltre un torso di Giove di non cattivo stile, con tracce di colori nei capelli e nella barba, alquante teste di marmo, parte di un bassorilievo dell’ ultima epoca imperiale, parecchie anfore, monete comuni di bronzo, e molte lucerne, alcune delle quali di argilla finissima col monogramma cristiano.
Giuseppe Fiorelli.
Nella Via Nazionale, sotto il palazzo Rospigliosi, e propriamente fra l’orto Mercurelli e la via Mazzarino, apparvero alcuni muri di opera laterizia, che costituivano una delle grandi sale delle Terme di Costantino, aderente all’esedra ornata di portici, nonchè una stanza con pezzi del suo pavimento, e più frammenti di cornici di marmo colorato. Vi si trovò pure gran parte di una statua di Marte, un’ erma di Bacco imberbe, una testa barbata forse ritratto, un pezzo di cristallo di monte, e tre capitelli corintii di giallo antico.
Seguì la scoperta di tre muri di età anteriore, con arco a tutto sesto, che avevano nell’opposto lato un lungo andito con altri archi a volta, su cui erasi disteso il piano di un edifizio più recente. Nei bolli dei mattoni onde questi archi erano fatti, s’ incontrarono quelli noti co’ nomi dei consoli Gallicano e Vetere (a. 150 e. v.), Macrino e Celso (a. 164 e. v.), uno che offre leggiera variante alla epigrafe edita dal Fabretti (p. 515 n. 202): ed altro simile a quello pubblicato dallo stesso dotto illustratore (p. 521, n. 355).
Qui si videro ricomparire nel medesimo sito due muri a cortina, con archi e mensole, in tutta la lunghezza del nuovo tratto di via, i quali chiudendo il lato orientale della cinta esterna delle Terme, avevano a destra gli avanzi di camere più antiche, ove a livello delle Terme stesse si raccolse un capitello corintio; una statuetta di Mercurio priva della testa; un'ermetta di rosso antico, con testa di Satiro coronato di edera e corimbi, mancante però del petto e del mento; porzione di un grande disco marmoreo, con fascia intorno di animali in rilievo; un torso acefalo di statuetta muliebre, avente il monile e la veste; una testa di Paride; un busto acefalo, forse ritratto; ed un braccio della statua di un fanciullo, con più pezzi del pavimento sectile delle medesime Terme.
Demolite le anzidette mura, si trovarono nelle fondamenta adoperati per materiali di costruzione quattro parallelepipedi di travertino segnati di rosso, mezzo capitello ionico, e poco lungi fra le terre tre pezzi di fistula aquaria, uno con epigrafe T FL CLAVDI CLAVDIANI, altro con la medesima iscrizione da un lato, e dalla parte opposta APOLAVSTVS FECIT, l’ultimo portante le lettere L NA.... (C)LEMENTIS. Nè mancarono frammenti di sculture, quali un braccio di statua di Ercole poco maggiore del naturale, un torso di statuetta di Silvano avente in mano varie frutta, col pallio ripiegato sull’ omero, parte d’ una statuetta di Niobide, oltre il residuo di un musaico a colori con nascimenti di fogliami, ed un pezzo di epistilio marmoreo, in cui restano le lettere STAN alte m. 0.13, appartenuto forse alla grande iscrizione delle Terme.
Attirò maggiormente la nostra attenzione una fontana comparsa in prossimità delle descritte rovine, consistente di un muro con nicchia nel mezzo, decorato da pilastri e riquadrature, festoni, quadretti figuranti Genii alati in bighe o cavalcando mostri marini, fasce di musaici e conchiglie, oltre a quattro scalette marmoree, per le quali l’acqua discendeva in un sottoposto bacino. Nell’aggregato poi delle botteghe conosciuto col nome di X tabernae, si rinvenne altra parte di fistola in piombo col nome VLPIA EVTYCHIA, un pezzo di colonna di breccia corallina, ed altro di granito del Giglio bigio e rossastro.
Giuseppe Fiorelli.
Nella via Nazionale, e propriamente fra l'orto Mercurelli e la via Mazzarino, sotto il palazzo Rospigliosi, continuò la scoperta di quella località che potè quali, ficarsi per criptoportico appartenuto a ricca abitazione. Rimesso a luce il lato meridionale di esso, comparve l'ordine medesimo delle decorazioni, con altra fontana avente la scaleita marmorea per la discesa delle acque, ed i quadretti laterali di musaico, uno dei quali tuttavia conservato figura un Genio in biga, e porta scritto in lettere bianche su fondo scuro NOTHI. Si scoprì in quelle vicinanze una fistula aquaria, con l'epigrafe TAVIDI QVIET... e XX nell'opposto lato.
Rimpetto al descritto muro altro ne sorgeva in linea esattamente parallela, con eguali ornati a musaico, che insieme al primo formava una specie di ambulacro, il cui termine resta ancora a determinare.
Si disotterrò pure l'estrema parte orientale della grande esedra dello Stadio o Palestra, situata di fronte alle Terme Costantiniane, e vi si trovò porzione della strada lastricata a poligoni di selce, che rasentando in salita l’emiciclo, continuava dall’ altra parte attraverso le X tabernae ultimamente distrutte. Dietro l’imbasamento dell’esedra cominciò poi a comparire una sala od ambulacro, con volta dipinta a paesaggi nello stile che dicesi pompeiano, e poco discosto si rimisero a luce due capitelli corintii con parte di architrave marmoreo, ed una scala larga più di un metro, che dal piano inferiore verso la via della Consulta ascendeva ad un edifizio soprastante.
Giuseppe Fiorelli.
Nel proseguimento della via Nazionale, continuandosi il taglio delle terre sotto il palazzo Rospigliosi, nel declivio del Quirinale, s'incontrarono altri avanzi di fabbriche private di epoca diversa, sottostanti alle Terme Costantiniane, presso le quali si raccolse una statuetta di putto dormiente sopra pelle di leone, larga alla base met. 0.80; e metà di una testa marmorea, quasi di grandezza naturale, coperta da pileo come nel tipo solito delle figure dei Daci.
Vi si scoprirono pure quindici anfore, ed al livello delle Terme, nella parte superiore, un avanzo di musaico bianco e nero a figure geometriche di non cattivo stile.
Furono quindi rimessi a luce muri laterizii, attaccati esteriormente alla grande exedra delle menzionate Terme, in direzione dell'orto Mercurelli; archi in continuazione del criptoportico o ninfeo, annunziato precedentemente; ed infine sotto la palazzina Lattanzi, accanto alla chiesa di s. Silvestro, residui delle mura urbane di Servio, con indizi di abitazione privata, ivi costruita nei tempi imperiali.
Giuseppe Fiorelli.
Sul declivio del Quirinale, in continuazione della via Nazionale, di sotto alle fondamenta degli edifizi, apparve il suolo vergine diviso in quattro strati, dei quali il primo alto met. 0.75 di cappellaccio, il secondo di met. 0.56 di terra vergine disciolta, il terzo di met. 1.40 di terra vergine compattissima, il quarto di argilla biancastra. Nell’altro taglio delle stesse terre, tra l’orto Mercurelli e la via Mazzarino, si scoprirono mura dell’ epoca costantiniana, con porta di mediocre grandezza ed arco piano, il tutto di opera laterizia. Ivi presso, aperto un profondo fosso per la fognatura, seguendo la linea della nuova strada, si rintracciarono grandi muri trasversi a breve distanza l’uno dall’altro, appartenuti senza dubbio ad un edifizio privato, ricoperto poi nella costruzione delle Terme; e si terminò di rimettere a luce quei muri laterizii, che attaccandosi al raggio esterno della grande esedra, costituivano tre anditi con finestre, cortina e porte di comunicazione fra loro. Tra gli oggetti rinvenuti nei dintorni si notarono parecchi frammenti di vasi italo-greci; una testa di giovinetto in marmo statuario; un torsetto panneggiato in rosso antico ed un frammento d'’ iscrizione in cui si legge: VIG GIORDAN... REI TIBERIVS TRIB...
Giuseppe Fiorelli.
Nella via Nazionale, continuandosi gli sterri per formare il piano del nuovo tracciato presso gli avanzi delle Terme di Costantino, nella parte espropriata del giardino Aldobrandini sul declivio del Quirinale, fu intrapresa la costruzione della grande fogna in molta profondità, e nel più basso strato di argilla che vi è stato scoperto (p. 99).
Si incontrarono pozzi antichissimi, scavati nel vergine e rivestiti internamente di lastroni convessi di cappellaccio, con piccoli incavi praticati lateralmente a regolare distanza per potervi discendere, come nell'altro pozzo rimesso a luce sull'Esquilino, non lungi dal recinto di Servio presso il così detto Auditorio di Mecenate.
Nei lavori medesimi, fra l'orto Mercurelli e la via Mazzarino, sotto il palazzo Rospigliosi, abbattuti i pilastri sottoposti alle Terme, si vide che erano essi composti di massi di travertino, larghi ed alti oltre un metro, con linee rosse formanti nessi, nei quali sembrano essere riconoscibili i segni della cava.
Nei lavori medesimi della via Nazionale si raccolsero i seguenti oggetti. Bronzo. Undici monete, ventinove frammenti incerti, e serrature. Osso. Quattordici aghi crinali. Terracotta. Nove lucerne, due anfore, tre frammenti di fregio e di antefissa, quattro vasetti, un mattone col bollo: CALLISTVS CN DOM TVL ed un piccolo avanzo di vaso aretino, con figurina virile ed animali, nonchè il sigillo SEXMP.
Giuseppe Fiorelli.
I lavori di sistemazione pel secondo tronco della via Nazionale, essendo stati proseguiti negli ultimi mesi attraverso gli strati di terreno vergine fino alla profondità di circa met. 4,00 sotto l'antico livello della collina, hanno dato luogo a scoperte che si riferiscono esclusivamente alla geologia del suolo urbano. Soltanto in vicinanza del palazzo Sacripante sono apparse alcune costruzioni laterizie, le quali sembrano far parte delle Terme Costantiniane.
Parimenti in quel tratto della via Magnanapoli, che divide la villa Aldobrandini dalla chiesa dei ss. Domenico e Sisto, è stato scoperto un frammento di muraglione di costruzione Serviana, a grandi massi di tufo disposti alternativamente per fianco e per testata, lungo met. 8,00, largo met. 1,45. Questo frammento si collega senza dubbio agli altri avanzi dell'antico recinto della città, venuti fuora in vicinanza della casa Antonelli.
Nel corso degli accennati lavori sono stati raccolti i seguenti oggetti. Due pesi di marmo bigio con l'iscrizione: EX AD II ARII; EX AD III ARII. Quattro frammenti d'iscrizioni contenenti tre o quattro lettere ciascuno, uno dei quali sembra aver appartenuto al titolo sepolcrale di un Fulvio: D m FVLV EC
Alcuni bolli di mattoni delle fornaci di Pletorio Nepote e di M. Allio Clemente, della gente Statilia; sei lucerne una delle quali con bollo COPPIRES; trentaquattro monete; una corniola con intaglio rappresentante un Genietto in atto di guidare un ippocampo; un'onice con rappresentanza dello scorpione; due stadere di bronzo, rotte in minuti frammenti, coi pesi in forma di busti virili laureati e galeati, i quali ultimi oggetti furono rinvenuti nell'area di proprietà Aldobrandini.
Giuseppe Fiorelli.
Abbassandosi il piano della via Quirinale, nello spazio compreso tra i palazzi Aldobrandini e Rospigliosi, e precisamente incontro la proprietà Sacripante (Reali secondo il Nolli), fu scoperto il pavimento a musaico grossolano di una sala termale dei Bagni costantiniani, pensile sull'ipocausto. Quivi furono raccolti, fuor d'opera, i bolli di mattoni: SEXPLOTITIA EXPR OFSOFF... OF FSR P T
Incontro il portone Rospigliosi fu rinvenuta una base attica al posto, poggiata sul dado di travertino, e di met. 0,80 di diametro.
Presso la chiesa di s. Andrea, demolendosi un muro di fondamento costruito con marmi di varia specie, furono raccolti. molti pezzi di un cratere dionisiaco figurato. Nel labbro del vaso è scritto: TI CAESARE COS
Vi furono anche trovati questi due frammenti di lapidi: ...RCA... | ...O FILIO... | ...DE SE...; ...DECVS... | ...ORNAM... | ...DEPIA...
Nello sterro del vicolo Mazzarino continuarono ad apparire gli avanzi del Ninfeo de’ Claudii Claudiani, altra volta descritto. Sono stati trovati altresì lunghi tratti anepigrafi della fistola plumbea, che ha rivelato, o meglio confermato il nome del proprietario di quel nobile edificio.
Dicontro la chiesa dei ss. Domenico e Sisto fu scoperta una basetta marmorea, sulla quale è scritto: ...EPAENVS ...LIBERIS | ...SI D D ed una chiavichetta di opera laterizia, nella riempitura della quale erano frammiste anforette di vetro, balsamari, spilli, aghi crinali ecc.
Giuseppe Fiorelli.
Nei lavori di sistemazione per la via del Quirinale, sono apparsi gli avanzi dell'angolo sud-ovest delle Terme di Costantino, conformi alla pianta lasciatane dal Palladio. Fra questi avanzi si raccolsero: Otto tegoli col sigillo OFDOMOFSR; tredici frammenti di lastre di porfido; un manico di anfora, col bollo SAENAN , e molti avanzi di sculture figurate, inserite come materiale da costruzione nei muri di fondamento.
Rodolfo Lanciani.
Nei disterri per l'allargamento della via Mazarino, sono apparse altre substruzioni delle terme di Costantino, le quali fanno seguito a quelle descritte negli antecedenti rapporti. La parte più notevole è l'ipocausto di una grande cella calidaria , retto da pilastrini laterizi anneriti dal fuoco, come pure quello di una piccola sala semicircolare, le cui pareti sono foderate con tubi caloriferi. Vi si è scoperta una moneta battuta a Palmira, colle teste di Aureliano e di Vaballato ed il bollo: OFSOFIOBIA CLEMEN
Rodolfo Lanciani.
Nell'area delle terme di Costantino, sull'angolo delle vie Nazionale e Mazarino, sono stati ritrovati alcuni elegantissimi fregi di terracotta, di argomento atletico, posti per copertura di una chiavica, che sembra certamente contemporanea alle terme stesse.
Rodolfo Lanciani.
Scoperta della Statua bronzea del cosiddetto principe ellenistico.
Facendosi degli sterri per la costruzione del teatro drammatico in via Nazionale, e precisamente nel luogo dell'ex convento di S. Silvestro al Quirinale, è stata fatta la seguente importantissima scoperta. A metri 6,00 sotto il ciglio del Quirinale, in un fabbricato composto di spaziosi vani, è venuta alla luce una magnifica statua di bronzo, lunga m. 2,22, larga alle spalle m. 0,60, rappresentante una figura virile ignuda, di tipo atletico e d'ottima scultura.
I lineamenti del volto accennano chiaramente ad un ritratto: la figura insiste sulla gamba sinistra, porta la dritta alquanto innanzi, il braccio destro è appoggiato dietro il dorso, come nella statua di Meleagro e nell'Ercole di Glicone: il sinistro appoggiavasi ad un'asta, di cui rimangono indizi lungo l'antibraccio.
Per quanto può giudicarsene nella positura giacente, la statua è d'arte greco-romana. Il braccio sinistro è staccato dal corpo, i piedi sono assai malmenati, ma fortunatamente non mancando alcun pezzo, ne è facilissimo il restauro. Sul petto della figura leggonsi incise le seguenti note: L VIS L XXIIX
Rodolfo Lanciani
Nettandosi la gamba sinistra del lottatore sedente, maraviglioso simulacro di Bronzo scoperto nel giardino dell' ex-convento di s. Silvestro al Quirinale, poco discosto dall'altro, di cui fu detto nelle Notizie (facendosi degli sterri per la costruzione del teatro drammatico), si è riconosciuta una lettera, segnata a graffito con lo stecco nel modello in cera, e fusa poi con tutto il resto. La lettera corrisponde sotto il dito medio del piede sinistro, e sembra essere un' A greca, piuttòsto che un' A latina. Una simile lettera, di tipo latino, è incisa sul piede destro, poco sopra al nascimento delle dita. L'incisione, fatta con tre colpi di scalpello, è di età molto piìi recente.
Rodolfo lanciani descrive ulteriormente la scoperta nel suo volume La Roma antica:
«Il più importante dato raccolto, mentre ero presente e seguivo la rimozione della terra nella quale il capolavoro giaceva seppellito, è che la statua non era stata gettata là, o seppellita in fretta, ma era stata nascosta e trattata con la massima cura.
La figura, trovandosi in posizione seduta, era stata posta su un capitello di pietra dell'ordine dorico, come sopra uno sgabello e il fosso che era stato aperto tra le fondamenta più basse del tempio del Sole, per nascondere la statua era stato riempito con terra setacciata per salvare la superficie del bronzo da ogni possibile offesa.
Sono stato presente, nella mia lunga carriera nell'attivo campo dell'archeologia, a molte scoperte; ho sperimentato una sorpresa dopo l'altra; ho talvolta e per lo più inaspettatamente, incontrato reali capolavori ma non ho mai provato un'impressione straordinaria simile a quella creata dalla vista di questo magnifico esemplare di un atleta semi-barbaro, uscente lentamente dal terreno come se si svegliasse da un lungo sonno dopo i suoi valorosi combattimenti»
Le ultime rovine vennero sotterrate e distrutte all'inizio del Seicento con la costruzione di Palazzo Rospigliosi, un secolo dopo per l'edificazione del Palazzo della Consulta.
Dalle terme provengono le statue dei Dioscuri poste attualmente alla base dell'obelisco del Quirinale nella omonima piazza, due statue di Costantino (una oggi nella basilica di San Giovanni in Laterano e una sulla balaustra di piazza del Campidoglio), una di suo figlio Costantino II come cesare e le due statue (il "Nilo" e il "Tevere") poste come sfondo alla fontana di Palazzo Senatorio.
1851
Luigi Canina
Elevazione delle Terme di Costantino
Gli edifizj di Roma antica - Volume IV
1851
Luigi Canina
Parte della Regione VII
Gli edifizj di Roma antica - Volume IV
1851
Luigi Canina
Vedute delle Terme di Costantino
Gli edifizj di Roma antica - Volume IV
1801
Angelo Uggeri
Terme di Costantino
Iconografia degli edifici dell'antica Roma
1732
Pianta delle Terme di Costantino
Le terme dei Romani disegnate da Andrea Palladio
1732
Prospetti delle Terme di Costantino
Le terme dei Romani disegnate da Andrea Palladio
1705
Pieter Schenk
Thermarum Constantiniarum
Roma aeterna
1615
Aloisio Giovannoli
Terme di Costantino
Vedute degli antichi vestigj di Roma
1588
Andrea Fulvio
Thermarum Costantini
L'antichità di Roma
1540
Sebastiano Serlio
Therme di Tito
Trattato di architettura