Architetto
Nascita: 14/3/1884 Roma
Morte: 22/2/1960 Roma
1911
Nuova sistemazione della Tomba di Raffaello nel Pantheon: "Il Consiglio Superiore delle Belle Arti si occupò della tomba di Raffaello, e decretando in massima che il sarcofago fosse rimesso in luce, affidò al professor Antonio Muloz, ispettore dei monumenti, l'incarico di una sistemazione definitiva. La quale è ora felicemente compiuta: e domenica scorsa il bel sarcofago antico che racchiude le ossa di Raffaello potè essere scoperto fra la commozione dei presenti: innanzi ad esso fu posto, come si usava nel Cinquecento, un altare a mensa, sostenuto da due balaustri, e vuoto al disotto, in modo da permettere la vista dell'urna marmorea in fondo all'arco. Tanto i balaustri che la mensa dell'altare, e il rivestimento esterno dell'arco e dei pilastri laterali, sono în marmo pavonazzetto antico. L'edicola della Madonna del Sasso è stata liberata da tutte le posteriori ornamentazioni, e torna ora, coi bei lavori eseguiti dal Munoz, a mostrar tutta la semplicità e la purezza delle sue classiche linee. ll meraviglioso artista, alla cui opera i secoli pare non tolgano ma aggiungano grazia e freschezza, ha così finalmente, per opera dell’Italia nuova, degna sepoltura nel Pantheon."
1912
La Direzione generale Belle Artiaffida all'ispettore dei monumenti Munoz, l'incarico di restaurare il complesso dei Santi Quattro Coronati
22/6/1919
Viene riaperta in modo solenne la Basilica di Santa Sabina, dopo tre di restauri, diretti da Antonio Munoz, sopraintendente ai monumenti di Roma:
"Così riapparvero via via nell'abside cieca le tre antiche grandi finestre, così sulla parete d'ingresso in luogo d'una moderna apertura a occhio di bue, e sotto il piano sopraelevato dell'abside tornò in vista l'antico pavimento di marmo e di mosaico e molti altri pezzi della decorazione primitiva.
Una scoperta particolarmente notevole fu quella delle transenne che chiudevano le tre finestre della tribuna, e i ventisei grandi finestroni sulle pareti laterali della navata di mezzo, come pure le cinque arcate del prospetto.
Demolendo i muri di chiusura del tempo di Sisto V, furono qua e la rinvenuti frammenti di transenne di vario disegno, alcune ad arcatelle in più ordini, altre a traliccio, altre a ruota o a rombi, alternati e mescolati capricciosamente con la massima libertà.
Le transenne sono di scagliola, cioè selenite cristallina alla cotta a temperature di 100° circa e poi finemente pestata e ridotta in polvere e quindi impastata con acqua e messa in appositi stampi.
E dentro le transenne, per chiuderne i vuoti, sono incastrate lastre trasparenti della stessa materia, in sottili strati a blocchi di selenite che si rinvengono comunemente nelle cave di gesso.
Calcando gli stessi disegni e adoperando la stessa materia sono state ricostruite le trentaquattro finestre di Santa Sabina, ridonando ai colonnati ed abside il ritmo, arioso e grandioso che avevan perduto.
La basilica appare tutta traforata a giorno, ripulita dalle molte brutture, col mosaico turchino., sulla parete d'ingresso ravvivato, colla marmorea schola cantorum riccalcando l'antico schema."
1921
Antonio Muñoz viene nomnato ispettore della Soprintendenza ai monumenti di Roma.
11/1925
Il Tempio della Fortuna Virile viene liberato dalle sovrastrutture e dalle casupole costruite a ridosso, con l'intervento del direttore preposto ai Monumenti di Roma, Antonio Muñoz.
5/1926
Il Re, accompagnato dal prof. Munoz, visita i restauri della chiesa di San Giorgio al Velabro.
1929
Durante i lavori di isolamento delle pendici occidentali del Campidoglio, viene demolita la chiesa di Santa Maria in Vincis. Le demolizioni sono supervisionate da Antonio Muñoz che scopre che la struttura inglobava edifici del XII o XIII secolo, con due archi più antichi dietro la chiesa, ancora decorati con affreschi di santi eornati geometrici. La campana medievale viene portata alla chiesa di Santa Maria Addolorata a piazza Buenos Aires. Gli affreschi sono staccati e custoditi al museo di Roma.
2/4/1929
La commissione presieduta da Antonio Muñoz, approva il progetto di Gaetano Rapisardi per il Villino Carducci a Via di VIlla Pepoli. Il progetto era stato respinto nella precedente riunione del 5 febbraio presieduta da Gustavo Giovannoni, contrario a ogni forma di evoluzione e in aperto contrasto con Piacentini sulla necessità di ampliare gli indirizzi della ricerca architettonica.
1930
Per diretto interessamento del governatore di Roma Francesco Boncompagni Ludovisi, Antonio Muñoz viene posto a capo dell’ufficio Antichità e belle arti della X ripartizione del Governatorato capitolino, divenendo il «braccio esecutore della Roma di Mussolini e vero deus ex machina della grande trasformazione archeologico-monumentale di Roma moderna».
3/1930
Al giardino zoologico, si svolge la prima Mostra Nazionale dell'Animale nell'Arte. Iniziativa a cura del barone Alberto Fassini (Commissario dell'Azienda del Giardino Zoologico), con la collaborazione di Marcello Piacentini, l'on. Oppo (Segretario generale del Sindacato Nazionale Fascista degli Artisti), il prof. Antonio Munez (Direttore delle Antichità e Belle Arti del Governatorato) e lo scultore Alfredo Biagini (membro del Direttorio del Sindacato Laziale degli Artisti e Segretario generale della Mostra).
21/4/1930
Inaugurato il Museo di Roma al Palazzo della Ex Pastificio Pantanella ai Cerchi. Ospita i reperti delle mostre retrospettive realizzate per l'Expo del 1911, sul tema delle arti a Roma dal VI al XIX (inteso come museo etnico-storico e non archeologico). Antonio Muñoz nominato primo direttore.
28/10/1930
La Commissione nominata dal Governatorato di Roma per il progetto del Piano Regolatore della Capitale (progetto che si potrebbe intitolare Roma Mussoliniana), termina i suoi lavori, consegnandoli al Duce.
La Commissione è stata presieduta dal Governatore Principe Francesco Boncompagni-Ludovisi, il quale, con una assiduità, una fermezza e una genialità esemplari, ha guidato la difficile impresa (attraverso sei mesi di fatiche) al suo felice compimento.
Nella Commissione erano i rappresentanti dell'Accademia, e cioè i tre architetti Bazzani, Brasini e il sottoscritto (Marcello Piacentini); il direttore generale delle Antichità e Belle Arti Paribeni, il direttore degli Uffici Tecnici del Governatorato ing. Salatino, il direttore dell' Ufficio Belle Arti Munoz, l'ispettore superiore del Genio Civile ing. Palazzo, il direttore della Scuola Superiore di Architettura Giovannoni, l'on. Calza Bini segretario generale dei Sindacati Architetti, l’on. Del Bufalo, segretario generale dei sindacati Ingegneri.
Hanno collaborato con fede ed entusiasmo i funzionari del Governatorato commendator ing. Maccari, direttore della Sezione di Edilizia, l'ing. Bianchi, direttore dell'ufficio del Piano Regolatore, l'arch. Bandini, dello stesso Ufficio; inoltre gli architetti Fuselli, Piccinato, Susini e Valle, chiamati quali giovani professionisti competenti; segretario l'ing. Magri.
Questo lavoro immane, per quanto affascinante, si è concretato in un numero vastissimo di disegni, comprendenti una pianta in scala 1:5000 di tutta la Roma futura, di un'altra pianta in scala 1:1000 limitata al centro della Città, di piante speciali per il programma regionale, per gli impianti ferroviarî e metropolitani, per le zone verdi, ecc.
Inoltre un numero grandissimo di prospettive illustranti i nuovi quartieri e i nuovi quadri architettonici.
Finalmente due grandi plastici in gesso: uno riguardante tutta la zona centralissima, da Piazza Venezia fino al Colosseo, l'altro riguardante tutti i colli intorno alla città.
Due relazioni sono state stese, una generale tecnico-artistica, ed una giuridico-finanziaria.
Dalla prima specialmente stralcerò le parti più significative ed atte alla comprensione della nostra visione della Roma Mussoliniana.
Noi abbiamo cercato, in primo luogo, di salvare quanto più fosse possibile il patrimonio artistico e storico dell'Urbe, lasciando alla città vecchia il suo fascino e le sue caratteristiche.
Riuscimmo così a mantenere integri i quattro quartieri vecchi che queste caratteristiche meglio palesano per la loro quasi perfetta conservazione.
Nel rimanente della parte vecchia qualche nuovo tracciato s'è dovuto pur adottare, ma sempre rispettando nel modo più assoluto le opere monumentali e gli ambienti architettonici e panoramici. S'è anzi veduto come spesso questi nuovi tracciati, resi indispensabili dalle ferree imposizioni del traffico, ci abbiano offerto la possibilità di mettere in vista monumenti soffocati, dando alla cittadinanza ,godimenti insospettati e alla città nuova grandezza.
Abbiamo ancora considerato come ormai in una metropoli moderna, e in Roma in ispecial modo, non sia più ragionevole la considerazione di un grande centro unico, ma che all'opposto il susseguirsi e il concatenarsi di. tanti centri diversi e nuovi (da Piazza Venezia all’Esedra, da Piazza Colonna a Piazza Barberini, da Piazza del Popolo a Porta Pia) rispondano al più sano funzionamento della città e insieme ne deferminino una più variata bellezza.
Marcello Piacentini"
6/7/1931
Approvato il nuovo piano regolatore. La commissione che ha redatto il piano è composta da Gustavo Giovannoni, Marcello Piacentini e Antonio Muñoz. Si programma l'urbanizzazione dell'Aventino. Viene definita l'apertura di un collegamento diretto tra i rioni Prati e Trastevere, con un percorso che, partendo da ponte Umberto I, prevedeva lo sventramento della zona ad ovest di piazza Navona, Campo de' Fiori, via Giulia, per arrestarsi dinanzi a ponte Sisto (sarà realizzato solo il tratto Corso del Rinascimento). L'ampliamento di Via Cremona si evolve in un totale sventramento del quartiere Alessandrino. Previsto l’allargamento di via delle Botteghe Oscure, con il taglio dei fabbricati che si affacciavano sul lato sinistro della strada. Il limite dell'ampliamento urbano è definito da una grande circonvallazione, che nella parte orientale coincide con il tracciato dell’attuale Viale Togliatti. Verso Est, tra la Salaria e l’Appia, l'edificazione è prevista a intensivi o palazzine. Ad Ovest, tra la Flaminia e la Portuense, soprattutto a villini. A sud, nelle due anse del Tevere tra Testaccio e la Magliana, sono concentrate le aree destinate all'industria. Scompaiono i due grandi sistemi verdi di Tor di Quinto-Villa Ada e di Villa Pamphili-Aurelio previsti da Sanjust, ma si propongono parchi sparsi, il parco archeologico dei Fori, Villa Ada, Villa Doria Pamphili e Villa dei Gordiani.
26/6/1934
Antonio Munoz, direttore della Ripartizione X, approva il bozzetto di Ercole Drei per una statua dedicata ad Alfredo Oriani, da collocare nel parco del Colle Oppio.
1935
Il Mascherone della fontana di Campo Vaccino (già ricollocata al Porto Leonino e alla sua demolizione depositato nei magazzini comunali) viene riutilizzato da Antonio Munoz per creare una nuova fontana (aggiungendo un antica vasca termale romana) presso il muro del Giardino degli Aranci a Piazza d'Illiria.
1/1935
La salma del pittore Antonio Mancini, viene traslata dal Cimitero del Verano alla nuova tomba realizzata da Antonio Munoz a Sant'Alesssio.
21/4/1936
Il Duce Mussolini e il soprintendente Munoz visitano il uovo Parco di Traiano.
21/4/1940
In occasione del Natale di Roma, il Duce Mussolini inaugura il nuovo pavimento di Piazza del Campidoglio, che sostituisce la precedente sistemazione, costituita da semplici guide radiali in travertino che, partendo dalla statua imperiale suddividevano l'ovato in otto settori. La nuova pavimentazione stellare è realizzata, su iniziativa di Antonio Munoz, in base a un'incisione del 1567. Viene inoltre inaugurato il nuovo collegamento tra Palazzo Senatorio e quello dei Conservatori.
21/4/1940
In occasione del Natale di Roma, il Duce Mussolini inaugura il nuovo pavimento di Piazza del Campidoglio, che sostituisce la precedente sistemazione, costituita da semplici guide radiali in travertino che, partendo dalla statua imperiale suddividevano l'ovato in otto settori. La nuova pavimentazione stellare è realizzata, su iniziativa di Antonio Munoz, in base a un'incisione del 1567. Viene inoltre inaugurato il nuovo collegamento tra Palazzo Senatorio e quello dei Conservatori.