Cardinale
Nascita: 1597 Firenze
Morte: 10/12/1679 Roma
Nato a Firenze nel 1597 da Carlo e Costanza Magalotti, si laureò a Pisa in utroque iure nel 1623.
Nello stesso anno fu chiamato a Roma dallo zio Maffeo che era stato appena eletto al soglio pontificio col nome di Urbano VIII, e fu creato cardinale il 23 ottobre. Divenne presto il prelato più potente della corte, con introiti che, già nel 1630, ammontavano a 100.000 scudi fra rendite, onorificenze e pensioni.
Tipica figura di “cardinal nepote”, fino alla morte del pontefice rivestì numerose cariche tra cui si ricordano quella di legato a latere in Francia nel 1625 per trattare con Richelieu la questione della Valtellina, da ricondurre sotto il controllo della chiesa cattolica, e pervenire a un accordo tra Francia e Spagna; a tal proposito, l’anno seguente fu inviato presso l’Olivares.
A partire dal 1628 la politica estera del Barberini fu caratterizzata, per volere del papa, da un formale neutralismo che si rifletté tanto nelle scelte diplomatiche operate nella Guerra dei Trent’anni (1618-1648), quanto in quelle adottate durante la seconda guerra di successione del Monferrato, che vedeva come pretendente il duca di Nevers.
Nel 1633 Francesco Barberini promosse la lega difensiva fra gli Stati italiani, fallita poi per l’ostilità dimostrata da Urbano VIII nei confronti di Venezia e per le ingerenze spagnole e francesi.
Il fallimento nella guerra di Castro contro Odoardo Farnese e la successiva morte del pontefice, avvenuta nel 1644, minarono l’influenza politica di Francesco.
Le inchieste avviate dal nuovo papa Innocenzo X Pamphilj sull’operato dei Barberini durante il pontificato del predecessore, finalizzate ad accertare l’ammontare del loro patrimonio, fecero sì che la famiglia fuggisse in Francia nel 1646, e si rifugiasse sotto la protezione del cardinale Mazzarino.
Francesco Barberini rientrò a Roma il 24 febbraio del 1648 e fu reintegrato dei propri beni, ma solo dopo diversi anni ottenne di nuovo le rendite dei suoi domini spagnoli.
Tornato ad abitare nel palazzo di famiglia, alle Quattro Fontane, da quel momento svolse esclusivamente i compiti relativi alla carica cardinalizia partecipando ai conclavi per l’elezione di Alessandro VII, Clemente IX e Innocenzo XI.
Intensa fu la sua attività culturale nel corso del Seicento. Come lo zio Maffeo fu protettore delle arti e delle scienze e si dedicò agli studi letterari e di storia religiosa. Tra i suoi scritti figura la traduzione de I dodici libri di Marco Aurelio Antonino imperatore di se stessi, ed a se stesso, comunemente intitolato Della sua vita, pubblicata anonima nel 1675. Proseguì inoltre l’opera di allestimento della biblioteca privata avviata da Maffeo Barberini, i cui fondi furono arricchiti da manoscritti rari e stampati; allo scopo si circondò di letterati quali l’Ughelli, il Naudè, l’Holstein e l’Allacci che divenne suo bibliotecario.
Celebri e fra i più fastosi d’Europa furono gli spettacoli fatti allestire da Francesco nelle stanze del palazzo alle Quattro Fontane e poi nel teatro fatto costruire appositamente i cui apparati scenici, ricchi e ammirevoli, furono ricordati dalle fonti contemporanee; nel Diario di Roma il Gigli, a proposito della rappresentazione del S.Alessio scrisse delle meraviglie di “ Angeli che parlando volavano in aria”.
Grande estimatore delle Arti, il Barberini fu appassionato collezionista e mecenate. Protesse artisti come il Bernini - che predilesse su tutti - , il Romanelli e Pietro da Cortona.
Non ultimo il suo interesse per le scienze, esemplificato nella raccolta di piante rare nei giardini del palazzo creati sui terrazzamenti degli antichi Horti Sallustiani sul Quirinale. Fu proprio grazie all’assistenza economica e al suo mecenatismo che nel 1633 Giovan Battista Ferrari pubblicò a Roma il De florum cultura. Un intero capitolo dell’opera, a cui sovrintese Cassiano dal Pozzo, che nel 1623 era passato al servizio di Francesco, fu dedicato proprio agli Horti Barberini.
Francesco si spense a Roma il 10 dicembre 1679.
Bibliografia
Dizionario biografico degli italiani, Enciclopedia Treccani, 1964
G.Moroni, Dizionario di erudizione storico ecclesiastica, Venezia 1840-1879
I.Belli Barsani, Le Ville di Roma, Milano 1983
Autore: Loredana Bracon
1624
Nei fossati di Castel Sant'Angelo, viene scoperta una scultura che riproduce un Satiro ubriaco. La scultura viene acquisita dal Cardinale Francesco Barberini e conservata presso la sua collezione a Palazzo Barberini.
1640
La chiesetta della Santissima Annunziata a Via Ardeatina viene assegnata alla Confraternita del Gonfalone, che tramite il proprio cardinale protettore, Francesco Barberini, avvia lavori di ricostrurazione.
6/5/1657
A conlucisone dei restauri, il cardinale Francesco Barberini celebra la riconsacrazione della chiesa dell'Annunziatella.