Architetto
Nascita: 14/4/1762 Roma
Morte: 1/2/1839 Roma
1775
Giuseppe valadier ottiene il primo premio di seconda classe di architettura con medaglia d’oro al Concorso Clementino dell’Accademia di S. Luca per un progetto della facciata di S. Salvatore in Lauro.
1779
Papa Pio VI, dopo aver visitato la fonderia Valadier, nomina Giuseppe Valdier cavaliere e conte.
1781
Giuseppe Valadier viene nominato architetto dei Sacri palazzi.
1786
Giuseppe Valadier viene nominato architetto camerale.
1786
Giuseppe Valadier completare la fusione del campanone di San Pietro (disegnato da Luigi nel 1775-81) e si occupa di trasportarlo dalla fonderia alla chiesa, collocandolo in un primo tempo nella cupoletta di San Gregorio.
1790
Giuseppe Valdier viene nominato architetto coadiutore della Basilica Vaticana.
14/2/1790
Giuseppe Valdier sposa Laura Campana, figlia del marchese Giovanni Pietro (ispettore e soprintendente alle scritture del Monte di Pietà di Roma, presidente della galee pontificie sotto Clemente XIV e Pio VI, e cameriere segreto dell'elettore Federico di Sassonia).
1794
Giuseppe Valdier viene nominato architetto revisore della Basilica Vaticana.
1795
Giuseppe Valdier viene nominato architetto sovrastante della Basilica Vaticana.
1797
Giuseppe Valadier viene incaricato da Pio VI della consegna, dell’imballaggio e del trasporto degli oggetti d’antichità da cedere alla Repubblica francese in seguito al Trattato di Tolentino.
1797
Giuseppe Valadier interviene nel restauro del Teatro Alibert, rifacendo in muratura il passaggio di legno che vi arrivava dalla casa limitrofa, dove abitava.
1802
Giuseppe Valadier realizza un nuovo reliquiario per la Sacra Culla di Santa Maria Maggiore, grazie alla donazione della duchessa Maria Emanuela Pignatelli, ambasciatrice del Portogallo. La teca viene posta sotto l’altare maggiore, nella nicchia di fondo della confessione.
1808
Giuseppe Valadier cura i primi scavi nei sotterranei di San Nicola in carcere.
1809
Giuseppe Valadier viene incaricato da Guy de Gisors, ispettore generale del Conseil des bâtiments civils, di liberare dai detriti nel Foro Romano e in quello di Traiano. I lavori, che rientravano negli interventi previsti dal piano d'impiego dei poveri per pubblica beneficenza, durarono tre anni e riguardarono: l'area del tempio di Antonio e Faustina, i templi del Foro Boario, il Velabro, l'area del Tabularium e il Colosseo.
1810
Giuseppe Valadier riceve dalla Commissione degli abbellimenti della città di Roma, l'incarico della sistemazione di piazza del Popolo, prevedendo l’abbattimento dei conventi di S. Agostino e di S. Bonaventura per la realizzazione di una passeggiata a giardino.
1811
Scavi dei resti del Tempio di Vespasiano ad opera del Valadier. Le tre colonne angolari ancora visibili, trovate dopo lo scavo appoggiare sopra un basamento rovinoso, sono demolite e ricostruite su nuove basi. Liberati completamente i resti dell'edificio, i frammenti della trabeazione recuperati sono ricomposti all'interno della galleria del Tabularium. Sono inoltre reintegrati la scala e parti del podio.
1812
Progetti per trasformare il Palazzo della Cancelleria, in corte imperiale, sede del tribunale. La chiesa di S. Lorenzo in Damaso appare ridotta a sala per la riunione delle Camere.
7/1812
La Commissione per gli abbellimenti di Roma, conferisce a Giuseppe Valadier l'ncarico di realizzare un piano regolarizzazione della piazza del Pantheon, con una serie di demolizioni per l'allargamento e la liberazione del monumento dagli edifici addossati. Il piano non viene comunque approvato.
11/1812
Il Consiglio dei lavori pubblici e delle fabbriche civili, sfiduciando Valadier nell'impresa di sistemare la piazza del Popolo, e decide di affidare il difficile compito di "giungere a una simbiosi arte-natura" a Berthault e a Guy de Gisors.
12/1812
Valadier e Canova si recano in sopralluogo ad Albano, per valutare i necessari restaurari del sepolcro degli Orazi e Curiazi.
6/1813
Dopo il ritorno di Louis-Martin Berthault in Francia, Giuseppe Valadier riprende i lavori di sistemazione di piazza del Popolo, mettendo in opera dei lavoro di terrazzamenti secondo i disegni di Berthault , con l’unica eccezione che per ascendere alla sommità del Pincio, ove era l’Accademia Reale Imperiale di Francia collegata attraverso una nuova strada, è prevista una rampa continua di due viali asimmetrici.
1820
Alla morte di Raffaele Stern, Giuseppe Valadier assume la direzione per completare i restauri e gli scavi presso l'Arco di Tito.
1821
Giuseppe Valdier viene professore di architettura pratica all'Accademia di San Luca.
20/12/1821
Giuseppe Valadier espone all'Accademia romana di Archeologia la sua “Narrazione artistica dell’operato finora nel ristauro dell'arco di Tito": «Altra cosa da rimarcarsi e che non poteva scoprirsi senza il disfacimento de’pezzi componenti l’arcata, siè che tutti i conci di essa si volevano, da chi li destinò all’opera, collegati con perni impiombati, come si ricava da’buchi, fatti via bella posta e da’suoi canaletti e sfiatatori per farci scorrere il piombo liquefatto, coll’idea che così uno tenesse a freno l’altro; ma che? di tutti questi perni niuno vene fu posto..., per cui ligran coni essendo soltanto posati obliquamente, come porta il raggio dell’arco, hanno potuto sdrucciolare sotto il peso per ogni piccola mancanza di appoggio. Da questo fatto si riconosce, che l’arte di rubare negli esecutori delle fabbriche è stata sempre in vigore senza riserva...»
1822
Giuseppe valdier riceve l'incarico del restauro del Colosseo con la realizzazione di uno sperone nella parte occidentale del Colosseo.I lavori vengono ultimati solo nel mese di marzo 1826.
22/8/1822
L'Obelisco Variano, trasportato dal Cortile della pigna dei Musei Vaticani, viene innalzato da Giuseppe Marini presso i Giardini del Pincio, su un basamento realizzato da Giuseppe Vladier.
1823
Giuseppe Valadier riceve l'incarico di progettare la ricostruzione dell’incendiata basilica di S. Paolo, per la quale propone una memoria arbitraria moderna e profondamente diversa dall’originale, allontanandosi dall’impianto basilicale paleocristiano, che riteneva un «fabbricato rammannato alla meglio» (Marconi, 1964, pp. 217). Si esprimono contro il progetto Angelo Uggeri, Carlo Fea e Pasquale Belli che optavano per la riedificazione nelle antiche forme «erette dal gran Costantino su quelle della Basilica Ulpia». La prima idea è una struttura voltata su pianta a croce greca, che occupa l’antico transetto e con ingresso spostato a nord nella direzione di Roma. Per venire incontro alla volontà della committenza pontificia, che avrebbe voluto tornare all’impianto a cinque navate e al primitivo orientamento della basilica con ingresso a ovest, Valadier passa a un progetto analogo ma più ibrido.
31/1/1823
Giuseppe Valadier, pochi mesi dopo la morte di Canova, realizza una grandiosa cerimonia nella chiesa dei SS. Apostoli con l'esposizione di tutti i modelli delle sue opere sacre.
1825
Giuseppe Valadier perde l'incarico di progettare la ricostruzione dell’incendiata basilica di S. Paolo, sostituito inizialmente da Pasquale Belli, a sua volta sostituito qualche mese di distanza da Luigi Poletti.
25/8/1825
Il velario dell'Anfiteatro Correa crolla sugli operai che lo stavano approntando per uno spettacolo. La struttura era stata indebolita dalla pioggia e dal sole. Il papa Leone XII, decide una punizione esemplare per i responsabili dell'incidento. A risarcimento della vedova di un operaio morto, sono inflitte penali a tutti gli architetti (mille scudi all'architetto Valadier e altri 500 per ciascuno ai tre architetti che avrebbero dovuto sorvegliare l'esecuzione del lavoro).
27/7/1827
Papa Leone XII innaugura la ripresa degli scavi nel foro Romano, con l'obiettivo di riportare l'intera area al livello esistente nell'età romana. I lavori, progettati dal Valadier e diretti dal Nibby, hanno inizio al Colosseo, con costo enorme, nel tentativo di trovare gli antichi canali di scolo.
1831
Il Marchese Rondanini, su interessamento di Giuseppe Valadier, cede una statua della sua collezione per la remissione dei debiti contratti con la Regia Camera Apostolica. La statua di epoca romana, rappresentante una donna seduta, viene posta nella nicchia centrale della prima prospettiva su Piazza del Popolo.
1836
Giuseppe Vladier progetta l'ampliamento di piazza di Ponte S. Angelo, ponendo in simmetria le tre strade che vi sboccano e alzandovi quattro considerevoli fabbricati per le milizie.
1902
Scavi consistenti all'Arco di Tito per abbassare il livello stradale e mettere in luce le fondazioni.