Architetto
Nascita: 1881 Penne
Morte: 15/8/1969 Roma
23/10/1923
Il Comune delibera di trasformare Villa Glori nel Parco della Rimembranza di Roma. Il progetto viene affidato a Raffaele de Vico, architetto del Servizio Giardini, che opera in soli otto mesi, articolando il parco in un giardino mediterraneo con zone distinte attraverso un uso diverso del verde e realizza un nuovo sistema di assi viari che privilegia un piazzale centrale, posto in posizione panoramica, sopra la cisterna dell'Ippodromo. A copertura del serbatoio, viene realizzata una pavimentazione in legno, sulla quale viene allestita un'ara, anch'essa lignea. Viene conservato l'uliveto che occupava il versante sud-ovest. Nel primo e il secondo tratto dell'antico rettifilo in salita (rinominato via dei Settanta e via del Mandorlo) sono piantati 70 cipressi in filari, in memoria dei 70 caduti garibaldini del 1867. Negli spazi delineati dalla trama dei viali, sono posti dei pini della memoria, fiancheggiati da filari di Quercus Ilex. L'area antistante il casale è sistemata con un bosco spontaneo di Fraxinus ornus, Carpinus betulus, Aesculum Hippocastanum, Quercus robur e Celtus australis. La regia del pellegrinaggio commemorativo è invece assegnata al viale trasversale est-ovest, che si snoda attraverso le pinete. Il percorso parte dal roccolo (architettura vegetale usata per l'uccellagione, qui inserito con valenza simbolica), quindi raggiunge il piazzale della colonna (fulcro dell'intera composizione, dove vengono piantate le 12 querce dedicate alle medaglie d'oro), e dopo aver scavallato il viale del Mandorlo raggiunge l'altare dei caduti (preceduto da due esedre inserite per offrire due punti di sosta prossimi alla meta finale).
1924
Il nuovo direttore degli scavi di Ostia antica Guido Calza, propone un progetto di ricostruzione delle gradinate del teatro al Ministero della Pubblica Istruzione, per rendere il teatro nuovamente utilizzabile. Il progetto viene affidato all'architetto Raffaele de Vico con la consulenza di Italo Gismondi. I muri e le volte di sostegno alle gradinate sono in gran parte ricostruiti. Per ridurre i costi ed evitare una ricostruzione troppo estesa, viene deciso di ricostruire solo due terzi dell'antica cavea, portando la capienza dell'edificio a 2.700 spettatori.
1928
Il Comune acquista i terreni ancora rurali tra il sepolcro degli Scipioni e il colombario di Pomponio Hylas, sì da consentire un diretto collegamento tra i due monumenti archeologici. Il progetto del giardino viene affidato a Raffaele de Vico.
13/12/2018
Inaugurazione di una lapide in memoria di Raffaele de Vico, posta sul Casale del Graziano, sua residenza.