Nobile
Nascita: 11/11/1869 Napoli
Morte: 28/12/1947 Alessandria d'Egitto
Re d'Italia (dal 1900 al 1946), imperatore d'Etiopia (dal 1936 al 1941, anche se la formale rinuncia al titolo è del 1943), primo maresciallo dell'Impero (dal 4 aprile 1938) e re d'Albania (dal 1939 al 1943). Abdicò il 9 maggio 1946 e gli succedette il figlio Umberto II.
24/11/1889
A Roma si svolge il primo Concorso Ginnastico Nazionale a cui prendono parte tutte le Società ginnastiche federate.
"una gara interessantissima, che si tenne nei giorni 22, 23 e 24 novembre all'Orto Botanico in un locale trasformato in palestra ginnastica. La palma toccò a Milano dove sonvi due fiorenti Società ginnastiche Forza e Coragio, e Pro Patria. La prima riportò il primo, l'altra il secondo premio, il terzo toccò alla Società genovese Cristoforo Colombo. A queste gare assistettero il Re, il principe di Napoli, il ministro Boselli, il generale Pellonx e molta ufficialità, nonchè numerosissimo e scelto pubblico. Domenica 24 îl concorso sì chiuse con una grande rivista dei ginnasti tenutasi al Colosseo, alla presenza del Re. La comandò il generale Pelloux, presidente della federazione ginnastica. Vi presero parte 42 Società ginnastiche con fanfare bandiere, i ginnasti, gli schermitori e gli alunni delle scuole, ecc, Poi gran sfilata di tutte le Società al Campidoglio, dove per mano di Sua Maestà seguì la premiazione.
20/11/1890
Nella serra dello stesso palazzo dell'Esposizione, si svolge il Torneo nazionale di Scherma:
"Vi assistettero il Re, il principe di Napoli, i principi Amedeo e Tommaso, che presero posto a sinistra della pedana dove si tennero gli assalti. Non v'era molta gente, causa il prezzo alto del biglietto, il pubblico era formato in gran parte dalla società più scelta della Capitale; l'introito andò a vantaggio degli inondati. Uno degli assalti che destò il maggior entusiasmo fu quello fra Pecoraro e Pessina, due delle più forti lame d’Italia; piacquero anche gli assalti fra Guasto e Greco, e fra Baracco e Giroldini. Il primo premio toccò al maestro Agostino Greco, il secondo al maestro Antonio Baracco, il terzo al maestro Carlo Guasti".
19/9/1895
Il Re Umberto e il principe intervengono al Velodromo dove hanno luogo le gare ginnastiche, e dal palco reale assistono agli esercizi: "quindi tutte le squadre colle rispettive bandiere sfilano dinanzi al Re in bell'ordine, con effetto pittoresco. I ginnasti tedeschi, che hanno il posto d'onore, lanciano all'aria il loro entusiastico Hoch! a cui si uniscono i nostrì giovani col grido: Viva il Re!...
Molte belle signore nelle tribune riservate. Le societa ginnastiche sfilano nell'ampio campo, disponendosi in quadrato con un lato aperto verso la tribuna delle autorità. Hanno luogo evoluzioni ed esercizii. La Virtus di Bologna riscuote i più caldi applausi colle sue evoluzioni di compagnia. Poi sî distribuiscono i premi, numerosissimi."
24/10/1896
Nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli si celebra il matrimonio tra il principe ereditario Vittorio Emanuele III e la principessa Elena di Montenegro. Per l'occasione l'architetto Giuseppe Sacconi realizza un apparato effimero sulla facciata della Basilica.
27/10/1896
Prima volta di una rivista militare nelle vie di Roma, invece che nella so-lita piazza del Macao: "Le truppe, sotto gli ordini del gen. San Mariano, erano formate di due divisioni comandate dal gen. Orero e dal gen. Del Maino. Due brigate di cavalleria erano al comando dei gen. Mainoni d'Intignano e Radicati di Marmorito. L'artiglieria dipendeva dal gen. Ainis. Alle ore 9 tuona il cannone che dà l'annuncio che i Reali escono dal Quirinale. Precede un plotone di corazzieri : vengono avanti il Re che ba, alla destra, il principe di Napoli, a sinistra il principe Nicola. Segue il principe Mirko, i duchi d'Oporto, d'Aosta, il conte di Torino, e il seguito degli ufficiali. I montenegrini sono a cavallo nei loro costumi. Seguono in carrozze scoperte la Regina con Elena; la regina in abito rosa scuro con Rizzi; Elena in abito celeste pallido con mantellina granata scura con pizzi. Vengono poi la regina Maria Pia, la 'duchessa Letizia, la duchessa di Genova madre, le duchesse Isabella e d'Aosta, la principessa Anna, il principe Vittorio Napoleone. I nostri principi portano la fascia di Danno I. Al momento dell'arrivo de' sovrani, sono slanciati al volo cinquemila colombi che lasciano cadere una pioggia di car-tellini recanti un saluto alla Sposa. Il nostro disegno rappresenta la scena che offriva la Piazza dell'Indipendenza nel momento della sfilata. Si vede la linea delle carrozze ch'e recano le Regine d'Italia e di Portogallo e le prinbipesse colle loro dame. In un gruppo a parte, sono disegnati: Nicola in mezzo e, a'suoi lati, il Re il Principe ereditario."
6/6/1897
Premiazione al merito industriale al Palazzo dell'Esposizioni.
"Quest'anno, la festa dello Statuto a Roma, celebrata colla pompa consueta, ebbe un'aggiunta, una cerimonia che si vide con piacere la prima volta în Italia: la premiazione al merito industriale.
La festa ebbe luogo in forma solenne nel palazzo dell'Esposizione, e precisamente nel Salone della Rotonda, dov'era disposto un grande baldacchino, Vi. intervennero il Re, la Regina, il Principe e la Principessa di Napoli; e, inoltre, il re e i principi del Siam. Vi eran quattro ministri: Rudinì, Guicciardini, Sineo, Gianturco, il sottosegretario on. Gianforte-Suardi, il Sindaco; il Prefetto di Roma ed innumerevoli invitati. Le guardie municipali e i vigili in alta uniforme prestavano il servizio d'onore. Nell'interno del palazzo, suonava il concerto della 1° fanteria. Quando apparvero i Sovrani, scoppiò nel pubblico un applauso entusiastico. Parlò primo l'on. Guicciardini; poi il senatore Rossi, presidente della Giuria. L'on. ministro d’agricoltura, industria e commercio fu breve. Egli rilevò l'importanza delle industrie in un paese, che da esse attinge e deve attingere gran parte della sua vitalità. Il senatore Rossi, il celebre industriale, che ha sì gran voce in capitolo, fece eco al ministro, ripetendo il Laboremms del filosofo antico, che dev'essere il motto dell'italiano moderno. Seguì quindi la premiazione dei 126 eletti. Milano ottenne i massimi onori. Alla metropoli lombarda sono state conferite ventinove medaglie. I premiati si recarono a uno a uno a ricevere i premii consistenti in medaglie d'oro con diploma, e in medaglie d'argento per gl'industriali, e in medaglie d’oro, d’argento e di rame pei loro cooperatori. Furono premiate per prima le industrie elettriche, le regine del giorno; poi le industrie meccaniche e metallurgiche, l'industria del cotone, le ceramiche, l’industria della carta, delle arti grafiche e della tessitura della seta, Infine vennero premiate le invenzioni e i provvedimenti “ aventi per fine di tutelare l'incolumità degli operai nelle fabbriche e di migliorarne le condizioni morali e materiali.
I premii vennero consegnati da re Umberto. Sua Maestà ne passava anche. alla Regina e ai Principi di Napoli; così tutta la Real famiglia consegnò i diplomi e le medaglie. Il Re e la Regina s'intrattennero affabilmente coi principali industriali, chiedendo de’ loro opifici, delle loro famiglie, dei loro nuovi impianti e lavori.
Gli editori-proprietari dell'Illustrazione Italiana, Fratelli Treves, vennero premiati con medaglia d’oro e con diploma per le arti grafiche: essi furono i primi fra soli quattro altri premiati dello stesso ramo."
8/6/1897
Festa al Vascello in memoria del generale Giacomo Medici. Nell'occasione, viene inaugurata una targa sul muro di cinta della Villa:
"Il marchese Luigi Medici commemorò l'8 giugno, al Vascello, con grande solennità e coll'intervento dei Sovrani, l'epico episodio del Vascello nel 1849, in cui rifulse il valore del general Giacomo Medici e dei suoi legionarii contro i francesi assedianti.
Alle cinque, cominciarono a giungere gli invita. Gli inviti fatti con larghezza richiamarono molte notabilità della politica, tra cui molti deputati e senatori, e quasi tutti i ministri. Alle sei giunsero i Sovrani, il principe di Napoli e la principessa Elena, che, ricevuti dal marchese Medici e dall'on. Di Rudinì, presero posto sotto un ampio baldacchino di rosso cremisi dinanzi la fronte interna del Vascello. In giro si disposero gl'invitati: quindi Enrico Parzacchi pronunziò il discorso commemorativo, parlando della difesa di Roma."
5/4/1899
Inaugurazione del VI Congresso internazionale della Stampa presso la sala degli Orazii e Curiazii al Campidoglio. Le riunioni si svolgono per due giorni, presso la sede dell'Associazione della Stampa a Palazzo Wedekind. "l 5 aprile, s’inaugurò in Campidoglio, alla presenza dei Sovrani — come avvenne per quelli di Stoccolma e di Lisbona — il VI Congresso internazionale delle associa zioni della stampa. Fu un'inaugurazione solenne; alla quale, oltre i Reali, intervennero il Principe e la Principessa di Napoli, i ministri, i rappresentanti del Corpo diplomatico, del Senato, della Camera, e gli alti funzionarii dello Stato. La scelta del Campidoglio, cui si collegano tanti ricordi storici, e dal quale Roma fu proclamata capitale d’Italia, aveva un significato politico che non isfuggì ad alcuno.
I Sovrani, acelamatissimi, al loro ingresso nella grande, magnifica sala degli Orazii e dei Curiazii, presero posto su poltrone, in un rialzo, a' piedi di quella grande statua in bronzo di Papa Innocenzo X, che sembrava invocare sulle loro teste le benedizioni del Cielo, Il Re e il Principe di Napoli erano in redingote: la Regina e la Principessa di'Napoli vestivano il lutto per la morte dell’arciduca Ernesto Ranieri d'Austria, zio d'Umberto. Tutti gli sguardi eran fissi sulla regina Margherita, più seducente che mai. Cessati gli applausi e l'inno reale all'entrata nella sala, un mormorio d’ammirazione segnalò la splendida apparizione di Margherita.
Il principe Ruspoli, sindaco di Roma, prese la parola in lingua italiana, e, a nome di Roma, rivolse ai congressisti un grato ed affettuoso saluto, aggiungendo: 'Roma, per la sua storia e per la sua gloria, è cosmopolita: i suoi monumenti sono la storia d'ogni progresso umano: qui, si sente che ogni straniero è cittadino romano. Roma, che fu potenza militare, religiosa e civile, è lieta di accoglière i soldati del pensiero all'ombra del suo gran nome è delle istituzioni popolari che vi governano. Auguro ai vostri studii — egli concluse — un vasto e durafuro effetto.
Nel pomeriggio, il Congresso cominciò i suoi lavori, tenendo le sedute nelle ricche sale dell’ Associazione della stampa, dove, la sera innanzi, aveva avuto luogo il ricevimento e il benvenuto dei giornalisti esteri con un breve discorso del senatore Bonfadini."
11/8/1900
Giuramento del nuovo Re Vittorio Emanuele III in Parlamento.
20/8/1900
Prima rivista passata da Re Vittorio Emanuele III: "Alle ore 5.20 della mattina, il Re, scortato dai corazzieri, uscì in carrozza dal Quirinale. Davanti alla caserma degli allievi carabinieri S. M. montò a cavallo dirigendosi. in Piazza d'Armi. Le truppe si componevano di due battaglioni della legione allievi carabinieri, uno squadrone di reali carabinieri, il battaglione del 2° granatieri, i reggimenti 63°, 64°, 93° e 94° fanteria, il 5° bersaglieri, quattro squadroni dei cavalleggieri di Monferrato, due brigate del 13° artiglieria, la brigata genio.
Una novità: Sembra che due battagli ria non compiessero con regolarità i movi Re diede ordine che rimanessero in Piazza d'Armi facendo poi loro eseguire, in sua presenza, varie evoluzioni.
Dopo che il Re ebbe passato la rivista, si collocò nel viale delle Milizie, dove seguì lo sfilamento per plotoni, guida a destra, Quindi il Re tornò in caserma degli allievi carabinieri, ove rimontò in carrozza ritornando al Quirinale sempre scortato dai corazzieri, Nonostante l'ora mattutina, gran folla accalcavasi in Piazza del Popolo e nelle vie adiacenti alla Piazza d'Armi, Durante il ritorno, il Re fu salutato e più volte applaudito."
24/12/1900
La Regina Margherita, torna a Roma dopo il lutto per il marito il re Umberto I. Accolta dai nuovi sovrani alla stazione Termini, risiederà nella villa Piombino:
"Alle 10, cominciò a piovere. Pur vi era folla. Davanti alla tettoja. della stazione, uno squadrone di corazzieri era pronto per fare scorta alla Regina Madre nel suo tragitto verso la città. Suona la marcia reale, Il Re in piccola tenuta da generale colla regina lena in lutto, col seguito,stanno ad attendere. Entra in stazione il treno reale, Margherita, vestita a lutto con un lungo velo nero, scende dal vagone; il Re le bacia la mano, ed ella lo abbraccia; e abbraccia la regina Elena.
Il quartiere Ludovisi, orgoglioso di ospitare d'ora in avanti la Regina madre, ha, quasi a conforto pel'di lei dolore, imbandierati i negozi e le case, Da alcune finestre si gettan fiori. Le associazioni, arrivando di corsa, rompono il cordone dei bersaglieri e con tutto il popolo invadono il piazzale prospiciente alla villa Piombino.
Intanto arrivano i! Re e la Regina, i quali attendono la madre addolorata. Margherita, prima di scendere di carrozza, mestamente sorride allo slancio popolare. Ai piedi dello scalone della villa, i Sovrani sono anche circondati da una rappresentanza femminile del rione. In essa figurano tutti gli ordini sociali. Alla regina Margherita viene dalle signore offerto un mazzo di viole mammole. Davanti al palazzo le associazioni sventolano le loro bandiere, e la folla che occupa tutto il viale acclama a gran voce ai Sovrani. Dopo qualche momento si apre la finestra del balcone e ne esce il Re a capo scoperto, tenendo alla sua destra la madre ed alla sinistra la sposa. Da ogni petto erompe il grido di “ Viva Savoja , , un plauso al nuovo Re, un plauso all’augustà dolente, che torna alla capitale d’Italia.
Ad un tratto, Margherita alza il denso velo vedovile. Così appare il suo mesto viso, pallidissimo, incorniciato dai biondi capelli, e che porta vivamente impresse le tracce del dolore. È un momento di commezione vivissima. Non solo le donne piangono, ma anche molti uomini non possono trattenere le lagrime.
La regina Margherita ringrazia con un sorriso e, dopo qualche minuto, si ritira. Cedendo il passo alle auguste signore, il Re rimane per un istante solo sul balcone. Scoppia un nuovo ed entusiastico grido di * Viva il Re, viva Savoja,.
In questo momento le nubi si diradano e splende il sole. La folla applaude ancora ai Sovrani,"
14/1/1901
Presso il salone del Collegio Romano si svolge la conferenza di S.A.R. il Duca degli Abruzzi e del comandante Umberto Cagni e sotto gli auspici della Società geografica italiana, sulla spedizione italiana nel Mare Artico con la nave Stella Polare.
14/4/1901
Nel piazzale della casermma del Macao, il Re Vittorio Emanuele III consegna solenne le bandiere all'arma d'Artiglieria e al Genio.
2/6/1901
Rivista a piazza d'Armi per la Festa dello Statuto:
"Una mattina primaverile, radiosa, Alle sette, la folla si raduna ai Prati per assistere alla grande rivista in piazza d'armi, dove lo spettacolo è imponente.
Arriva il Re in vettura, preceduto da un pelottone di corazzieri. Il Re è salito a cavallo, freneticamente applaudito dalla folla, mentre le musiche militari squillan l'inno reale. Poi si svolge la rivista."
29/1/1902
In occasione del suo ottantesimo compleanno, Re Vittorio Emanuele III fa visita all'attrice Adelaide Ristori, nella sua Casa al Palazzo Capranica. A sera, riceve un ovazione del pubblico durante la festa organizzata in onore, con la rappresentazione della Esmeralda di Goldoni.
2/1902
L'archeologo Giacomo Boni scopre una sepoltura arcaica durante gli scavi al Foro:
"Sterrando nell'angolo sud-est del Tempio di Antonino e Faustina, a quattro metri di profondità dal piano della Sacra Via, e a metri 1.15 dalla platea di fondazione del Tempio stesso, si rinvenne una tomba primitiva a cremazione. La tomba è composta di un dolium, in terracotta rossastra, coperto da un coperchio di tufo cinerino, doglio che era accomodato in un cavo del terreno è stretto, alla bocca, con una macera di pezzi di tufo della stessa lità.
Contiene nove vasi: un olla o cinerario, quasi interamente riempito coi resti del cadavere che aveva subito una completa cremazione tanto che le ossa sono ridotte a minuti frammenti e fuso lo smalto dei denti. Vi sono due vasi, con rilievi imitanti lo corde e le legature di cuoio dei vasi primitivi, una coppa, a forma di olla, una tazza ansata, tre ciotole ed una ciotoletta. Il cinerario ha il coperchio in forma di tetto di capanna laziale, con l'imitazione, a rilievo, della ossatura a travi, come era l'uso degli abitanti primitivi del Lazio.
Un folla di curiosi è tutto il giorno sul posto degli scavi; tutto il giorno è un pellegrinaggio di stranieri, di autorità. Anche S. M, il Re, accompagnato dal ministro Nasi, si è recato per la seconda volta al Foro Romano, interessandosi vivissimamente alle scoperte colà avvenuto specialmente a questa ultima."
1/4/1902
Alla presenza del re Vittorio Emanuele III di Savoia e della Regina Elena, si svolge la Festa degli alberi al Monte Antenne. Nell'occasione sono piantati centinaia di cedri dell'Himalaya e nasce il Bosco della Regina Elena. "Preceduti da fanfare e guidati da sottufficiali dell'esercito, si recarono ai Prati d'Acquacetosa lungo le rive del Tevere. Una marcia graziosissima di tutti quegli ometti e di tutte quelle donnette, che faranno palpitare un giorno chi sa quanti cuori! Le signore nelle tribune battevano le mani: e il severo corpo diplomatico faceva contrasto a tutta quell'onda di sorrisi. Guido Baccelli, il santo patrono della festa, raggiava di gioja persino più dello ste cielo romuleo. Migliaja di pupille cercavano l'ombrellino bianco di Elena e l'elmo del Re i alberi furono piantati a un cenno di Vittorio Emanuele dagli alunni delle scuole e dai soldati del genio: una ressa, una gara animatissima, d'un effetto indimenticabile. E ora, o alberi, crescete; i figli di questi cari figlinoli verranno alle vostre ombre a far colazione. Urescete, o allori, per gl'italiani futuri, per l'Italia di domani!"
18/5/1902
Al Campo da Tiro della Farensina si svolge la IV Gara generale Campionati Mondiali di Tiro a Segno. Per l'occasione sono realizzate vaste e monumentali strutture provvisorie: "Sabato, 18, ebbe Iuogo a Roma la solenne inaugurazione della IV gara del tiro a segno nazionale. La cerimonia d'inaugurazione alla Farnesina fu preceduta dalla formazione in Campidoglio e dallo sfilamento del corteo per via Aracoeli, via del Plebiscito Corso Umnberto I e Piazza del Popolo, fino al campo del tiro. Apriva la marcia la bandiera della società di tiro a segno di Roma; seguivano’un plotone delle guardie municipali, la musica del 94° reggimento: veniva quindi la bandiera d'Italia fiancheggiata dal cav.
Macagnini direttore del corteo, dal sindaco dì Pisa e da altri membri del Comitato; poi, formando un pittoresco gruppo nel mezzo, lo scudo di Roma e lo stendardo di Torino. Poco dopo il corteo arrivarono alla Farnesina le LL. MM., i membri del corpo diplomatico, i ministri, quanto ba di più eletto la capitale.
Il presidente del Consiglio, on. Zanardelli, pronunziò il di scorso inaugurale con slancio giovanile, salutando con parole elevate 6 vibranti i giovani italiani accorsi alla nobile gara delle armi.
Dopo l’applaudito di. si recarono alla galleria del tiro; e di là il Re sparò tre colpi. "
21/5/1902
Visita a Roma dello Scià di Persia, Sua Maestà Imperiale Mohammad Reza Shah Pahlavi. "Lo Scià arrivò a Roma alle 14.30 di mercoledì, ricevuto da Sua Maestà il Re, da Sua Altezza Reale il Conte di Torino, dal presidente del Consiglio, on. Zanardelli e dai ministri, dal presidente della Camera, dal sindaco di Roma e da molte altre autorità. Lo Scià entrò in Roma in carrozza di Corte a fianco del Re, avendo dirimpetto il Conte di Torino e l'ambasciatore persiano a Roma, Malkomkan, mentre le truppe facevano ala lungo le vie affollate, dalla stazione al Quirinale, e la folla salutava e applaudiva."
8/1/1903
XXV anniversario della morte di Re Vittorio Emanuele II: "Il pellegrinaggio che venerdì 9 gennajo, si recò al Pantheon a riverire le tombe del Re Galantuomo e del Re Martire, esprimeva il sentimento di milioni d'Italiani verso sacre memorie che compendiano tanti anni di aspirazioni, di lotte, di prove.
Nella mattina, alle ore 8, scortato dai corazzieri, il Re, la regina Elena e la regina Madre, accompagnate dalle loro Case civili e militari, s'erano recati mestamente nel Pantheon a ricordare, a pregare.
A mezzogiorno, la vasta piazza dell'Indipendenza si riempiva di rappresentanze. Il cielo non rideva del suo bell'azzurro; un velo di mestizia pareva scendere sulla città. Dodici mila pellegrini erano venuti d'ogni punto d'Italia; e il corteo, che andò formandosi, presentava un insieme magnifico, solenne, di ventimila cittadini uniti in un solo sentimento. In quattro gruppi, dividevasi il corteo: settecento e venticinque gonfaloni, cento corone, venti musiche, che alternavano inni nazionali e armonie funebri.
Alle 14 e un quarto, la testa del corteo entra nel Pantheon, ch'è addobbato a lutto, con maestosi drappi neri, ornati di ricami e di frangie d’oro e d'argento; e, sopra dell’ingresso principale, in un’ ampia targa, si leggon le parole: A Dio ottimo massimo — Governo e popolo innalzano preci — Nel XXV anniversario della morte del Re Vittorio Emanuele Il — Padre della Patria.
Alla sera, nel teatro Argentina, l'avv. Vecchini tenne un’eloquente commemorazione"
9/1/1903
Centenario dell'Accademia di Francia. I sovrani partecipano ai festeggiamenti. Nei giardini viene inaugurato un busto in memoria Giambattista Suvée, primo del direttore dell'Accademia nella nuova sede di Villa Medici.
28/1/1903
Inaugurazione della statua a Umberto I nell'aula del Consiglio provinciale di Roma: "La cerimonia ebbe luogo alla presenza dei Sovrani, delle primarie autorità politiche, militari ed amministrative, e il discorso inaugurale, pieno di sentimenti di devozione verso la Reale Famiglia, fu pronunziato dall'illustre generale Menotti Garibaldi, presidente del Consiglio prole di Roma. Il figlio dell’eroe terminò il suo dire tando i consiglieri provinciali e gl'invitati a grida "evviva il Re, evviva la graziosa Regina Elena" e all Regina Madre, lontana da Roma, fu mandato un tele gramma di ossequio, volendosi associato alla cerimoni il nome di lei, che fu Regina ammirata ed amata al fianco del Re Buono cui rendevasi onore. Re Vittorio ebbe parole di felicitazione per lo scultore, la cui opera riproduciamo în questo numero; e ringraziò vivamente il generale Menotti per i sentimenti espressi in nome proprio e del Consiglio provinciale di Roma."
8/3/1903
Inaugurazione del congresso dei commercianti e degli industriali italiani a Roma: "L'inaugurazione è stata fatta lunedì, al Campidoglio; onorata dalla presenza dei Sovrani, del ministro Baccelli, del sindaco di Roma, e di moltissime altre autorità. La sala degli Orazii e Curiazii gremita di congressisti. Parlò per il primo il Sindaco Colonna recando il saluto ospitale di Roma; quindi il comm. Garroni, presidente della Camera di commercio romana, con nobili parole rilevò tutta l'importanza e il significato del presente avvenimento; e infine il ministro Baccelli augurando ottimo risultato ai lavori dichiarò aperto il congresso."
2/4/1903
Inaugurazione in Campidoglio del Congresso storico internazionale a Roma: "L'inaugurazione riuscì solenne, coll'intervento del Re in alta uniforme di generale, e della Regina, che vestiva un abito cremiso. I sovrani presero posto sul trono nell'aula del Consiglio, fra i ministri e il sindaco Colonna, che pronunciò un discorso.
Le Loro maestà, passando per la costruzione provvisoria che unisce il Palazzo Senatorio a quello dei Conservatorii, si recarono a un'altra inaugurazione: a quella della Forma Urbis, chi la più antica pianti di Roma, parzialmente ricomposta su di una parete del giardino del Palazzo dei Conservatori.
Pittoresca la sfilata, il passaggio per le scale fatte coetruire dal sindaco Colonna per ingrandire e migliorare i locali dalla Pinacoteca Capitolina e costruzioni magnifiche. Toccò al prof. Lanciani, il noto studioso di topografia romana antica, fare la spiegazione della Formo Urbis, pazientemente ricostruita. Nel giardino del palazzo dei Conservatori in Canipido gli fu fabbricata infatti apposta una parete di metri 14 per 18, sopra la quale, in rosso, fu dipinta, nelle sue linee principali, la pianta di Roma Moderna. Sopra questa pianta vennero collocati, al loro posto, con iscrizione in nero, i frammenti dell'antica pianta di Roma, limitatamente però alla zona monumentale. I frammenti di questa antica pianta, messi a posto, sono circa ducento. Ne rimangono ancora mille circa; ma questi non si possono collocare perché non offrono alcuna indicazione che permetta d'identificarli e di collocarli con esattezza."
13/4/1903
Congresso agricolo inaugurato al Campidoglio dai Sovrani. A mezzodì, nelle Terme di Caracalla, colazione offferta dal ministro Baccelli ai congressisti.
4/5/1903
Il Re Vittorio Emanuele III e l'Imperatore Guglielmo II, assistono alla rivista militare organizzata al Pratone di Centocelle.
7/5/1903
Apoteosi di Guglielmo Marconi al Campidoglio. Giunto alle ore 10, il sindaco Colonna gli conferisce la cittadinanza Onoraria nella sala delle Bandiere. Alle 16 pronuncia una conferenza sulla sua scoperta: "Immensa, fitta la folla, che s'addensa al Campidoglio, ansiosa di vedere il trionfatore, desiosa di porgergli un saluto. Essa non Potrà penetrare nell'aula della conferenza; lo sa; ma vuol dimostrare al suo muovo eccelso concittadino ammirazione. Quando al Colle, inondato di luce, arriva il Marconi, la moltitudine applaude, acelama. È il Marconi vien ricevuto dal sindaco. Quindi arriva il Duca di Genova, che si ferma ad aspettare i Sovrani. E, alle 16 precise, salutati dall'inno reale e dagli evviva, il Re e la Regina giungono col Duca d'Aosta, col Conte di Torino, col Duca degli Abruzzi, in carrozza scortata dai cotazzieri." Conclude la giornata partecipando ad un banchetto organizzato in suo onore, nella sala maggiore del Grand hotel (trasformato in serra fiorente).
1904
Vittorio Emanuele III riacquista Villa Ada per circa 610.000 lire, e la dona simbolicamente alla sua consorte Elena di Montenegro.
1904
Il Maggiore Moris, non avendo ricevuto riscontro dalle richieste ufficiali al Ministero della Guerra, per ottenere i mezzi necessari alla costruzione di un primo dirigibile militare italiano, si rivolge direttamente al Re Vittorio Emanuele III, suo conoscente e appassionato di aeronautica. Il sovrano gli fa ottenere la somma di L 400.000 per l'acquisto di un terreno (a Vigna di Valle, presso il lago di Bracciano) e la realizzazione del nuovo Cantiere Sperimentale per costruzioni Aeronautiche.
24/4/1904
Il Presidente della repubblica francese Émile Loubet, arriva in visita a Roma accompagnato dal ministro degli Esteri Delcassé. Viene accolto al Quirinale da re Vittorio Emanuele III di Savoia. Per l'occasione, nell sito del demolito Palazzo Piombino viene realizzato un giardino posticcio.
25/4/1904
Il Presidente della repubblica francese Émile Loubet, esce dal Quirinale alle ore 10.30 per recarsi al Pantheon a visitare le tombe di Vittorio Emanuele II e di Umberto.
Segue una visita alla regina madre a palazzo Margherita.
A mezzogiorno îl presidente offre una colazione in palazzo Farnese, alla quale assistevano, col seguito del presidente, il personale delle due ambasciate di Francia a Roma, e numerosi invitati francesi.
Alle 17.15 il re Vittorio Emanuele III e Loubet escono dal Quirinale per fare una passeggiata în città, guidato dal re. La sera, si svolge un banchetto di gala al Quirinale.
Dopo il banchetto di gala, il presidente, i reali, i seguiti si recano al teatro Argentina (rinnovato nelle tappezzerie, nelle decorazioni), accoltivi da una grandiosa dimostrazione così all'arrivo come alla partenza. Eseguivasi il Faust, seguito dal ballo Bacco e Gambrinus.
26/4/1904
III giornata del presidente Loubet a Roma:
"la giornata comincia con la rivista militare in piazza d'armi ai Prati di Castello; presenti tre divisioni di truppe a piedi, una divisione di cavalleria, tutte al comando del tenente generale Besozzi, comandante del corpo d'armata di Roma. Nel pomeriggio, nonostante una leggiera pioggia, il re e Loubet recaronsi a visitare i monumenti e gli scavi archeologici, al Foro Romano; poi la sera al Quirinale vi fu un gran pranzo militare.
Dopo il banchetto il re, il presidente, la regina, i seguiti recaronsi al solenne ricevimento in Campidoglio, ed assistettero alla fantastica illuminazione del Foro Romano e del Colosseo.
18/6/1904
Nella caserma La Marmora in Trastevere, re Vittorio Emanuele III inaugura il Museo storico dei bersaglieri:
"Il corpo dei Bersaglieri haî racgolto in Roma, nella caserma Alessandro Lamarmora a San Francesco a Ripa, um importante museo storico del corpo, inaugurato solennemente, subato 18 giugno, con l'intervento del Re.
Erano presenti tutti i colonnelli dei dodici reggimenti dei Bersaglieri, o le rappresentanze delle Compagnie Ciclistiche dei Reggimenti stessi arrivate a Roma, portatrici di messaggi di riverenza e di saluto al Re.
S. M. passò în rivista il terzo Reggimento Ber (colonnello Bertinatti), i riparti ciclisti e quindi si a visitare il Museo, inaugurato con efficace discorso del maggiore Menarini.
La prima idea di questo Museo spetta al generale Bruto Bruti, che essendo ispettore dell'arma, nel 1893 iniziò una raccolta di tutti i doeumenti che ad essa riferivano, e potè riunirne la collezione completa a cominciare dal 1836. Però nel 1894, soppresso improvvisa mente l'ispettorato dei bersaglieri, nessuno pensò più a continuare la raccolta. Soltanto quattordici mesi or sono alcuni intelligenti e volonterosi ufficiali del 3° reggimento, di sede in Roma, presso il quale si trovavano depositati i documenti raccolti dal generale Bruti, ebbero l'idea geniale di fare il Museo col solo aiuto che dai bersaglieri potevasi avere.
I dodici reggimenti spontaneamente stabilirono di quotarsi per le spese necessarie; furono chiesti dei locali al Ministero della guerra, che concesse gli attuali, sufficienti per ora.
La direzione del Museo fu così composta: Presidenti onorari gen. Chiabrera, il nestore dei bersaglieri italiani, e colonnello Bertinatti, il più anziano dei comandanti; presidente effettivo, colonnello Botturini cav. Giovanni; di rettore maggiore Menarini, coadiuvato dai capitani Weys, Trompeo, Piola-Caselli, Armanni, e dai tenenti Breda e Bassano.
Tl Museo è assai bene ordinato e si presta facilmente ad un esame anche rapidissimo; è suddiviso în quattro sale; la prima è dedicata quasi completamente alle memorie del generale Alessandro Lamarmora ed ai quadri storici riproducenti avvenimenti guerreschi del corpo; la seconda contiene il medagliere del corpo ed i medaglieri ed i cimelî di alcuni fra i più valorosi bersaglieri; la terza le memorie delle guerre d'Africa e di Cina; la quarta i busti degl'illustri bersaglieri ed i lavori artistici di scultura che illustrano episodi del corpo.
Fra gli oggetti più notevoli notiamo: 1. Letto da campo usato dal gen. Lamarmora nella guerra di Orimea. 2. Originale della memoria scritta dal Lamarmora nel 1885 per proporre la creazione dei bersaglieri. 3. Ritratto dei 14 decorati con medaglia d’oro appartenenti al corpo, 4. Un pezzo di pane trovato in mano di un bersagliere Manara, ucciso nella difesa del Vascello a Roma nel 1849, 5. Bozzetto originale del gruppo dei bersaglieri del monumento a Garibaldi sul Gianicolo, dono dello scultore Gallori. 6. Modello di carabina a percussione ideato da Lamarmora nel 1836, 7. Collezione delle armi dei bersaglieri usate dal 1836 ad oggi. 8. Sciabolone da teatro col quale il valoroso Pinelli, che fu poi colonnello dei bersaglieri nel 1848, assalì i soldati del duca di Parma.
Compiuta l'inaugurazione, fu presentato a Sua Maestà un esemplare in oro della medaglia commemorativa, avente da un lato i ritratti di Carlo Alberto e di Vittorio Emanuele III, coll'iscrizione. XVIII Giugno 1836 — XVIII Giugno 1904, e dall'altro l'Italia che mostra al bersagliere d'oggi, e al bersagliere del passato coll'antica uniforme, îl bersagliere dell'avvenire (il ciclista). Nello sfondo a sinistra si vede il monumento al generale Lamarmora în Torino, e a destra Superga dove sono le spoglie dei reali di Savoja; e il motto Alere Flammam,
Fu anche distribuita una cartolina ufficiale cammemorativa recante disegnata una medaglia con un gruppo di bersaglieri in atto di correre all'assalto; in giro v'è la scritta: Goito, Palestro, Cernaia, San Martino.
Altre 8 cartoline sricordanti î più notevoli fasti del corpo dei bersaglieri furono date agli acquirenti della medaglia."
23/6/1904
Alla presenza di Vittorio Emanuele III, viene inaugurato a Villa Borghese il monumento a Wolfgang Goethe, dono dell'Imperatore di Germania Guglielmo II all'allora sindaco di Roma Prospero Colonna, come simbolo dell'amicizia tra Italia e Germania.
24/6/1904
Traslazione della salma del Re Umberto I nella tomba definitiva al Pantheon:
"Cerimonia alla quale, presente îl Re, parteciparono solamente le alte cariche dello Stato e della Corte.
Il nuovo loculo dove la salma di Umberto è stata definitivamente tumulata è alto dal suolo un quattro metri; e lo chiude una lastra di travertino con in grosse lettere di bronzo il solo nome: Umberto I; ma sotto a questa lastra di travertino, un'altra di piombo, aderente al feretro, nell'interno del loculo, porta questa epigrate:
Umberto I Italiae Regis bonitate nobilis Ossa et cineres Victorius Emanuel III F. Hic transferri pientissimus voluit VIII Kal. Jul. A. MOMIV."
3/7/1904
Re Vittorio Emanuele III visitò ufficialmente la nuova Sinagoga di Roma, ormai completata: "Con una visita di Sua Maestà il Re fatta nelle prime ore del mattino di domenica 3 luglio si è, virtualmente; inaugurato in Roma il nuovo, monumentale tempio israelitico. Il Re d'Italia che inaugura in Roma un tempio dedicato al Dio d'Israele — diremo anche noi con l’amico Italicozdella Tribuna — consacra un fatto e segna un momento della storia: si esce, con l’uno e con -F'altro, dal campo della religione, per entrare in quello della vita civile. È perciò che della visita fatta domenica da Vittorio Emanuele II alla nuova Sinagoga sul Lungo Tevere Cenci hanno ragione di compiacersi, non solo quegli israeliti che lo hanno accolto con le più vive acclamazioni, ma quanti sono fra noi uomini pensanti. o almeno ben pensanti, sieno o no credenti in un quale siasi Iddio, abbiano o no una fede, oltre a quella della giustizia o della bontà."
4/12/1904
Battesimo del Principe di Piemonte Umberto, nella Cappella Paolina del Palazzo del Quirinale. La funzione viene celebrata con dispensa speciale da monsignor Giuseppe Beccaria: nessun membro dell'alto clero celebrava, ma la concessione per una cerimonia di casa Savoia, viene ugualmente considerata un gesto di distensione da parte di Pio X.
14/3/1905
Commemorazione în ricordo di re Umberto nel piazzale del Macao. Alla rivista passata dal Re, partecipano anche i veterani. "Fra quelli accorsi di fuori e quelli del comizio romano, quasi 850 superstiti delle guerre nazionali vi intervennero, Erano vecchi vacillanti, i cui occhi, ormai spenti, vedevano appena la gran luce lontana per la quale combatterono. Qualcuno aveva. condotta con sò la suà vecchietta, che passava sorridendo in mezzo alla folla, raccolta sull’entrata; veterani delle battaglio dî Lombardia del 48 e del 59, delle legioni garibaldine, marinai di Lissa, un popolo intiero di vecchi che tinsero del loro sangue tutti i campi d'Italia."
25/4/1905
Mostra d'Arte Italo-Bizantina a Grottaferrata: "Le feste per il IX centenario della Badia di Grotta fertata, hanno avuto come epilogo, una esposizione di arte italo-bizantina. La mostra ha attirato da Roma visitatori cospicui, e il re Vittorio e la regina Margherita furono dei primi a recarsi ad ammirarla."
6/5/1905
Inaugurazione della Statua di Victor Hugo a Villa Borghese: "Alla corimonia innugurale, intervenno, con delicato pensiero, il re, accompagnato da vari ministri. Pronunciarono belle parole l'ambasciatore francese, e il ministro per la pubblica istruzione."
28/5/1905
Il Re Vittorio Emanuele III, inaugura in Campidoglio, nella Sala degli Orazi e Curiazi, la Conferenza dell'Istituto Agrario Internazionale: "Domenica scorsa, alla presenza dei Sovrani, delle alte cariche dello Stato, del Corpo diplomatico, dei Delegati speciali dei Governi esteri e di alcuni pochi fortunati invitati, è stata solennemente inaugurata la Conferenza internazionale che getterà le basi della Camera internazionale di Agricoltura, dovuta alla bella iniziativa di Vittorio Emanuele III. I Delogati esteri, che erano au grand complet, applaudirono intenzionatamente è vivamente il Re. L’americano Lubin, l'ideatore, fu oltre ogni dire festeggiato."
7/6/1905
Su iniziativa di Vittorio Emanuele III e con la sollecitazione di David Lubin, viene siglata da 74 Nazioni una Convenzione Istitutiva per la costituzione di un ente internazionale per la cooperazione in materia agricola. La sede provvisoria dell'Istituto si installa nella Casina Giustiniani di Villa Borghese, in attesa dell'erigenda nuova sede limitrofe, futura Villa Lubin.
13/2/1906
Il capitano del genio Mariano Borgatti istituisce il Museo dell'ingegneria militare italiana, con sede a Castel Sant'Angelo: "Il 13 febbraio, il Re e lo primarie autorità militari in tervennero în Castel Sant'Angelo all'inaugurazione d'un museo dell'ingegneria militare, iniziato dal generalo De la Penne e predisposto dal colonnello dal Genio, Borgntti, che pronunziò-il discorso inaugurale. Il museo (che fu visitato minutamente dal Re) è disposto a gruppi.
Il primo ha ingresso a destra da chi arriva dalla grando rampa e la prima sala è destinata ni busti e ritratti: vi si vedono quelli di Papacino d’Antoni e di Pinto del Bertola, di Robilant, Menabrea, Gaveri e Tournon, è cimeli di Chiodo, di Bordino, di Cerotti, ecc,; di Cavalli, istitutore dei pontieri italiani.
Nelle sale seguenti sono riunite plastiche di fortificazioni italiane dal secolo XVI al nostro; disegni, pianto e plastiche di fortificazioni delle città d'Italia; modelli di attacchi e difese delle piazze, con una grando plastica di batteria d'assedio italiana, un gabinetto delle mine, ove campeggia un ritratto di Pietro Micca, e un bel modello della cittadella di Torino, colla indicazione del rivellino fatto saltare dall'oroe di Andorno.
Una sala è dodicata a modelli di costruzioni futto dal Genio militare in Crimea; un altro gruppo di camere con modelli di costruzioni del. Genio per la R, Marina.
Al primo piano, attorno al girotto è un secondo gruppo di locali riuniti fra di loro dalla Galleria di Pio IV, contenenti modelli di artiglierie; di batterie costrutte a Gaeta, strumenti di telegrafia ottica, forni da campo è una colombaia militare.
Altro gruppo è costituito dalla antica biblioteca papale e locali attigui, ove sono riuniti documenti preziosissimi della storia del Genio, relazioni sullo campagne dell'Indipendenza, disegni di fortificazioni in numero di 1600 circa; resti di fortificazioni.
Un quarto gruppo è costituito da tre ambienti (detti anticamente Cagliostro) ove sono fotografie, apparati telografici ed un telegonometro Marzi in azione. Un quinto gruppo, finalmente, è alla cima del Castello, sotto lane gelo di bronzo; ivi è una bella raccolta di strumenti di telegrafia ottic: odelli di aereostatica; galleggianti lagunari, ponti mil strumenti ed apparecchi invontati o proposti da ufficiali del Genio.
Il nuovo museo è interessante ed è aperto al pubblico secondo l'orario consueto per la visita di Castel Sant'Angelo."
2/4/1906
Selezioni per le olimpiadi di Atene:
"gare eliminatorie per i ginnasti italiani, accorsi alla capitale da ogni parte d'Italia in non meno di 8000. L'eliminazione è avvenuta nei due ultimi giorni di marzo e i primi di aprile, ed è avvenuta, naturalmente, su larga scala, senza far torto all'energia muscolare dei tremila concorrenti, ma scegliendo pei fasti ellenici sollanto i veramente ammirevoli, con equa proporzione fra le innumerevoli società ginnastiche italiano. Le gare sono riuscite splendide, nel magnifico stadio verdeggiante di Villa Borghese e lungo il corso del biondo Tevere; e il 2 aprile alle gare finali sono intervonuti i Sovrani, che hanno conferito i premii ai numerosi vincitori. Il discorso di chiusura fu pronunziato dal presidente della Commissione, deputato Luigi Lucchini."
7/4/1906
Inaugurazione, nella Sala degli Orazi e Curiazi al Campidoglio, del VI Congresso Internazionale Postale: "Presenti le Loro Maestà il Ro e la Regina, i ministri Baccelli e Guicciardini, il sottosegretario Morpurgo, lo rappresentanze, del Senato, della Camera, del corpo diplomatico, e dello alte cariche dello Stato a di Roma. I discorsi inaugurali furono pronunziati dal sindaco di Roma Cruciani-Alibrandi e dal ministro Baccolli.
Il Congresso si tiene nel palazzo Colonna, dove, il 9 corrente, sono state inaugurate, con discorso del sottosegretario di Stato, Morpargo, lo sedute ordinarie."
23/11/1906
Visita a Roma del re di Girecia, Giorgio I: "Arrivò venerdì alle 14,80 con treno speciale da Pontebba, incontrato nella stazione di Piazza Termini dal re Vittorio, dai grandi dignitari dello Stato, mentre la musica del 48° fanteria suonava l’inno greco, ed una compagnia dello stesso reggimento presentava le armi. All'esedra di Termini il sovrano greco ebbe gli omaggi del sindaco di Roma, sen. Cruciani-Aliprandi. Al Quirinale l’ospite ellenico fu incontrato dalla regina Elena nella sala delle guardie. Il popolo acclamò insistentemente re Giorgio che, insieme ai sovrani d'Italia, si affacciò due volte a ringraziare dalla gran loggia del Quirinale".
24/11/1906
Il sabato nella tenuta reale di Castelporziano si svolge una partita di caccia alla quale paretcipa Vittorio Emanuele III, il Re di grecia Giorrgio I, la regina Elena e le due principesse Elena di Serbia e Vera del Montenegro.
1/12/1906
V Congresso dei Ciechi nel salone dll'Acquario Romano, inaugurato dal re e dalla regina.
19/5/1907
Re Vittorio Emanuele III partecipa alla cerimonia per la posa della prima pietra della Nuova Stazione Trastevere:
"La storia della stazione ferroviaria di Trastevere è una storia pietosa, come quella di molte delle opere pubbliche della grande capitale. La stazione attuale di Trastevere fu costruita venticinque anni sono: in questo tempo non si ottenne mai che ve collegata con quella principale delle Terme (stazione, grande poco meno di quella di Bologna, è stata finora quasi inutile).
Se non che, domenica scorsa, 19 maggio, il Re, accompagnato da vari ministri, dalle rappresentanze del Parlamento, dal corpo diplomatico, da varii sottosegretari e da alti funzionari ferroviari, pose in Trastevere la: prima pietra della nuova stazione (un 800 metri più in là di quella attuale) compiendo così il primo atto positivo della tanto invocata: trasformazione ferroviaria in Roma.
Nel luogo ove sorgerà il nuovo edificio erano state erette delle tribune che erano gremite di invitati; nel centro ven'era una esagonale dove il Re e le autorità presero posto.
La nuova stazione viaggiatori sorgerà sullo sfondo del viale del Re prolungato in curva per cir metri e sarà fronteggiata da un grande piazzale semicircolare, sul fondo del quale sboccherà la nuova via, Il fascio dei binari sarà collegato da un lato con quelli dello scalo merci attuale, che tale rimarrà amche.in seguito, e dall’altro col nuovo quartiere industriale in formazione sulla sponda del Tevere e presso il nuovo porto fluviale già funzionano gli stabilimenti per la fabbricazione dei concimi e pei mulini, e dove presto gli altri sorgeranno, data la facilità dei trasporti per ferrovia come per via fluviale.
Il tracciato del nuovo tronco ferroviario si stacca dall'attuale linea di Pisa (verso € avecchia) a cirea un chilometro a valle d ne di San Paolo e segue la stessa linea quasi a sinistra fino a raggiungere l'estremo del fascio dei binari per poi volgere e destra entrando nella nuova stazione, dalla quale attraversando il Tevere su un nuovo ponte in muratura poco più a nord dell'attule ponte di ferro."
20/1/1908
Alla presenza del Re e delle autorità, viene inaugurata la sala dell'Ercole e Lica alla Galleria Nazionale di Palazzo Corsini.
19/5/1908
Il cacciatorpediniere Granatiere al comando del capitano di corvetta Leoniero Galleani riceve al porto di Ripa Grande, la bandiera di combattimento offerta dalla Brigata Granatieri nel corso di una solenne cerimonia alla presenza dei Sovrani e di numeroso pubblico che affolla le due rive del Tevere.
23/5/1908
Inaugurazione a Villa Borghese dell'Istituto Internazionale di Agricoltura, costituito sotto il patrocinio di Vittorio Emanuele III (presente alla cerimonia), ma ideato e voluto fortemente da David Lubin:
"Esso è sorto su disegni e sotto la direzione dell’architetto Passerini, il migliore forse degli scolari del Sacconi, col quale collaborò a lungo attorno al monumento a Vittorio Emanuele.
Esso consta di un corpo centrale in travertino, che accoglie più specialmente la parte rappre: sentativa dell'istituto (aula per le assemblee, sale di ricevimento), e di due ali in cortina di mattoni, le quali ne contengono gli uffici e la parte pratica.
Al palazzo si accede per due vie che salgono ai lati del poggio, ricongiungendosi în un breve piazzale ove è il prospetto principale che qui presentiamo. La parte centrale, più ricca di marmi e di ornati, si erge sopra un portico sorretto da colonne policrome, di marmo di Serravezza, felicissimo motivo nobile ed arioso cui corrispondono le loggie aperte nelle due facciate laterali.
I grandi fregi del portico, simbolica composizione alquanto complessa e tormentata, furono modellati dallo scultore conte Cozza. Più semplice e decorativamente significanti il fregio del cornicione e il capitello, dello stesso Cozza.
L'atrio, ampio e ricchissimo, è senza dubbio la parte più bella dell’edificio. Ricco di colonne e di marmi antichi, decorato di elegantissimi stuechi, di due grandi paesaggi e di frutti e figure simboliche di intonazione che richiama l’arazzo, felicemente disposte sulla volta, esso costituisce un accesso veramente regale al signorile palazzetto. Questo è più armonico ed elegante che grandioso, più signorile e discreto che sfarzoso.
L'architetto ha voluto intonarlo col carattere secentesco della incantevole villa, facendone più una casina, una palazzina, che un ministero, più un aristocratico soggiorno che un ufficio.
Non che esso non sia corredato di tutte le comodità richieste dall'igiene e dalle esigenze moderne, chè abbonda anzi di macchinari, spolveratrici, caloriferi, ventilatori, impianti elettrici, telefonici, posta pneumatica, monta-carichi, ecc., ecc., ma tutto ciò si irradia praticamente dal piano terreno ed è abilmente dissimulato nelle diramazioni.
Oltre l'atrio, le parti più importanti dell'edificio sono la grande aula delle assemblee e la gran sala di ricevimento con i due salottini adiacenti. Notevole nella prima, auste semplice, anche un po’ fredda e spoglia ora che man gli arazzi alle pareti, il soffitto a cassettoni in noce, scolpito dal Cocchieri nel breve spazio di sei mesi.
Il salone di ricevimento fu decorato dal Rossi Scotti di Perugia. Più felice la volta che il qudro centrale che la decora. Esso rappresenta i trionfo di Cerere, seguita dalle Nazioni. Del Ros Scotti anche gli arazzi del salottino verde, attiguo.
Tutta la decorazione, sin nei più minuti particolari, richiama l’uso e lo scopo dell’edificio, espresso anche solennemente da opportuni motti latini e da epigrafi, dettate dall'illustre archeologo prof. Gatti. Sopra l’edificio un'ampia magnifica terrazza, in cui potranno convenire a se i delegati, a ricrearsi della pace silvestre, dell’amenità del verde, della maravigliosa veduta (un punto di vista del tutto nuovo) dell'Urbe sottostante.
Questo in brevi tratti l'aristocratico palazzetto che tiene della villa secentesca e dell'austero pa lazzo romano, che si svolge liberamente, èlegante ed arioso, su vecchi motivi classici, armonizzando con gli altri edifici della villa, pur senza mai servilità o imitazione."
24/5/1908
A Piazza d’Armi, davanti alle più alte cariche politiche (il Ministro della Guerra, il Ministro della Marina, il Sindaco di Roma e perfino i Sovrani) viene compiuto il primo volo a Roma: alla guida del velivolo è l'aviatore francese Léon Delagrange: "ebbe luogo domenica 24 maggio in piazza d'armi alla presenza di una folla enorme, e quando, alle 5 e mezzo, la Principessa Letizia salì sul palco reale, si poteva calcolare che cirea 100000 persone facessero siepe intorno all’immensa spianata.
Una grande folla era anche fuori dello steccato, arrampicata su sedie e tavoli per godersi lo'spettacolo gratuitamente. Molta gente infine, certo tutta di buona vista, era salita per l’erta di Monte Mario, o si aftullava sulla terrazza del Pincio, Gli occhi di tutta Roma insomma, da vicino e da lontano, erano fissi sull'aereo-navigante.
Il vento intanto continuava a soffiare con deliziosa ustilità. E per la folla si cominciava a spargere la voce che gli esperimenti non avrebbero avuto luogo. L'aereoplano rimaneva immobile sotto l'hangar e delle pattuglie di carabinieri trattenevano a stento i euriosi che tentavano di avvicinarsi. Dall'altra parte del Tevere, dal parco della Società aereonautica italiana, si innalzano intanto il Fides III e il Condor II.
Salgono rapidamente, raggiungono in breve le nuvole e si allontanano verso i monti Parioli, seguiti dall’attenzione della folla, che si distrae per un poco dal malumore dell'attesa, che si annunzia ormai vana. Ma in quel momento il Delagrange III esco dall'hangar.
Il vento si è un po' calmato, ma non del tutto. Ciò nonostante il Delagrange si è deciso a tentare la prova. Un lungo mormorio saluta l'uscita dello strano apparecchio. L'aereoplano scivola rapidamente sul prato con la velocità di un'automobile a 60 chilometri. L'attesa della folla si fa ansiosa. Due automobili si lanciano ad inseguire l'apparecchio.
Dopo un centinaio di metri di percorso le ruote anche le anteriori si sollevano: la macchina “vola,, ma per poco. Ad un lieve rialzo dol terreno riprende terra e ricomincia a camminare.
L'aereoplano continua la sua corsa, si solleva di nuovo, sempre all'altezza di circa un metro, e gira, con una voltata di circa 30 metri, l'argine che guarda il Tevere; ma mentre accenna ad elevarsi di più, un colpo di vento lo fa oscillare e riprende terra, ritornando verso l'hangar.
C'è troppo vento. Ma Delagrange riparte per un terzo giro sollevandosi questa volta ad un'altezza di quattro metri. Ma un mucchio di sassi lo fa fermare. Le automobili che lo seguono, filando a tutta velocità, lo raggiungono e si fermano. Ma l'aereoplano si rimette quasi subito in movimento, deserive una larga curva per due volte, sollevandosi e per dne volte riabbassandosi, e passa rapidissimo volando sul prato ad un'altezza di circa un metro dinanzi alle tribune che applaudono.
Si grida: Bravo! Bravo Delagrange! Ma per il popolo minuto, questo è ancora poco: sugli spalti gli applausi sono alquanto contrastati...
Siamo al quarto giro. L'aere già si imbruna: sarà l'ultimo. E anche questo è come jl precedente Delagrange vola, ma basso ed a sbalzi. Ha però la fortuna di fare un bel volo di circa quattro metri di altezza nell'ultima dirittura e ciò gli procura un grande applauso questa volta incontrastato.
Le discussioni sono vivacissime. Vola o non vola? È quello che i milanesi vedranno tra pochi giorni quando il Delagrange ripeterà a Milano i suoi esperimenti nella Piazza d'Armi ove si sta allestendo un aereodromo."
27/6/1908
Cerimonia di posa della prima pietra del palazzo della Zecca all'Esquilino, alla presenza di re Vittorio Emanuele III e della corte_
"Poco prima delle ore 9, le adiacenze di piazza Guglielmo Pepe, nel quartiere dei Monti, erano gaiamente animate. Tutti i palazzi delle vie Principe Umberto, Principe Amedeo, Lamarmora e Cairoli, che delimitano la rettangolare, sulla quale dovrà sorgere il nuovo edificio della Zecca, erano gremite di signore, signori e ragazzi in attesa dell'arrivo del Re, che arrivò alle 9 precise in carrozza scoperta, scortata dai corazzieri, accompagnato dal suo aiutante di campo, generale Brusati, accolto da ovazioni e al suono della marcia reale.
Re Vittorio fu ricevuto dalle autorità presenti, tra cui i ministri Carcano, Mirabello, Schanzer, le presidenze del Senato e della Camera, il direttore generale della Banca d'Italia comm. Stringher, varii generali, il sindaco Nathan, varii funzionari della Zecca e del tesoro.
Si iniziò subito la cerimonia con un breve discorso pronunziato dal ministro del tesoro on. Carcano, al quale, appena ebbe terminato di parlare, il Re strinse la mano; e poi accompagnato dall'ing. Mongini, autore del progetto, re Vittorio osservò le varie piante dell'edificio, informandosi minutamente di tutto.
Il Ministro Carcano aprì il suo discorso con queste parole «Giorno fausto è oggi: un'opera desiderata da tempo, ripetutamente approvata dalle due Camere legislative, una nuova Zecca con annessa scuola di medaglistica, viene ora iniziata da Voi, o Sire della numismatica sommo maestro, in questa Roma donde tanta luce si è irradiata nel mondo degli studi»
Mentre il Re riceveva questi schiarimenti, varii operai saldavano in un tubo metallico delle monete d’oro, d'argento, di rame e la pergamena ricordante l'atto di fondazione firmata dal re e dai presenti.
Appena compiuta questa operazione il Re assistè alla chiusura del tubo stesso nel fondamentale blocco di pietra. Un mastro muratore sollevò nna specie di coperchio che chiudeva l'incavo nel quale andava collocato il tubo.
Il coperchio recava questa iscrizione: Regia Zecca - Giugno 1908.
Il mastro muratore spalmò gli orli del coperchio di cemento e l'applicò esattamente sull'apertura: il Re anzi l'assestò egli stesso. Quindi il capo tecnico, della Zecca, De Silvestris, presentò al Re in elegante astuccio una cazzuola d'argento, colla quale re Vittorio, sorridendo, gettò della calce sulla prima pietra, mentre il pubblico dalle tribune e dalle finestre dei vicini palazzi applaudiva. Contemporaneamente la musica dei granatieri intuonò la marcia reale.
A mezzo di una catrucola, il masso di pietra discese lentamente nella buca preparata. Quest'operazione durò parecchi minuti, durante i quali il Re s'intrattenne a parlare col direttore della Zecca cav. Israel Sacerdote-e col capotecnico De Sivestris, accennando alla necessità di riconiare coi nuovi conii le logore monete da una lira del 1863 e del 1867, cosa che già si sta facendo.
Quando la pietra fu arrivata in fondo, il Re, seguito dalle autorità, escì dal palco reale tra nuovi applausi e al suono della marcia reale; ed anche nella strada il popolo raccolto gli fece una simpatica dimostrazione.
Come è noto la Zecca, attualmente, è ancora quella vecchia, pontificia, di dietro a San Pietro, contigua al Vaticano, anzi, fino a pochi anni addietro, per accedervi bisognava passare davanti alla guardia svizzeta. I locali sono vecchi, disadatti; ed era necessario che il Regno d'Italia avesse una Zecca propria, degna, come pare risulterà dal progetto dell'ing. Carlo Mongini, coadiuvato per la parte decorativa degli architetti Enrico Bachetti ed Ulpiano Bucci.
La spesa preventivata è di L. 1.800.000; e c'è da augurarsi che non accada come pel Monumento a Vittorio Emanuele e pel Palazzo di Giustizia!"
12/1908
Per generoso dono di S. M. il Re sono venute a far parto del Museo Nazionale Uomano insieme ad un notevole gruppo di epigrafi latine, alcune sculture marmoree ed altri pochi oggetti, ritrovati insieme, in terreno rimescolato, nella tenuta detta la Capocotta, confinante con quella di Castolporziano.
Data la presenza di avanzi di cemento attaccato ai frammenti marmorei, sembra che essi in altri tempi fossero stati adibiti come materiale di costruzione. Prescindendo dalle epigrafi, occone l'elenco:
Testa marmorea appartenente ad una statua rappresentante un vecchio sbarbato, con tutto il collo, che è tagliato alla base a cono, per essere inserito nel busto. Parecchi frammeuti di rilievi, che dalla eguale dimensione delle figure e dalla somiglianza della tecnica nel lavoro e anche dalla maniera come è stato martellato il marmo nel rovescio, risulta che questi appartenevano a uno stesso insieme; e sembra che quest'insieme fosse un sarcofago.
Oltre ai detti frammenti furono trovate ancora tre piccole teste virili.
3/4/1909
Vittorio Emanuele III visita la fonderia Bastianelli a San Michele per controllarei lavori di realizzazione dei primi pezzi della statua equestre per il Vittoriano.
9/4/1909
Wilbur Wright viene ricevuto in udienza particolare dal Re, interessato alle nuove idee del volo.
18/4/1909
Re Vittorio Emanuele III presenzia alla festa per il 250° anniversario dei Granatieri, nella Caserma Umberto I a Santa Croce: "Alle 10, il colonnello del 2° reggimento, cav. Molaioni, fece scendere i suoi soldati e quelli del 1° reggimento lungo il cortile, e due compagnie all'ingresso della caserma, per fare gli onori al Re, che giunse alle 11, insieme al ministro della guerra, ai generali comandanti il corpo d'armata e la divisione, agli ufficiali stranieri addetti alle Ambasciate ed alle Legazioni. Il generale Camerana presentò la brigata al Re, che la passò in rassegna, poi si collocò di fronte alle musiche, ammirando la truppa, che sfilava in ordine perfettissimo. Il Re sì avvicinò quindi al monumento, attorno al quale eransi raggrup pate le bandiere: quella antichissima del primitivo regimento, azzurra, a ricami e stemmi, la bandiera che vide la sventura di Staffarda e di Managlio, le vittorie di Torino, di Asti e dell'Assietta, le due bandiere sarde del 1815 rosse con la croce bianca, le due vecchie bandiere italiane spiegate la prima volta, nel 1848, al passaggio del Ticino, recate al fuoco di Santa Lucia e di Goito, poi vittoriose nel 59, 60, 61.
Dopo ciò il Re si recò nel piccolo giardino della caserma ove erano imbandierate le mense. Accettata una coppa di vino spumante, si rivolse agli ufficiali ed ai soldati, e disse loro: Granatieri, Per due secoli e mezzo la vostra brigata diede gloriose prove di fedeltà ai miei maggiori, alla mia Casa, al mio popolo. Ve ne ringrazio in questo giorno solenne di festa, ve ne ringrazio come principe, come tadino, come soldato, come italiano. In questo istante si ribadiscono i vincoli che uniscono me a voi; ed io ne sono lieto profondamente, pensando che ove occorrerà, voi darete a me, ai miei discendenti, novelle prove di fedeltà e di valore."
18/4/1909
Apertura al pubblico del Keats and Shelley memorial a piazza di Spagna: "Il semplice atrio è ornato di stampe che riproducono aspetti della piazza di Spagna prima della scalinata della Trinità dei Monti e dopo; e il salone centrale che servirà da sala di lettura in avvenire, con le pareti coperte da scaffali di noce, il pavimento che scompare sotto i pesanti tappeti turchi, il busto di Shelley di Ezekiel in fondo e il Shelley di Severn che compone il Prometeo Liberato sulle rovine delle Terme di Caracalla, mantiene quella impressione di gravità e di malinconia che porta con sè il visitatore quando si accinge ad entrare in comunione con gli spiritivalati che vi hanno dimora.
A sinistra, il salone mette, attraverso una piccola stanza, sul terrazzino che è già tutto fiorito, e a destra in una sala di scrittura. do ono raccolte le duecento edizioni conosciute di Keats e di Shelley.
Dietro, illuminata dadue finestre che guardano l'una in piazza di Spagna e l'altra sulla scalinata, è la stanza dove è morto Keats fra le braccia di uma piccola stanza, con un camino piccolissimo. Ora una maschera e una ciocca di capelli di John Keats, e in una minuscola urna suggellata, di porfido verde, un piccolo ossicino che il capitano Trelawnay strappò col cuore alle fiamme che ardevano il corpo meciso dal mare, di Shelley.
Questa tomba viva dei due poeti, questa casa in cui respirano ancora con le loro memorie, le loro lettere antografe, i loro canti le due anime fraterne ed immortali, è stata aperta alla venerazione del pubblico con una cerimonia che il nostro Re ha voluto con la sua presenza rendere più solenne.
Sir Rennell Rodd ha preso primo la parola per ringraziare il Re del suo intervento. Ha fatto la storia del Comitato per l'acquisto della casa di Keats, ed ha accennato al largo contributo portatovi dall'America. Letto un dispaccio del suo sovrano, ha trovato un modo assai elegante col quale salutare in molti dei presenti le qualità per cui si dovevano considerar legati alla memoria dei poeti: il nipote di Shelley, il figlio di Severn, il poeta nazionale dell'Inghilterra Rudjard Kipling, e infine il nostro Adolfo De Bosis, il traduttore italiano di Shelley, che ne ha penetrato così profondamente lo spirito."
20/6/1909
Il Re consegna la medaglia al valore alla legione allievi-carabinieri in Roma:
"L'arma dei reali carabinieri ha tra le sue grandi fenemerenze patriottiche, ina splendida pagina storica — la carica di Pastrengo del 1848. In ricordo di questa gloriosa carica, che fu già illustrata da un bellissimo quadro del De Albertis, il Re assegnò la medaglia d’argento al valor militare alla bandiera della legione al lievi-carabinieri, e la cerimonia del conferimento ebbe luogo domenica mattina in Roma, nel piazzale interno della caserma, presenti le rappresentanze militari, le autorità civili, il sindaco di Roma, Nathan, ecc.
Il Re fece avanzare la bandiera dei carabinieri, portata dal tenente Fazati, e appose la medaglia, Poi pronunziò brevi parole dicendosi ben lieto di fregiare della medaglia al valor. militare la bandiera dell'arma benemerita a ricordo della valorosa azione spiegata a Pastrengo, il 1848, nelle cariche compiute sotto gli occhi e per la difesa del suo bisavolo Carlo Alberto.
Il Re infine espresse la fiducia che l'arma saprà mantenersi all'altezza guadagnatasi con valore. Il colonnello Dogliotti, comandante la legione, pronunziò quindi un discorso în cui rievocò il ricordo della battaglia di Pastrengo, di Re Carlo Alberto e dell’eroica azione dei carabinieri. La legione sfilò dinanzi al Re mentre la musica suonava la marcia reale.
In elegante padiglione eretto nel cortile venne poi servito un rinfresco. Dopo °la cerimonia il Re fece chiamare îl capitano Gorino, al duale il ministro della guerra, generale Spingardi, al-lorchè era comandante dell'arma dei carabinieri, aveva dato incarico di raccogliere il materiale storico per documentare l'episodio della battaglia di Pastrengo, e gli chiese conto degli atti di valore compiuti dai tre squadroni dei carabinieri e dai Joro comandanti conte di Sanfront, Incisa di Camerana, Brunetta d'Usseanx, che erano alla testa dei rispettivi squadroni quando il manipolo si strinse intorno al Re Carlo Alberto che correva-gravissimo pericolo.
Il Re infine si congratulò col capitano Gorino, per l’opera da lui compiuta in onore dell'arma a cui appartiene."
29/6/1909
Posa della prima pietra del nuovo grandioso Manicomio Provinciale:
"Nel pomeriggio, a Sant'Onofrio sulla via Trionfale, il re Vittorio Emanuele III, accompagnato dal ministro Tittoni, dalle antorità provinciali e comunali, ha posta la prima pietra del nuovo grandioso Manicomio Provinciale, che dovrà essere eseguito su progetti degl'ingegneri Edgardo Negri ed Engenio Chiesa, La cerimonia, nella quale parlò il sen. Cencelli, presidente della Deputazione Provinciale, non ebbe nulla di straordinario, e si svolse rapidamente. Il collocamento di codesta prima pietra inizia una riforma per Roma assolutamente necessaria e da gran tempo attesa ed invocata."
28/11/1909
Visita del Re a Vigna di Valle per il dirigibile 1 bis: "Il pallone dirigibile 1 bis ha avuto in questi giorni a Vigna di Valle, sul lago di Bracciano, gli onori delle visite del Re e delle rappresentanze del Parlamento. La visita di Vittorio Emanuele III fu, si può dire, in forma privata, poco dopo ch'egli era tornato a Roma da San Rossore: non era stata preannunziata, non vi erano giornalisti, e documento fotografico della visita sovrana non è rimasta che una pellicola cinematografica dalla quale è stata ricavata la nostra incisione. Invece la domenica, 28 novembre, la visita delle rappresentanze parlamentari fu fatta con una certa solennità: vi fu un treno speciale che portò a Bracciano senatori e deputati, oltre ad un numeroso corteo di automobili. Il presidente della Camera, Sua Eccellenza Marcora, e il vice-presidente del Senato Sua Eccellenza Finali (che porta egregiamente i suoi ottanta anni) visitarono l'hangar e il dirigibile in tutti i suoi particolari; e il colonnello Morns offri anche a Marcora un'ascensione, che il presidente della Camera accettò e compì insieme al senatore marchese Filippo Torrigiani, scendendo dopo mezz'ora avendo raggiunti i 200 metri d'altezza. Altri deputati e senatori salirono successivamente e ne discesero entusiasti. Un socialista profetizzò, con l'estensione dei dirigibili la fine delle guerre. In fatto ieri l'altro a Nova York hanno esperimentato un cannone per colpire i palloni: il cannone sparò venti obici contro il pallone frenato a cui mirava e non riuscì mai a colpirlo."
5/3/1910
Inaugurazione dell'80 Esposizione di Belle Arti a Roma:
"Il Re e la Regina, ricevuti dal ministro per l'istruzione Daneo, da Corrado Ricci, dal conte di San Martino, dal sindaco Nathan, ed aspettati da una folla elegantissima, hanno inangurato nel solito grande palazzo di Via Nazionale, l'80 Esposizione di Belle Arti. Questa Esposizione non è eccessivamente numerosa, grazie alla vigile selezione compiuta dal Comitato di accettazione, ma sì distingue con grande vantaggio dalle precedenti per un evidente ritorno degli artisti, tanto pittori che scultori, alle buone e vecchie tradizioni dell’arte.
Tutte le sale poi sono state rimodernate con grande semplicità e molto buon gusto, onde le opere d’arte si presentano ai visitatori nelle condizioni più favorevoli, circondate da una luce discreta che piove dall'alto, in mezzo alla semplice e piacevole eleganza delle decorazioni di Galileo Chini, e in un ambiente dove tutto contribuisce a comporre un'adatta cornice alla veramente signorile.
Esposizione che unisce a nomi illustri di stranieri come Brangwin o Stuck, Caro Delvaille o Laszlo, Van Biesproeck o Milles, nomi di italiani elettissimi come Felice Carena, Giacomo Balla; Antonio Mancini, Enrico Lionne, Guglielmo Ciardi, Umberto Corinaldi, Vittore Grubicy, Norberto Pazzini Domenico Trentacoste, Giuseppe Romagnoli, e tanti altri."
21/4/1910
Posa della prima pietra per le Case dei Dipendenti dello Stato: "La cerimonia compiuta il 21 aprile dal Re e dal presidente dei ministri, Luzzatti, collocando la prima pietra del grande quartiere civile per le abitazioni degl'impiegati, apre a vita nuova una zona bellissima fuori di Porta del Popolo, tra la via Salaria ed il viale dei Parioli, sull'area dove era la splendida villa Caetani.
Il nostro disegno riproduce il bozzetto d'insieme del nuovo quartiere. L'edificio principale servirà come palazzo sociale per la Cooperativa fra impiegati: gli altri edifici, in relazione con la loro diversa grandiosità architettonica, a seconda della loro ubicazione è delle comodità che offriranno, saranno adibiti ad abitazioni di impiegati secondo le rispettive esigenze economiche di ciascuno.
L'Istituto Cooperativo per le case degl'Impiegati non si limiterà a questo; ma impianterà un altro vasto quartiere sui terreni di Piazza d'Armi. Il ministro Luzzatti nel suo discorso inangurale annunziò che all'Istituto, sorto per effetto di legge accordante un grosso mutuo speciale, lo Stato darà altri dieci milioni per la costruzione di tali abitazioni, oggi rese tanto necessarie in Roma dall’acutezza della generale crisi edilizia."
15/5/1910
Al Collegio Romano si svolge la conferenza dell'esploratore Robert Edwin Peary, sulla sua impresa al Polo Nord. Presenzia il Re Vittorio Emanuele III.
12/1/1911
Inaugurazione del Palazzo di Giustizia, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III:
"Dopo un anno da che vi sono insediati magistrati ed avvocati, fu solennemente inaugurato, dal Re, dai ministri, dagli alti poteri e rappresentanze dello Stato, il colossale Palazzo di Giustizia, opera del Calderini, la cui prima pietra fu posta il 14 marzo 1888 dal compianto re Umberto, auspice Giuseppe Zanardelli, ministro guardasigilli che fu l'anima volitiva del mastodontico edificio, che doveva costare 8 milioni, ed oggi non è ancora finito e ne costa già 35 e, a cose finite, ne costerà almeno 40!. I preventivi degli architetti sono famosi per gli aumenti che subiscono strada facendo; ma l'aumentare cinque volte tanto è un vero record.
La cerimonia avrebbe dovuto svolgersi nell'aula massima del palazzo, al primo piano, ma non sendo ancora ultimati gli affreschi del Maccari, quale è attualmente ammalato, si dovette adattare per la circostanza il grande ambulacro che si apre dinanzi alla porta dell'aula massima, a cui fanno capo le due rampe dello scalone centrale d'onore. Il vasto ambulacro venne trasformato in una sala d'udienza, chiudendo ai due lati gli amplissimi archi con due grandi cortinaggi di velluto cremisi.
In terra fu disteso un tappeto rosso; presso la porta dell'aula massima, fra i due colonnati, vennero disposti ì banchi della Corte, e nel centro dell su di un magnifico tappeto persiano, la poltrona reale: dietro ad essa due lunghe file di poltrone per i ministri e le alte cariche dello Stato. Lo spazio rimanente era destinato per gli invitati.
La Corte di Cassazione entrò nel recinto preceduta dai mazzieri: Il primo presidente, i procw toriì generali, i presidenti di sezione e l'avvocato pepeale vestivano la toga di velluto rosso, con batolo a strascico e le maniche soppannate di raso rosso. La toga e il batolo del primo presidente, del procuratore generale e dell'avvocato generale erano soppannati d'ermellino. I consiglieri vestivano pure la toga di velluto rosso e il cancelliere la toga di panno rosso, producendo un magnifico effetto.
Pure di molto effetto il gruppo dei magistrati minori in toghe nere a frange d'oro e dei 500 avvocati del Foro di Roma tutti in toga.
Gli invitati erano oltre un migliaio, fra cui numerose ed elegantissime signore. I ministri portavano l'uniforme di cerimonia con la feluca piumata.
La nota più modesta era data dal Re, che giunse in piccola tenuta di generale, in una vettura di mezza gala scortata e seguita dai corazzieri. Non essendo ancora finito il grande scalone di accesso, il Re salì per una delle rampe laterali. Appena il sovrano ebbe preso posto, si avanzò il suo discorso; al quale tennero dietro i discorsi del procuratore generale della Cassazione, Oronzo Quarta, del primo presidente, senatore Pagano Guarnaschelli, dell'avvocato generale erariale, De Cupis, e dell'avv. Lupacchioli presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati.
Dopo i discorsi il Re compì la visita del palazzo, seguìto da un codazzo di invitati, i quali commentavano le vicende, ancora evidenti, del grandioso edificio, senza dubbjo imponente, ma per molti aspetti inadeguato e manchevole; e sulla cui costruzione pende davanti alla Camera una domanda di inchiesta firmata da quaranta deputati; mentre la relazione Cao-Pinna per lo stanziamento immediato di altri tre milioni formula nuove critiche severe. L'architetto Calderini, autore dell'edificio, comparve un momento alla cerimonia, poi si allontanò, la direzione dei lavori essendo tutt'ora in mano al Genio Civile, cui la volle affidata il Bertolini, quando era ministro dei lavori pubblici."
19/2/1911
Inaugurazione delle nuove tribune del Campo Corse Parioli, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III.
25/2/1911
Gare di Aviazione all'Ippodromo delle Capannelle. Presenti anche i sovrani.
21/4/1911
Per il Natale di Roma, alla presenza dei Sovrani, si svolge l'inaugurazione ufficiale del Foro delle Regioni în Piazza d'Armi: "Anche questa inaugurazione è stata, per necessità di cose, più di torma che di sostanza; cinque minuti prima che arrivasse il Re e la Regina accompagnati dal principe di Connaught e dalia Corte, si lavorava ancora attivamente a mettete in ordine il salone d'ingresso, il solo ambiente portato abbastanza a compimento."
24/4/1911
Il Re Vittorio Emanuele III inaugura la Mostra fotografica internazionale in Castel Sant'Angelo.
28/5/1911
Al Poligono della Farnesina si svolge la VI gara generale Campionati Mondiali di Tiro a Segno. Inaugura la manifestazione il re Vittorio Emanuele III.
22/6/1911
Il Re Vittorio Emanuele III, in borghese, accompaganto solamente dal generale Brusati, giunge improvvisamente a Ostia, e visita il Teatro dove si eseguono gli ultimi lavori di scavo.
14/7/1911
Alla presenza del re Vittorio Emanuele III, vengono inaugurati nuovi padiglioni della Esposizione Etnografica a Piazza d'Armi: "Il giorno 14 luglio con l'intervento del Re sono stati inaugurati a Roma, in Piazza d'Armi, i padiglioni della Toscana, della Campania, Basilicata e Calabria, delle Puglie, della Liguria e la sala rossa del padiglione Emiliano-Romagnolo.
Il Re col seguito giunse alle 17.30 precise al padiglione Toscano che fu inaugurato per il primo. Ivi attendevalo ministri, autorità varie e rappresentanze. Al centro della sala erano collocate tre poltrone in una delle quali prese posto il Re. Dietro erano i gonfaloni delle città di Firenze, Siena, Pisa, Lucca, Arezzo, Grosseto e le bandiere delle società toscane residenti a Roma. L'on. Niccolini presidente del Co-mitato toscano pronunziò poche parole di saluto al Re, alla Capitale cui le città di Toscana hanno vo-luto rendere omaggio nella ricorrenza cinquantenaria.
Dopo questo discorso felicemente breve, il Re visitò il padiglione, un edificio di puro stile quat-trocento, nel quale I' architetto Giusti e il pittore Galileo Chini hanno fuso insieme, in delicatissime armonie di linee e di decorazione, tutti gli stili più tipici dell'arte Toscana, dalla semplicità aurea del Brunellesco agli agili fregi variopinti dei della Robbia, dall'architettura caratteristica di Siena dei palazzi Bonsignori e del Capitano, allo stile lucchese del palazzo Controni. Logge e balconi si intrecciano snellamente sul cielo. La grande sala comunale di Firenze è opera d'arte di ricostruzione veramente preziosa. Il soffitto è a leggiadri cassettoni e rosoni di oro: su di una parete un affresco del Chini raffigtira l'omaggio delle città sorelle alla grande Madre e tutta la sala, nelle decorazioni e nelle altre dipinture del Chini, rievoca l'arte più pura fiorentina.
Dal padiglione Toscano il re passò a piedi a quello della Campania, ossia di Napoli, quivi atteso dal Sindaco, marchese del Carretto, il quale nel suo discorso disse così del padiglione che inauguravasi: Questo Padiglidne ha lo stile caratteristico settecentesco della Regine Meridionale, stile che a Napoli, centro e cuore del Mezzogiorno d'Italia, assunse forma complessa e compiuta, rispondendo all'organismo collettivo del popolo, nelle sue varie manitestazioni di quel secolo nel quale letteratura, musica, architettura, pittura, improntaronsi tutte ad una nota di gaia eleganza o di leggiadria sontuosa.
Le tre sale laterali sono dedicate alle tre Regioni Campania, Lucania, Calabria e la grande Sala Centrale tutte e tre le congiunge, dedicata come è alla sintesi del pensiero e dell'arte meridionale, tra il Rinascimento ed il Secolo decimo ottavo, ripro-ducendo le figure di Torquato Tasso e Giovan Battista Marini, di Porpora e Alessandro Scarlatti, di Fanzaga e Vanvitelli, di Mattia Preti e Solimene, di Mediano e Sanmartino, di Giovan Battista della Porta e Giovan Battista Vico, circondate dalle figurazioni simboliche delle varie arti e della scienza. Una commissione, artistica presieduta da Giovanni Tesorone, che di sì caldo amore ama l'arte, ideò l'opera che inauguriamo, l'architetto Curai fu pari a sè stesso nel tradurre con l'une sua il geniale concetto. Gli architetti Guerra e Stampa progettarono la parte costruttiva ed il Guerra ne diresse la esecuzione. A Francesco Jerace si deve la parte plastica figurativa ornamentale, a Vetri e Volpe e De Sanetis la parte figurativa della decorazione pittorica coadiuvati da una schiera eletta di giovani artisti.
Dopo una rapida visita al padiglione della Campania il Re passò al vicino padiglione pugliese dove il comm. Mallardi presidente del Comitato, disse poche parole. Il Padiglione pugliese fu incominciato a costruire soltanto nei giorni in cui in Piazza d'Armi già si inauguravano i primi Padiglioni. Rappresenta la sintesi dei migliori monumenti pugliesi ed è tutta una armonica composizione dei motivi architettonici dei capi lavori che riflettono con fedeltà, nella storia dell'arte, la storia civile di Puglia dal dominio greco al normanno, da questo al glorioso regno degli Svevi, che delle Puglie fecero la regione più ricca, più potente, più colta d'Italia.
Nulla che ricordi la decadenza avvenuta nella prima metà della dominazione Angioina per la infìl-trazione degli elementi francesi. Dell'arte della rina-scenza, su motivi veneti e medievali della regione si ha un ricordo nel Padiglione con la riproduzione dell'interno della volta del castello di Conversano.
L'Edificio copre un'area di circa 503 metri quadrati, l'altezza della torre raggiunge i i8 metri, mentre quella del padiglione non supera i 13. 11 prospetto si presenta con portico a colonne e capi-telli del Castello di Bari; al piano superiore il magnifico esaforato della storica cattedrale di Bitonto, sormontato da un ricchissimo fregio della Cattedrale di Bari, all'ala destra dell'osservatore la bella torre di Gioia del Colle. Il lato Nord rappresenta la facciata bellissima di casa Balsamo di Brindisi, il lato ovest gli archi incrociati delle cattedrali di Molfetta e di Giovinazzo; al primo piano una finestra della Cattedrale di Conversano, distrutta dall'incendio del to luglio.
Progettista ingegnoso del Padiglione è stato l'achitetto Angelo Patitale, ispettore dei monumenti alla sopraintendenza di Bari, coadiuvato per la parte statica dall'ing. Ettore Patruno.
Terminata la inaugurazione del padiglione pugliese, il Re, sempre a piedi, si recò al padiglione ligure. Quivi, fra autorità, deputati rappresentanze, prese per tutti la parola il comm. Zunino inaugurando il superbo edificio riproducente le magnificenze di Genova. Di questo padiglione ha ben detto il suo autore, l'architetto Borzani così: « Noi abbiamo elevato un edificio che serve ad una idea di bellezza! Non è una casa per abitarla, non è una fortezza per espugnarla, non è un tempio per pregarvi l'idolo; essa serve solo ad un'idea di bellezza e tale sia l'idolo dei nostri cuori.
Nel Padiglione Ligure era esposta al pubblico l'opera il Banco di San Giorgio compilata ed edita sotto gli auspici del Consorzio Autonomo. Il volume, riccamente illustrato, figurava nella sala di San Giorgio, che è una fedele riproduzione della Sala del Capitano del Popolo.
Il libro è diviso in due parti: nella prima l'avv. Marengo espone sulla scorta di documenti in gran parte inediti il con-gegno finanziario delle Compere di San Giorgio; nella seconda il prof. Pessagno illustra i particolari artistici del Palazzo, ed il prof. Manfrone dice della Marina e delle Colonie di San Giorgio.
Ultima inaugurazione del giorno 14 fu quella della Sala d'Oro nel Castello di Torrechiara, tutto un canto d'oro e di colore, un sogno di arte delicata e spontanea, degna dei meravigliosi pittori quattrocenteschi, compiuta ed inaugurata nel bellissimo padiglione dell'Emilia. La vera sala antica la fece costruire il condottiero Pier Maria Rossi, in omaggio alla donna amata, Bianchina Pellegrini Arluno. L'architetto marchese Cusani ebbe l'incarico di riprodurre alla Esposizione di Roma tutto codestopoema di luce e di colore."
14/3/1912
Alle 8.30, il re Vittorio Emanuele III si reca in carrozza al Pantheon per assistere alla messa in requiem di Umberto I. Il muratore romano Antonio D'Alba, nascosto tra le colonne di palazzo Salviati, spara alcuni colpi di rivoltella. Il sovrano esce indenne dall'attentato:
"Stamane, mentre il Re e la Regina, colla scorta dei corazzieri, si recavano al Pantheon per assistere alla messa in suffragio di Re Umberto, all'altezzà di Via Lata sono stati oggetto di un attentato: un individuo si è tato verso il gruppo dei corazzieri sparando due colpi di rivoltella. 11 maggiore dei corazzieri, Lang, si è precipitato davanti al Re e gli ha fatto scudo con la persona restandò gravemente ferito.
I Sovrani, nonostante questo, hanno proseguito per il Pantheon; e dopo la messa, usciti dal Pantheon per il Corso, si sono recati all'ospedale di San Giacomo a visitare il maggiore Lang. Al passaggio molta gente si era affollata per il Corso e i Soyrani sono stati oggetto di grandissima dimostrazione, che si è poi rinnovata alla loro uscita dall'ospedale. La folla ha accompagnato quasi di corsa i Reali fino alla Reggia.
L'autore dell’attentato è stato arrestato: è un muratore romano, certo Antonio D'Alba di Cesare, di anni 21, abitante in via della Polveriera. Il D'Alba non è affatto conosciuto alla Questura come vagabondo o come affiliato alla setta anarchica."
10/6/1912
Il Re e il ministro Credaro, inaugurano undici nuove sale nel Museo di Villa Giulia:
"Nella cerimonia di qualche giorno fa si ammiravano dunque due ordini di novità: il ripristino dei giardini e del vaghissimo Ninfeo, fatto ancora tutto fresco e odoroso di verzure, e tutto stillante d'acque; e l'apertura di alcune nuove sale.
Il Museo di Villa Giulia, che raccoglie ormai tutti prodotti degli scavi fatti nel Lazio e nella Bassa Etruria, e che è diventato dunque il Museo protostorico di Roma, aveva assoluta necessità d'ampliarsi, per poter dar degna sede ai materiali architettonici dei Templi di Civita Castellana, alla suppellettile del Tempio della Matematuta di Satricum, presso Nettuno; e specialmente a quella Collezione Barberini che mirabilmente ordinata delle belle sale della Villa.
Un'ampia e interessante raccolta di antichità trovate nel territorio dell'antica Preneste, l'odierna. Palestrina. Comprata qualche anno fa dal Governo per il prezzo veramente modico di 350 000 lire. Essa comprende dei magnifici pezzi di avorio finemente lavorati, e materiale in bronzo, ciste e specchi, e oggetti in bronzo, in legno, in vetro da zoilette femminile.
Il prof. Colini, direttore del Museo, e gli ispettori Della Seta e Morpurgo furono complimentati: essi hanno saputo ordinare un Museo in cui non si sa se lodare e apprezzare più il contenente o il contenuto.
Arturo Calza."
9/10/1912
Antonio d’Alba, dopo aver attentato alla vita di Vittorio Emanuele III, viene condannato dai giudici della corte d'assise di Roma a trent'anni di carcere.
19/1/1913
Apoteosi Esercito reduce dalla Libia all'Altare della patria, con il saluto delle bandiere alla statua del Gran Re. Presenti il re Vittorio Emanuele III, la Regina Elena e la Regina Madre Margherita.
20/1/1913
Nei saloni del Quirinale, il Re organizza hallo militare in onore delle rappresentanze di tutti i corpi che combatterono nell'impresa libia: "La caratteristica di ques! ta fu l'aver voluto il Re che tutti gli ufficiali ntervenissero în tenunuta di campagna. Era una festa in onore dei reduci dalla guerra e la uniforme di campagna figurò come uniforme di gala, creando un simpaticissimo contrasto tra gli ufficiali in calzoni corti attillati e in gambali che danzavano con lè dame sfoggianti toelette scollacciate e di perfetta etichetta. Il ballo riuscì splendido; i Sovrani se ne ritrassero poco dopo la mezzanotte; ma le danze continuarono fino ad ora inoltrata."
31/3/1913
Al Quirinale, alla presenza del Re, la Regina Elena consegna il diploma alle prime 17 neo-infermiere, studentesse del Convitto Regina Elena del Policlinico Umberto I.
29/4/1914
Il Cinquantenario della Croce Rossa:
"La benemerita, grande associazione della Croce Rossa Italiana, ha iniziato in questi giorni a Roma la celebrazione delle festa per il compimento dei suoi cinquanta anni. La domenica, ebbero luogo solenni cerimonie commemorative della nobilissima iniziativa, seguìta dal grande accordo internazionale riuscito di così notevole sollievo all'umanità nelle sanguinose conflagrazioni.
In Campidoglio, nella sala degli Orazi e Curiazi, alla presenza dei Sovrani, fu collocato un busto del prof. Palasciano, pronunciando discorso d'occasione l'ex-deputato avv. Vecchini. Poi i Sovrani a Villa Borghese inaugurarono l'Espo zione della Croce Rossa, visitandola accompagi dal presidente conte Gian Luca Della Somaglia. L'Esposizione, stabilita nel parco dei daini, occupa 60 000 metri quadrati, ed essa sì ammino i più moderni allestimenti per il funzionamento dei servizi di assistenza in guerra. All'inaugurazione parlò il conte Della Somaglia. L' Esposizione, rimasta aperta fino al 10 maggio, è stata visitata da numerosissimo pubblico. Essa era la seconda speale, del genere, organizzata dalla Croce Rossa."
31/5/1914
Re Vittorio Emanuele III inaugura ufficialmente il Manicomio della Provincia di Roma.
16/7/1914
Viene costituita come Ente Morale La Casa di Dante in Roma con Regio Decreto n. 796 da Vittorio Emanuele III. L'istituzione trova sede nel palazzetto degli Anguillara.
20/11/1916
Il Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena pongono la prima pietra della Borgata Rurale di Settecamini. I terreni sono stati venduti dal duca Leopoldo Torlonia al comune di Roma.
10/12/1918
Alla presenza del Re Vittorio Emanuele III si avviano i lavori per la ferrovia Roma Lido, con la cerimonia della posa del primo masso di fondazione del ponte sul torrente Almone.
1/1/1919
Il presidente degli Stati Uniti d'America Woodrow Wilson, giunge a Roma, dove permane per 6 giorni. Appena arrivato sfila in corteo sulle automobili "reali" Fiat al fianco di Vittorio Emanuele III per dirigersi ospite al Quirinale.
2/4/1919
Allo stadio Nazionale, si svolge una esibizione dimostrativa dinamica del carro armato FIAT 2000, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III e alle autorità militari.
28/4/1919
Il Re Vittorio Emanuele III, la regina e il sindaco di Roma don Prospero Colonna, partecipano alla cerimonia di posa della prima Pietra del nuovo Ospedale della Vittoria in costruzione a Monteverde.
14/2/1920
Il Ke con i generali Diaz, Badoglio e Albirri partecipano alla riapertura del Museo del Genio Militare a Castel S. Angelo:
"Oggi che il Museo segna la terza tappa nella sua storia e nel suo progresso, esso è racchiuso in tre vasti padiglioni, uno dei quali, di recente costruzione, contiene più speciamente i cimelii della ultima guerra."
11/7/1920
Alle 15 con l’intervento del Re ha luogo la posa della prima pietra delle costruzioni edilizie della Cooperativa fra impiegati al Ministero degli Interni nel cantiere posto tra Via San Quintino e Via Statilia.
7/8/1920
Posa della prima pietra delle Case IRCIS del Quartiere Savoia: "Nella già Villa Lancellotti sulla Via Salaria, a duecento metri dal Viale della Regina, Re Vittorio Emanuele posava la prima pietra delle case della Cooperativa degli impiegati dello Stato”.
23/11/1920
Re Vittorio Emanuele III assiste alla posa della prima pietra della Città Giardino in costruzione sui terreni della Villa Serventi.
5/5/1921
Nasce il primo servizio Taxi di Roma:
"Un grande servizio di automobili pubblici ha cominciato da vari giorni a funzionare a Roma per merito della S.T.A. (Società Trasporti Automobilistici) col poderoso concorso della Fiati. Distribuito in tutti i punti della città i Taxis (vetture rosse e nere con la fatidica sigla della Fiat) possono venire richiesti telefonicamente al garage della S.T.A., o fissati telegraficamente dai viaggiatori che desiderano trovarli pronti alla stazione.
Essi sono guidati da provetti chauffeurs, molti dei quali parlano lingue estere, per comodità dei forestieri. Speciali ispettori vigilano nell'interesse del pubblico il contegno dei conducenti e l'osservanza scrupolosa delle tariffe e dei regolamenti di servizio e di velocità. Il grande garage e le officine della S.T.A. sorgono sul viale Manzoni, in una vastissima estensione di terreno. Essi comprendono gli uffici di Direzione, magazzini, depositi infiammabili, grandi rimesse, vasti ambienti per lavaggio, officine meccaniche, carrozzeria e verniceria.
Il progetto delle costruzioni è opera del valente architetto Enrico Bachetti. La direzione dei lavori fu fatta in collaborazione dall' ing. Arnaldo Maccari, mentre della esecuzione furono incaricate le Ditte: Impresa Venarucci padre e figlio, per i lavori di terra murari e affini, e l'impresa Ing. Costr. Romeo Carretti per le costruzioni in calcestruzzo armato. Le fondazioni richiesero una cura speciale sorpra tutto per le antichià rinvenute. Si scoprirono catacombe, sepolcri pagani, colombari ed un ipogeo della famiglia degli Aureli, che per la sua importanza fu isolato dalle nuove costruzioni e conservato.
Perché si possa facilmente apprezzare la vastità di questo garage che non ha l'eguale in Italia, e forse in Europa, si ricorda che la Basilica di San Pietro in Vaticano copre un' area utile corrispondente e che la superficie della grande stazione di Termini non raggiunse la superficie disponibile del garage ed annessi.
11 grande edificio è fiancheggiato da vasti magazzini per accessori e pizzi di ricambio, oli e grassi, ecc., e dall'edificio del Deposito della benzina, i cui impianti con speciali apparecchi di sicurezza risultano composti di N. 6 grandi serbatoi interrati che automaticamente alimentano le boc-che di distribuzione situate nel cortile principale. La immissione dell'essenza nei grandi serbatoi viene fatta direttamente dal vagone cisterna in arrivo della Stazione di Termini a mezzo di una tubazione sotterranea protetta da cunicolo in cemento e isolata dalle correnti elettriche vaganti.
Il grande cortile che fa seguito a tali edifici è completato con marciapiede nel perimetro, protetto da leggerissima pensilina in cemento armato. Da questo cortile si accede alle vaste rimesse per vetture, costituite da quattro grandi ambienti ml. 100 e della luce di mi. 15, capaci di contenere ben 500 vetture automobili.
Il grande ambiente centrale destinato al .lavaggio delle vetture, della superficie di circa mq. 1500 e di 10.000 mc. di volume ha una vasta luce massima di ml. 21 ed è nella parte più larga illuminato da quattro grandi lucernari. In detto ambiente è stata impiantata una rete di tubazioni per ama da per-mettere un pronto e contemporaneo lavaggio di un grandissimo numero di vetture.
Sono state poi costruite dieci ampie vasche per completare i lavaggi, e gli imbocchi alle fognature sono stati provvisti di appositi tombini di decantazione. L'officina è dotata di uno speciale elevatore di 5 tonnellate che permette di sollevare le vetture al secondo piano. Il grande garage e le officine furono inaugurati solennemente il 5 maggio corrente alla presenza di S. M. il Re, del Prefetto, del sindaco senatore Ravacon la Giunta e parecchi Consiglieri Comunali, di numerose altre autorità civili e militari, dei rappresentanti della stampa e di una folla di invitati, fra cui uno stuolo di eleganti signore e signorine.
A ricevere il Re, salutato da festose accoglienze e lunghi applausi, erano il presidente della S.T.A. cav. uff. Attilio Luciani, l'amministratore delegato avv. cav. uff. Guido De Cupis, i consiglieri avv. Al-berto Giovannini, avv. cav. uff. Carlo Alberto Scotti, ing. cav. Eugenio Ventura, i sindaci avv. commendatore Guido Beer, rag. cav. Leonardo Botta, ingegner cav. G. B. Mazzaroli, ing. cav. Alberto Follis, avv. cav. Gustavo Marz e il direttore tecnico cav. Ennio Cacchioni. La Fiat era rappresentata dal suo consigliere di amministrazione ing. Enrico Marchesi, ed erano anche presenti il consulente avv. Del Papa, il cav. Roggeri e l'ing. Sceti della Filiale di Roma, il Capo del garage romano cav. Castagna e tutti i Direttori delle filiali italiane della grande fabbrica torinese.
Accompagnato dal sindaco senatore Rava, dal consigliere delegato della S.T.A. avv. De Cupis, dalle Autorità e dal suo seguito, il Re ha preso posto sul palco appositamente eretto per lui, un trono di una imponenza austera ed elegante, adorno di tappeti, di piante e di arazzi. 11 cav. uff. Attilio Luciani, presidente della S.T.A., prese primo la parola illustrando efficacemente gli scopi della Società (che ha già da due anni attivato a Roma il servizio postale) e il nuovo servizio delle automobili pubbliche, al quale la Fiat ha dato il suo appoggio materiale e morale, e ringraziando Sua Maestà per l'intervento alla festa inaugurale.
Il sindaco senatore Rava, con la solita facondia, ha pronunciato un indovinato discorso infiorato di ricordi storici e inneggiante ai progressi della scienza e dei servizi moderni, con speciale elogio allo spirito di intraprendenza della S.T.A. e della Fiat.
L'ing. Enrico Marchesi, consigliere d'amministrazione della Fiat, nel portare alla S.T.A. il saluto augurale della antica e gloriosa Società torinese, ha ricordato con commossa riconoscenza la bene-vola protezione che S. M. il Re si è sempre degnata di apportare alla Fiat, la quale deve gran parte della sua fortuna all'onore di avere come suo primo cliente il Re d'Italia. Continuò l' ing. Marchesi "Alle anime innamorate e gelose del passato potrà sembrare un grossolano anacronismo, un controsenso artistico, al rallegrarsi nel vedere correre agili e snelle le rosse vetture automobili nei pressi del Foro Romano, vicino alle terme di Caracalla o lungo quella maestosa Via Appia antica nella quale pare non si possa vivere la vita dell'oggi: ma il progresso non ha ritegni, non ha scrupoli: esso venera i ricordi, ma corre avanti imperioso sulla via tracciatagli dal fato".
Finiti i discorsi, accolti da grandi applausi, S. M. il Re, accompagnato dal consigliere delegato avv. De Cupis, si recò nella sala dove era apparecchiato un suntuosissimo buffe! e volle toccare il calice di champagne con quello dei dirigenti la nuova Società, ai quali espresse la sua viva ammirazione e l'augurio del più brillante e glorioso avvenire.
Anche le altre autorità e gli invitati non ebbero che parole di plauso per questa grandiosa casa dell'automobile: difatti l'ampiezza dei locali e la praticità con cui i vari servizi sono stati disposti, nonchè la perfetta esecuzione, fanno sì che essa risponda completamente ai fini per cui è stata costruita e,costituisca opera pubblica di singolare importanza, veramente degna della capitale.
La tariffa dei taxis approvata dalla prefettura, è la seguente: Per ogni 750 metri o 9 minuti di occupazione L. 2; per i successivi 250 metri o 3 minuti di occupazione cent. 50. l supplementi sono cosi fissati: Dalle ore 21 alle 24 L. 1; dalle 24 alle 6.30 L. 2; per ogni persona, oltre le due, L. 1; per ogni valigia, esclusi i plaids, ecc., cent. So; per le passeggiate entro Villa Umberto, il Pincio e Villa Corsini L. 2. Ritorni a vuoto: Da Villa Umberto, dal Pincio e da Villa Corsini L. t ; da Monte Mario (dopo il borgo di San Lazzaro) L. 2.50; dall'ippodromo Parioli L. 3; dallo Stadio Nazionale L. 2; dal Monte Aventino L. 1.50. Tanto il prezzo della corsa, quanto l'ammontare dei supplementi debbono sempre essere segnati dal tassametro."
4/11/1921
Con un solenne corteo lungo via Nazionale, la salma del Milite Ignoto viene trasportata dalla Stazione Termini a Santa Maria degli Angeli, dove si svolge un solenne ufficio funebre e poi all'Altare della Patria, dove viene timulata alla presenza di re Vittorio Emanuele III.
10/3/1922
Posa della prima pietra del monumento a Giuseppe Mazzini sull'Aventino, alla presenza del re Vittorio Emanuele III. La costruzione del monumento non viene portata avanti ed i marmi realizzati dal Ferrari rimangono per anni nel giardino del suo studio a porta Pia.
8/5/1922
Alla presenza dei Sovrani, viene inaugurato il monumento a Enrico toti nei giardini del Pincio:
"Alla presenza del Re, del Principe ereditario, delle iù alte cariche civili e militari, domenica scorsa, sul Pincio, la gloria di Enrico Toti, di questo energico trasteverino, è stata consacrata con un monumento che è opera di Arturo Dazzi e che è apparso a tutti veramente insigne per potenza plastica e per intima sritualiti Quando la tela è caduta e la figura superba dell'eroe è apparsa di contro al verde degli alberi, fissata in eterno, col suo corruccio e la sua dolente disperazione, nel bronzo lucido e nero, l'emozione ha vinto il cuore d'ognuno, ha fatto di ogni anima una fiamma pura, un'offerta di memore amore, di gratitudine e di fede.
La cerimonia non poteva svolgersi con ordine più solenne e più austero. Pareva che la minacciosa presenza della statua rendesse più raccolto e profondo l'adorante silenzio della folla.
Dopo tante polemict ppassionate negazioni, l'accordo finalmente si faceva fra il popolo e i critici più esclusivi. L'opera parlava da sè col diretto e persuasivo linguaggio dell'arte serena e tutta illuminata dalla calma luce del crepuscolo, alta sul suo bianco basamento, mostrava ai soldati, alle donne, a tutta la folla, con quali modi il gesto breve di un uomo, di un popolano, può elevarsi dalla cronoca alla storia e diventare mito, leggenda, sintesi radiosa di un momento unico della vita della Patria."
3/6/1922
A Piazza Santa Croce in Gerusalemme, alla presenza del re Vittorio Emanuele III, si volge la celebrazione per la posa della prima pietra del Museo Storico dei Granatieri di Sardegna:
"In occasione della posa della prima pietra del museo, il cui progetto e la cui esecuzione è affidata architetti e costruttori tutti appartenenti ai Granatieri, il tenente generale Giuseppe Pennella, già comandante la brigata Granatieri in guerra, ha tenuto un elevato discorso, in cui ha narrato i fasti e le glorie di questo magnifico corpo."
22/12/1922
Al museo di Palazzo Venezia, i sovrani e il nuovo Capo del Governo, l'on. Mussolini inaugurano la Mostra degli oggetti restituiti all'Italia dall'Austria-Ungheria.
8/1/1923
Cinquanta decorati di Medaglia doro, ospiti al Quirinale, offrono al Principe Umberto le insegne ufficiali alla presenza del gen, Diaz, dell'ammiraglio Tharon di Revel e del Capo di tato maggiore gen. Vaccari. Dopo la cerimonia il Re saluta i gloriosi decorati offrendoli una colazione. I decorati vengono poi celebrati con un brindisi del sindaco Cremonesi in Campidoglio e ricevuti dal Capo di Governo Mussolini a palazzo Chigi.
9/4/1923
Nella Cappella Paolina del Palazzo del Quirinale Matrimonio tra la principessa Iolanda di Savoia (figlia primogenita di Vittorio Emanuele III) e il conte Carlo Calvi di Bergolo. Il rito civile viene celebrano nella sala verde del palazzo del Quirinale, da Tommaso Tittoni, ufficiale di stato civile, Benito Mussolini, notaio della Corona, celebrano il rito civile.
29/4/1923
Inaugurazione a Villa Borghese della prima Mostra Romana dell'Agricoltura dell'Industria e delle Arti Applicate. Armando Brasini realizza nel prato al centro del Galoppatoio una città romana. Sono presenti il re e Mussolini.
5/1923
Inaugurazione di un primo Parco della Rimembranza a Roma, alle falde di Monte Mario: "Il Parco delle rimembranze alla Farnesina è solennemente inaugurato dal Re vittorio Emanuele III e il ministro Gentile, l'on. Milani, Fausto Salvatori, il comm. Furolo e altri. Subito ha preso la parola Fausto Salvatori, che ha letto al Sovrano la pergamena che è stata firmata dal Re e dalle altre autorità."
8/5/1923
Visita a Roma del Re Giorgio V e della Regina Maria di Gran Bretagna. Viene organizzato un pranzo di gala nel Palazzo del Quirinale.
27/5/1923
Re Vittorio Emanuele III partecipa all'inaugurazione del Monumento ai caduti del Rione Borgo a Piazza Pia.
24/6/1923
Alla presenza del re Vittorio Emanuele III, l'on. Mussolini e le più alte cariche dello Stato, si svolge al Palazzo delle ferrovie, l'inaugurazione del Monumento ai caduti della prima guerra mondiale delle Ferrovie di Stato.
31/10/1923
Si concludono a Roma le celebrazioni per il primo aniversario della Marcia su Roma dei fascisti. Le camicie nere, sfilano da Piazza del popolo al Vittoriano, mentre cinquecento aerei volteggiavano nel cielo della capitale. Le celebrazioni si conclusero con un ricevimento a Palazzo Venezia, al quale parteciparono il re, il governo e le più alte cariche civili e militari, e rappresentanti diplomatici: tutti resero omaggio al duce del fascismo, che per l'occasione aveva sostituito l'uniforme di caporale della Milizia con quella di presidente del Consiglio.
20/11/1923
In occasione della visita dei Sovrani di pagna a Roma, viene organizzata una parata aerea sull'aeroporto di Centocelle.
1/1924
Alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, il capo del governo Benito Mussolini e il generale Diaz, viene inaugura una targa in memoria di Francesco Crispi nell'atrio del palazzo Chigi.
15/5/1924
Inaugurazione in Campidoglio della Conferenza Internazionale dell'Emigrazione, alla presenza del Re. Parla l'on. Mussolini.
18/5/1924
Alla presenza di S. M. il Re Vittorio Emanuele III e degli alunni di tutte le scuole di Roma, viene inaugurato il parco delle rimembranze ai Parioli. Le spese complessive per i lavori sono state di ben 170000 lire, e sono stati piantati circa 5500 alberi (pini, lecci, querce, lauri, aceri, cedri, ippocastani ed ulivi, tutti puntigliosamente allineati a filari), 1100 arbusti e 300 metri di siepe.
4/11/1924
Celebrazioni del VI aniversario della Vittoria. In accordo tra Governo e Municipio, viene di nuovo innalzare la croce sulla torre del Campidoglio. Dopo essere andati a recare portato omaggio al Milite ignoto. il Re e il capo del Governo l'on Mussolini, passano in rivista le forze aeree italiane al Pratone di Centocelle.
29/3/1925
Alla presenza del re Vittorio Emanuele III e i ministri Pietro Fedele e Luigi Federzoni, viene inaugurata una lapide ai caduti della Grande Guerra a Roma e nel Lazio nella piazza di Sant'Agostino.
17/4/1925
Nella Sala degli orazi e Curiazi del Palazzo dei Conservatori, si svolge l'inaugurazione della Conferenza Interparlamentare del Commercio, presenti il Re Vittorio Emanuele III e il capo del Governo, l'on Mussoli.
21/4/1925
Al termine degli scavi, si svolge la cerimonia di inaugurazione dell'area archeologica del Foro di Augusto. L'archeologo e senatore Corrado Ricci, accompagna il Re Vittorio Emanuele III e del capo del Governo l'on Mussolini nella visita all'area archeologica.
30/4/1925
Posa della prima pietra della Casa madre mutilati di guerra alla presenza del Re e dell'on. Mussolini e dell'on. Delcroix, presidente dell'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra.
16/5/1925
Inaugurazione di una lapide ai caduti nella grande guerra, dei dipendenti della Banca Nazionale di Credito:
"Nel magnifico salone della Banca Nazionale di Credito, si è svolta in forma da vero solenne ed austera la cerimonia dell’inaugurazione della Lapide in memoria dei gloriosissimi soldati della Banca stessa, caduti in conspetto della Vittori.
Particolare carattere di solennità han cor ferito alla cerimonia l'Augusta presenza di S. M. il Re e l’intervento del Governo Na zionale rappresentato dai Ministri Federzoni e Nava e dal Sottosegretario alla Guerra, Generale Cavallero.
Particolare carattere di solennità han cor ferito alla cerimonia l'Augusta presenza di S. M. il Re e l’intervento del Governo Na zionale rappresentato dai Ministri Federzoni e Nava e dal Sottosegretario alla Guerra, Generale Cavallero."
24/5/1925
In occasione del X anniversario dell'intervento italiano nella guerra, i gloriosi vessilli dei disciolti reggimenti di guerra, vengono portati a Castel Sant'angelo per essere custoditi nel Museo storico. Il Re vittorio Emanuele III e l'on. Mussolini, accolgono alla Stazione Termini i sacri vessilli. Il corteo passa dal Quirinale ed arriva a Castel Sant'Angelo passando da Ponte Elio.
8/6/1925
In occasione del giubileo di Re Vittorio Emanuele III, viene organizzato un ricevimento ai 7000 sindaci dei Comuni Italiani nei Giardini del Quirinale.
19/11/1925
Con una Messa solenne in Sanya Maria in Transpontina, viene inaugurato il Monumento ai caduti della Grande Guerra dell'Arma del Genio, posto (originariamente) sul lato Ovest di Castel Sant'Angelo. Il Re presenzia alla cerimonia.
28/2/1926
Alla presenza di Vittorio Emanuele III, si svolge la cerimonia per la posa della prima pietra dei palazzi Incis (Istituto Nazionale Case Impiegati dello Stato) nel nuovo Quartiere Savoia (poi Trieste).
14/3/1926
Inaugurazione del Monumento a re Umberto I a Villa Borghese. Presenti i sovrani e l'on. Mussolini.
"Il monumento, davvero stupendo, è sorto tra la pineta ch'è presso la cosiddetta Piazza di Siena. Ideato dallo scultore Davide Calandra nel 1906, fu eseguito per la maggior parte dallo scultore Rubino che continuò l'opera interrotta dalla morte del maestro. Al Calandra appartiene per intiero il modello della indimenticabile figura muliebre che simboleggia il Dolore della Patria. A Edoardo Rubino spetta l'onore, singolarissimo nei nostri tempi, d’aver rispettato con pia fedeltà il concetto e i disegni del maestro."
5/1926
Il Re, accompagnato dal prof. Munoz, visita i restauri della chiesa di San Giorgio al Velabro.
21/11/1926
In seguito alla riduzione di quadri dell'esercito, quindici reggimenti di fanteria sono stati disciolti e le rispettive bandiere sono solennemente consegnate, al Museo militare di Castel Sant'Angelo. Presenziano alla cerimonia, il Re, il Capo del Governo Mussolini ed i marescialli Diaz, Giardino e Badoglio.
14/3/1927
Inaugurazione di una lapide in memoria della Regina Margherita sul muro esterno della sua residenza romana, palazzo Margherita. La cerimonia si svolge alla presenza del Re e dei feriti di guerra dell'Ospedale Margherita.
5/6/1927
Re Vittorio Emanuele III inaugura a Piazza regina Margherita, il monumento ai Caduti del Quartire Salario Savoia nella guerra mondiale.
19/1/1928
Inaugurazione della nuova sede della Facoltà di economia dell'Università La Sapienza a Piazza Borghese. Partecipa re Vittorio Emanuele III.
27/2/1928
Il Teatro Reale dell'Opera viene reinaugurato con il Nerone di Arrigo Boito diretto da Gino Marinuzzi. Presenziano i reali.
3/3/1928
Solenni onoranze funebri di Armando Diaz, Duca della Vittoria. Presenziano il Re e il Duce. La salma viene portata in corteo dalla sua abitazione presso porta Flaminia, attraverso via del Corso, fino all'Altare della Patria, in modo da consentire alla folla popolare, di rendere omaggio.
Segue il trasporto nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, dove si svolgono i funerali e la salma viene tumulata.
10/8/1928
Sulla spinta della raccolta di documenti fonografici effettuata da Rodolfo De Angelis, Vittorio Emanuele III decreta la nascita della Discoteca di Stato, che si installa al Palazzo Camerala a via di Ripetta.
4/11/1928
In occasione del decennale anniversario dell'armistizio nella Prima Guerra, viene inaugurata la Casa Madre dei Mutilati d'Italia alla presenza del Re e della Regina.
4/11/1928
Scoperta la Tomba del Duca della Vittoria nella chiesa di Santa maria degli Angeli e dei Martiri, benede alla presenza del Re, del Capo del Governo e delle alte cariche dello Stato.
22/1/1929
Alla presenza del Re Vittorio Emanuele III viene inaugurata la Centrale idroelettrica dell'Acquoria, dopo i lavori di ampliamento. Il nuovo impianto è composto da tre gruppi costituiti da turbine Francis ed alternatore ad asse verticale della potenza di 17 MVA cadauno alimentati dalla nuova derivazione San Giovanni. La gstione dell'impianto passa al nuovo Consorzio Idroelettrico dell’Aniene.
10/2/1929
Il Gruppo Italiano Fabbriche Automobili e Carrozzerie, organizza il II Salone internazionale dell'Automobile in Italia:
"Presidente del Comitato Esecutivo è l'onorevole Conte Gallenga Stuart dell’Automobil Club di Roma, vicepresidente il senatore Giovanni Agnelli; a capo della Giunta Esecutiva è l'avv. comm. Giuseppe Acutis coadiuvato dal comm. Andrea Poggi, segretario generale: tutti nomi che, insieme con quelli dei loro collaboratori, vanno posti all'ordine del giorno per il magnifico successo dell'impresa.
In attesa di provvedere all'erezione di un vasto edificio adatto per una mostra mondiale dell'Automobile, il Comitato organizzatore, per dare una sede conveniente a questo primo Salone in Roma, ha dovuto procedere a una rapida sapiente trasformazione del Palazzo dell'Esposizione in via Nazionale. Si è allora improvvisato (questa è la parola) un vasto salone in via Piacenza, lungo centotrenta metri e largo sedici, un'area cioè di oltre duemila metri quadrati. Si abbattono pareti, si innalzano tramezzi, si costruiscono numerosi stands tutto su progetto dell'architetto Alessandro Limongelli; direttore dei lavori di adattamento l'ing. Carlo Marchesi.
Inoltre i pittori Melchiorre Melis e Costantino Vetriani decorano le pareti con pannelli, fregi e figurazioni fresche ed originali, in cui sono illustrati tutti i mezzi di locomozione, e Amleto Cataldi modella la Velocità, una prosperosa donna nuda, novecentista ma non tanto, con un piede su un globo dorato, in procinto di spiccare il volo dall'alto dell'attico della facciata di via Piacenza."
7/4/1929
Adunata di 25.000 Alpini a Roma: Dimostrazioni al Sovrano in Piazza del Quirinale; Messa solenne a San Pietro, con il saluto del papa Pio XI dalla finestra del Palazzo Apostolico; Omaggio al Milite ignoto; Assembramento all'interno del Colosseo, alla presenza del Duce Mussolini.
6/1929
I sovrani inaugurano la casa dell'automobile a Piazza Verdi.
6/1929
Alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, viene Inaugato un gruppo scultoreo nell'atrio d’ingresso dell'Ospedale del Celio. L'opera, realizzata da Paolo Bartolini, è dedicata al “Soldato della Sanità caduto nella Grande Guerra 1915-18.
5/12/1929
A quasi dieci mesi dalla storica firma dei patti lateranensi, il Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena si recano in Vaticano dove vengono ricevuti in udienza da Sua Santità il Papa Pio XI e successivamente dal Cardinale Segretario di Stato Gasparri. Dopo le udienze, il Re e la Regina hanno l'occasione di visitare la Basilica di San Pietro e di sostare in preghiera presso la Confessione del Principe degli Apostoli.
8/1/1930
Si celebra il matrimonio tra Umberto di Savoia e Maria Josè del Belgio, nella cappella Paolina del Palazzo del Quirinale. Viene allestito un arco di trionfo posticcio a piazza Esedra (oggi a Via Luigi Enaudi) e alcune decorazioni a colonne presso i binari 18 19 della Stazione Termini. Oraganizzato un Corteo dei costumi nazionali, che da via XX Settembre giunge fino a Piazza del Quirinale.
9/1/1930
Festeggiamenti per le Nozze del principe Umberto II. Rivista militare nel campo Parioli per le nozze di Umberto di Savoia. Segue uno spettacolo, nella Piazza di Siena a Villa Borghese, con il Coro di 6000 alunni delle scuole elementari.
10/1/1930
All'aereporto di Ciampino, si svolge una parata aviatoria in onore delle Nozze del principe Umberto II:
"L'Aeronautica italiana nei giorni 9 e 10 gennaio ha partecipato ai grandi festeggiamenti di Roma per le nozze del Principe Ereditario con due grandi manifestazioni di cui la prima ha avuto luogo in occasione della solenne rivista militare passata da S. M. il Re a tutte le forze armate dello Stato.
Ammiratissima è stata la grande parata aerea, consistente in un ampio carosello formato da tre gironi di apparecchi roteanti sul cielo dei Parioli e in una sfilata in massa.
A questa manovra aerea, nuova negli annali delle riviste militari di tutto il mondo, hanno partecipato circa 3oo apparecchi formanti una Divisione Aerea su due Brigate. Tali apparecchi provenivano dai prinali aeroporti militari d'Italia.
Il carosello aereo ha avuto la durato di 30 minuti ed ha impressionato vivamente l'immensa folla composta di molte centinaia di migliaia di persone che stipavano i recinti della Piazza d'Armi. Ma impressione anche maggiore ha fatto, a quello straripante esercito di spettatori, che è scoppiato in fragorosi e irrefrenabili applausi, la superba sfilata di magnifici stormi di apparecchi da ricognizione e da caccia che a bassa quota, quasi a volo rasente, tagliasime, in perfetto ordine tagliavano il cielo passando in formazioni rapide serratissime, in perfetto ordinegeometrico davanti alle tribune reali.
Il giorno 10 all'Aeroporto di Ciampino sud, alla presenza dei Sovrani d'Italia, del Re del Belgio, di Re Boris di Bulgaria, del Principe Ereditario di Svezia, del Ministro dell'Aeronautica S. E. Balbo, del Sottosegretario per l'Aeronautica S. E. Riccardi, del generale Gazzera Ministro della Guerra, e di tutti gli ufficiali generali dell'Aeronautica, ha avuto luogo un'altra manifestazione ancora più caratteristica, più difficile e più impressionante.
Dopo che i Sovrani avevano passato in rassegna gli apparecchi della Divisione Aerea, schierati su due ampi lati dell'Aeroporto, gli apparecchi da caccia e quelli da ricognizione prendevano quota a interi gruppi di squadriglie in 6 minuti secondi, destando le meraviglie dei presenti per la celerità impressionante e l'abilità indiscutibile dei piloti. Le squadriglie, libratesi nel cielo, hanno poi cambiato formazione, e un folto stormo di apparecchi si è raggruppato disponendosi in nuova formazione in modo da costituire a grandissime lettere la parola ITALIA, e così è passato sul campo dove erano i Sovrani, tra la stupefazione dei presenti, mantenendo geometricamente le distanze e la formazione, per proseguire quindi per Roma passando sulla Capitale dove la folla ha potuto ammirare questa nuova prova di abilità e di maestria degli aviatori d'Italia.
Altri apparecchi hanno volato formando abilmente le lettere U ed M, e altri ancora con l'apparecchio fumogeno tracciavano nell'aria ad ampie volute il nodo di Savoia. Contemporaneamente una squadriglia di 3 apparecchi compiva simultaneamente difficili acrobazie e apparecchi singoli compivano nuove audacie con looping, avvitamenti, cerchi della morte, fonneaux, ecc. Questa seconda esercitazione aeronautica ha destato l'ammirazione di quanti hanno potuto assistervi, e dimostra ancora una volta il grado di disciplina, di preparazione e
di organizzazione dell'Aviazione italiana. Una cosa da ricordare è ancora questa: che l'imponente massa di 300 velivoli, con una forza complessiva di 150 000 cavalli, ha compiuto nei giorni scorsi circa 4ooo ore di volo una perdita, senza un incidente e senza un inconveniente: il che dimostra, la bontà degli apparecchi e dei motori italiani."
11/3/1930
L'autotreno del grano prende il via da piazza Venezia, alla presenza del Re e dell'on. Mussolini e di altre autorità, per un viaggio di propaganda nell'Italia Meridionale e nelle isole, per promuovere l'autosufficenza autarchica in campo alimentare.1
1/6/1930
Alla Piazza d'Armi di Villa Glori, Vittorio Emanuele III passa in rassegna le truppe del presidio di Roma, schierate per la festa dello Statuto.
8/12/1930
Il Re Vittorio Emanuele III, inaugura il Monumento ai Finanzieri caduti per la Patria, di fronte alla Caserma di via XXI aprile.
5/1/1931
Inaugurazione della prima Quadriennale d'Arte di Roma, inaugurata al Palazzo delle Esposizioni alla presenza del re Vittorio Emanuele III e la regina Elena.
21/4/1931
Nella Sala degli Orazi e Curiazi, l'Accademia d'Italia conferisce il Premi Mussolini. Presenti i Reali e le alte cariche dello Stato:
"Non è senza significato che nel giorno del Natale di Roma, mentre da per tutto si festeggiava la giovinezza d'Italia con la V Leva Fascista, la Reale Accademia, riunita a solenne adunanza in Campidoglio, presenti Sovrani e Principi, abbia reso omaggio ai privilegiati dell'ingegno, assegnando, tra gli altri minori, i Premi Mussolini istituiti dal Corriere della Sera.
Come è noto, i premi intitolati al nome di Benito Mussolini erano quattro, quante sono le classi dell'Accademia: uno per le scienze morali e storiche; uno per le scienze fisiche, matematiche e naturali; uno per le lettere e uno per le arti. Essi sono stati conferiti rispettivamente a Pietro De Francisci, Filippo De Filippi, Ada Negri e Ildebrando Pizzetti.
"
19/1/1932
Il principe ereditario di Etiopia Asfaw Wossen e la sorella giungono alla Stazione Termini in visita a Roma. Il 20 gennaio rende Omaggio alla tomba del Milite Ignoto e visita la Sala d'Armi a Palazzo Venezia; il 21 gennaio, insieme al re Vittorio Emanuele III, passano in rassegna i battaglioni dei carabinieri alla Caserma dei Vittorio Emanuele II e la scuola di cavalleria di Tor di Quinto; Il 22 gennaio viene ricevuto in Udienza dal Papa Pio XI; il 23 gennaio visita la Caserma della Milizia.
24/1/1932
Il Re inaugura ufficialmente la colonia Marina Vittorio Emanuele III.
4/6/1932
Inaugurazione del Monumento ad Anita Garibaldi. Partecipano Mussolini e re Vittorio Emnaule III e lo scultore Mario Rutelli.
11/11/1932
Nella ricorrenza del genetliaco del Re Vittorio Emanuele III, il duce Mussolini assiste e passa in rivista le Truppe del Presidio della capitale, schierate lungo la via dell'impero. Assiste all'evento, il presidente del consiglio ungherese Giulio Gombos, in visita a Roma.
15/1/1933
Nell'ambasciata del Brasile, viene scoperto il monumento dedicato agli italiani benemeriti del Brasile:
"Alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, del generale Balbo e dei suoi Atlantici, dei rappresentanti il corpo diplomatico di tutte le nazioni, di autorità e di gerarchi del Partito, è stato inaugurato il monumento rievocante le gesta e le opere degli italiani in Brasile. Con tale cerimonia si è voluto pure commemorare l'arrivo a Rio Janeiro dei nostri trasvolatori.
L'iniziativa del monumento è dovuta all'Ambasciatore del Brasile presso il Re d'Italia, S. E. Alcibiade Peganha, un appassionato cultore di discipline storiche, un sincero amante del nostro paese, un fervido ammiratore del Fascismo e del Duce, il quale da pazienti ricerche compiute ha tratto gli elementi per una luminosa pagina în onore di quegli italiani che, a prezzo di sangue, di fatica, di genialità e di virtù, vivono perennemente nella memoria dei brasiliani."
28/3/1933
Solenne celebrazione del X annuale della fondazione dell'Arma dell'Areonautica. Sua maestà il Re Vittorio Emanuele III passa in rassegna quattro mila piloti nel piazzale interno del Quirinale. Il Duce Mussolini appunta sulla bandiera dell'Arma la medaglia conferitale per le magnifiche azioni contro i ribelli di Cirenaica. Preceduto dal Ministro Italo Balbo, il corteo si reca poi a rendere omaggio al Milite Ignoto.
20/5/1933
Inaugurazione del Nuovo Museo dell'Accademia di Francia a Vill Medici, con la partecipazione di Re Vittorio Emanuele III.
29/5/1933
Atterra all'aeroporto di Ciampino il dirigibile Graf Zeppelin LZ 127, nel suo primo viaggio in Italia. L'ecquipaggio viene accolto dal Re vittorio Emanuele III, il Ministro dell'Avizione Balbo, Starace, e il Ministro tedesco Goebels.
28/10/1933
In Occasione delle celebrazioni per l'XI annuale del fascismo, il Re inaugura la Via dei Trionfi, prosecuzione della Via dell'Impero, dal Colosseo al Circo Massimo e Porta San Paolo. Si concludono i lavori di sistemazione dell'area alle pendici del Celio.
28/10/1933
In Occasione delle celebrazioni per l'XI annuale del fascismo, il Re inaugura la Via dei Trionfi, prosecuzione della Via dell'Impero, dal Colosseo al Circo Massimo e Porta San Paolo. Si concludono i lavori di sistemazione dell'area alle pendici del Celio.
1/2/1934
Il Re Vittorio Emanuele III inaugura la Mostra Internazionale d'Arte Sacra a Valle Giulia.
11/3/1934
Adunata a Roma di 15,000 carabinieri in congedo: "Dopo aver reso omaggio al Re al Quirinale, si sono adunati in Piazza Venezia dove hanno tributato una vibrante dimostrazione al Duce. Ai valorosi militi è stato concesso l'onore di montare la guardia alla Mostra della Rivolune Fascista."
6/4/1934
Il Re Vittorio Emanuele III inaugura la IV Mostra del Sindacato Fascista di Belle Arti del Lazio ai Mercati di Traiano.
3/6/1934
La regina Elena decise di bandire tre concorsi artistici riservati ai pittori, agli scultori e agli incisori con il tema di celebrare l'intervento dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale. L'esposizione dei bozzetti si svolge al palazzo del Quirinale.
"Alla inaugurazione ufficiale della mostra, la Regina, accompagnata dal Re e dalle Principesse della Casa Reale, seguita dal corteo degli invitati — ministri, alti ufficiali dell'Esercito e della Milizia, rappresentanze dei due rami del Parlamento e del Partito, personalità del l'arte e della critica — fece da guida nella visita delle opere esposte nelle diverse sale, da quella vastissima detta dei « Corazzieri » a quelle di minore proporzione ma egualmente splendenti e lussuose. Quelle stesse sale che durante la guerra, per un sentito gesto di pietà regale ospitarono i combattenti feriti, accolgono ora le più diverse espressioni d'arte sulla guerra e sulla vittoria.
Il visitatore si trova davanti a una grande esposizio ne anonima, giacché i nomi dei concorrenti sono gelosa mente custoditi in busta chiusa e le loro opere sono contrassegnate da un motto. Gran parte delle opere di pittura sono espresse in forma popolare, in conformità a una delle principali direttive del Concorso, ma hanno carattere più illustrativo che artistico propriamente detto e risentono dell'imperizia dei loro autori; altre hanno la semplicità ingenua degli «ex voto »: non mancano però quadri e composizioni illustranti in modo suggestivo gloriosi episodi di guerra in terra, nel cielo e sul mare ed esaltanti con vigore atti di eroismo indi viduale."
31/3/1935
Vittorio Emanuele III inaugura la Città Universitaria di Roma.
24/5/1935
In occasione del ventennale dell'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale, Vittorio Emanuele III celebra la conclusione dei lavori al Vittoriano. Viene inaugurata la nuova sede dell'Istituto del Risorgimento al Vittoriano e la cripta del Milite Ignoto.
"La Giunta centrale per la storia del Risorgimento, insediata dal Duce, ha il eòmpito ben determinato «di coordinare l’attività delle Reali Deputazioni e Società di storia patria». Ad essa fanno capo tre enti: il R. Istituto Storico Italiano per il medio evo, il R. Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea, la Società Nazionale per la storia del Risorgimento italiano. Unitaria concentrazione.
Da una parte l' Istituto sopraintende allo studio delle fonti e alla preparazione degli studiosi. Dall'altra, la Società provvede alla utilizzazione delle fonti ed agli studî veri e propri.
L'ingresso principale del Museo centrale del Risorgimento è verso il Foro di Cesare, da quella parte del Colle dove il Monumento viene a connettersi col portichetto del Vignola, alla piazza del Campidoglio. La severa sistemazione architettonica è dovuta ad Armando Brasini, Accademico d'Italia. Entrando dalle porte di bronzo, i cortei raggiungeranno la « Galleria delle Bandiere» e di lì il Sacrario. Qui si sono recati i Reggimenti a prendere i vessilli benedetti prima di condurli al fuoco. Qui li riporteranno, consacrati dalla morte e dalla vittoria.
La Galleria, dal geniale e ricco pavimento sacconiano, ha forma sontuosa e lievemente inflessa. Negli ampi nicchioni del fondo vengono collocate le vetrine con le gloriose bandiere dei Reggimenti. Le alzate di bronzo sorgono su basi di porfido. La Sala è stata rivestita dal Brasini d'una sottile cortina di cotto, con zoccolo di pietra.
Nel Vittoriano si congiungono la storia del Risorgimento e quella della nostra guerra: una ideale continuità di storia suggellata col sangue. Il cuore del Museo è l’altare della Patria, che racchiude i resti mortali del Soldato Ignoto. Nell'interno del Monumento esso ottiene un'ospitalità dignitosa e definitiva. La cappella, a croce greca, s'inarca al di sotto del monumento equestre, ed è circondata da un ambulacro, nel quale sfileranno riverenti i cittadini, sentendosi, là dentro, tutti soldati.
Nella Cappella non è che un altare: un blocco di pietra del Grappa, sormontato da una croce lignea. Il pavimento è di marmi del Carso. La cappella conduce alla cripta della tomba, dove una lastra bronzea reca la scritta «Soldato Ignoto ». Nella nicchia un mosaico di Giulio Bargellini raffigura Cristo in un cielo stellato. I pilastri angolari della cappella ricordano emblematicamente l’ascensione sanguinosa dalla guerra dell’Indipendenza alla Rivoluzione delle Camicie Nere.
Quattro sale sono dedicate al glorioso apostolo Mazzini; all'epico condottiero Garibaldi; a Camillo Cavour, genio politico; a Vittorio Emanuele II, re liberatore, che ebbe in sé la coscienza unitaria del popolo italiano.
Tra pochi anni il Museo centrale del Risorgimento sarà mèta relîgiosa d’ogni italiano: convegno di spiriti adoranti la divina entità della Patria. Poiché la storia del Risorgimento — ha detto benissimo il Quadrumviro De Vecchi di Val Cismon — va intesa come creazione dell'Unità Italiana e come presupposto della Rivoluzione Fascista."
5/6/1935
La festa dello Statuto. Il Re passa in rivista le truppe di Roma e quelle in partenza per l'Africa orientale.
29/9/1935
Al Poligono della Farnesina, il re Vittorio Emanuele III premia i vincitori della VIII gara generale Campionati Mondiali di Tiro a Segno. Presente anche il Duce Mussolini.
11/11/1935
Rivista militare per il genetliaco del Re. Il Duce Mussolini passa in rivista le truppe schierate lungo le Vie Imperiali.
13/11/1935
Il Duce Mussolini partecipa alla parata militare in onore del compleanno del Re Vittorio Emanuele III, che si svolge nella nuova via dell'Impero.
24/2/1936
Il Re Vittorio Emanuele III passa in rassegna un battaglione dei Carabinieri in partenza per l'Africa Orientale
17/4/1936
Visita del Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena al Santorio Polmonare Benito Mussolini.
19/6/1936
Petrolini viene insignitodal Re Vittorio Emanuele III, della commenda dell'Ordine mauriziano.
24/10/1936
Il Regente d'Ungheria Nicola de Horthy, giunge in visita a Roma per due giorni. Viene accolto dai sovrani alla stazione di Termini. La carrozza giunta a Piazza Esedra, si ferma per far leggere al Governatore di Roma Principipe Colonna, il saluto del popolo romano.
4/11/1936
In occasione del XVIII anniversario di Vittorio Veneto, il Duce Mussolini ed i sovrani, inaugurano la Casa Madre dei mutilati e invalidi di guerra (ampliata con il nuovo corpo verso il lungotevere). Sfilano ventimila mutilati con le loro bandiere:
"Il problema dell'ampliamento venne risolto prolungando i due lati dell'edificio verso il Palazzo di Giustizia e verso Castel Sant'Angelo, mediante due corpi di fabbricato eguali a quelli preesistenti, con l’aggiunta di un motivo cen. trale costituito da un portale di accesso sormontato da una grande finestra ‘a trifora. I due lati vengono poi congiunti dalla parte del Tevere con una facciata a fronte inclinata verso il centro, dove campeggia il grande arcone d'ingresso, fiancheggiato da due robuste torri e Sormontato da un alto motivo ascendente di torre digradante in ampiezza fino alla sommità."
11/11/1936
Festeggiamenti del genetliaco del Re Vittorio Emanuele III a Piazza Venezia, con la rivista delle truppe del Presidio di Roma.
5/4/1937
Nella Cappella Paolina al Quirinale, si svolge la solenne cerimonia di consegna della Rosa d'oro della cristianità alla regina Elena di Savoia.
14/4/1937
Vittorio Emanuele III visita il Collegio IV Novembre a Ostia.
9/5/1937
Grande rivista dell'Impero in occasione del I annuale dell'Impero. Il Corteo militare parte dal Piazzale Ostiense per poi giungere alle Vie Imperiali. Sono presenti il Duce Mussolini, il Vittorio Emanuele III, Amedeo di Savoia duca d’Aosta, Guido Buffarini Guidi, Galeazzo Ciano e Giuseppe Tassinari.
1/6/1937
Nella Cappella Paolina al Quirinale, si svolge il Battesimo del battesimo del Principe di Napoli, Vittorio Emanuele IV.
18/11/1937
Festeggiamenti del genetliaco del Re Vittorio Emanuele III al Vittoriano, con le truppe del Presidio di Roma, schierate a Piazza Venezia. Presenzia il Duce Mussolini.
1/4/1938
Il Re Imperatore, accompagnato dal gen. Teruzzi, assistite presso la Borgata Fogaccia.
6/5/1938
III giorno di visita di Adolf Hitler a Roma. Di ritorno dopo il viaggio a Napoli, arriva in treno alla stazione Termini, ricoperta da una scenografia posticci a causa dei lavori in corso. Dopo una visita alla Mostra Augustea della Romanità, il Duce Mussolini, Hitler e il Re Vittorio Emanuele III partecipamo ad una rivista militare alla presenza in via dei Trionfi. Segue un solenne ricevimento in Campidoglio ha offerto all'Ospite il Governatore di Roma dor Piero Colonna ed una festa folcroristica popolare a piazza di Siena.
8/5/1938
V giorno di visita di Adolf Hitler a Roma. Il Duce Mussolini con Hitler assistettonoo a delle esercitazioni militari dell'8° battaglione paracadutisti in zona Campo dell'Oro a Civitavecchia. Finite le manovre, banchettano con il re Vittorio Emanuele III presso il castello Odescalchi di Santa Marinella. A sera partecipano ad uno spettacolo di gioventù e d'arte allo Stadio Olimpico.
9/5/1938
VI giorno di visita di Adolf Hitler a Roma. A bordo di una carrozza reale, Hitler accompagnato dal Re, lascia il Palazzo del Quirinale e percorrendo le vie romane fra una folla acclamante, arriva alla Stazione Termini e dopo aver passato la compagnia d'onore dei Granatieri, scambia i saluti col sovrano e si congeda dal Duce Mussolini, col quale si troverà poche ore dopo a Firenze.
18/11/1938
Festeggiamenti del genetliaco del Re Imperatore Vittorio Emanuele III al Vittoriano, con le truppe del Presidio di Roma, schierate a Piazza Venezia. Presenzia il Duce Mussolini.
30/11/1938
Il Re Imperatore Vittorio Emanuele III visita la Mostra del Minerale italiano, ricevuto dal Ministro Segretario del Partito e dai dirigenti della Mostra.
"Il Sovrano si è fermato in ogni padiglione interessandosi di questa superba prova dello sforzo che l'Italia ha saputo compiere ai fini autarchici nel campo del minerale."
23/1/1939
Nella Cappella Paolina al Quirinale, si svolge il matrimonio tra la Principessa Maria di Savoia e il Principe Luigi di Borbone-Parma. Dopo la celebrazione, gli sposi si recano in Vaticano in udienza dal Santo Padre.
5/2/1939
III edizione della Quadriennale romana d'Arte nazionale, solennemente inaugurata alla presenza di S. M. il Re Imperatore.
23/3/1939
In occasione del XX aniversario della Fondazione dei Fasci littori, la Camera dei Fasci e delle Corporazioni si insedia a palazzo di Montecitorio, sostituendo la Camera dei deputati. Discorso della Corona di Vittorio Emanuele III.
4/1939
I Sovrani d'Italia presenziano al collegio Nazareno di Roma allo scoprimento della lapide alla Regina Margherita "la quale, come rilevò il principe Borghese, volle ‘che Ta parola di-Dante fosse in quel Collegio esaltatrice e ammonttrice delle fortune d'Italia".
16/4/1939
Nella sala del Trono al Quirinale, il re imperatore Vittorio Emanuele accetta ufficialmente per se e per i suoi Reali Successori la Corona d'Albania che la Missione albanese venuta da Tirana gli ha offerto:
Nello splendore della Sala del Trono al Quirinale si è svolta solennemente la cerimonia per l'offerta della Corona di Scanderbeg al Re d'Italia Imperatore d'Etiopia. La magnifica sala accoglieva per l'occasione i Collari dell'Annunziata, il Duce con i membri del Governo, e le alte cariche dello Stato fino d'aterza categoria compresa.
L'ingresso dei Sovrani seguiti dai Principi Reali è avvenuto mentre tutti i presenti s'inchinavano. Quadro solenne di fastosa regale imponenza. In un tal quadro il Presidente dei Consiglio, S. E. Verlaci, ha letto davanti al Rie Imperatore un indirizzo in lingua albanese che è stato poi tradotto in lingua italiana da un'alta personalÈtà della Missione.
Al termine della Lettura ii Sovrano ha risposto con parole esprimenti la gratitudine per il popolo albanese e accettando la Corona d'Albania. Moscia S. E. Verlaci fattosi presso Il trono, ha ossequiato il Sovrano e ha baciato la mano alla Regina Imperatrice. Noi qui offriamo una visione della cerimonia che si è svolta mentre la folla, che aveva nel frattempo gremito la piazza, acclamava il Re Imperatore, il Duce e il generoso popolo albanese che nel nome di Vittorio Emanuele III ha accomunato i suoi destini con quelli dell'Italia Imperiate."
11/5/1939
III annuale della fondazione dell'impero. Una Grande rivista di 20.000 militari italiani e la guardia del nuovo regno, svila a via dell'Impero, davanti al palco d'onore, dove assistono, il Duce Mussolini, Vittorio Emanuele III e la regina Elena di Savoia.
11/5/1939
III annuale della fondazione dell'impero. Una Grande rivista di 20.000 militari italiani e la guardia del nuovo regno, svila a via dell'Impero, davanti al palco d'onore, dove assistono, il Duce Mussolini, Vittorio Emanuele III e la regina Elena di Savoia.
30/5/1939
Vittorio Emanuele III e la regina Elena fanno visita al Collegio Nazareno. Il busto della regina Margherita viene scoperto per l'occasione nel corso della cerimonia e le viene dedicato il Salone.
10/6/1939
Al Vittoriano e lungo le vie Imperiali, si svolgono le celebrazione della I Festa della Marina Militare. Il Duce Mussolini e il re Vittorio Emanuele III assistono alla rivista dei corpi militari dal palco realizzato a via dell'Impero. I reparti marinari della Gil e degli istituti nautici sono invece accampati al Campo Parioli, dove per le celebrazioni, è stata ricostruita la tolda della nave Littoria.
"Nell'anniversario di Premuda S. M. il Re Imperatore Vittorio Emanuele III e il Duce Mussolini hanno reso oltremodo solenne con la loro presenza la celebrazione delle glorie della nostra Marina. La cerimonia ha avuto inizio sull'Altare della Patria con la consegna delle ricompense al Valore a Marinai e alla Memoria di Marinai che s'eran distinti con atti eroici durante la guerra di Spagna e lo sbarco in Albania. Il Sovrano personalmente ha consegnato le onorificenze, delle quali S. E. l'Ammiraglio Cavagnari lega geva le motivazioni. E intanto i Vessilli e le Insegne, sì inchinavano di fronte al Vittoriano"
23/5/1940
Una Missione di amicizia giapponese, con a capo l'ambasciatore Naotake Sato, viene accolte alla Stazione Termini dal ministro degli Esteri Ciano e dal Segretario del Partito Muti. Dopo essere stata ricevuta a Palazzo Chigi e al Palazzo del Littorio, si reca a rendere omaggio al Sacello del Milite Ignoto. Nei giorni seguenti, viene ricevuta al QUirinale dal Re Imperatore Vittorio Emaniele, dal Duce Mussolini a palazzo Venezia e dal Pontefice al Vaticano. Alla presenza del Duce, si svolge in loro onore allo Stadio dei Marmi, un saggio ginnico organizzato dalle giovani della GIL.
18/5/1941
Trattato di Roma tra l'Italia ed il neo costituito Stato Indipendente di Croazia, con cui vengono fissati i confini tra i due Stati e confermarmata la spartizione della Slovenia tra l'Italia e la Germania e della Dalmazia all'Italia.
Una delegazione croata di esponenti politici e religiosi guidata da Ante Pavelic (fondatore del movimento nazionalista) arriva alla stazione Ostiense, dove viene ricevuta dal Duce Mussolini, membri del governo e rappresentanti delle istituzioni italiane, personalità dell'esercito e del Partito. Dopo una cerimonia al Quirinale, dove viene ufficialmente offerta la corona croata, la delegazione si sposta a Palazzo Venezia, per rettificare gli accordi. Successivamente viene ricevuta in Vaticano.
"La Maestà del Re Imperatore, accogliendo la richiesta presentata dal Poglavnik Ante Pavellc, a nome del Governo e del Popolo Croato, ha designato a cingere la corona di Zvonimiro l'Alterza Reale Aimone di Savola-Aosta, Duca di Spoleto. La storica cerimonia ha avuto luogo nella forma più solenne nella Sala del al Quirinali vano ala al Sovrano il Prinetpe Ereditario, ll Duce e tutti i Principi Sabaudi, i componti della delegazione Croata, e i Grandi Ufficiali dello Stato."
20/3/1942
A Santa Maria degli Angeli si svolge un rito in suffragio del Duca d'Aosta. Presenti i reali e il Duce Mussolini.
9/5/1942
Celebrazioni dell'Annuale della fondazione dell'Impero all'Altare della Patria. Il Re Imperatore Vittorio Emanuele III ed il Duce Mussolini consegnano le medaglie d'Oro al Valore Militare.
10/6/1942
Celebrazioni della IV giornata celebrativa della Marina e del II annuale dell'intervento, presso l'altare della Patria. Il Re Imperatore Vittorio Emanuele, il Duce Mussolini, insieme ai Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate e le Missioni del Paesi del Tripartito, conferiscono le Medaglie d'oro.
29/12/1942
Inaugurazione Mostra Foto - documentaria nipponica alla Augusta presenza del Re Imperatore Vittorio EManuele.
9/5/1943
Celebrazione della Giornata dell'Esercito e dell’Impero. Nel cortile della caserma Principe di Piemonte, il Re Vittorio Emanuele III passa in rassegna le truppe accompagnato da alte autorità militari e su un palco consegna le ricompense al valore, la premiazione dei familiari dei caduti.
10/6/1943
Celebrazioni della V giornata celebrativa della Marina e del III annuale dell'intervento. Il Re è Imperatore distribuisce in forma solenne nella caserma Grazioli Lante della Marina, 19 medaglie d’oro, 12 medaglie d'argento, 5 medaglie di bronzo e 15 croci di guerra al V. M. ai combattenti del mare.
25/7/1943
Il Duce Mussolini si presenta alle 17 a Villa Savoia per discutere con il Vittorio Emanuele III la precedente sfiducia ricevuta nella riunione del Gran Consiglio. Il re gli comunica la sua sostituzione da capo del governo con il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio. Verso le 17:20 Mussolini, esce dalla villa e viene affrontato dal capitano dei carabinieri Paolo Vigneri, che in nome del re gli chiede di seguirlo per «sottrarlo ad eventuali violenze della folla». Ricevuto un rifiuto, Vigneri prende per un braccio Mussolini ed esegue l'arresto caricandolo su un'ambulanza militare (scelta per non destare sospetti) che era già sul luogo. Mussolini viene quindi condotto prima nella Caserma Podgora di Trastevere e dopo alcune ore tradotto nella caserma della Scuola allievi carabinieri a Prati.
29/7/1943
Vittorio Emanuele III riceve l'ambasciatore tedesco Hans George von Mackensen, e lo rassicura sulle condizioni di salute del Duce Mussolini.
9/9/1943
All'alba, Vittorio Emanuele III, la famiglia reale con il principe ereditario, il capo del governo maresciallo Pietro Badoglio, la maggior parte dei ministri e alcuni alti ufficiali, lasciano Roma.
12/4/1944
Re Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio Umberto II.
6/9/1946
Vittorio Emanuele III di Savoia, prossimo all'esilio, scrive al Presidente del Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi, un biglietto in cui comunica la volontà di lasciare al popolo italiano la propria collezione di monete. La raccolta viene in un primo momento affidata in custodia all'Istituto Italiano di Numismatica al Palazzo Barberini.
13/9/1946
Delibera di Giunta n. 3241: il quartiere Vittorio Emanuele III riprende il precedente nome, Pinciano; Il quartiere Savoia prende il nome di Trieste. Istituito il diciottesimo quartiere, Q.XVIII Tor di Quinto.
5/11/1968
Con Decreto Legge, viene definitivamente assegnata alla Soprintendenza Archeologica di Roma la collezione numismatica di Vittorio Emanuele III.