Nobile
Nascita: 20/11/1851 Torino
Morte: 4/1/1926 Bordighera
22/4/1893
Nozze d'argento dei Reali d'Italia Umberto e Margherita di Savoia. Per affermare il nuovo assetto politico dell'Italia e di Roma sotto la Casa di Savoia, si sono organizzati imponenti festeggiamenti, con l'invito di una buona parte delle case regnanti dell'epoca in Europa: l'Imperatore Guglielmo II e sua moglie Augusta Vittoria; la Regina di Portogallo, Maria Pia, con il figlio, il Principe Alfonso; l'Arciduca Ranieri d'Austria, in rappresentanza dell'Imperatore Francesco Giuseppe; il Duca di York, in rappresentanza della Regina Vittoria; il Granduca Vladimiro, in rappresentanza dello Zar di Russia; l'Ambasciatore Spagnolo Carlos Pontocarrero, Duca d'Alba, in rappresentanza del Re di Spagna; il Principe Giorgio di Grecia; il Principe ereditario del Montenegro Danilo; il Generale de Parseval, in rappresentanza del Re di Baviera; il Generale Fischer in rappresentanza del Re di Belgio; il Generale von Carlowitz, il rappresentanza del Re di Sassonia; l'Ammiraglio Bosch, in rappresentanza della Regina dei Paesi Bassi; il Visir Hassan Fehmi Pascià in rappresentanza del Sultano. Inoltre sono presenti i diplomatici di Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Danimarca, Stati Uniti, Francia, Giappone, Messico, Monaco, Romania, Serbia, Svezia, Norvegia, Svizzera e Uruguay.
Alle cinque di pomeriggio, le associazioni operaie e i reduci si radunarono davanti al Quirinale e lanciarono in cielo 500 colombi che sganciarono migliaia di cartoline sulla folla.
La sera venne organizzato al Quirinale un altro pranzo di gala con gli ospiti stranieri, Guglielmo II elevò un brindisi ai Sovrani d'Italia.
24/4/1893
In occasione delle Nozze d'argento dei Reali d'Italia Umberto e Margherita di Savoia, viene organizzata una grande rivista militare di 20.000 uomini ai Prati di Castello. Presenti il Re d'Italia e l'imperatore Guglielmo II, in uniforme di Colonnello della Guardia del Corpo, i Principi Reali, i Principi stranieri, generali e ufficiali.
25/4/1893
In occasione dei festeggiamenti per le Nozze d'argento di Re Umberto I e della Regina Margherita, nella piazza di Siena di VIlla borghese, si svolge un torneo storico equestre.
26/4/1893
Garden party nei giardini del Quirinale, ultima festa della Corte per le nozze d'argento dei Reali: "I viali del Quirinale formicolavano d'invitati. I sovrani e i principî presero posto in un boschetto di lauri e di mirti; le sovrane sedettero sotto un padiglione. Dopo che i giovani principi ebbero aperto il ballo, cominciarono le canzonette napoletane, eseguite da più di cinquanta cantori di Napoli nel costume tradizionale. Guglielmo si divertiva un mondo a questi canti."
26/4/1893
In onore dei Sovrani, il duca Caetani di Sermoneta da, nella sera del 25, uno splendido ballo nel proprio palazzo. Il ballo in casa Doria ha luogo la sera dopo. L'imperatrice non interviene perchè inisposta. La padrona di casa, principessa Doria, porta una collana di diamanti, i più belli di Roma. L'Imperatore è sbalordito del lusso della festa, e, nel congedarsi disse al principe Alfonso Doria: “Il giorno in cui verrete a Berlino, io non potrò ricevervi colla stessa magnificenza con eni voi avete ricevuto i Reali d’Italia e me”.
19/3/1895
In forma solenne, viene posta sull'alta vetta del Gianicolo la prima pietra del monumento nazionale a Garibaldi: "In terra, era scavata una fossa quadrata: di fronte a questa, sorgeva un padiglione ornato di bandiere nazionali per i Sovrani: d'intorno i palchi per gl'invitati. I Reali giunsero col generale Ponzio Vaglia e colla marchesa di Villamarina. Quasi tutti i ministri coll'on. Crispi, quasi tutti i vice ministri coll'on. Galli, i presidenti del Senato e della Camera, senatori, deputati e altre autorità intervennero alla solennità che ebbe principio alle ore 16.
Il sindaco pronunciò il discorso di circostanza, annunciando che il monumento all'Eroe dei due mondi sarà inaugurato nel 25° anniversario della riunione di Roma all'Italia. I Sovrani, l'on. Crispi ed il sindaco Ruspoli firmarono quindi la pergamena destinata ad essere rinchiusa nella prima pietra del monumento.
La pergamena è uno splendido lavoro artistico realizzato dal prof. Nestore Leoni di Aquila. Misura centim. 30 X 20 ed ha un contorno ornamentale stile Cinquecento, ove in quattro medaglioni sono gli stemmi di Savoia, Roma, Nizza, Sicilia. In alto a sinistra è la data della nascita (4 luglio 1807) ed în basso quella della morte (a giugno 1882). Internamente ricorre tutt'intorno un'altra fascia a fondo rosso con rabeschi d’oro, dove insieme agli scudi di Savoia ed a perle tricolori sono intramezzati dei medaglioni in cui sono indicati i fatti più importanti dell'epopea Garibaldina con le relative date.
La pergamena con analoga scritta fu chiusa in un tubo di cristallo insieme con tre monete una di 1oo lire d'oro, conio 1891, una di lire 5 d'argento conio 1891 della Colonia Eritrea e una da centesimi 1o di rame conio 1804: il tutto è stato chiuso in altro tubo di metallo ricoperto all'interno di velluto rosso. S. M. il Re ha introdotto la pergamena e le monete così racchiuse in un foro praticato în un macigno di travertino, prima pietra del monumento: e il foro fu chiuso da una piastra di piombo con l' effigie scolpita di Garibaldi, nella quale in lettere rosse si legge Prima pietra 19 Marso MDCCCVC, Monumento a Garibaldi I Reali hanno gettato la calce sul masso con una cazzuola d’argento e la pietra è stata calata nell'ultimo cavo preparato per le fondamenta.
Fu scelto lo storico Gianicolo a degna sede del monumento a Garibaldi, perchè fu là su quel colle che arse più ostinato e più glorioso il combattimento a difesa di Roma. Il monumento venne affidato per concorso allo scultore Emilio Gallori, fiorentino, ed è quasi finito."
25/4/1895
In occassione del III centenario della morte di Torquato Tasso, il Re Umberto I e la regina Margherita, visitano la stanza e le reliquie poeta, nel convento di Sant'Onofrio.
9/5/1895
Inaugurata a Villa Borghese una splendida esposizione di Fiori coll'intervento dei Sovrani:
"L'esposizione fu allestita nel giardino del lago a Villa Borghese; un vero paradiso terrestre, nel quale le più gentili figlie d'Eva si diedero convegno e furono scelte ad aggiudicare i premii d'un concorso speciale di lavori abilissimi in fiori stupendi. Questo giurì eccezionale era composto di molte dame dell'aristocrazia romana, fra cui la marchesa Villamarina, la principessa Brancaccio, la principessa Odescalchi, la duchessa di Gallese.
Esso conferì numerose medaglie, d'argento e di bronzo a mirabili mazzi di decorazioni, guarnizioni da mensa, decorazioni di fiori per ventagli e ombrellini, mazzi da sposa, acconciature da testa e da petto. Ai fiorì furono unite le frutta. Varie case aristocratiche, la regia scuola di pomologia e orticoltura alle Cascine di Firenze, molti dei primi floricultori fiorentini, napoletani, ecc.; fabbricanti di terraglie da vasi da fiori, aderirono alla festa dei profumi, dei colori, dei sapori, della bellezza. Una curiosa novità: la Roma che fu, Scendendo nelle grotte si aveva la sorpresa di vedere un’esposizione della Roma sparita, della quale c'è pure un ricordo nel nostro disegno. Fu una bella improvvisata, della quale S. M. la Regina si mostrò rapita."
19/5/1895
Giunge a Roma una carovana di velocipedisti lombardi (una sessantina dei migliori): "Fu il cav. Johnson, presidente del Veloce-Club di Milano, che ideò la loro bella passeggiata da Milano a Roma. La carovana dei ciclisti si divise in due squadre, che sì riunirono a Castelnuovo di Porto ed entrarono a Roma insieme, trionfalmente. Una enorme folla li accolse: andò loro incontro anche S. M. la Regina. La lunga schiera passò per Ponte Molle, via Flaminia, piazza del Popolo, fino a piazza della Minerva."
22/9/1895
Inaugurazione del Monumento a Cavour e del Ponte Umberto I: S'inaugura ai Prati di Castello il maestoso ponte Umberto, dal quale si ammira uno stupendo panorama. Il nuovo ponte apre una nuova comunicazione fra la parte centrale di Roma e il vasto quartiere dei Prati, È in muratura a tre arcate, largo 20 metri, lungo 105. Autore ne fu l'ing. Angelo Vescovati, morto îl 20 febbraio di quest'anno. Alla festa d’inaugurazione intervengono i Sovrani, acclamatissimi.
Le Loro Maestà passano a inaugurare presso il palazza di Giustizia il monumento a Camillo Cavour dello scultore Galletti. Parla il sindaco, ma nè l'on. Crispi nè alcun altro del Governo gli risponde, È un silenzio vergognoso, un oltraggio alla memoria del primo vero propugnatore di Roma capitale d’Italia. Tutta l’Italia ne riporta un'ingrata impressione. Il monumento a Cavour consta della statua în bronzo del Grande, che ha un'espressione di contento per veder Roma libera, Sotto alla statua, un gruppo pure in bronzo rappresenta l’Italia con Roma capitale. Vi sono alla base altre due figure allegoriche: il Pensiero e l'Azione; il pensiero è un giovane seduto che medita; l'Azione è un giovane pure seduto, ma è d'aspetto fierissimo, ha la spada in pugno, e sta per levarsi a combattere."
8/6/1897
Festa al Vascello in memoria del generale Giacomo Medici. Nell'occasione, viene inaugurata una targa sul muro di cinta della Villa:
"Il marchese Luigi Medici commemorò l'8 giugno, al Vascello, con grande solennità e coll'intervento dei Sovrani, l'epico episodio del Vascello nel 1849, in cui rifulse il valore del general Giacomo Medici e dei suoi legionarii contro i francesi assedianti.
Alle cinque, cominciarono a giungere gli invita. Gli inviti fatti con larghezza richiamarono molte notabilità della politica, tra cui molti deputati e senatori, e quasi tutti i ministri. Alle sei giunsero i Sovrani, il principe di Napoli e la principessa Elena, che, ricevuti dal marchese Medici e dall'on. Di Rudinì, presero posto sotto un ampio baldacchino di rosso cremisi dinanzi la fronte interna del Vascello. In giro si disposero gl'invitati: quindi Enrico Parzacchi pronunziò il discorso commemorativo, parlando della difesa di Roma."
2/7/1897
Guglielmo Marconi effettua una nuova dimostrazione del suo telegrafo senza fili al Quirinale, alla presenza di Re Umberto I e della regina Margherita.
4/3/1898
Feteggiamenti per il Cinquantenario dello Statuto. "Alla mattina, grande rivista al Macao. Alle 14, sfilano le berline di gala colle rappresentanze del Senato e della Camera: vanno al Campidoglio, dove la festa toccherà l'apice della solennità. Grandi orifiamme sventolano in piazza del Quirinale a pennoni che portan gli stemmi delle città italiane e corone d'alloro. La gradinata della chiesa di Ara Coli nereggia d'una folla compatta che, all'apparie dei Sovrani, lancia all'aria un evviva fragoroso.
Nella sala del Campidoglio, un'altra scena. Tutto intorno, pendono le bandiere regalate dai municipii italiani per la liberazione di Roma. Il trono è eretto all'ombra del gonfalone rosso e arancio della città eterna. Folla di senatori, di deputati e di trecento sindaci. Fra gli abiti neri brillano le uniformi militari, ma, caso strano, non vi sono signore.
Il ritorno dei Sovrani al Quirinale fu un'altra scena. Le associazioni popolari erano là, ad attendere i Reali. Le loro cento venti bandiere s'agitavano in festa. Immense le ovazioni ai Sovrani, che comparvero al balcone; il Re, austero, agitando l'elmo, la Regina; sorridente, agitando il fazzoletto bianco.
Alla sera, illuminazione fantastica con quelle grandi palme laminose in Piazza Colonna col Colosseo e col Foro Romano illuminati a bengala."
14/3/1898
Davanti alla Caserma Principe di Napoli, si svolge la Cerimonia di scoprimento del Busto al Colonnello Galliano. L'inaugurazione avviene alla presenza del Re Umberto I e della Regina Margherita, oltre ai Ministri Rudinì e Brin, il Prefetto De Seta ed il Sindaco di Roma Emanuele Ruspoli.
12/6/1898
La nuova sede della Società Ginnastica Roma viene inaugurata solennemente alla presenza del Re Umberto I e della Regina Margherita: "accompagnati dal generale Ponzo-Vaglia, dal marchese Guiccioli, dalla marchesa Villamarina, dalla principessa Pallavicini, dal marchese Corsini e dal conte Premoli. I Reali furono ricevuti da quella presidenza, dai generali San Marzano, Bruti, Pedotti, Pelloux e De Vecchi, dai senatori Cremona, Todaro, Doria e Paternò; dagli on. Giovagnoli e Santini, dall'assessore Galluppi pel sindaco, dai colonnelli Duce e Cariolato, dalla marchesa Rattazzi. Una graziosa bambina offre alla Regina un mazzo di fiori e mentre la musica dell'11° fanteria suona la marcia reale, sono condotti a visitare l'elegante palestra in muratura, sorta ove prima era quella in legno distrutta unitamente alla bandiera della Federazione ginnastica Nazionale, nel gennaio del 1897 da un incendio. La Regina ha voluto essa regalare la bandiera nuova, facendola ricamare alla scuola professionale della Missione. La bandiera în seta, ha nel mezzo la croce di Savoia sormontata dalla corona e in un fianco una grande stella. Sui nastri azzurri, sono ricamati gli stemmi delle principali città italiane e la scritta in argento: Federazione ginnastica Nazionale.
Terminata la visita alla nuova palestra, ai Sovrani, dal presidente cav. Ballerini, sono presentati i componenti la giuria dell'accademia di scherma: colonnello Cariolato, av. Bracci Devoti, Sarmiento, avv. Forni e conte Cansacchi. Quindi principiano le esercitazioni di una squadra di 16 ginnasti diretta dal maestro Tifi, la quale eseguì evoluzioni ginnastiche. Il giuoco della palla vibrata, combattuto da un lato maestro Tifi, dal sottomaestro Franchini e dal Cagnacci, contro Ottier, Brignoli e Ciofi, è applaudito. Le esercitazioni sì chiudono con esercizii di pattinaggio."
10/1/1899
Nella sala del Teatro Nazionale si svolge una fiera e vendita all'incanto di oggetti d'arte offerti da valenti artisti d'Italia a favore della Società Dante Alighieri. Interviene S.M. la Regina. La fiera viene inaugurata con una conferenza del prof. Panzacchi."Ma non dobbiamo dimenticare la festa artistica della Dante Alighieri pure a Roma. Non abbiamo potuto parlarne prima d'ora; oradesso il disegno supplisce in gran parte alla parola. Il Comitato romano della Dante Alighieri, non si limita alle conferenze pel suo scopo spiccatamente italico e civile: difendere e propagare la lingua nostra: cerca di aumentare con lotterie e con feste artistiche, i fondi necessari per la sua propaganda. Bastò un semplice invito agli artisti romani, perchè cinquantasei di questi (fra i quali, alcune signore) s'affrettassero ad inviare un mondo d'oggetti d'arte, i quali vennero posti all'incanto, presente la maestà della Regina. I recenti casi d'oltre Isonzo, ove sì minaccia di cancellare ogni traccia d'identità nostra, davano vivo colore d'opportunità alla festa patriottica; e piacque il veder tante signore prendervi parte, perchè la donna nella propaganda può molto, forse tutto. Enrico Panzacchi disse un breve ispirato discorso; Ermete Novelli fu assunto agli onori di pubblico banditore, e di mettere all'incanto le opere d’arte. Egli improvvisò una scena a soggetto, e si slanciò con brio alla vendita. Un busto di Fanciulla, modellato colla solita squisitezza da Adelaide Maraini, fu acquistato dalla Regina; così altri begli oggetti d’arte, fra quali quelli offerti dal Monteverde, dal Maccari, dal Jerace, dal Biseo, dal Cabianca, dal Cortese, dai due Gioli (Luigi e Francesco) da tutti quanti. In complesso, una festa originale, degna della Dante Alighieri. Dal presidente del Comitato romano, Ernesto Nathan, fu offerta alla Regina una pergamena d'onore; anch'essa è opera d'arte; ed è firmata dal primo dei nostri storici: Pasquale Villari."
5/4/1899
Inaugurazione del VI Congresso internazionale della Stampa presso la sala degli Orazii e Curiazii al Campidoglio. Le riunioni si svolgono per due giorni, presso la sede dell'Associazione della Stampa a Palazzo Wedekind. "l 5 aprile, s’inaugurò in Campidoglio, alla presenza dei Sovrani — come avvenne per quelli di Stoccolma e di Lisbona — il VI Congresso internazionale delle associa zioni della stampa. Fu un'inaugurazione solenne; alla quale, oltre i Reali, intervennero il Principe e la Principessa di Napoli, i ministri, i rappresentanti del Corpo diplomatico, del Senato, della Camera, e gli alti funzionarii dello Stato. La scelta del Campidoglio, cui si collegano tanti ricordi storici, e dal quale Roma fu proclamata capitale d’Italia, aveva un significato politico che non isfuggì ad alcuno.
I Sovrani, acelamatissimi, al loro ingresso nella grande, magnifica sala degli Orazii e dei Curiazii, presero posto su poltrone, in un rialzo, a' piedi di quella grande statua in bronzo di Papa Innocenzo X, che sembrava invocare sulle loro teste le benedizioni del Cielo, Il Re e il Principe di Napoli erano in redingote: la Regina e la Principessa di'Napoli vestivano il lutto per la morte dell’arciduca Ernesto Ranieri d'Austria, zio d'Umberto. Tutti gli sguardi eran fissi sulla regina Margherita, più seducente che mai. Cessati gli applausi e l'inno reale all'entrata nella sala, un mormorio d’ammirazione segnalò la splendida apparizione di Margherita.
Il principe Ruspoli, sindaco di Roma, prese la parola in lingua italiana, e, a nome di Roma, rivolse ai congressisti un grato ed affettuoso saluto, aggiungendo: 'Roma, per la sua storia e per la sua gloria, è cosmopolita: i suoi monumenti sono la storia d'ogni progresso umano: qui, si sente che ogni straniero è cittadino romano. Roma, che fu potenza militare, religiosa e civile, è lieta di accoglière i soldati del pensiero all'ombra del suo gran nome è delle istituzioni popolari che vi governano. Auguro ai vostri studii — egli concluse — un vasto e durafuro effetto.
Nel pomeriggio, il Congresso cominciò i suoi lavori, tenendo le sedute nelle ricche sale dell’ Associazione della stampa, dove, la sera innanzi, aveva avuto luogo il ricevimento e il benvenuto dei giornalisti esteri con un breve discorso del senatore Bonfadini."
6/5/1899
Inaugurazione della nuova decorazione della Sala del Trono nel palazzo dell'ambasciata germanica a Roma, al quale intervengono i Sovrani: "La decorazione venne eseguita per incarico dell’imperatore Guglielmo da uno dei pittori tedeschi meritamente più in voga, Hermann Prell."
14/3/1900
Inaugurazione del monumento dedicato a Carlo Alberto nei giardini presso il Quirinale. Presenti Umberto I, la Regina Margherita, Ciro Menotti, il figlio primogenito di Garibaldi, ministri, parlamentari, la giunta comunale, le rappresentanze diplomatiche di Austria, Russia e Giappone: "Quest'inaugurazione ebbe un carattere mai visto finora; perchè dî veterani delle guerre dell'indipendenza si mescolarono molti pellegrini papali: il contrasto era singolare. Un'altra singolarità consisteva nel monumento stesso non ancora finito, È forse la prima volta che s'inauguri un monumento non terminato: in una delle nostre fotografie, si vede ancora l’armatura che deve durare pel completamento.
Il cavallo era arrivato dalle fonderie appena il giorno avanti, e fu collocato sul piedestallo di granito alla meglio. Non solo lavorarono febbrilmente muratorive Sealpellini, ma anche una cinquantina di soldati del genio.
L'impazienza del Comitato, che non voleva mancare all'impegno preso pel 14 marzo con S. M. il Re e col paese, era terribile. Tutti gridavano, protestavano; alcuni erano avviliti, accasciati. Povero Re Carlo Alberto! Anche nel suo monumento doveva esser disgraziato. Quest'era il pensiero di tutti. Nonostante il lavoro diurno e notturno, alla mattina del 14, al cavaliere mancava la sciabola! Non si era, riusciti a metterla a posto, neppure provvisoriamente. Invece si potè pulire l'iscrizione che reca le parole: Al Re Carlo Alberto Il popolo italiano riconoscente.
Re Umberto e Margherita salirono accompagnati dal sindaco principe Colonna, dai ministri Pelloux, Baccelli, Boselli, San Giuliano.
Il lenzuolo, che copriva la statua, sbattendo al vento, calò a uno squillo di tromba: tutti si scopersero: le musiche suonarono la marcia reale e l'inno di Carlo Arberto; un inno che moltissimi dei presenti udivano per la prima volta e che, acuto ricordo ridestato, faceva sussultare i veterani venuti da ogni parte d'Italia."
18/3/1900
Alla presenza dei reali Umberto I e Margherita, viene Inaugato un gruppo scultoreo nell'atrio d’ingresso dell'Ospedale del Celio, dedicato al ricordo degli Ufficiali Medici caduti nelle Campagne di Crimea, d'Italia e d'Africa.
21/4/1900
In occasione del Natale di Roma, Re Umberto e la regina Margherita, visitano gli scavi al Foro Romano, accompagnati dall'onorevole Baccelli, il prof. Boni direttore degli scavi e il sindaco Colonna.
24/12/1900
La Regina Margherita, torna a Roma dopo il lutto per il marito il re Umberto I. Accolta dai nuovi sovrani alla stazione Termini, risiederà nella villa Piombino:
"Alle 10, cominciò a piovere. Pur vi era folla. Davanti alla tettoja. della stazione, uno squadrone di corazzieri era pronto per fare scorta alla Regina Madre nel suo tragitto verso la città. Suona la marcia reale, Il Re in piccola tenuta da generale colla regina lena in lutto, col seguito,stanno ad attendere. Entra in stazione il treno reale, Margherita, vestita a lutto con un lungo velo nero, scende dal vagone; il Re le bacia la mano, ed ella lo abbraccia; e abbraccia la regina Elena.
Il quartiere Ludovisi, orgoglioso di ospitare d'ora in avanti la Regina madre, ha, quasi a conforto pel'di lei dolore, imbandierati i negozi e le case, Da alcune finestre si gettan fiori. Le associazioni, arrivando di corsa, rompono il cordone dei bersaglieri e con tutto il popolo invadono il piazzale prospiciente alla villa Piombino.
Intanto arrivano i! Re e la Regina, i quali attendono la madre addolorata. Margherita, prima di scendere di carrozza, mestamente sorride allo slancio popolare. Ai piedi dello scalone della villa, i Sovrani sono anche circondati da una rappresentanza femminile del rione. In essa figurano tutti gli ordini sociali. Alla regina Margherita viene dalle signore offerto un mazzo di viole mammole. Davanti al palazzo le associazioni sventolano le loro bandiere, e la folla che occupa tutto il viale acclama a gran voce ai Sovrani. Dopo qualche momento si apre la finestra del balcone e ne esce il Re a capo scoperto, tenendo alla sua destra la madre ed alla sinistra la sposa. Da ogni petto erompe il grido di “ Viva Savoja , , un plauso al nuovo Re, un plauso all’augustà dolente, che torna alla capitale d’Italia.
Ad un tratto, Margherita alza il denso velo vedovile. Così appare il suo mesto viso, pallidissimo, incorniciato dai biondi capelli, e che porta vivamente impresse le tracce del dolore. È un momento di commezione vivissima. Non solo le donne piangono, ma anche molti uomini non possono trattenere le lagrime.
La regina Margherita ringrazia con un sorriso e, dopo qualche minuto, si ritira. Cedendo il passo alle auguste signore, il Re rimane per un istante solo sul balcone. Scoppia un nuovo ed entusiastico grido di * Viva il Re, viva Savoja,.
In questo momento le nubi si diradano e splende il sole. La folla applaude ancora ai Sovrani,"
6/1909
Maria Guerrieri Gonzaga, moglie di Clemente Maraini volendo introdurre nuove tecniche nell'assistenza ospedaliera italiana sul modello e gli standard inglesi, costituisce un Comitato per la fondazione di una Scuola Convitto per infermiere, presieduta da Emily Pelham-Clinton (nipote del Duca di Newcastle, sposa del principe Alfonso Doria e madre di Filippo Andrea VI Doria Pamphili). Per realizzare questo progetto la Guerrieri Gonzaga e la Pelham-Clinton si rivololgono alla Regina Elena e alla Regina Madre Margherita ottenendo la loro approvazione ed il loro sostegno. Viene così messo a disposizione del Comitato un terreno centrale all'interno della recinzione del Policlinico Umberto I ed iniziano i lavori di costruzione dell'edificio che avrebbe ospitato la scuola convitto.
18/2/1910
A Roma, all'Augusteo ha luogo un grandioso concerto, sotto l’alto patronato della Regina Madre, che vi è intervenuta vivamente applaudita: "Poco dopo di lei, altrettanto applaudita, è apparsa nel palco di corte la Regina Elena accompagnata dalla nipote, principessa Elena di Serbia. Fu eseguita musica di Mascagni, Sgambati e Tosti, di Beethoven, Wagner e Listz, sotto la direzione di Ettore Pinelli, che ebbe grandi applausi. Nella seconda parte dello spettacolo fu eseguita la Zamentazione di Gounod, diretta dal maestro Stanislao Falchi. L'Emma Carelli cantò squisitamente il racconto di Santuzza nella Cavalleria Rusticana, accompagnata al piano da Paolo Tosti, del quale fu eseguita la deliziosa Serenata di un angelo, eseguita dalla stessa signora Carelli. Il tenore De Lucia cantò la toccante romanza del Werther; ed il grandioso ritisritissimo concerto fu chiuso dalla magnifica marcia del Tannhiiuser". Lo spettacolo diede un rieavo di oltre 25.000 lire. Ed un’altra bella somma fu data domenica storsa dallo spettacolo comico-mimico-equestre, con gymkana, che ebbe Inogo a Villa Borghese per iniziativa di un Comitato di gentiluomini ed ufficiali. Il concorso del pubblico fu straordinario, e Sua Maestà il.Re intervenuto allo spettacolo fu ripetutamente salntato da vivissimi applausi.
19/1/1913
Apoteosi Esercito reduce dalla Libia all'Altare della patria, con il saluto delle bandiere alla statua del Gran Re. Presenti il re Vittorio Emanuele III, la Regina Elena e la Regina Madre Margherita.
13/6/1925
Inaugurazione del monumento ai Caduti del quartiere Ludovisi. La regina Margherita assiste alla cerimonia.
11/1/1926
Funerali di Stato della Regina Margherita.
Il convoglio partito da Bordighera alle 11,30 del 10 gennaio, nel tragitto fino a Roma, effettua 92 soste per permettere l'omaggio delle popolazioni.
Alle ore 9, il convoglio giunge a Termini da dove iniziarono i solenni funerali con arrivo e la sepoltura della Regina al Pantheon.
3/1/1927
La salma della regina Margherita di Savoia viene tumulata definitivamente nel Pantheon, accanto al sepolcro di Re Umberto I.