Pubblicazione: 1908
Disegno di Rodolfo Lanciani. Pianta delle gallerie delle cave di tufo, rinvenute fra le quote 40,00 e 43,00 negli scavi di fondazione dei fabbricati per la sede della direzione generale delle ferrovie dello stato. Rivista tecnica delle ferrovie italiane. Anno VII. Vol. XIV:
Per determinare l'età approssimativa di queste latomie, vi sono due mezzi, cioè il paragone con altre che offrano uguali caratteristiche tecniche, in identici banchi di materiale tufaceo grigio, e la cronologia delle fabbriche romane nelle o per le quali si è fatto uso del materiale predetto.
Il paragone non è difficile: le latomie scoperte alla quota di m. 40-43 sono identiche nella tecnica del taglio delle gallerie, nel loro inerociarsi al angolo retto, nel sistema del distacco dei blocchi, nella misura dei blocchi stessi alle latomie di Vigna Querini, salvo che queste ultime erano a cielo aperto, mentre le nostre erano sotterranee.
Esaminando la pianta delle cave si rileva un altro particolare non privo di interesse. Sia che le acque freatiche filtrassero nelle gallerie, sia che queste comunicassero in qualche modo con la superficie esteriore del banco di tufa, bagnata dalle piogge, i lavoratori della cava si trovarono costretti a procurare un emissario alle acque. Questo mirabile cunicolo di scolo (mirabile per l'epoca remota cui risale) è rappresentato nella predetta tavola.
Parte (nel tratto scoperto per la lunghezza di m. 150) dalla quota di m. 41,83, per discendere con lievissima pendenza alla quota 41,45: misura m. 1,75 in altezza, m. 0,80 in larghezza, e comunica col soprassuolo mediante pozzetti rotondi, muniti di pedarole. Nello scavo del pilone 344 si è accertato un altro particolare degno di nota. Pare certo che lo scavo del cunicolo fosse stato iniziato alle due estremità, avanzando i fossores in senso inverso, ciascuno da parte sua, fino a che non si fossero incontrati circa il mezzo della galleria. Per qualche leggera deviazione dall'asse l’incontro non avvenne con la esattezza desiderata, e fu necessario unire le due testate con un piccolo gomito quale è rappresentato nella pianta, pozzo n. 344.