Pubblicazione: 1892
L'Illustrazione Italiana. 23 ottobre 1892: "Inaugurazione della statua del cardinale Massaia nella chiesa dei Cappuccini. Nella mattina del 9, nel convento dei Cappuccini a Frascati, che, posto su una collina, domina un pano— rama stupendo delle campagne, s'inaugurò il monumento al cardinale cappuccino Guglielmo Massaia, l'intrepido missionario, antore del libro Trentacinque anni di missione in Etiopia, nato l'8 giugno 1809 a Piovà nell’ Astigiano, morto il 6 agosto 1889 a San Giorgio a Cremano presso Napoli. Il monumento sorge nella chiesa, in una nicchia; ed è opera di Cesare Aurelj. Abbiamo (lata la descrizione e il disegno della bellissima statua alla pag. 172 del primo semestre di quest'anno.
Alle ore nove, la statua venne scoperta e venne benedetta da monsignore Stonor, direttore del Seminario americano, alla presenza di altri prelati, di rappresentanti l'aristocrazia romana. La folla ocenpava tutta la chiesa. Fra le notabilità, v'era il cardinal Celesia, arcivescovo di Palermo. Parlò brevemente monsignor Carini, prefetto della Vaticana, sulle virtù del Massaia. Quindi, nel convento dei cappuccini, quei frati imbandirono un banchetto ai membri del Comitato pel monumento e ai giornalisti. I brindisi erano proibiti; ma il conte Pietro Antonelli, presidente del comitato per l'erezione del monumento, disse ch'egli infrangeva la consegna per brindare all'Aurelj autore d'una statua così espressiva, e per ringraziare i cappuccini così ospitali. Nel Corriere del numero antecedente, abbiamo già colto i tratti caratteristici di codesta iunugurazione tanto diversa dalle solite. Qui, per spiegare il nostro disegno, aggiungiamo che al teatro Wilson, il conte Antonelli tenne quel giorno stesso un'applaudita conferenza, che abbiamo sott'occhio. È una calorosa esaltazione dell’illuminato e coraggioso missionario etiopico, del quale sì narra la vita, i viaggi e varii aneddoti dell'illustre italiano che amava la patria e la dinastia di Savoia, facenone rispettare Î nomi nelle regioni africane. Alla sera, Frascati era illuminata. Brillanti fuochi d'artificio soleavano l'aria.
Negli schizzi che il nostro corrispondente artistico fece sul posto, si vede l'ingresso al convento, ch' è una graziosa paginetta da album. Non è neppur dimenticata la stanza da Jetto del celebre cappuccino e l'angolo d'un corridoio che gli serviva da studio; nè il refettorio del convento, dov'ebbe luogo il caratteristico banchetto, il cui posto d'onore era tenuto da monsignor Stonor. Davanti alle tavole degl’ invitati, stavano seduti i frati e i novizii studenti, formando dei quadretti degni del Lippi."