Pubblicazione: 1894
L'Illustrazione Italiana. 4 marzo 1894. "Il principio di simil genere di sport, non monta qui che ad una cinquantina d'anni fa sul principio del pontificato di Pio IX.
Fu lord Beresford che innamorato dell’ondulate linee della campagna romana chiamò intorno a sè i più appassionati cavalieri dell’epoca, come già da molto tempo in Inghilterra, istituendo così uno dei più aristocratici, utili e salutari convegni sportivi. Fu spinto a ciò non solamente dalla libera e piacevole equitazione nelle pianure che circondano Roma, ma anche dagli ostacoli naturali che in essa s'incontrano, cioè a dire la staccionata, la maceria, la siepe e le marrane (fossati), dove la valentia del cavallerizzo ha tutta l’occasione d'essere messa senza prevenzioni alla prova.
Per di più, i diruti acquedotti con le linee prolungate d'archi, i monumenti della Via Appia, e gli avanzi d’antiche costruzioni che tanto artisticamente abbelliscono l’agro romano, formano uno strano scenario alle giubbe rosse dei moderni cavalieri, I monti del Tuscolo, il Soratte sono il fondo meraviglioso di sì belli panorami.
Fu primo presidente della Società il principe don Livio Odescalchi, padre dell'attuale deputato don Baldassarre è di Ladis.
Avveniva però di sovente che don Livio amantissimo, anzi azzardatissimo sportman, obbligando i figli a prendere parte a tutte le cacciate, or l'uno or l'altro ritornassero a casa con spalle lussate, e gambe slogate, cosa che indusse la principessa madre a ricorrere a Sua Santità perchè simil genere di diavoleria venisse senz'altro proibita.
O beati quei tempi semplici per i governati è per i governanti! Un ordine di Monsignor Matteucci allora governatore di Roma vietò ipso Facto, senza interpellanze di nessuno, la spaventevole e disastrosa... caccia alla volpe.
E si giunse così fino al 1870. Allora, al risveglio di tante cose vietate ed allo spirito d’associazione imperante, anche i cavaliesi della volpe si riorganizzarono. Su le selle, fuori le giubbe rosse! Fu questo il grido incoraggiato anche da SAR. Umberto, allora principe ereditario, amantissimo di cavalli e della campagna romana. Nei meets, non mancò mui la principessa, Margherita contornata da tutte .le signore dell aristocrazia che in essa vedevano li futura gentile e carita tevole Regina.
Fu primo presidente dopo la sua ricostituzione il comm. Giulio Silvestrelli, il più bel sportman dell’epoca; gli succedettero mano mano Ladis Odescalchi (il fondatore di Ladispoli), Don Giulio Grazioli, il principe di Campagnano, ed ora ne regge le redini con mano ferma e sicura il principe D. Agostino Chigi.
La scuola d'equitazione di Tor di Quinto, istituita da pochi anni ha recato vantaggi immensi. Ha sciolto l'utticiale dalle pastoie degli esercizi di semplice pista ed ha risvegliato in lui la passione del cavallo, e delle razze buone da prescegliersi come resistenza e come agilità. A niuno sfuggì, nelle prime corse militari, l'inferiorità dei nostri ufficiali dinanzi ai gentlemen-riders, anche ai più modesti. Ora essi possono competere con questi e con gli ufficiali di altre potenze che già da molto tempo si erano dedicati a sì giovevole esercizio. Si è aggiunto dunque alla caccia alla volpe romana l'elemento militare, elemento simpatico ed accettato con entusiasmo dai veri sportmen e... diciamolo francamente, anche dalle signore. Perchè la cronaca della società è ricca di nomi di appassionate sport-woomen che si son sempre distinte per coraggio e per abilità.
Gli appuntamenti di Cecilia Metella, di Porta Salaria, di Prima Porta, ecc., sono il convegno di quanto c'è di più chic a Roma sia estero che nazionale. Chi non cavalca, va in carrozzino, in break, in Zandau, in botte, basta essere là sul posto a vedere la partenza dei rossi cavalieri e a rifocilla nella baracca buffet che segue il luogo del meet.
Il canile di buonissima razza risiede a Tor Fiorenza, splendido locale, una volta del cav. Renazzi, e le caccie sono dirette da Mr. James Tones capocaccia ufficiale, pratico oramai della campagna romana quanto un pecoraro della medesima."