Pubblicazione: 1894
L'Illustrazione Italiana. 15 luglio 1894. "Tn una pagina, sono raccolte varie scene di lavoratori della campagna romana. Sono tipi d'nomini e di donne con quell'impronta di alterezza nel viso che trovi dal primo cittadino all'ultimo contadino della campagna di Roma: alterezza propria d'una razza antica che ha visto svolgersi sotto i proprii occhi, per il corso di più secoli; i più elamorosi avvenimenti del mondo e di nulla perciò si turba; e nulla ammira: nil admirari. Oggi ancora, la stirpe romana, come la popolazione di un'isola appartata, è ben distinta da quella dell'Italia superiore, della Toscana e del Napoletano, che la circondano; è conserva le forme e il tipo degli antichi romani. La corporatura è per solito vigorosa e tarchiata, arrotondato il capo, neri gli occhi e i capelli, legger: mente abbronzata la pelle. Le membra stanno in bella proporzione col corpo; le mani & i piedi piccoli ed eleganti dinotano una razza fina. I contadini e le contadine della campagna romana lavorano con solennità ; © con solennità, quasi, dormono per le strade i lavoratori che al mattino saranno ingaggiati al lavoro da qualche appaltatore che, come essi, ha. poche parole brevi e ineisive. Quando si riposano al sole, quando passano lungo le vie di Roma, quando gettano la semente hanno gesti da imperatori. Poveri imperatori, del resto, che devono lottare col digiuno. S'incontrano in quosti giorni a Roma certe contadine povere e dimagrite, abbronzate dal sole e dall'aria del mezzodì. Ma anche la loro andatura è superba; anche i loro occhi risplendono come due fiamme, testimonii della fame e della febbre che scorrono nelle loro vene. Anche in quei lineamenti, il carattere è spiccatissimo ; e quando il volto, adusto © indurito dagli anni e dalle fatiche, diventa nero e rugoso, esso rimane ancora d'una fierezza speciale, fosse anche il volto d'una strega."