Pubblicazione: 1897
L'Illustrazione Italiana. 7 marzo 1897. "Preparato da un Comitato, favorito dai giornali, è riuscito affollatissimo, rumoroso, con un Corso che ricordava e superava persino i carnevali classici! Tutta Roma si rovesciò sul Corso ad ammirare i carri, il Corteo di Marc’Aurelio.
Alle 4 del 24 febbraio da Piazza del Popolo mosse questo corteo spettacoloso la cui fedeltà storica venne osservata. Precedeva un gruppo di fedeli a cavallo, seguito dai buceinatori, dai littori, dal coro, dai sacrificatori, dai sacerdoti. Alcuni schiavi neri portavano un grande vaso dorato su cui dovevano ardere i profumi: quindi, dopo il bue destinato al sacrificio, sotto un baldacchino, portato da altri otto schiavi, incedeva Marco Aurelio su un grande cavallo vivo.... e dorato per l'occasione. Ai lati dell'imperatore romano, camminavano due flabellarii, altri littori, i porta-insegne, gl'istrioni, dietro, vestiti riccamente, i cavalieri, seguiti da una biga e da una lettiga dove aveva preso posto, per l'occasione, una matrona romana.Il concerto dei militi romani chiuse la prima parte del corteo; parte artistico-storica.
La seconda era piuttosto aritologica, riproduzione di frammenti archeologici: della testa di Tiberio, di Nerone; dei ruderi di Castore e Polluce, copiati dal gruppo della vetta capitolina. Poi il Carro di Venere, trainato fra le nubi da colombe, guidate da Cupido; il Carro del Sole, una statua di Apollo intorno a cui folleggiava un gruppo di vestali. Maestoso il Carro di Roma, trascinato da sei buoi: nel mezzo, una statua aurea di Giove, e al piano inferiore 1'allegoria di Roma, con a lato î simboli dei due fiumi, e ancora più in basso, un’ara di bronzo su cui i sacerdoti todiscono il foco sacro. Un insieme bellissimo, che piacque molto. Tutti applaudivano. Da molti balconi del Corso, graziosamente addobbati con arazzi e con fiori, scendevano i fiori.
Il giorno dopo, un altro Corso: Corso di maschere con getto di fiori sciolti, e comparsa di Carri-réclame allestiti da importanti ditte industriali: quello del Gondrand primeggiò sugli altri. Alla sera, veglione al Costanzi; delle mascherate în comitiva concorrenti ai premi sul Corso, con esposizione e lotteria gastronomica di prodotti delle pasticcerie di Roma.
E il sabato grasso, 27, altro Corso, con altro chiasso! Fu tutta una sfilata di carri. Prima di tutto veniva il carro-réclame pel carbone stellato, pieno di maschere che gettavano fiori e confetti réclame. Seguivano: il carro del Grand-hotel, quello delle spugne, un altro del Capitan Fracassa, tirato da quattro cavalli, con delle cantanti e giovanotti che gettavano sulla folla confetti e fiori. La mascherata del generale Mannaggia della Rocca, seguìto dal suo stato maggiore; la mascherata della. Micragna; quella di Ciampino, sul carro; l'altra degli Accendi-fuochi Montenegro sul cui carro si trovavano belle signorine e parecchi giovanotti vestiti cogli eleganti costumi montenegrini, furono assai ammirati.
Ma sopratutto ottenne un successo di curiosità la mascherata dell’Associazione della stampa, rappresentante una parodia dello Sport di Manzotti-Edel. Tutt'i generi di spor! v'erano rappresentati: dai raccoglitori di mozziconi di sigari allo sport aereo rappresentato da un pallone, alla donna-cannone rappresentata da uno studente piramidale."