Pubblicazione: 1898
L'Illustrazione Italiana. 9 gennaio 1898. "La caccia alla volpe si svolge nella campagna romana come una vera e propria battaglia contro il prolifico animale dell' astuzia e della corsa. L'esercito che la combatte ha la sua organizzazione, la sua tattica, e il suo uniforme, come ogni esercito che sì rispetti e aspiri alla vittoria sul nemico più che su sò stesso. Lo sport contro la volpe, ha i suoi Edem-pascià, come la Turchia; sebbene, per quanto corra, il suo nemico corra meno dei nepoti di Alcibiade; ed ha i suoi cani, specialmente i cani, sebbene questi abbiano meno fame delle nazioni del Concerto, Chi vince in questa battaglia, riceve la coda della volpe, se è un'amazzone, e se è un cavaliere, la testa (chi sa se ne abbia bisogno). Il corno dell'huntsman dà il segno dell'attacco e l’annunzio della vittoria alle sacre solitudini.
La caccia comincia alle 11 del mattino; ma si parte da Roma alle 10, per arrivare in tempo al luogo d'appuntamento, ch'è sempre fuori di una delle porte, sulla via maestra, a tre quarti d'ora dall'abitato. I cavalieri arrivano ordinariamente in coupé, mentre i grooms portano a mano i cavalli, Ma prima e dopo l'arrivo dei cavalieri e dei cavalli, una non piccola folla di spettatori si trova sul campo: sono ciclisti, che invidiano, una volta almeno, la gloria del nobile destriero, e sono costretti a convenire che almeno per la caccia la loro macchina fa di fronte a lui la figura della serva sciocca; sono ufficiali di tutte le armi, che ringraziano in cuor loro la scuola di Tor di Quinto, la quale ha cambiato i metodi e sgranchito le gambe della cavalleria militare, e ha reso possibile ai loro colleghi di pigliar parte con successo a questi brillanti steeple-chaises della vita elegante della capitale; sono touristes di tutte le lingue e tutte le dimensioni, che i mails dei vari alberghi riversano immancabilmente sulle siepi più alte con gran conforto dei polmoni e gran letizia per la prossima colazione. Il conte Giuseppe Primoli, il quale ha sempre sotto mano una macchinetta fotografica, come ha sotto il braccio un qualche amico straniero cui far da méntore (l'altro ieri, a Castel Giubileo, era la volta dell'ultimo erede del principe di Metternich), consegna alla memoria della camera oscura i tipi più strani e caratteristici di queste caratteristiche. riunioni.
Alle 11, il Master monta a cavallo: e quello è il segno della partenza. (Veramente, oggi, non è solo il Master, ma anche la sua signora a dare un tal segno; perchè la nova marchesa di Roccagiovine è una delle più ardite e più. svelte amazzoni della campagna romana e assieme col marito conduce le cacce.) Allora, l'Auntsman va innanzi coi cani, i quali ai piedi del cavallo fanno l'effetto che nelle vecchie stampe le processioni ai piedi di un monumento; e dietro ai cani, il whip: l'avanguardia, insomma, dell'esercito."