Pubblicazione: 1898
L'Illustrazione Italiana. 11 dicembre 1898. "Il Comune di Roma concesse il suolo per le sepolture dei suddetti non identificati al Ministero della Marina, che sui loro tumuli innalzò un semplice, decorosa opera dello scultore romano Giulio Bertuccioli. Sopra una gradinata, si eleva per suo basamento una co lonna tronca. Sull'altimo gradino, una figura di marmo rappresentante il Genio della civiltà, accende colla face un'ara sacra ai martiri. Nella mano destra, impugna il labaro romano. Un lato del basamento è decorato da un'ancora e da una palma di bronzo: l’altro lato da una corona di quercia e d'alloro, dello stesso metallo.
Caduto, alle ore 10, il lenzuolo che nascondeva il monumento, prese la parola l'ammiraglio Accinni, che ricordò il fatto di Lafolè e rese onore alle vittime. La sua parola era calda, commossa. Parlarono poi altri: l’on. Panizza, il signor Pugliesi. Mezz'ora dopo, la funzione semplicissima era finita, e l'alfollamento si sciolse, Sui volti di tutti leggevansi la pietà, la tristezza."